- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

giovedì 10 marzo 2016

Come cambiano le regole del commercio agro-alimentare con il TTIP tra unione Europe e USA? Tecnologi Alimentari dialogano con le Istituzioni e la Cittadinanza nella Conferenza Pubblica.


modifica delle disposizioni del T.U. maternità/paternità riguardante le tutele della maternità in favore delle lavoratrici iscritte alla Gestione separata

PREMESSA


Il decreto legislativo n. 80 del 15 giugno 2015, attuativo dell’art. 1, commi 8 e 9 della 
legge delega 10 dicembre 2014, n. 183, c.d. Jobs Act, ha apportato modifiche al T.U.
 maternità/paternità (decreto legislativo n. 151 del 26 marzo 2001) con riferimento, 
tra l’altro, alle disposizioni relative alle lavoratrici ed ai lavoratori iscritti alla Gestione separata.
In particolare, l’art. 13 del citato decreto legislativo n. 80 ha introdotto nel T.U. citato gli 
artt. 64 bis e 64 ter in materia, rispettivamente, di adozione/affidamenti e di “automaticità” 
delle prestazioni.

Le misure previste dalle menzionate disposizioni sono state introdotte a carattere sperimentale,
 per le giornate di astensione riconosciute nell’anno 2015 (art. 26 del decreto legislativo
 n. 80/2015); per effetto del decreto legislativo del 14 settembre 2015, n. 148 le nuove 
disposizioni trovano applicazione anche per gli anni successivi, salve eventuali  rideterminazioni 
dei benefici da parte dei Ministeri vigilanti (vedi successivo par. 3).

Premesso quanto sopra, acquisito il parere del Ministero vigilante, si forniscono con la 
presente circolare le prime istruzioni per l’applicazione delle norme in oggetto. Per quanto 
non modificato, rimangono salve le istruzioni operative già adottate sugli argomenti trattati;
 si richiamano in particolare le istruzioni a suo tempo fornite con:
  • circolare INPS n. 47 dell’1 marzo 1999 per le modalità di accredito dei contributi;
  • circolare n. 93 del 26 maggio 2003 per la misura ed il calcolo della indennità 
  • di maternità/paternità prevista dal decreto ministeriale 4/4/2002 a favore dei 
  • soggetti iscritti alla gestione separata;
  • circolare n. 137 del 21 dicembre 2007 per l’individuazione dei periodi di 
  • maternità/paternità indennizzabili.

fruizione del congedo parentale ad ore dei lavoratori iscritti alla Gestione Dipendenti Pubblici;

PREMESSA

Il decreto legislativo 15 giugno 2015 n.80, in attuazione dell’art.1, commi 8 e 9 della legge 
delega 24 dicembre 2014 n.183, apporta una serie di modifiche, in via sperimentale per 
il solo anno 2015, al Decreto Legislativo n. 151 del 26 marzo 2001, modificando, tra l’altro,
 i limiti temporali di utilizzo del congedo parentale e del  prolungamento dello stesso per
 i figli con disabilità in situazione di gravità, nonché i limiti temporali dei periodi indennizzabili 
a prescindere dalle condizioni reddituali.

Il successivo D. Lgs. n.148/2015, in vigore dal 24/09/2015 con lo stanziamento dei 
fondi necessari al mantenimento delle misure introdotte dal d. lgs n.80/2015 conferma la 
struttura delle misure per il sostegno della maternità anche  per gli anni successivi al 2015.

L’art.7 del d. lgs. n.80/2015 interviene, come già chiarito nelle circolari n.139 del 17/07/2015 
e n.152 del 18/08/2015 in materia di congedo parentale fruito su base oraria, aggiungendo
 il comma 1-ter all'art. 32 del d. lgs. 151/2001. Tale comma introduce una disciplina 
legislativa applicabile in caso di mancata regolamentazione da parte della contrattazione
 collettiva, anche di livello aziendale, delle modalità di fruizione del congedo parentale 
su base oraria. La disposizione in esame consente a ciascun genitore di scegliere tra la
 fruizione del congedo in modalità giornaliera e quella oraria.

