lunedì 5 maggio 2014
sabato 3 maggio 2014
SEA Spa e SEA Handling
In occasione dello sciopero vogliamo continuare un
percorso già intrapreso che ha come obiettivo anche quello di mettere in
evidenza gli sprechi e le contraddizioni della dirigenza
Sea:
- stipendi d'oro dei dirigenti SEA.
- monte ore spropositato di permessi sindacali (55.000!).
- Trasparenza
nelle assunzioni e nell’affidamento delle consulenze oltre alla gestione
degli appalti.
Verrà allestito un presidio dalle ore 12.30 alle ore 16.30 con un banco in prossimità delle porte 2 / 3 , al piano zero degli arrivi dell'aeroporto Terminal 1 di Malpensa per la raccolta firme CONTRO QUESTI SPRECHI!!!
Questo serve per dimostrare e denunciare alla proprietà , ai cittadini e agli enti competenti che al tavolo delle trattative i lavoratori VOGLIONO che “lor signori”, prima di pensare al nostro stipendio, diano l'esempio mettendo le mani nelle loro tasche e ridimensionando l’enorme monte ore di PERMESSI SINDACALI RETRIBUITI.
Vi aspettiamo numerosi per la raccolta firme perché queste sono alcune delle problematiche che hanno contribuito a portare la nostra SEA alla situazione attuale!
FIRMA ANCHE
TU!
SEA Spa e SEA Handling
SABATO 3 MAGGIO‘14 SCIOPERO DI 4
ORE DALLE ORE 12.30 ALLE ORE
16.30
CONTRO GLI ACCORDI DEL
4.11.2013
IN DIFESA DELLA PIENA
OCCUPAZIONE
PER LA
DIFESA DEL SALARIO E DEI
DIRITTI
LA “CASTA” AZIENDALE & SINDACALE RESPONSABILE DEL
DISASTRO DI SEA HANDLING VUOLE FAR PAGARE AI LAVORATORI I LORO
ERRORI!
NON C’E’ PIU’ TEMPO… UNISCITI A
NOI ! SCIOPERA!
domenica 27 aprile 2014
giovedì 24 aprile 2014
Un buon 25 APRILE a tutti coloro che oggi resistono e si uniscono per il lavoro, il reddito, la dignità
Alzare la testa
un buon 25 APRILE
un buon 25 APRILE
a tutti coloro che oggi resistono e si uniscono
per il lavoro, il reddito, la dignità
contro la crisi e i governi delle banche e
del capitale finanziario globalizzato,
contro la crisi e i governi delle banche e
del capitale finanziario globalizzato,
contro i governanti antioperai e antipopolari
LA LIBERTA' e LA DEMOCRAZIA
SI CONQUISTANO e SI DIFENDONO
per NON DIMENTICARE il passato,
al di là dei riti e della retorica, capire il presente,
al di là dei riti e della retorica, capire il presente,
dare risposte ai problemi dell'oggi per costruire il futuro
martedì 22 aprile 2014
Oltre un milione di famiglie senza redditi di lavoro: +18% in un anno
ROMA - Oltre un milione di famiglie è senza reddito da lavoro, mentre sono più di quattro milioni gli italiani che chiedono un aiuto per riuscire a mangiare. E tutti i componenti 'attivi' che partecipano al mercato del lavoro sono disoccupati. E' quanto emerge da dati Istat e Coldiretti sul 2013 che descrivono una situazione drammatica: solo un anno fa erano il 18% in meno quelli senza redditi, 955.000 nel 2012 contro i 1.130.000 attuali. Tra questi quasi mezzo milione (491.000) corrisponde a coppie con figli, mentre 213.000 sono monogenitore, 295.000 single e 83.000 coppie senza figli
Il numero delle famiglie dove tutte le forze lavoro sono in cerca di occupazione risulta in crescita quindi di 175.000 unità, in termini assoluti. E nel confronto con due anni prima il rialzo supera il 50%, attestandosi precisamente al 56,5%. Si tratta quindi di 'case' dove non circola denaro, ovvero risorse che abbiano come fonte il lavoro. Magari possono contare su redditi da capitale, come le rendite da affitto, o da indennità di disoccupazione, o ancora da redditi da pensione, di cui beneficiano membri della famiglia ormai ritiratisi dal lavoro attivo. A soffrire di più, ancora una volta, è il Mezzogiorno, con 598.000 famiglie. Seguono il Nord, che ne ha 343.000, e il Centro, con 189.000. Ma il fenomeno avanza dappertutto rispetto a 12 mesi prima.
