- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

domenica 25 gennaio 2015

"Dopo Parigi più discriminazioni nelle scuole italiane verso i musulmani"

La Comunità del mondo arabo in Italia segnala una crescita di episodi spiacevoli che vedono protagonisti bambini e ragazzi: colpa soprattutto dei genitori. Aodi: “E’ colpa anche delle strumentalizzazioni politiche, Salvini è irresponsabile”

21 gennaio 2015
ROMA – “Abbiamo ricevuto segnalazioni da Venezia, da Messina, da Civitavecchia, da Belluno, da Verona, da moltissime zone: in tutta Italia stanno aumentando le discriminazioni verso i musulmani e gli arabi, sta aumentando la fobia nei confronti dei nostri figli che vanno a scuola”. Per il presidente nazionale della Co-mai (Comunità del mondo arabo in Italia), Foad Aodi, che a Roma presenta il documento “Not in my name”, l’onda lunga dei fatti di Parigi si sta riversando nella vita quotidiana di molte persone arabe e musulmane presenti nel nostro paese. “Sono perlopiù situazioni in cui i genitori dei bambini e dei ragazzi italiani mettono in guardia i loro figli dal giocare o dall’avere rapporti stretti con i bambini appartenenti alla comunità araba o musulmana. A questo si aggiunge un gran numero di battute infelici da parte dei bambini o ragazzi italiani e che riprendono discorsi sentiti a casa: siete tutti terroristi e simili”. Una cosa peraltro che si ripercuote su bambini e ragazzi che essendo nati in Italia non sempre sono al corrente esattamente di quale sia la situazione nei paesi di origine dei loro genitori”. Ad essere colpito è soprattutto il mondo della scuola, ma casi arrivano anche dalle università e dai luoghi di lavoro.