La fruizione su base oraria è, secondo il comma 1-ter dell’art. 32, consentita in misura
 pari alla meta dell'orario medio giornaliero del periodo di paga quadrisettimanale o mensile 
immediatamente precedente a quello nel corso del quale ha inizio il congedo parentale. 
E’ esclusa inoltre, la cumulabilità della fruizione oraria del congedo parentale con permessi 
o riposi di cui al decreto legislativo n. 151/2001.

Le disposizioni del comma 1-ter sono applicabili anche ai lavoratori dipendenti pubblici 
o privati iscritti ai fondi esclusivi dell’AGO della Gestione dipendenti pubblici, ferme 
restando le disposizioni specifiche previste dai rispettivi quadri normativi di riferimento.

martedì 8 marzo 2016


Donne rifugiate: così le discriminazioni ostacolano la nuova vita in Europa

8 MARZO. Dal lavoro all'accesso ai servizi sanitari, dall'apprendimento della lingua alla vulnerabilità: ogni piccolo passo nel paese d'accoglienza risulta più complicato. Lo rivela uno studio del parlamento europeo in vista della Giornata internazionale

07 marzo 2016
BRUXELLES - Dopo un viaggio devastante, in cui rischiano la vita e sono spesso soggette a violenze, sfruttamento e abusi sessuali, anche quando riescono ad ottenere la protezione internazionale, per le donne rifugiate le cose sono tutt'altro che semplici. Se per ogni migrante integrarsi con successo nel paese d'accoglienza è un risultato per nulla scontato, per le donne, le sfide sono doppie. Ad evidenziarlo è uno studio del Parlamento europeo che, in vista della giornata internazionale della donna, ha analizzato gli ostacoli sul cammino dell'integrazione da una prospettiva di genere. Risultato: ogni piccolo passo nel paese d'accoglienza, per le donne può risultare più complicato.
La ricerca di un alloggio, ad esempio. Per le rifugiate che non siano giunte nel paese d'accoglienza insieme ai propri mariti, trovare una sistemazione stabile e adeguata è molto più complicato, sottolinea lo studio. Per questo, le donne rifugiate single rimangono più frequentemente in alloggi di emergenza per lunghi periodi rispetto agli uomini, che hanno un accesso più facile, tra le altre cose, al mercato del lavoro. Spesso donne e ragazze rifugiate sono costrette ad accettare sistemazioni inadatte e sovraffollate, dove mancano anche i servizi basilari, e sono esposte al rischio di sfruttamento sessuale da parte del proprietario o di altri soggetti. 

la CASA DELLE DONNE "Anna Andriulo" a GALLARATE presenta la MOSTRA SULLE ORIGINI DELLA GIORNATA INTERNAZIONALE DI LOTTA DELLA DONNA


lunedì 7 marzo 2016

FINMECCANICA: un ACCORDO DA RIVEDERE Analisi finale dell’accordo Finmeccanica:

Entrando nel merito è necessario fare una premessa, ricordiamo che Le ultime modifiche dell’articolo 18 (in parte già modificato) prevedono la possibilità di licenziamento per giusta causa in caso di crisi o ristrutturazione aziendale e, in caso di ricorso, tocca al lavoratore licenziato dimostrare che non è vero o che c’è stata discriminazione o altro. Cosa significa? Significa che se Finmeccanica apre lo stato di crisi perché il gruppo è in perdita, potrebbe licenziare per giusta causa e anche se il lavoratore riuscisse a dimostrare che è stato ingiustamente licenziato, il giudice non lo fa reintegrare perché comunque la crisi è reale, al massimo, ma solo se vince la causa, il lavoratore ha diritto ad una indennità economica. 
Ovviamente non accadrà mai perché ci penseranno i nostri supereroi ..….

