Alla
vigilia dell’assemblea dei soci, in programma giovedì, il Comitato ecologico
inceneritore e ambiente di Borsano lancia un grido d’allarme.
“Nonostante la non trasparenza di Accam – si legge in una nota stampa – abbiamo scoperto che Arpa è intervenuta due volte in questi pochi mesi di attività del 2018 per il superamento dei valori di inquinamento delle polveri. Questo nonostante l’apposito intervento costato 3,5 milioni di euro”.
“Nonostante la non trasparenza di Accam – si legge in una nota stampa – abbiamo scoperto che Arpa è intervenuta due volte in questi pochi mesi di attività del 2018 per il superamento dei valori di inquinamento delle polveri. Questo nonostante l’apposito intervento costato 3,5 milioni di euro”.
Il
comitato guidato dal portavoce Adriano Landoni parla di “parametri superati
altre due volte nel 2016 e nel 2017”: “Accam aveva comunicato che con
l’intervento di cambio dei filtri questo problema si sarebbe risolto, ma la
realtà è diversa e ci preoccupa. Anche altri dati importanti di inquinamento non
sono tra i migliori in Lombardia. In particolare, a maggio sono aumentate le
medie mensili di ossidi di azoto e acido cloridrico”.
Il
gruppo borsanese ricorda che “nel 2004 sono scoppiate contemporaneamente tutte e
due le caldaie provocando per ore fumo nero e non ne sappiamo ancora la causa,
mentre nel 2009 Accam ha ricevuto una diffida da Regione Lombardia per essere
stata fuori legge nei limiti di ossidi di azoto nel 2008”.
E ancora: “Ats Milano Citta Metropolitana e Ats Insubria hanno concluso nell’esame epidemiologico che nella zona di ricaduta dei fumi di Accam ci sono venti casi di ricoveri cardiovascolari riconducibili all’inquinamento dell’inceneritore”.
E ancora: “Ats Milano Citta Metropolitana e Ats Insubria hanno concluso nell’esame epidemiologico che nella zona di ricaduta dei fumi di Accam ci sono venti casi di ricoveri cardiovascolari riconducibili all’inquinamento dell’inceneritore”.
Dunque,
“visto che questi episodi di inquinamento ormai sono periodici e non sappiamo
ancora quali siano gli effetti dannosi sulla salute, visto che l’inceneritore
Accam è il peggiore per rendimento energetico di tutta la Lombardia, visto che
la Regione ha detto che il 5 per cento bruciato da Accam non è strategico e se i
soci decidono di spegnerlo non ci sono problemi, chiediamo a tutti soci, in
vista della riunione del 28 giugno, di fare uno sforzo e trovare la soluzione
per chiudere l’inceneritore come stabilito nel 2021, oppure prima, mantenendo la
società Accam pronta per nuove sfide tecnologicamente pulite, poiché i tempi
dicono che l’era dell’incenerimento è finita”.