L’appuntamento con l’Earth overshoot day arriva in anticipo, da troppi anni a questa parte. Per il 2015 è oggi, 13 agosto. Nel 2014 era il 19 agosto, e solo nel 2000 cadeva a inizio ottobre. In appena un anno ci siamo bruciati sei giorni: secondo i dati del Global footprint network, un centro studi internazionale sulla sostenibilità guidato da Mathis Wackernagel (che interviene oggi sulle nostre pagine, qui:http://goo.gl/l5tMeM), in meno di otto mesi, l’umanità ha consumato completamente il suo budget di natura per l’intero anno.
Il Global gootprint network monitora infatti l’andamento delle esigenze dell’umanità nei confronti delle risorse del pianeta (la cosiddetta impronta ecologica, co-ideata dallo stesso Wackernagel) rispetto alla capacità della natura di far fronte a quelle esigenze (la biocapacità). L’Earth overshoot day è il giorno in cui la domanda annuale di risorse dell’umanità supera ciò che la Terra può rigenerare in quell’anno. Ovviamente, questo non significa che da qui al 31 dicembre sono azzerate le nostre possibilità di attingere alle risorse naturali o di usufruire dei servizi ecosistemici; continueremo a farlo, ma andando a intaccare il capitale anziché attingere al reddito, e riducendo la possibilità di usufruirne in futuro. La declinazione pratica della metafora “tagliare il ramo su cu siamo seduti”.
In questa rapace corsa a consumare le risorse del pianeta sulle quali basiamo il nostro metabolismo economico, un ruolo assai rilevante è quello esercitato dalle emissioni climalteranti. L’impronta da carbonio è inscindibilmente connessa alle altre componenti dell’impronta ecologica, come le aree coltivate, i pascoli, le foreste e le aree biologicamente produttive coperti da edifici e strade: il riassorbimento delle emissioni di carbonio costituisce oggi più della metà della nostra “domanda alla natura”. «La sola impronta ecologica da carbonio dell’umanità è più che raddoppiata tra il 1961 e il 1973, e per ora resta la componente che aumenta più velocemente nel crescente divario tra l’impronta ecologica e la biocapacità del pianeta – spiega Mathis Wackernagel – L’accordo globale per abbandonare gradualmente i combustibili fossili che è in discussione a livello mondiale in vista del summit del clima di Parigi (dicembre 2015) potrebbe significativamente aiutare a frenare la consistente crescita dell’impronta ecologica ed eventualmente a ridurla».