Comunque, possiamo fare una sintesi dell’accordo:

Il “buco” di bilancio: da dove nasce il problema di Finmeccanica? da una decisione abbastanza discutibile di acquisire una azienda americana (DRS) di 30 mila dipendenti (grossa come l’intero nuovo gruppo Finmeccanica), con la motivazione di dover partecipare agli appalti americani avendo una azienda “appoggio”, indebitandosi per oltre 3 miliardi di euro che è il debito che ci trasciniamo tuttora e che ha spinto Moretti alla necessità di risanare l’intero gruppo. Per dirla in parole povere, farà pagare ai lavoratori una colpa che non hanno dato che il problema principale del “buco” di bilancio lo ha creato il consiglio di amministrazione Finmeccanica stesso.
Situazione Agusta: l’unica azienda che andava bene, anzi molto bene, con un bilancio positivo da 15 anni e con un incremento di vendite costante da 10 anni, e una crescita in campo internazionale del 2-3% all’anno ma Agusta è l’unica azienda del gruppo che, secondo Moretti, avrebbe avuto un contraccolpo pesante con un calo di fatturato e di ordini del 7-8%. Ora Moretti è partito con la sua politica di tagli e risparmi, tagli delle spese, degli appalti, dei budget, manda via gli esterni, riduce i soldi destinati per le varie commesse, ecc… ; Alla situazione di calo degli ordini derivante dalla crisi internazionale, si è aggiunta la decisione di Moretti di tagliare ovunque in modo irrazionale senza fare una analisi realistica delle conseguenze; riuscirà Moretti a dimostrare che aveva ragione?
Art. 47 L. 428/90: Il rischio di esuberi e sempre più evidente, così come La mancata tutela di eventuali lavoratori eccedenti in previsione di accorpamenti di reparti, enti, uffici, la dichiarata armonizzazione dell’engineering con eventuali doppie figure e trasferimenti da un sito all’altro. Nessuna analisi da parte dell’azienda sulle conseguenze per i lavoratori derivante dalla fusione in Finmeccanica (come previsto dalla legge), nessuna assunzione di responsabilità da parte aziendale e nessuna analisi successiva, motivo per cui abbiamo scioperato.
FGS (Finmeccanica Global Services): si sta portando a compimento il passaggio di tutti i servizi del Gruppo sotto il controllo diretto di FGS, sia per quanto riguarda i lavoratori sia le strutture. FGS controllerà tutte le gare di appalto e tutta la manutenzione dell’intera Finmeccanica. Anche gli immobili passeranno sotto la proprietà di FGS con la conseguenza che le varie aziende non saranno più proprietarie degli stabili: Se FGS dovesse finire nelle mani sbagliate, saremmo costretti a pagare l’affitto (milionario) per usare i nostri stabilimenti;
Appalti: Pur apprezzabile l’impegno (senza vincoli) di privilegiare l’occupazione in essere, invece la “promessa” di “rispetto delle normative” non serve a molto, ci pare siano tutti obbligati al rispetto della legge: secondo noi chi prende l’appalto (diretto, sub, o sub-sub appalto) deve (dovrebbe) dimostrare di essere un’azienda sana che non ha contenziosi in corso per motivi gravi, che paga i contributi e le tasse, che paga gli stipendi nei tempi giusti, va stabilito un minimo di valore dell’appalto che tenga conto di stipendi adeguati ecc…..
Fuori casa: sono ormai molti anni che si cedono all’esterno attività di logistica e servizi ma anche attività con un elevato contenuto tecnologico con lavorazioni anche complesse, oppure attività di engeering in ogni settore o di allestimento macchine in fase di pre-volo, perdendo, negli anni, fette di Know-how e capacita lavorative. Sarebbe stato quanto mai opportuno indicare delle regole proprio per mantenere all’interno del gruppo le competenze e l’esperienza dell’alta tecnologia che si acquisiscono in anni di attività.
Accordi precedenti: secondo quanto stabilito nell’accordo, sono decaduti tutti i precedenti accordi e il nuovo accordo sostituisce tutti i precedenti, così decadrebbero piccoli e meno piccoli rivendicazioni passate come ad esempio le festività cadenti di sabato e l’indennità aggiuntiva al sabato ecc..
PDR (Premio di Risultato): i dipendenti Agusta avranno un taglio di circa la metà del “vecchio” premio che verrà calcolato con le nuove regole e la metà restante la avranno solo se si raggiungeranno tutti gli obbiettivi. Il primo livello da raggiungere è un parametro definito FOCF che comprende anche tutte le uscite decise dal consiglio di amministrazione come ad esempio i dividendi, questo parametro è anche peggio del già contestato ROS; inoltre non è logico separare dalla trattativa la parte economica dalla parte normativa del premio, in questo modo la direzione di Finmeccanica potrà modificare a suo piacimento l’entità del premo a seconda che la parte delle regole siano più o meno vantaggiose;
