Il numero dei dipendenti dell’intero
gruppo a fine 2019 risultava di 29348, suddiviso in 24720 uomini e 4628 donne. La percentuale della presenza femminile all’interno del gruppo è di circa
il 16% sul totale dei dipendenti; se andiamo
a vedere il numero dei dirigenti donne rispetto agli uomini, la percentuale
scende a circa il 11%, dato che su 829 dirigenti sono presenti solo 88 donne;
Per quanto riguarda i lavoratori delle categorie protette o disabili, il numero degli
occupati è di 1107, che corrisponde ad una percentuale del 3.7%, sempre riferita al totale degli occupati; Un dato
interessante è il numero dei part-time che è di soli 784, che
corrisponde ad una percentuale del 2.7%
sul totale dei dipendenti. Infine il numero dei lavoratori operai è di 7683,
mentre gli impiegati sono 21665, di cui 829 dirigenti e 3388 quadri. Per quanto
riguarda le retribuzioni medie annue, gli impiegati percepiscono una
media di circa 47 mila euro lordi x anno, mentre gli operai hanno una
retribuzione media annua di circa 32 mila euro lordi, i quadri percepiscono una retribuzione annua lorda di circa 70
mila euro. Per i dirigenti...... lasciamo stare.
L’occupazione femminile è veramente molto bassa, un’azienda che si vanta di essere
all’avanguardia in molti settori e che riempie i giornali con le sue azioni
altruistiche, perde la faccia nelle cose di fondamentale importanza che sono
alla base di una società civile. Non ci sono
giustificazioni per questi dati disarmanti.
L’esiguo numero dei disabili, invece, ha ben altre valutazioni da fare poiché
l’occupazione dei lavoratori delle categorie protette è, al contrario
dell’occupazione femminile, normato con una legge ben precisa che prevede dei
vincoli numerici molto chiari: per un’azienda come Leonardo il
numero minimo (e, ripetiamo, minimo), di occupazione di lavoratori disabili,
deve essere del 7% sul totale degli occupati, mentre ora
il numero dei dipendenti disabili è del 3.7%, circa la metà. Ci sarebbe anche
un dettaglio da tenere presente e cioè che la legge prevede
delle sanzioni per chi non assume tali categorie di
lavoratori e, più precisamente, Leonardo dovrebbe pagare una sanzione di circa
150 € per ogni giorno e per ogni mancata assunzione: facendo un calcolo
approssimato, tenendo presente che stiamo parlando di circa 1000 lavoratori da
assumere, la cifra sarebbe di 150x1000x365 = 54 milioni di €
di sanzione. Siamo, quindi, molto lontani non solo
dal rispetto della legge (L. 68/99), ma siamo molto
lontani anche dal vantarsi di essere un’azienda che pensa ai più deboli, che si vanta di aiutare le scuole oppure di fare
donazioni benefiche, troppo comodo riempire i giornali in questo modo, senza un impegno più vincolante (e previsto dalla
legge), ovviamente Leonardo sa bene come aggirare la norma senza dover pagare
le sanzioni, poi ci pensa il nostro ben amato A.D. a salvare la faccia
e donare il suo bonus... che persona altruista.
Il ragionamento da fare sui pochi part-time andrebbe orientato sull’indisponibilità
pressoche totale (se non per i soliti “amici degli amici”), da parte aziendale di
consentire una richiesta da parte dei lavoratori, spesso fatte per necessità
familiari e non certo per un incremento retributivo, ma troppe volte la direzione rigetta le richieste per fantomatici motivi produttivi, spesso
inesistenti, mentre andrebbe favorito
il P-T volontario, aumentando così anche l’occupazione, tra l’altro con diverse
agevolazioni fiscali. Anche questo è un segnale chiaro di poca vicinanza da parte dell’azienda ai problemi delle lavoratrici e dei lavoratori.
Per ultimo il discorso delle differenze retributive tra gli impiegati e gli operai, questo è un problema legato alla crescita professionale
e alle scelte strategiche delle varie strutture oltre che di sottovalutazione della qualità del lavoro svolto. Il lavoro manuale all’interno delle nostre fabbriche è
di altissimo contenuto tecnologico e andrebbe adeguatamente retribuito, ovviamente l’inquadramento professionale previsto dal
CCNL non aiuta, serve una decisione della direzione orientata al riconoscimento
della qualità del lavoro, al riconoscimento all’attaccamento all’azienda e
all’anzianità oltre che per agevolare una crescita professionale che consenta
di avere sbocchi più soddisfacenti.
20 luglio 2020