Diverse associazioni e movimenti invitano a celebrare la Festa della Repubblica all'insegna della pace e della giustizia sociale, così come sancito dall’art.3 della Costituzione. E la campagna “Un'altra difesa è possibile” torna a chiede la sospensione della parata militare
01 giugno 2016
ROMA - Un 2 giugno di riflessione, di ricerca, spingendo per l’adozione di un altro modello di difesa. E l’altra Festa della Repubblica, quella di chi non si entusiasma per forza davanti alla parata militare e di chi invita a ripensare il senso della manifestazione. Ecco alcune prese di posizione di associazioni e movimenti.
Le Acli e la ricerca di giustizia sociale. Roberto Rossini, presidente nazionale delle Acli, invita a cogliere un significato importante in questo 2 giugno, che segna anche i settant'anni dall'elezione dell'Assemblea Costituente: "La Repubblica ha giusto settant'anni! Settant’anni alla ricerca di una giustizia sociale possibile, con istituzioni concepite per promuovere l’uguaglianza, la libertà e la partecipazione di tutti alla vita del Paese".
"L'auspicio - prosegue Rossini - è che i valori e le battaglie da cui è sorta la Repubblica e la Carta costituzionale, animino anche il dibattito in corso sulle riforme costituzionali, perché solo da istituzioni giuste nascono politiche sociali giuste. Guardiamo, dunque, alla ricorrenza della Festa della Repubblica con la necessità di superare le nuove fratture sociali provocate dalla crisi, di ricreare un clima di fiducia nel futuro e di partecipazione, con istituzioni democratiche sempre più capaci di rappresentare, di includere e di decidere nell'esclusivo interesse del bene comune. In tal senso giudichiamo molto positivamente il mantenimento del Servizio Civile nel quadro di una Difesa civile e non armata della Patria nel momento in cui è stato reso universale dalla recente riforma del Terzo Settore.
"L'auspicio - prosegue Rossini - è che i valori e le battaglie da cui è sorta la Repubblica e la Carta costituzionale, animino anche il dibattito in corso sulle riforme costituzionali, perché solo da istituzioni giuste nascono politiche sociali giuste. Guardiamo, dunque, alla ricorrenza della Festa della Repubblica con la necessità di superare le nuove fratture sociali provocate dalla crisi, di ricreare un clima di fiducia nel futuro e di partecipazione, con istituzioni democratiche sempre più capaci di rappresentare, di includere e di decidere nell'esclusivo interesse del bene comune. In tal senso giudichiamo molto positivamente il mantenimento del Servizio Civile nel quadro di una Difesa civile e non armata della Patria nel momento in cui è stato reso universale dalla recente riforma del Terzo Settore.