L’emendamento al Jobs Act approvato all’unanimità dalla commissione Lavoro del Senato scatena le reazioni delle famiglie. “Non vogliamo solidarietà e buonismo, ma i diritti che ci spettano”. E ancora: “Perché solo minori? I figli disabili non necessitano di cure dopo i 18 anni?”
12 settembre 2014
ROMA – Se ne parla da più parti come di una “buona notizia”, ma non tutti la considerano tali: l’arrivo in Italia delle “ferie solidali”, sancito ieri dall’approvazione dell’emendamento al “Job Acts” da parte della commissione Lavoro del Senato, innesca immediatamente le reazioni di chi, soprattutto, dovrebbe beneficiarne. Grazie a questo provvedimento, infatti, i genitori di minori gravemente malati o disabili potranno godere delle ferie eccedenti di colleghi “solidali” che vorranno cederle loro. Il testo, in particolare, prevede “il riconoscimento, compatibilmente con il diritto ai riposi settimanali e alle ferie annuali retribuite, della possibilità di cessione fra lavoratori dipendenti dello stesso datore di lavoro di tutti o parte dei giorni di riposo aggiuntivi spettanti in base al contratto collettivo nazionale in favore del lavoratore genitore di figlio minore con necessità di presenza fisica e cure costanti per le particolari condizioni di salute”.