- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

mercoledì 12 giugno 2019

Sciopero del 14 giugno di fim fiom uilm LO SCIOPERO E’ UN DIRITTO E VA DIFESO MA Bisogna evitare di chiedere sacrifici inutili ai lavoratori

Sciopero del 14 giugno di fim fiom uilm
LO SCIOPERO E’ UN DIRITTO E VA DIFESO
MA Bisogna evitare di chiedere sacrifici inutili ai lavoratori
Secondo noi ci sono altre urgenze da chiedere a chi ci governa rispetto alla piattaforma esposta ai lavoratori nelle assemblee fatte in questi giorni:
Eliminare tutte le limitazioni e i veti sugli scioperi: dietro ogni sciopero c’è sempre una violazione dei diritti,​ delle leggi, degli accordi. Lo sciopero è un sacrificio per chiunque, nessuno si mette a scioperare perché non sa come impiegare il tempo. Limitare il diritto di scioperare tramite leggi (vedi decreto sicurezza o legge 146/90) o accordi (vedi TU RSU del 10/1/2014) è un sopruso contro tutti i lavoratori che va contrastato con ogni mezzo.
Rispristinare l’articolo 18 L.300/70 ed estenderlo a tutti i lavoratori dipendenti rimettendo la dimostrazione della prova a carico del datore del lavoro e non del lavoratore che viene licenziato.
Fare un esame di coscienza e rendersi conto che i fondi pensione e la sanità integrativa creano una struttura parallela allo stato sociale e sottraggono risorse allo stato stesso con un elevato costo di gestione. Parallelamente si chiede al governo di ridurre le tasse agli industriali e di aumentare le quote dei fondi integrativi.​Questi fondi vanno eliminati o girati all’INPS e al SSN.
Aumentare l’entità delle pensioni future. Siamo in una fase di passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo e già si vedono le differenze economiche tra le pensioni dei lavoratori che hanno pochi mesi di differenza di anni lavorati. Il futuro sarà sempre più problematico se non si ritorna ad avere una pensione dignitosa, magari riducendo le tasse alle pensioni come fanno in altri paesi o si deve tornare al calcolo retributivo.
Le nuove tecnologie creeranno (nuovamente) una caduta occupazionalecome sta succedendo in altri paesi europei, è indispensabile che se si riconoscono dei contributi pubblici per l’innovazione tecnologica, come sta avvenendo negli ultimi anni, le aziende devono garantire un livello occupazionale minimo, altrimenti non possono accedere al fondo pubblico.
Aumentare l’entità degli assegni famigliari per i bassi redditi, aumentare le detrazioni per le famiglie, consentire percorsi preferenziali pensionistici per i disabili, per lavori usuranti, rendere la maternità/paternità un piacere e non un peso o un onere che ne preclude la carriera o ne limita la vita sociale, così si fa morire uno stato.
Sostenere le poche cose positive che sta facendo il nuovo governo: il salario minimo garantito, la quota 100 e i reddito di cittadinanza finalizzato alla ricerca del lavoroinvece di contrastarli solo perché arrivano da un “governo non amico”.
Eliminare tutte le forme di lavoro precario se non finalizzato alla stabilizzazione del lavoro, inoltre serve penalizzare le cooperative create solo per abbattere il costo del lavoro nelle gare d’appalto, limitare la proliferazione delle aziende on-line creando un controllo territoriale e stabilendo un rapporto tra esercenti e popolazione, come avveniva anni fa per i negozi.
Quando si organizza una protesta nazionale a sostegno di una piattaforma rivendicativa e si chiede udienza al governo, ci risulta molto difficile credere che la parte datoriale sia d’accordo con tale piattaforma, come è accaduto e come sta accadendo in questi ultimi mesi: il ruolo del sindacato non può essere di supporto al datore di lavoro. Questi anni di crisi ci hanno dimostrato che a quasi tutti i datori di lavoro interessa solo guadagnare il più possibile, anche attraverso lo sfruttamento delle maestranze, laddove ve ne è la possibilità, violando leggi e accordi.​ ​ ​ ​ 
5 giugno 2019