Trasferte: la diaria aumenta ma il resto è un disastro, le ore di viaggio pagate all’85% anziché al 100%, il rimborso chilometrico che è meno della metà di quello previsto per legge, sabati e domeniche pagate solo se si lavora, “forfait” inferiore a quello Agusta, rimborso dei pasti da “take-away” e in Agusta le condizioni erano comunque migliori anche senza accordo sindacale.
Nuovi assunti, nessuna tutela: potranno essere assunti con un contratto di apprendistato professionalizzante di 5 anni per poi essere confermati con il jobs-act per altri 3 anni e alla fine essere lasciati a casa (senza tutele art 18) e comunque Finmeccanica ci guadagnerà per ogni nuovo assunto, 8 mila euro all’anno che si somma al risparmio “concordato” con il nuovo contratto.
RSU (Rappresentanza sindacale dei Lavoratori): si mette tutto nelle mani dei sindacati firmatari anziché delle RSU ed ogni O. S. ha partecipato alla trattativa in modo separato una dall’altra, facendo comunicati separati e senza nemmeno stabilire una linea comune da tenere negli incontri. Non si è chiesto nemmeno un mandato ai lavoratori o alle singole RSU aziendali, senza parlare di una piattaforma comune: Presentarsi in ordine sparso è un grave errore e ci rende deboli nella trattativa.
RLS (Rappresentati Lavoratori per la Sicurezza): nessuno si è sentito in dovere di spendere due righe per aumentare le competenze o dare più agibilità o consentire agli RLS di verificare anche gli ambienti dove ci sono le ditte in appalto, o di poter verificare magari come vengono stabiliti i criteri per le gare di appalto e con quali vincoli per chi prende l’appalto, e nemmeno sulla possibilità di avere più ore a disposizione per svolgere l’attività da RLS : solo il documento di valutazione dei rischi ha centinaia di pagine che andrebbero verificate ambiente per ambiente …
Diritto di sciopero: una volta approvato l’accordo non è più possibile scioperare ma bisogna seguire la procedura di raffreddamento, per questo motivo riteniamo sia stato un errore non tentare di ottenere di più prima dell’approvazione. Per esperienza riteniamo che nessuno ti regala niente e senza rapporti di forza non si ottiene un gran che, il contenuto dell’accordo sottoscritto (e tutto quello che non è stato chiarito) ne sono la prova.
Fuori casa: sono ormai molti anni che si cedono all’esterno attività di logistica e servizi ma anche attività con un elevato contenuto tecnologico con lavorazioni anche complesse, oppure attività di engeering in ogni settore o di allestimento macchine in fase di pre-volo, perdendo, negli anni, fette di Know-how e capacita lavorative. Sarebbe stato quanto mai opportuno indicare delle regole proprio per mantenere all’interno del gruppo le competenze e l’esperienza dell’alta tecnologia che si acquisiscono in anni di attività.
Accordo di sito sull’orario: riteniamo un errore aver firmato un accordo sulla flessibilità interna di ogni sito, e sulle relative turnazioni, senza avere previsto, nello stesso accordo, anche i relativi riconoscimenti economici già concordati nei precedenti accordi aziendali, una cosa è legata all’altra: non si può chiedere un sacrificio ai lavoratori senza stabilire l’incremento retributivo. Era anche possibile, in questa fase, estendere la flessibilità in entrata anche agli operai, come d'altronde ha fatto Finmeccanica sulla compensazione oraria ma invece non s’è fatto;
Compensazione oraria: pur considerando il fatto che per alcune aziende è una possibilità in più di avere dei permessi per le assenze, riteniamo questo accordo economicamente vantaggioso per l’azienda che pretenderà il recupero nelle ore straordinarie pagandole come ordinarie: anche i 5 minuti dei turnisti vanno comunque recuperati con del lavoro straordinario pagato ordinario, mentre prima i ritardi entro i 2,59 minuti non erano considerati ritardi;
Premio OPERA: legato alla prestazione e previsto dall’accordo Agusta, che gli operai ricevono come UNA-TANTUM, verrà discusso insieme al premio di risultato di sito ma, dato che gli operai Agusta sono gli unici a percepirlo, si corre il rischio di non riuscire a mantenerlo.
Permessi retribuiti per visita medica (64 ore x anno): è vero, si allarga la possibilità di fruire dei permessi per accompagnare parenti, ma il loro N° si riduce drasticamente rispetto ad Agusta che consente 3 permessi al mese di 3 ore (oltre 100 ore all’anno);
Rapporti con aziende non italiane: tutte le aziende non italiane che fino a dicembre erano in Finmeccanica, ora sono in un limbo imprecisato, non sono parte della nuova azienda e nessuno sa dire che rapporti hanno mantenuto con Finmeccanica, per ora si limitano a rigettare le firme sui documenti.
Cedolino paga: vengono confermati i livelli retributivi di tutti i dipendenti in essere, ma ci sarà
una perdita di salario per tutti i nuovi assunti tanto più alta quanto maggiore era il reddito dei lavoratori delle varie aziende, per Agusta, che ha gli stipendi medi più bassi di tutto il gruppo, i nuovi assunti perderanno oltre mille euro all’anno.
