- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

mercoledì 23 maggio 2018

A tutte le lavoratrici e i lavoratori della Sezione di Varese dell’U.M.C. di Milano

Ben presto la Motorizzazione di Varese diventerà come quegli orribili supermercati che stanno aperti 7 giorni su 7 per 24 ore.
            Ho aspettato un po' di tempo prima di scrivere ciò che leggerete. Ho aspettato perché ho sperato che la dirigenza del nostro Ufficio (quella che, comunemente, viene chiamata la nostra Amministrazione) avrebbe avuto un fremito, un battito, un sintomo di vita….dopo aver letto, sul quotidiano La Prealpina di Varese di mercoledì 28 marzo, l’articolo che s/parlava del nostro (?) Ufficio, del nostro (?) posto di lavoro e della gente che ci lavora, cioè tutti noi nessuno escluso. La nostra Amministrazione ha “risposto” con uno “stato di anestesia generale”: “Le néant” (come dicono i francesi) ; “Nothingness” (come dicono gli inglesi); “Nihil” (come dicevano i latini); “il nulla” (come si dice da Aosta a Siracusa).
            Come (spero) sapete, a pag. 26 del citato giornale, è comparso un articolo dal titolo: “TEMPI BIBLICI, AUTOSCUOLE IN RIVOLTA”. I “tempi biblici” si riferiscono agli esami per le patenti svolti dal nostro Ufficio, di “autoscuole in rivolta” non mi pare di averne viste né sentite. Che sia una rivolta silenziosa?! A me sembra sempre “tutto il solito tran tran”.
            Che la “Rivolta delle autoscuole” sia, forse, solamente una mera “rivolta mediatica”? In questi tempi piace tanto questa parola che è sulla bocca di tutti: “Mediatica”.
            Che poi significa: “Parliamo con il primo giornalista che capita e diciamo tutto ciò che vogliamo dire. Però, attenzione, senza fare nomi, citare fatti incontestabili, senza indicare circostanze ben precise, però cercando di “fare il botto” e senza (soprattutto) far sapere CHI è la persona che ha fatto certe affermazioni e A CHI sono riferite”. Somiglia un po' alla logica che sta dietro al “cyberbullismo”: Ti faccio male stando dietro a un computer, a un telefono cellulare o….. a un articolo di giornale. Eppure nel nostro Ufficio ci sono persone che hanno un nome e un cognome, così come all’interno delle autoscuole ci sono persone che hanno un nome e un cognome. Ma….sim sala bim!, magicamente, in quell’articolo, si parla di tutti e non si parla di nessuno, che equivale a parlare di nulla. Capisco perfettamente che assumersi delle responsabilità, “metterci la faccia” non sia cosa facile in entrambi gli “schieramenti”. In questo Paese non è uno sport molto praticato “l’assunzione di responsabilità”. Queste cose facciamole fare ai soliti “barricaderi”, quelli antipatici e rompiscatole per costituzione e partito preso.
            Ma avete letto bene quell’articolo? Io, dopo averlo letto una prima volta per strada, quando sono arrivato a casa, ho sfogliato il giornale per rileggerlo con più tranquillità. Anziché andare a pag.26, sbagliando, ho cominciato a leggere l’articolo che stava a pag. 23 con il titolo “C’E’ POCA CHIAREZZA, NON PARLATE DI FOGNE”. Credetemi, dal titolo, erroneamente, pensavo che fosse quello l’articolo che parlava del nostro Ufficio. Poi mi sono accorto del mio errore.
            Quello che parlava del nostro Ufficio è un articolo che si permette di offendere chi lavora, di ficcare il naso nella privacy delle persone che lavorano nel nostro Ufficio (...spesso si aggiungono motivazioni personali che spingono alcuni funzionari a non dare la  disponibilità allo svolgimento degli esami di guida, magari per ragioni legate all’orario oppure per evitare la pressione del dover dare una valutazione….).       Insomma, un Ufficio pieno di fannulloni timorosi che hanno paura nel dover valutare chi stanno esaminando.
