Le
mamme di Angera tornano a occupare l’ospedale: lo fanno in modo simbolico, con
un minipresidio proprio oggi, martedì 11 dicembre, a due anni esatti dalla loro
clamorosa protesta che mobilitò la popolazione e le istituzioni anche del vicino
Piemonte. In pratica, senza recare disturbo al personale e ai pazienti
dell’Ondoli, si alterneranno al presidio tre o quattro persone - una trentina
sono quelle coinvolte nella protesta simbolica per riottenere la Pediatria –
oltre ai cittadini che vorranno aderire a questa nuova
protesta.
Di
seguito pubblichiamo il testo del comunicato ufficiale delle mamme, riunite
nell’associazione Amor.
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«Due
anni fa ci costringevano a occupare l’ospedale: ebbene, i volontari, le mamme e
i papà di Amor sono ancora qui, dentro l’ospedale Carlo Ondoli di Angera. Per
ricordare a tutti che la Sanità è nostra, di noi cittadini, le scelte arroganti
calate dall’alto non le accettiamo più. Sarà un presidio pacifico, quello di
oggi 11 dicembre, pensato per parlare con le persone, informarle, senza arrecare
danno o disagio ai pazienti e al personale
ospedaliero.
Dopo
due anni difficili, siamo ancora qui ad aspettare un futuro serio e dignitoso
per il nostro ospedale, punto di riferimento per un territorio importante come
il Basso Verbano: l’Ondoli non ha ancora un progetto e sta perdendo i pezzi.
Dopo aver chiuso il Punto nascite, ci hanno cancellato anche la Pediatria h
24.
Hai
un figlio che sta male dopo le 16? Arrangiati!
Da
mesi ci hanno tolto anche questo: ci hanno cancellato anche questo servizio per
i più piccoli. I bambini non votano: tutto è una questione di numeri, la Sanità
dei manager è semplicemente disumana. Le persone non sono più al centro. Solo
così si spiegano anche le scelte di cancellare i servizi ai malati
oncologici.
La
politica abbia il coraggio di dire ORA cosa vuol fare del nostro ospedale:
diteci chiaramente cosa si vuol fare ad Angera per il futuro, abbiate il
coraggio di confrontarvi con la gente.
Siamo
francamente stufi di vedere il problema dell’ospedale sul piatto di una campagna
elettorale infinita. Basta! Il futuro dell’ospedale decidetelo ora, con noi
cittadini, non tenetelo in ostaggio di altre, ennesime, promesse elettorali in
vista delle consultazioni di maggio. Esortiamo in primis il presidente di
Regione Lombardia, Attilio Fontana, a porre fine a questo strazio che dura da
anni.
Un
territorio con oltre 60.000 persone non possono più aspettare le promesse
elettorali. Non solo bambini e mamme, ma anche i malati di tumore e gli anziani
subiscono i disagi gravissimi di scelte vergognose del passato. Scelte che hanno
distrutto un piccolo grande ospedale preziosissimo per un’area molto vasta. È il
momento di cambiare: adesso.
Siamo
anche in attesa della nomina dei nuovi direttori generali della Sanità varesina,
ma non è da loro che dipendono le scelte decisive: al nuovo direttore generale,
chiunque sia, chiediamo soltanto rispetto. E di non dimenticare che i suoi veri
datori di lavoro siamo noi cittadini e non il suo referente politico di
turno».
r.w.