Lavoratori disabili: una grossa azienda come Finmeccanica potrebbe anche farsi carico di un impegno preciso sull’occupazione di personale con disabilità varie, non solo per una questione Sociale, visto che comunque è una azienda parastatale, ma anche per il fatto che le attività svolte all’interno dell’intero gruppo spaziano in qualsiasi settore, dalla progettazione ai lavori manuali o di servizi, consentendo una incredibile disponibilità di occasioni lavorative per i disabili che, come dice la legge, devono essere impiegati nelle attività che sono loro consentite dalle capacità lavorative residue. Va comunque ricordato che molte aziende del gruppo hanno attraversato varie fasi di riorganizzazioni e ristrutturazioni che gli hanno permesso il mancato rispetto della legge per quanto riguarda le percentuali di occupati disabili rispetto alla forza lavoro complessiva, sarebbe stata una cosa buona e saggia tentare di avviare una verifica nell’intero gruppo e riallineare il tutto rispetto all’occupazione di chi ha problemi fisici senza parlare di aumentarne il numero ma almeno assumerne quanti ne prevede la legge.
Occupazione femminile: le aziende meccaniche come Agusta hanno una prevalenza di occupazione maschile, ma le varie riorganizzazioni interne hanno fatto si che a pagarne le conseguenze siano state in prevalenza le donne. Ora c’è stato un minimo di aumento occupazionale femminile ma andrebbero previsti dei meccanismi di tutela aggiuntiva per evitare il ripetersi di situazioni discriminati, magari con delle maggiori tutele per la maternità o per assistenza ai figli o ai famigliari in genere ecc., situazioni che hanno sempre impedito alle donne le medesime opportunità di crescita professionale ed economica dei colleghi uomini.
Occupazione: è solo nel risparmio economico e nel guadagno che si deve orientare la politica gestionale? noi crediamo di no. Noi crediamo che la strategia corretta sia quella di avere come primo obbiettivo l’occupazione, quindi trovare i giusti meccanismi che consentano di creare lavoro retribuito, mentre, a nostro avviso, il piano industriale di Moretti, prevede una inevitabile riduzione del personale sia diretta che indiretta.
Un solo nome: ancora poco chiaro quale sarà il nome del nuovo gruppo industriale, doveva essere “ONE Company”, per poi divenire “Finmeccanica Division” ed ora sembra che cambi nuovamente nome, una cosa però è sicura e cioè che abbiamo perso un nome storico e conosciuto in tutto il mondo per qualità, efficienza e prestazioni, che è Agusta, ora si riparte da capo dovendo far capire ai potenziali clienti che siamo ancora gli stessi.
Codice Etico: vista la vicenda che ha coinvolto Agusta sulla commessa all’India, Finmeccanica ha pensato bene di emanare un nuovo “codice etico” e di fare della formazione proprio sull’etica e sulla morale, onde evitare futuri danni all’immagine, ma, da qualche giorno appaiono sui giornali diversi articoli che parlano di strani movimenti di soldi per la vendita di Ansaldo Breda / Ansaldo sts del gruppo Finmeccanica (nuova gestione) all’Hitachi, della serie: senti da che pulpito arriva la predica.
La strategia industriale: L'ipotesi d'accordo è meramente legata al contenimento dei costi, quindi dei salari, condizionando i lavoratori ad una maggiore flessibilità degli orari di lavoro. Non esiste una minima proposta di ricerca, progettazione e sviluppo per il futuro, senza una strategia, senza un chiaro piano di rilancio o di riorganizzazione dell’azienda, solo e soltanto per risparmiare. Ci si dovrebbe domandare quali sono le prospettive future delle aziende di Finmeccanica? Che fine faranno le nostre capacità di progettazione? Che cosa faranno gli ingegneri e i tecnici? Quali sono le reali strategie di politica industriale? Domande che aspettano una risposta prima che Moretti cominci a “tagliare” il personale e a svendere parti di aziende, pur di fare cassa.
Di seguito gli argomenti rimandati: indennità speciali, trasferte estero, indennità sui turni, assist. sanitaria integrativa, asili nido, CRAL, trasporti e mobilità, premi di anzianità, premi di fine corso, definizione valore PDR, nuovo inquadramento.
Senza dimenticare, comunque, che qualche testo contestato è stato ritirato come l’orario plurisettimanale, e qualche miglioramento c’è stato, come l’aumento della flessibilità in entrata sia per gli operai sia per gli impiegati; l’aggiunta di un giorno di permesso per lutto o malattia grave di un familiare; l’aumento del 20% di comporto per il mantenimento del posto di lavoro in caso di malattia grave, pagata al 100%; la possibilità di fare formazione anche fuori azienda ecc..;
Noi crediamo che i (pochi) punti positivi vanno messi sulla bilancia e controbilanciati con i (molti) punti negativi dell’accordo, per poi decidere se è stato un accordo positivo o negativo,
noi non abbiamo dubbi …..