repubblica.it
Il numero delle famiglie dove tutte le forze lavoro sono in cerca di occupazione risulta in crescita quindi di 175.000 unità, in termini assoluti. E nel confronto con due anni prima il rialzo supera il 50%, attestandosi precisamente al 56,5%. Si tratta quindi di 'case' dove non circola denaro, ovvero risorse che abbiano come fonte il lavoro. Magari possono contare su redditi da capitale, come le rendite da affitto, o da indennità di disoccupazione, o ancora da redditi da pensione, di cui beneficiano membri della famiglia ormai ritiratisi dal lavoro attivo. A soffrire di più, ancora una volta, è il Mezzogiorno, con 598.000 famiglie. Seguono il Nord, che ne ha 343.000, e il Centro, con 189.000. Ma il fenomeno avanza dappertutto rispetto a 12 mesi prima.
repubblica.it
Contributi volontari anno 2014:
Istituto Nazionale della Previdenza Sociale
Circolare n. 51
1. Versamenti volontari dei lavoratori dipendenti non agricoli.
L’ISTAT ha comunicato la variazione percentuale nell’indice dei prezzi al consumo, per le
famiglie degli operai e degli impiegati, verificatasi tra il periodo gennaio 2012 - dicembre
2012 ed il periodo gennaio 2013 - dicembre 2013, pari al 1,10%.
Ai sensi dell’art. 7, comma 2, del D.Lgs. n. 184/97 dispone che l’importo minimo settimanale
della retribuzione su cui calcolare il contributo volontario non può essere inferiore a quello
determinato ai sensi dell'art. 7, comma 1, della legge n. 638/1983, e successive modificazioni.
Sulla base della variazione dell’indice ISTAT, pertanto, per l’anno 2014:
- la retribuzione minima settimanale è pari a € 200,35;
- la prima fascia di retribuzione annuale oltre la quale è prevista l’applicazione
- il massimale di cui all’art. 2, comma 18, della Legge 335/1995, da applicare ai
Per l’anno 2014 non si è verificata alcuna variazione dell’aliquota IVS dovuta al Fondo
pensioni lavoratori dipendenti rispetto all’anno 2013, che si conferma
quindi pari al 32,37%. Conseguentemente, non sono variati i coefficienti di ripartizione dei
contributi versati.
L’aliquota IVS relativa ai lavoratori dipendenti non agricoli, autorizzati alla prosecuzione
volontaria con decorrenza compresa entro il 31/12/1995, è confermata pari al 27,87%
(allegato 1).
Nella tabella che segue si riportano - per anno solare dal 2014 al 1997 - i minimali di
retribuzione settimanale, gli importi della prima fascia di retribuzione annuale (tetto pensionabile),
i massimali di cui all’art. 2, comma 18, della Legge 335/1995 e le aliquote contributive IVS
relative ai lavoratori dipendenti non agricoli autorizzati dopo il 31/12/1995.
Restituzione del contributo addizionale ASpI ex art. 2 c. 30 della legge 28 giugno 2012, n. 92 e contratto di apprendistato.
Istituto Nazionale della Previdenza Sociale
Messaggio n. 4152
Sulla G.U. 20 marzo 2014, n. 66 è stato pubblicato il DL 20 marzo 2014, n. 34, recante
“Disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell'occupazione e per la semplificazione
degli adempimenti a carico delle imprese”.
Il provvedimento, entrato in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione,
contiene una serie di disposizioni finalizzate, tra l’altro, a semplificare alcune tipologie
contrattuali, con particolare riguardo ai contratti a tempo determinato e all’apprendistato.
I contenuti del decreto, già operativi, ineriscono ad aspetti per lo più lavoristici delle
citate tipologie contrattuali.
Per quanto attiene alle materie d’interesse dell’Istituto, nel rinviare al momento in cui,
terminato l’iter parlamentare, il decreto sarà convertito in legge, con il presente messaggio
si affrontano i risvolti immediati di natura più marcatamente contributiva.
Riguardo alle altre disposizioni contenute nel provvedimento concernenti il procedimento di
attestazione della regolarità contributiva (DURC) e le agevolazioni contributive connesse
ai contratti di solidarietà difensivi ex lege n. 863/84, saranno fornite indicazioni dopo
l’emanazione dei relativi decreti attuativi.
1. Contratti a tempo determinato.
L’articolo 1 del DL 34/2014 interviene sulla disciplina che regola la materia e, con particolare
riferimento alle cause, fa venir meno - a far tempo dal 21 marzo 2014 - le ragioni giustificatrici
del contratto a tempo determinato. Conseguentemente, è sempre consentita l’apposizione
di un termine al contratto di lavoro subordinato, purché la durata complessiva del rapporto
- comprensiva di eventuali proroghe - non superi trentasei mesi. La nuova previsione, che
sostanzialmente generalizza la disciplina della cosiddetta “acausalità”, viene estesa anche
al contratto di somministrazione di lavoro a tempo determinato.
