In Germania si contratta e si sciopera (vedi i ferrovieri) per ottenere aumenti più lauti, in Italia si susseguono casi di aziende che tagliano posti e azzerano contratti integrativi, come Auchan. Questa volta tocca a Ikea, che, hanno fatto sapere oggi i sindacati, «ha deciso di annullare unilateralmente la contrattazione integrativa applicata agli oltre 6mila dipendenti dei 21 punti vendita italiani». Corrisponderebbe, secondo il sindacato, da settembre, a un taglio del 18-20% dello stipendio.
Una decisione, quella del gruppo, «che arriva nella fase iniziale dei negoziati di rinnovo del contratto integrativo aziendale e alla quale i sindacati di categoria Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs rispondono con la proclamazione dello stato di agitazione e un pacchetto di 16 ore di sciopero, 8 a livello territoriale e 8 a livello nazionale, decisi oggi al termine del coordinamento unitario convocato a Firenze», si legge in una nota Fisascat. «Si tratta di un atto incomprensibile e spropositato», ha commentato il segretario nazionale, Vincenzo Dell'Orefice.