"Le cose vanno sperimentate e quando non danno buoni risultati bisogna prenderne atto. Si utilizzeranno strumenti diversi". Il messaggio del ministro Poletti all'indomani del fallimento del "part time agevolato" sulle pensioni è chiaro: "andiamo avanti sulla strada dei tagli alla previdenza". Da giugno l'Inps ha accolto solo 200 domande. Il Governo ne aveva preventivati trentamila. I lavoratori non ci sono cascati. E' evidente. Più che un fallimento è stata una deflagrazione. Per molto meno, di solito, nel mondo si dimettono non solo i ministri ma anche i capi di Governo. Ma tant'è. Siamo in Italia.
La Cgil, intanto, non se l'è fatto dire due volte, ed ha rilanciato la sua piattaforma sulla previdenza. Per bocca del segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli, "solo un confronto approfondito puo' favorire una corretta gestione delle misure previste dal verbale sottoscritto nel settembre scorso, in particolare l'Ape Social e gli interventi a favore dei lavoratori 'precoci'. I decreti che verranno approvati entro il mese- prosegue Ghiselli- dovranno consentire l'individuazione puntuale della platea a cui rivolgere gli interventi e fissare delle procedure semplici che permettano un agevole accesso alle prestazioni da parte dei lavoratori, senza slittamenti nella decorrenza rispetto al previsto mese di maggio. Sull'Ape volontaria- aggiunge il segretario della Cgil- confermiamo invece le nostre riserve: non saranno tanti i lavoratori disposti ad indebitarsi con un mutuo oneroso per poter anticipare l'eta' di pensione. In questo caso un ulteriore flop e' abbastanza prevedibile".
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