- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

mercoledì 18 settembre 2013

Ue, compromesso al ribasso sui biocarburanti

Ambiente Diventano carburante derrate per sfamare 200 milioni di persone

Il voto del Parlamento europeo non recepisce la proposta della società civile, che chiedeva di limitare fortemente la domanda agricola per fini energetici, che ha causato un aumento del costo del cibo, accaparramento di terra, mettendo a rischio la sicurezza alimentare. La proposta al Consiglio d'Europa: per l'Italia, coinvolti i ministri Orlando e Zanonato
Ieri a Strasburgo il Parlamento europeo ha scelto una via del compromesso al ribasso sul dossier “biocarburanti”. Il voto degli eurodeputati era un appuntamento chiave nel percorso di modifica delle due Direttive Ue che regolano la produzione e il consumo di biocarburanti nel vecchio continente (Fuel Qualitive Directive e Renewable Quality Directive). Purtroppo, è prevalsa la linea di compromesso con le posizioni più intransigenti a sostegno degli interessi della potente lobby dei biocarburanti.



L’obiettivo di una revisione delle direttive sui biocarburanti sarebbe quello di migliorarne la performance ambientale in quanto la stragrande maggioranza di quelli utilizzati in Europa sono ricavati da prodotti agricoli (oleaginose in prevalenza) le cui emissioni complessive, dirette ed indirette, non rispettano le soglie di risparmio fissate nei criteri di sostenibilità. Insomma, non sono efficaci nel garantire un sufficiente risparmio di emissioni di gas ad effetto serra, che è poi l’obiettivo della Direttiva che ne promuove un massiccio impiego, ovvero quella sulle energie rinnovabili (RED). Per rimediare al problema, la Commissione europea ha proposto di limitare l’utilizzo di questi biocarburanti, fissando un tetto del 5% rispetto all’obiettivo complessivo di “sostituzione delle fonti fossili con le rinnovabili”, che è fissato al 10% entro il 2020 per il settore dei trasporti. Per essere più chiari, la Commissione propone di utilizzare biocarburanti di prima generazione -così sono chiamati quelli ricavati a partire da prodotti agro-alimentari- per coprire la metà dell’obiettivo prefissato.




Per molte ONG, come ActionAid, impegnate da anni sul tema degli impatti sociali dei biocarburanti, il tetto (cap) del 5% rappresentava un segnale positivo. Non tanto perché ciò possa risolvere il problema delle emissioni indirette dei biocarburanti, che necessiterebbe il loro conteggio all’interno dei criteri di sostenibilità ambientale attualmente in vigore -una misura che la Commissione non ha proposto di adottare-, quanto piuttosto per limitare, finalmente, la domanda agricola per fini energetici, che in questi ultimi anni è cresciuta significativamente contribuendo in modo determinante all’aumento del costo del cibo e al fenomeno dell’accaparramento di terra, con forti impatti negativi sulla sicurezza alimentare, in particolare delle popolazioni più povere.