Il dibattito sul reddito di cittadinanza inizia sul finire degli anni ottanta quando i 5 Stelle non esistevano e Grillo era solo un comico televisivo.
Attribuire la paternità di un dibattito a chi è senza memoria storica gioca sempre brutti scherzi perchè non si coglie l'aspetto rilevante della questione, aspetto ancora oggi valido ossia il conflitto tra due culture spesso antitetiche, la cultura lavorista e quella invece che ritiene il reddito indispendente dalla prestazione lavorativa.
Negli anni ottanta esisteva un welfare funzionante e capace di erogare servizi, l'università aveva costi accessibili per le famiglie operaie, la sanità era gratuita, il potere di acquisto di salari e pensioni decisamente piu' elevato con meccanismi di adeguamento del costo della vita sapientemente distrutti dai fautori delle politiche di austerità. Sono trascorsi lustri da allora, anni nei quali la povertà è tornata a manifestarsi con forza attanagliando settori sociali emersi dalla miseria negli anni del boom economico, anni nei quali la disoccupazione è cresciuta e con essa sono diminuiti i lavori stabili.
E cosi' la povertà è sempre piu' diffusa, colpisce migranti ed autoctoni, i servizi sociali sono in costante riduzione e la lotta tra poveri è il cavallo sul quale sono saliti in molti, ultimi la Lega e il Mov 5 Stelle.
Nell'agenda politica le misure di contrasto alla povertà sono arrivate tardi alimentando il clima di razzismo verso i migranti, solo due anni fa è stato approvato dal centrosinistra il reddito d’inclusione, poi è arrivato il reddito di cittadinanza che ha portato gli stanziamenti dai 2 miliardi iniziali ad 8.
delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.com