ESPRIME
Solidarietà e vicinanza a quanti in queste ore e giorni sono affetti da Covid-19;
Gratitudine a quanti, professionisti della Salute delle varie discipline e professionalità, di dedicano con passione competenza ed abnegazione alla loro cura in condizioni non raramente inadeguate ed a quanti sono impegnati negli apparati pubblici e nel volontariato allo stesso fine ed a rendere possibili le misure di distanziamento sociale individuale in essere;
Preoccupazione e solidarietà per quanti nel mondo del lavoro dipendente, precario delle varie tipologie e delle “partite IVA” in queste ore e giorni sono stati e sono esposti al rischio di infezione da SARS-CoV-2 per sovraffollate ed in genere inadeguate condizioni di lavoro e/o vedono a rischio i loro redditi;
Denuncia delle condizioni di sovraffollamento del sistema carcerario italiano e regionale già inumano in se ma oggi inconciliabile con le esigenze di distanziamento sociale necessario a prevenire il rischio si infezione da coronavirus e di oggettiva condanna.
CONSTATA E SEGNALA
Che la epidemia in corso di Covid-19 ha portato alla luce in maniera inconfutabile sia l’inutilità ed i rischi connessi alla richiesta di ulteriori forme di autonomia regionale in sanità, sia le insufficienze strutturali nelle quali è venuto a trovarsi il servizio Sanitario Nazionale pubblico a causa delle politiche di austerity adottate negli ultimi due decenni in forma di tagli al Fondo Sanitario Nazionale e privatizzazione del finanziamento e dell’erogazione delle prestazioni assistenziali ed anche della ricerca e della didattica e formazione biomedicale, universitaria e non;
CHIEDE
➢ Ritiro della proposta di regionalismo differenziato con particolare riferimento alla Sanità;
➢ Ritornare alla dizione “Rapporti Stato Regioni” e abbandonare la dizione “Autonomia Regionale”;
➢ Rinunciare alla istituzione di fondi assicurativi integrativi, ed agli appalti e l’esternalizzazione dei servizi sanitari, non sanitari di supporto e socio-sanitari;
➢ Chiedere al Governo ed alla maggioranza parlamentare che lo sostiene di:
Respingere le richieste di regionalismo differenziato e di togliere tale tema dalla loro agenda politica
Aprire un processo nuovo, non secessionista, che consenta di potenziare un servizio sanitario nazionale pubblico universalistico, equo e solidale, come previsto dalla 833/78, in tutte le regioni, tramite un regionalismo basato sul principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni, e attuato tramite Patti per la Salute, senza alcuna modifica della Costituzione vigente né formale né di fatto.
Definire un piano di potenziamento strutturale del Servizio Sanitario Nazionale Pubblico incrementando il Fondo Sanitario Nazionale di almeno 40 miliardi nei prossimi 4 anni e di assegnare i finanziamenti alle Regioni e in base alla rilevazione dei reali bisogni dei cittadini e non su stime derivanti da spese storicamente effettuate, come da anni si sta operando, eludendo le esigenze della popolazione.
Abbandonare ed invertire il processo di privatizzazione in atto, a cominciare dalla eliminazione del “welfare fiscale”, cioè delle agevolazioni fiscali per la spesa sanitaria intermediata dalle assicurazioni e, in forma modulata nel tempo e per fasce di reddito, di quella privata diretta;
Eliminare il numero chiuso a Medicina e Chirurgia ed a tutti i corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie e di interesse Sanitario;
Finanziare con 20 miliardi la ricerca e la attività di docenza in forma congiunta Università e SSN; Realizzare una Industria pubblica del Farmaco per liberarsi delle speculazioni e dei ricatti del settore privato in mano alla speculazione finanziaria;
Adottare il “modello Patto per la Salute” per tutte le materie a legislazione concorrente previste dall’art. 117 della Costituzione!
Non regionalizzare la funzione legislativa per le materie di competenza esclusiva del Parlamento;
Forum per il Diritto alla Salute