Il 5
e 6 novembre si riunirà a Milano il G7 sulla salute. I temi
all’ordine del giorno, definiti dalla ministra Lorenzin, saranno: le conseguenze
sulla salute dei cambiamenti climatici, la salute della donna e degli
adolescenti e la resistenza antimicrobica. Da un tale incontro non uscirà
assolutamente nulla se non un semaforo verde per trarre
ulteriore profitto dalla nostra salute e dalla devastazione del
pianeta.
Considerato
chi siederà attorno a quei tavoli non è possibile immaginare nulla di diverso.
Sono gli stessi governi che in gran segreto dal 2013 stanno trattando l’accordo TiSA (Trade in Services
Agreement) sugli scambi dei servizi, tra questi quelli finanziari, ma
anche l’istruzione e la sanità.
Nel
2014 WikiLeaks, l’organizzazione di Julian Assage, ha per la prima
volta rivelato l’esistenza di tali trattative. Il Tisa sarebbe il più grande
accordo commerciale mai discusso: i servizi infatti rappresentano circa il
70% del Pil mondiale, che potrebbe portare, secondo una simulazione
realizzata per l’Italian Trade Agency/ICE ad un possibile aumento degli scambi
di servizi fra paesi aderenti all’accordo nell’ordine del 20%,
quasi 400 miliardi di euro considerando i livelli del
2013.
Il 4
febbraio 2015 l’agenzia AWP Associated Whistleblowing Press (agenzia
formata da giornalisti investigativi) ha reso pubblico un documento del Tisa dove si può
leggere: “C’è un potenziale enorme ancora non sfruttato per la
globalizzazione dei servizi sanitari”. La ragione, come viene spiegato, è
che “sino ad ora questo settore di servizi ha giocato solo un ruolo ridotto
negli scambi internazionali. Ciò è dovuto al fatto che i sistemi sanitari sono
finanziati ed erogati dallo Stato o da enti assistenziali e non sono di nessun
interesse da parte degli investitori stranieri a causa dell’assenza di finalità
commerciali”. La soluzione è semplice: privatizzare tutto aprendo le
porte ai grandi fondi finanziari, alle compagnie internazionali di assicurazioni
e contemporaneamente cancellando il ruolo dello Stato come responsabile
della salute della propria popolazione.