CONCLUSIONI:
Pur considerando positivo il tentativo di unirci in un'unica azienda parastatale, riteniamo questo un accordo incompleto che pone più domande che risposte, un accordo fatto per risparmiare, un accordo senza un apparente strategia dove il rischio esuberi sembra sempre più vicino, così come sembra sempre più vicino il punto di non ritorno, il punto oltre il quale non sarà più possibile separare una azienda dalle altre per farla camminare con le sue gambe. Un accordo che fa venire molti dubbi, dubbi sulla strategia di Moretti, dubbi sulle motivazioni della firma, dubbi sul futuro dell’intero gruppo e dei lavoratori. Prima di firmare questo accordo era necessario avere un quadro più chiaro sul disegno di Finmeccanica, la fretta è sempre una cattiva consigliera soprattutto quando c’è il sospetto che sia solo l’inizio…. l’inizio della fine..
Noi diciamo NO



giovedì 3 marzo 2016

CASA DELLE DONNE "ANNA ANDRIULO": Annullato evento 5 marzo 2016 con Lidia Menapace

3 marzo 2016
La Casa delle Donne “ Anna Andriulo” Gallarate, è spiacente di informare le persone interessate alla presentazione del libro di Lidia Menapace, indetta per sabato pomeriggio 5 marzo 2016 alle ore 15.30 presso CUAC, Gallarate, che l’autrice ci ha comunicato, in data odierna, che non potrà essere presente per dei suoi motivi strettamente personali.
Rinnovandovi le nostre sentite scuse per l’inconveniente che non è dipeso dalla nostra volontà, vi terremo sempre aggiornate/i su eventuali altre nostre iniziative.

