Il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato a febbraio di 3,3 miliardi rispetto a gennaio 2015, salendo a 2.169,2 miliardi e raggiungendo il massimo storico, sopra il precedente picco di 2.167,7 miliardi del luglio 2014. Il governo Renzi, partito a fine febbraio 2014 con un debito di 2.107,157 miliardi di euro, dopo un anno di governo, fa aumentare il debito a 2.169,200 miliardi, con un surplus di 62,04 miliardi ed un gravame aggiuntivo pro capite di 1.400 euro in un anno, 116 euro al mese di oneri nascosti, oltre tasse e balzelli sulle spalle di ogni abitante. Il debito a carico di ciascun italiano a fine febbraio è risultato pari a 36.400 euro.
Mentre il Governo cerca di ingannare l’opinione pubblica con un presunto ‘tesoretto’, inventato di sana pianta in deficit modificando l’obiettivo programmatico del rapporto deficit/Pil a 2,6% e un tendenziale di 2,5% (lo 0,1% di Pil), come ‘arma di distrazione di massa’, per occultare la clausola di salvaguardia di rincari Iva ed accise, per 65 miliardi di euro nel triennio 2016- 2018.
Invece di basare il bilancio su tagli aleatori difficilmente realizzabili, che per quest’anno vede affidati 5,2 miliardi di risparmi alla trattativa con gli enti locali, e su 3,3 miliardi di lotta all’evasione, 1,7 miliardi di split payment/reverse charge (senza contare circa 1 miliardo di euro aggiuntivi nel 2015 per la bocciatura della Robin tax della Corte costituzionale,il Governo se vuole riacquisire una serietà minimale, deve varare un piano quinquennale di vendita di oro e riserve di Bankitalia, per ridurre il debito pubblico ed alleviare il gravame sulle famiglie ed i consumatori.