Parlare
di rivoluzioni a proposito di fisco in Italia è sempre un azzardo. Sicuramente,
però, si tratta di un cambiamento. Almeno nella forma. Dipendenti e altri
lavoratori assimilati e pensionati entro domani non riceveranno più il Cud ma la
certificazione
unica.
Lunedì 2 marzo, infatti, è la scadenza entro la quale i datori di lavoro ma
anche gli enti previdenziali nella loro veste di sostituti d’imposta
dovrannomettere a disposizione il nuovo modello di certificazione (anche se si
tratta di una scadenza senza sanzioni e quindi potrebbero arrivare anche nei
giorni successivi). In realtà ci sono almeno tre novità rispetto agli anni
scorsi.
1)
La
certificazione unica non riguarderà solo più dipendenti e assimilati e
pensionati ma anche i lavoratori autonomi o chi ha percepito redditi diversi e
provvigioni: ecco perché non si chiama più Cud (certificazione unica dipendenti)
ma soltanto «Cu».

2) C’è
un maggior numero di informazioni rispetto agli anni passati. Tra i dati fiscali
i contribuenti troveranno un prospetto con le informazioni relative ai familiari
a carico (funzionale all’attribuzione delle detrazioni a riguardo), in cui vanno
indicate tutte quelle informazioni che comportano il riconoscimento di
particolari benefici, come la presenza di un figlio con disabilità, il primo
figlio che sostituisce il coniuge mancante e i figli minori di tre anni. Per
ogni persona saranno indicati il codice fiscale, il numero dei mesi a carico, la
percentuale di detrazione e l'eventuale detrazione al 100% in caso di
affidamento dei figli. Nell'ultimo rigo del prospetto c’è anche la casella
relativa alle famiglie numerose, che eventualmente riporterà la quota di
detrazione spettante.
E i
lavoratori dipendenti (con redditi fino a 26mila euro) si ritroveranno nella
certificazione unica anche una sezione dedicata al bonus di 80 euro in busta
paga.