Casa delle Donne “ Anna Andriulo” Gallarate 

Enti locali e partecipate: chi controlla chi??

In parlamento è in discussione un dlgs sulle società partecipate all’interno del pacchetto di decreti facenti parti del riordino della pubblica amministrazione voluto dal Governo Renzi e dal ministro Madia.
Dallo schema del decreto si capisce subito quale sia l’intento, ossia una efficiente gestione delle partecipazioni pubbliche, tutela e promozione della concorrenza e del mercato, nonché razionalizzazione e riduzione della spesa pubblica.
Da almeno due anni il Governo ha avviato una operazione ben precisa che mira alla cancellazione di aziende e di migliaia di posti di lavoro, lo ha fatto in nome del contenimento della spesa e per eliminare quelli che vengono definiti inutili e dispendiosi carrozzoni.
Città per città dovremmo costruire una mappa delle partecipate ma dai primi dati in nostro possesso possiamo sostenere, senza timore di smentita, che a partire dalla fine del 2014 sono centinaia le aziende messe in liquidazione con un iter lungo e macchinoso che ora il Governo vorrebbe accorciare con un apposito decreto legislativo.
Da dimostrare che le aziende in dismissione siano tutte decotte e inutili, molti enti hanno deciso con appositi atti la liquidazione di aziende che non erano in passivo ma venivano ritenute non funzionali e non strategiche.
Sarebbe interessante seguire l’iter dei processi di dismissione per comprendere la finalità vera di questi percorsi visto che dalle prime valutazioni appuriamo che le quote di alcune aziende sono state vendute a un prezzo decisamente basso a soggetti privati che, in virtù della dismissione delle quote pubbliche, vanno acquisendo una sorta di monopolio nello specifico settore.
pubblicoimpiegoinmovimento

Nuovo Isee, le famiglie vincono il ricorso: l'indennità non è reddito

Il Consiglio di Stato respinge il ricorso presentato dal Governo contro le sentenze del Tar: “Indennità di accompagnamento e tutte le forme risarcitorie non servono a remunerare, ma a a compensare inabilità”: quindi non possono essere conteggiate come reddito. Bonanno: “Davide ha vinto contro Golia”

29 febbraio 2016
ROMA – Sul nuovo Isee, il Consiglio di Stato ha dato ragione alle famiglie con disabilità, respingendo nuovamente l'appello presentato dal Governo. Il ricorso contro il nuovo Isee, insomma, è ufficialmente e completamente vinto: e l'appello presentato al Consiglio di Stato dal governo è stato respinto. “Deve il Collegio condividere l’affermazione degli appellanti incidentali – si legge nella sentenza - quando dicono che 'ricomprendere tra i redditi i trattamenti indennitari percepiti dai disabili significa allora considerare la disabilità alla stregua di una fonte di reddito - come se fosse un lavoro o un patrimonio - ed i trattamenti erogati dalle pubbliche amministrazioni, non un sostegno al disabile, ma una 'remunerazione' del suo stato di invalidità oltremodo irragionevole, oltre che in contrasto con l'art. 3 della Costituzione”. Il Consiglio di Stato conferma quindi quanto già sentenziato dal Tar del Lazio, il quale aveva respinto “una definizione di reddito disponibile che includa la percezione di somme, anche se esenti da imposizione fiscale”: in sintesi, le provvidenze economiche previste per la disabilità non possono e non devono essere conteggiate come reddito

PUBBLICO IMPIEGO IN MOVIMENTO RESPINGIAMO GLI ATTACCHI DEL GOVERNO!