            NON ESISTE uno straccio di Norma che impone di dover PER FORZA dare la propria disponibilità a svolgere l’attività di esaminatore oltre il normale orario di servizio.
            NON SI PUO’ ficcare il naso sulle LEGITTIME E CERTIFICATE motivazioni (TUTELATE DA UNA LEGGE) che consentono l’esonero dallo svolgimento di una attività (in questo caso, lo svolgimento di esami per la patente) e NESSUNO si può permettere (PER LEGGE) di ficcare il naso dentro MOTIVAZIONI PERSONALI, per il semplice fatto che SONO PERSONALI. Entender la pequena diferencia? Ci potrebbero essere persone con serissimi problemi personali o familiari e NESSUNO si può permettere di ficcare il proprio naso dentro questi problemi. Chiaro?
            Per seguire, un’altra perla di saggezza: “….Alla normale richiesta di sedute esame si aggiungono le richieste di sedute tecniche per lo svolgimento delle revisioni degli automezzi presso le officine autorizzate bla,bla,bla…..” Avrebbe detto Totò: “ma che cavolo ci azzeccano le revisioni se stiamo parlando di esami patente? Ma si, tutto fa brodo quando si vuole gettare fango addosso a chi lavora, se poi chi lavora è un dipendente pubblico (grazie a quel politico che coniò il termine fannulloni), va bene. Ben pochi si ricordano il desueto termine pubblico ufficiale perché...volemose ‘bbene è meglio, grazie alla troppa confidenza piuttosto che la dovuta distanza. Quel politico ci definiva “solamente” fannulloni, questo articolo ha aggiunto (implicitamente) anche il termine di timorosi.
            Fannulloni e cacasotto. E’ questo il nostro identikit che traspare da quell’articolo. E chi pensa diversamente (tra chi lavora in motorizzazione) è in assoluta cattiva fede. Il fatto è che, nel corso degli anni, hanno fatto di noi così tanta carne da macello che oggi, ci siamo anestetizzati e abbiamo perso quel pizzico di sano orgoglio di categoria.
            Avrei potuto scrivere un documento sindacale dove veniva proposta l’astensione dallo svolgimento delle attività di lavoro oltre il normale orario di servizio, questo stesso potrebbe esserlo, ma so che andrei a battere la faccia contro un muro. Quando abbiamo giurato fedeltà allo Stato non ricordo di aver detto che dovevo rinunciare alla mia dignità, ai miei e altrui diritti, alla solidarietà rispetto a chi lavora fianco a fianco con me, giorno dopo giorno (in condizioni sempre più degradate).
            Chi, tra voi, non vuole vedere che quell’articolo è uno schiaffo morale alla nostra immagine, alla nostra dignità di lavoratrici e lavoratori e di funzionari pubblici, è in assoluta cattiva fede così come chi ignora le reali motivazioni e intenzioni che stanno dietro a quell’articolo.
            La Direzione del nostro Ufficio, che non ha battuto ciglia rispetto a tutto ciò, è colpevole di non aver difeso e tutelato la gente che lavora in questo Ufficio e che, quotidianamente, fa i tripli salti mortali (nessuno escluso) per far andare avanti il lavoro in questo Ufficio che, fortunatamente, ancora non si chiama “esamificio”. Per assecondare le “richieste dei rivoltosi” ha deciso di danneggiare tutto il resto dell’utenza.
            Dopo dieci anni ci hanno proposto un contratto di lavoro fetido e ignobile; non si assume personale da 27 anni; la gente continua ad andare in pensione; ci danno un buono pasto che, come scrissi anni fa, è frutto di manovre losche; stiamo mesi e mesi con i servizi che non funzionano o la carta igienica che manca; lavoriamo dentro uffici lerci grazie a ridicoli contratti per le pulizie che prevedono solo “’na passata veloce” e lo svuotamento dei cestini; non facciamo più ispezioni; per avere il rimborso delle attività oltre le 36 ore a volte si è superato l’anno, ecc. ecc. ecc. E, in più, dobbiamo essere offesi da articoli di giornalisti che non sanno di cosa stanno parlando, imbeccati da persone private che pensano solamente ai loro interessi personali dimenticando che noi siamo dei dipendenti pubblici che devono svolgere un servizio che prevede NON SOLO esami per la patente.
