Abbiamo letto con attenzione la lettera inviata alla stampa a nome dei dipendenti di Accam e vorremmo esprimere il nostro pensiero in merito.
Innanzitutto ci teniamo a dire con forza che, come associazioni e comitati, non abbiamo mai sottovalutato il problema dei posti di lavoro, e non abbiamo mai proposto che la società Accam Spa cessasse l’attività, anzi: abbiamo sempre parlato di una innovativa riconversione industriale proprio per garantire la continuità aziendale.
Continuare l’attività come oggi, anche con un revamping parziale su un impianto comunque obsoleto e poco efficiente (scelta peraltro non condivisa dalla maggioranza dei Soci) sposterebbe il problema della sopravvivenza aziendale di qualche semestre ma nulla di più.
Il revamping, oltre a contrastare le normative europee e a porsi in contrasto con le direttive della Regione Lombardia, rappresenterebbe per l’azienda un rischio finanziario ed economico molto alto, per le varie problematiche che abbiamo sempre evidenziato, in primis la diminuzione progressiva di rifiuti che per un impianto rigido come un inceneritore è un grosso problema, senza dimenticare l’incertezza sui ricavi da energia, vapore,ecc..
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