Legge Madia e decreti delegati, blocco della contrattazione nazionale e decentrata, inasprimento
dei codici disciplinari, campagne di stampa di denigrazione … l’elenco contiene solo gli ultimi attacchi che il governo sta conducendo contro i pubblici dipendenti.
Gli scopi sono molteplici: tagliare i costi, facendoli pagare naturalmente a chi sta più in basso nella scala gerarchica;
centralizzare la macchina burocratica e renderla ancor più serva della politica; scassare i servizi pubblici per metterli in vendita sul mercato.
E i diretti interessati: sempre più divisi fra loro dalle logiche meritocratiche e premiali, delusi dalle sigle concertative e da quelle clientelari, stentano a vedere nei sindacati di base, frammentati e spesso autoreferenziali, il mezzo con cui opporsi alla situazione presente e cercare di cambiarla.
Così, la loro “risposta” si limita spesso nel mugugno e, al fine, nella vana rincorsa alla nicchia privilegiata o almeno protetta.
Questo non può durare: è arrivato il momento di reagire, e per questo è necessario ricominciare a discuterne insie-me e a organizzarci, oltre le sigle di appartenenza, costruendo una piattaforma unitaria.
Per iniziare questo percorso nell’area milanese e per preparare l’assemblea nazionale.

ASSEMBLEA PUBBLICA
APERTA A DELEGATE/I, LAVORATRICI E LAVORATORI
CHE SENTONO L’URGENZA DI RISPONDERE ALLE POLITICHE GOVERNATIVE
FUORI DALLE FALLIMENTARI LOGICHE CONCERTATIVE
4 marzo 2016 dalle ore 10.00 alle 14.00
c/o Sede R.s.u. Comune di Milano
- via Marsala, 88 (MM Moscova)

DOMANI POTREBBE ESSERE TROPPO TARDI…

Lavoratrici e lavoratori, delegate e delegati di…
Per un percorso conflittuale nella Pubblica Amministrazione che vuole ricostruire
un rapporto democratico con lavoratori e lavoratrici della Pubblico Impiego


martedì 1 marzo 2016

Casa Delle Donne "Anna Andriulo": iniziativa 5 marzo 2016


ADL Malpensa: presidio al T2 - Video


Incentivo all’assunzione di giovani ammessi al “Programma Operativo Nazionale per l’attuazione della Iniziativa Europea per l’Occupazione dei Giovani”

PREMESSA

Con il Decreto Direttoriale n. 385/II/2015 del 24 novembre 2015, pubblicato in data 15 
gennaio 2016 nella sezione legale del sito internet del Ministero ed allegato alla presente 
circolare (allegato n. 1), il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha rettificato il 
precedente decreto n. 1709 dell’8 agosto 2014, con il quale ha originariamente disciplinato 
l’incentivo per l’assunzione dei giovani ammessi al cosiddetto “Programma Garanzia 
Giovani” e, contestualmente, ha abrogato il Decreto Direttoriale di rettifica n. 169 del 28 maggio 
2015.

La presente circolare illustra la disciplina contenuta nel sopra richiamato decreto direttoriale n.
 385.

Come previsto dall’articolo 5, comma 3, del citato decreto, le nuove previsioni si applicano a 
partire dalla data della sua pubblicazione sul sito internet istituzionale www.lavoro.gov.it.

1.    Modifiche al regime “de minimis

Il Decreto Direttoriale n. 385/II/2015 del 24 novembre 2015 ha confermato, come già previsto
 dal precedente decreto direttoriale n. 169 del 28 maggio 2015, che l’incentivo oggetto della 
Misura “Bonus Occupazione” può essere fruito nel rispetto delle previsioni di cui al Regolamento 
(UE) n. 1407 del 18 dicembre 2013 - relativo all’applicazione degli articoli 107 e 108 
del trattato sul funzionamento dell’Unione europea agli aiuti “de minimis” – o, in alternativa, 
oltre tali limiti nell’ipotesi in cui l’assunzione del giovane comporti un incremento occupazionale 
netto, come definito all’art. 2, paragrafo 32, del Regolamento (UE) n. 651/2014 del 17 giugno 2014.

Ai sensi del suddetto articolo, l’incremento occupazionale netto deve intendersi come 
l’aumento netto del numero di dipendenti dello stabilimento rispetto alla media relativa 
ad un periodo di riferimento; i posti di lavoro soppressi in tale periodo devono essere dedotti 
e il numero di lavoratori occupati a tempo pieno, a tempo parziale o stagionalmente 
va calcolato considerando le frazioni di unità di lavoro-anno”.