            La soluzione a tutto ciò?
1) Chiediamo aiuto alla Polizia Stradale affinché ci invii del personale da adibire come esaminatori per
    superare questa “gravissima crisi patenti”?
2) Restiamo aperti anche il sabato e la domenica, 7 giorni su 7 per 24 ore come certi orribili supermercati?
3) Facciamo fare gli esami alle stesse autoscuole, così se la cantano e se la suonano da soli?
4) Proponiamo alle autoscuole di andare a fare la rivolta nel posto giusto: La sede del Ministero delle
    Infrastrutture e dei Trasporti (e dove di sicuro hanno già parecchi amici)? Per ricordare che da anni e
    anni, non si assume più nessuno lasciando alzare sempre di più l’età media dei dipendenti (nel nostro
    caso è di oltre 55 anni).
            Ma per favore, non diciamo amenità sui lavoratori e, soprattutto, non ficchiamo il naso su questioni lesive della privacy tutelate da una legge di questo Stato. Almeno questo.
            Invito il giornalista de “La Prealpina”  che ha scritto l’articolo ad affrontare il lungo viaggio da Busto Arsizio (la terra dei rivoltosi) sino a Varese, per rendersi (speriamo) conto che la Motorizzazione non fa solo esami patenti, ma molto, molto, molto di più con mezzi e risorse che fanno piangere in turco. Lo stupiremo con effetti speciali.
            Dopo il giro “turistico” in Motorizzazione gli garantisco un caffè, una pacca sulle spalle e un “volémose bbene”. E’ chiaro che, in quell’occasione, prenderò un permesso che poi recupererò.
            In considerazione del fatto che questo documento verrà trasmesso anche alla Direzione dell’Ufficio Motorizzazione Civile di Milano Sezione di Varese, la scrivente O.S. chiede formalmente che la stessa Direzione si esprima e prenda una posizione pubblica, trasparente, netta e chiara rispetto ad un articolo pubblicato su un quotidiano, su richiesta di imprecisate e non identificate Autoscuole. Articolo che ha decisamente travalicato il buon senso ed il dovuto rispetto per le lavoratrici e i lavoratori di questo Ufficio e, soprattutto, una corretta informazione alla popolazione.
            Chiede che la Direzione medesima assuma una posizione pubblica, trasparente, netta e chiara e che risponda (utilizzando il medesimo quotidiano) a quanto incautamente scritto sul nostro Ufficio e sulle lavoratrici e i lavoratori dell’Ufficio, a loro totale ed incondizionata difesa.
            A tutte le autoscuole che posso dire? Resistete, con le amicizie politiche giuste potreste fare così come è accaduto per le revisioni auto: una competenza che doveva restare in mano allo Stato è stata affidata alle officine meccaniche; le officine meccaniche che aggiustano le autovetture sono le medesime che poi devono accertare la loro idoneità tecnica alla circolazione attraverso la revisione. Farete da scuola e da esaminatori, così come si dice al mio paese “ve la potrete cantare e suonare da soli” così come fanno le officine autorizzate. Tutti soggetti che, sino a prova contraria, svolgono in modo impeccabile questo lavoro.
            E poi, tutti tranquilli, tanto non abbiamo neanche fondi, personale, mezzi e volontà politico-amministrativa che ci consentono di svolgere una funzione ispettiva per verificare che ciò che state facendo è fatto bene. Oggi, avete ottenuto più esami, grazie al disagio creato a tutti gli altri utenti: La chiusura dell’ufficio al pubblico per poter fare più esami. Una infelice scelta a danno di altre migliaia di persone, di utenti che pagano le tasse per avere anche servizi pubblici da parte di uffici sempre meno pubblici e sempre più disastrati per una chiara ed inequivocabile volontà politica: IL SERVIZIO PUBBLICO NON DEVE FUNZIONARE, IL SERVIZIO PUBBLICO DEVE SPARIRE. Un “volémose bbene...a tutte/i”.
                        Varese 21 maggio 2018     -   ADL / Cobas MCTC