ASL, SERVIZIO IGIENE E SICUREZZA SUL LAVORO (SISL)
Unità operativa territoriale SUD OVEST
Via De Amicis 7 - 21010 Cardano al Campo VARESE
si porta a conoscenza di quanto segue:
presso la ditta Agustawestland s.p.a. nella sede di Cascina Costa di Samarate Varese via g. Agusta, pochi giorni prima di natale è avvenuto un grave infortunio sul lavoro su una macchina utensile degli anni 70, si ritiene che le condizioni che hanno portato all'infortunio dell'operaio possano ripetersi sui altre macchine che eseguono le stesse operazioni di quella che ha provocato l'infortunio.
Di seguito si riporta un comunicato sindacale espopsto nelle bacheche sindacali all'uinterno della ditta, che riporta le perplessità esposte in modo più chiaro:
" INFORTUNIO IN MECCANICA: AGUSTA DEVE PROTEGGERE I LAVORATORI
Operio vicino alla pensione rischia di perdere un braccio
Infortuni analoghi potrebbero accadere su altre macchine
Poco prima di Natale, un operaio della meccanica che stava svolgendo la sua attività presso una delle “vecchie” frese, ha subito un grave infortunio. Secondo quanto sostiene Agusta, la macchina si sarebbe messa in funzione mentre l’operaio era intento a verificare, con uno strumento di misura, la qualità della lavorazione; Sempre secondo Agusta, il mandrino si sarebbe inaspettatamente messo in “marcia” mettendo in rotazione l’utensile che ha urtato il braccio dell’operaio. Il lavoratore è stato sottoposto a due delicati interventi chirurgici nel tentativo di potergli salvare l’arto infortunato. Ora si trova a casa in convalescenza.
La macchina in oggetto, in attesa degli accertamenti delle autorità competenti ed al fine di impedire inopportuni “inquinamenti”, è stata immediatamente isolata con bandelle. Ora ci sarà un’indagine che avrà il compito di accertare i fatti e le eventuali responsabilità. Noi facciamo i migliori auguri di pronta guarigione all’operaio infortunato ma, nel contempo, ci chiediamo se possono verificarsi infortuni simili su altre macchine e se, come la legge prevede, è possibile impedirlo.
La macchina sotto inchiesta è molto simile alle “Genevoise” che eseguono lo stesso tipo di lavorazione. Questi macchinari, costruiti negli anni 70, sono di grosse dimensioni e non hanno protezioni meccaniche attorno all’utensile mentre è in rotazione, a parte un pulsante di emergenza che disattiva la macchina, non hanno subito alcuna miglioria dal punto di vista della prevenzione infortuni.
L’operatore lavora su una pedana di legno alta circa 25 centimetri e utilizza una scaletta con due gradini che gli consente di arrivare ai comandi del mandrino, sopra all’utensile. Le lavorazioni, frequentemente, sono eseguite su pezzi sperimentali e, di conseguenza, il tecnico deve necessariamente fare continue misurazioni di controllo che, in queste delicate fasi, non consentono un agevole accesso al comando di accensione e spegnimento.
Abbiamo chiesto ad Agusta di fermare le macchine Genevoise e migliorale dal punto di vista della prevenzione infortuni per evitare il ripetersi di simili infortuni, ma l’azienda non ha nessuna intenzione di sospendere l’attività ritenendo questi macchinari comunque sicuri senza ulteriori interventi.
Agusta si è impegnata solo a fare una mappatura di tutte le “vecchie” macchine grandi e piccole presenti in azienda ed iniziare una formazione dedicata a tutti gli addetti (riteniamo grave che si arrivi a certe iniziative solo dopo tali incidenti).
Noi non siamo dello stesso parere. Secondo noi queste macchine, dal punto di vista della sicurezza, possono e devono essere migliorate, non è sufficiente la formazione ma vanno inseriti tutti i dispositivi che impediscano infortuni come quello appena accaduto. Certo bisogna investire risorse ma mai come ora Agusta non ha scusanti, non può più nascondersi dietro la solita frase “tanto non è mai successo niente”.
Si chiede una approfondita verifica sulle macchine Gemelle che continuano ad operare, onde evitare il ripetersi delle medesime condizioni che potrebbero portare ad un nuovo infortunio sul lavoro.
Esecutivo Provinciale