Con riferimento agli aspetti di carattere contributivo, va considerata la portata della
norma riguardo alle previsioni di cui all’articolo 2, c. 28, della legge n. 92/2012 , nonché
al regime agevolato previsto dall’articolo 4 del D.lgs 151/2001.
Inquinamento intorno all'aeroporto, ultimatum dalla Commission Europea
Al centro della vicenda l’area denominata Brughiera del Dosso, 200 ettari di proprietà dell’imprenditore milanese dottor Umberto Quintavalle situati all’interno del Parco del Ticino,nella quale a partire dal 1999 iniziò una morìa di piante che raggiunge ben presto le 100mila unità. Le perizie e le analisi dimostrano subito come responsabili del disastro siano gli scarichi dei velivoli in partenza e arrivo da Malpensa tanto che nelle due istanze di giudizio della causa intentata dal dottor Quintavalle contro la SEA (proprietaria di Malpensa) ed il Ministero dei Trasporti i giudici del Tribunale di Milano li condannano in solido prima a circa 5 milioni di risarcimento danni, che diventano poi in Appello circa 8. Ora, a poche settimane dalla possibile sentenza della Corte di Cassazione sul giudizio di 2° grado, ecco arrivare il documento della Comunità Europea alle autorità italiane, che segue la messa in mora dello Stato italiano da parte della stessa Commissione datata 2 luglio 2012, ”per non aver adottato le opportune misure per evitare il degrado e per la conservazione di un territorio compreso nel Parco del Ticino, sito d’interesse comunitario (Sic)”. Un parere motivato che ha il sapore di ultimo appello, in cui si sottolinea chiaramente come – nonostante la messa in mora del 2012 – nessun progetto e nessuna adeguata iniziativa per proteggere la zona siano stati adottati dalla Regione Lombardia e dal Ministero dell’Ambiente. Non solo: nel documento - sottolineano i proponenti della causa - la Commissione Europea si dice “non convinta” del fatto che le misure proposte dalle autorità italiane vadano nella giusta direzione per ridurre l’impatto ambientale dell’aeroporto di Malpensa. Da qui l’ultimatum di due mesi per fornire segnali concreti prima di portare con ogni probabilità la vicenda davanti alla Corte Europea di Giustizia del Lussemburgo.
varesenews.it
varesenews.it
giovedì 17 aprile 2014
Protesta del comitato No Elcon oggi davanti alla sede della Provincia: “Ora basta deroghe”
Sono oramai tre anni che attendono che si che si risolva il problema ma deroga dopo deroga ( 22 in totale) la situazione è rimasta identica. Stiamo parlando del caso Elcon( o meglio ex Elcon visto che è cambiata proprietà recentemente) e il suo impianto trattamento rifiuti situato tra i territori di Castellanza e Legnano, che diversi problemi di inquinamento anche di falde ha creato in questi anni, nonostante alla società Elcon Italy fosse stato intimato la messa a norma. Ma, appunto qualche deroga di troppo, ha fatto sì che nulla cambiasse nella sostanza.
Una vicenda che ha fatto esplodere di rabbia gli abitanti di diversi Comuni limitrofi, ben sette, serviti dallo stesso acquedotto proveniente da falde acquifere a rischio inquinamento. Questione giunta sui tavoli della Regione lo scorso mese di settembre , la quale tramite la commissione di valutazione aveva dato parere negativo sulla presenza di questo impianto. Da qui a creare un comitato di cittadini nato per sensibilizzare il problema e contro la presenza di questo impianto (almeno fino a che non venga messo a norma). Il comitato in questione è “No Elcon” che negli ultimi mesi ha intensificato l’attività tramite presidi, convegni e incontri pubblici nei vari Comuni “contaminati” dalla Ex Elcon.
Il Cittadino deve sapere
La presa di posizione del Capo della Poliziasul “giovanotto” che ha “pestato” la ragazza a terra ci fa venire in mente due considerazioni. Non prima d’aver sottolineato che lo stessoCapo di Polizia ha dato del “cretino” al suo subalterno e gli ha promesso le giuste sanzioni.
La prima considerazione è questa: un poliziotto, vale a dire un membro di Polizia deve avere la divisa d’ordinanza. Non ha senso vedere un agente con tanto di casco in testa, manganello, giubbotto d’ordinanza con addosso un paio di jeans. Il Cittadino deve sapere chi ha di fronte e chi lo deve tutelare. La divisa, per una persona qualsiasi, rappresenta le Forze dell’Ordine e costituisce un elemento indispensabile di identificazione, di conoscenza.
Quindi, l’agente in jeans non ha titolo né di rappresentare la Polizia di Stato e nemmeno di picchiare o malmenare o “camminare sopra” a una ragazza. Da notare che la ragazza, avrà una famiglia che paga le tasse e con quelle tasse si pagano gli agenti di Polizia per prestare unservizio d’ordine e non un servizio di violenza (scarpone sulla pancia).
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