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Fallimenti, nessuna condanna e Buone-uscite
Milionarie
Solo sei anni fa ci avevano descritto i “capitani
coraggiosi” dell’imprenditoria italiana come dei novelli patrioti che salvavano
la compagnia di bandiera dagli stranieri….
Oggi siamo qui a raccattare
i cocci della loro inettitudine, incompetenza ed irresponsabilità. Viene da chiedersi che forse tutto
fosse già pianificato a monte.
Ai tempi del precedente
crack, era il 2007, l’allora
Presidente del Consiglio fece appello all’imprenditoria italiana d’elite per
salvare Alitalia dallo “straniero” e l’imprenditoria rispose “presente!”
La nostra “elite” era
disponibile a comprare
Alitalia, ovviamente ripulita dai debiti
(che abbiamo pagato tutti noi) e così avvenne. Pagammo oltre cinque miliardi e
consegnammo alla “cordata” una compagnia libera
dai debiti e libera dai dipendenti indesiderati.
Ebbene, dopo soli sei anni, Alitalia ha nuovamente debiti per un
miliardo di euro, ha notevoli perdite e addirittura non ha la liquidità nemmeno
per pagare il carburante. Pessima
gestione, grosse inutili consulenze e nuovo baratro. Ed ecco che, come
d’altronde ci ha insegnato l’Avvocato Agnelli nei suoi lunghi anni di “gestione” della FIAT, quando il gioco si fa duro, le perdite le
paga pantalone, cioè il nostro strapazzatissimo Erario.
Ancora una volta quelli che il mondo dei media, non certo
della finanza, considera il “gotha” dell’iniziativa imprenditoriale italiana, i
Colaninno, i De Benedetti, i Benetton e le banche italiane tutte, debbono
invece battere in ritirata. Ed eccoci al
nonsenso più scandaloso: a differenza di quello che potrebbe capitare ad un
normale padre di famiglia, che verrebbe vessato e messo sul
lastrico, ecco che per costoro, oltre
alle laute consulenze, arriva ancora una volta lo Stato Italiano, ed in
particolare Poste Italiane Spa, a coprire una parte del debito, oltre ad altri
finanziamenti (quindi nuovi debiti) offerti da altre banche.
Il Governo, dopo tale
ingresso a dir poco per nulla strategico e utile solo a procrastinare la data
del tracollo, dice che non ci saranno aiuti pubblici ….. neanche Crozza sarebbe
più esilarante….. le Poste di chi sarebbero?
Per farla breve, ora abbiamo in campo il progetto della
terza Alitalia, con l’unica certezza che occorre velocemente svendere
finalmente a chi, estero o italiano che sia, gestisce trasporto aereo perché lo
sa fare e non perché “bisogna pure investire in qualcosa anziché non fare nulla
tutto il giorno”. I soldi di paparino tienili per fare una bella vancanza
e non tornare più.
In questo Paese si parla
tanto e troppo di meritocrazia e poi si mettono pezzi strategici dell’Italia in
mano a raffazzonati e improvvisati “manager”. Alitalia e Telecom sono solo le
“chicche” più recenti e non saranno
nemmeno le ultime.
ADL Varese
Ottobre 2013