domenica 31 gennaio 2016
Da Milano parte il coordinamento di lavoratori e delegati del pubblico impiego
Per un percorso conflittuale nella Pubblica Amministrazione che vuole ricostruire
un rapporto democratico con lavoratori e lavoratrici della Pubblica Amministrazione
Da Milano parte il coordinamento di lavoratori e delegati del pubblico impiego.
Dopo l’assemblea di Pisa a fine novembre un nuovo incontro si è tenuto a Milano lunedì 18 Gennaio 2016, inizia il percorso verso l’assemblea nazionale del pubblico impiego che si terrà il 19 Marzo 2016.
Prende vita un percorso conflittuale nella Pubblica Amministrazione che vuole ricostruire un rapporto democratico con lavoratori e lavoratrici della Pubblica Amministrazione prefiggendosi un obiettivo ambizioso: renderci tutti protagonisti delle scelte dirimenti per restituire dignità, forza e rappresentatività al pubblico. Partiamo da una questione di metodo per noi imprescindibile: per anni i lavoratori pubblici hanno subito una campagna indecorosa che li ha dipinti come nulla facenti, screditandoli agli occhi della opinione pubblica per consentire al Governo di fare di tutto e di più. Si tratta di recuperare una immagine che scientemente i Governi hanno distrutto per favorire i processi di privatizzazione che hanno creato una manodopera nei servizi con contratti sfavorevoli, part time, ricattabile con i capitolati degli appalti al ribasso. Anni di blocco dei contratti e della contrattazione, salari fermi, turn over inesistente, perdita di potere di acquisto che in pochi anni ha tolto dalle nostre tasche non meno di 6500 euro, una divisione crescente tra lavoratori attraverso la performance e una contrattazione decentrata che non ha restituito soldi ma acuito le disuguaglianze In questi anni i lavoratori e le lavoratrici della PA non hanno saputo costruire istanze comuni con la cittadinanza che beneficia dei servizi pubblici, da qui bisogna ripartire per una campagna nazionale contro le privatizzazioni e gli appalti senza diritti I prossimi decreti attuativi della Legge Madia sanciranno un ulteriore attacco al Pubblico Impiego, già a fine Gennaio approveranno i licenziamenti facili contro chi falsifica le presenze, un provvedimento che viola perfino il diritto costituzionale alla difesa Delegati\e, lavoratori\trici presenti a Milano, realtà territoriali e del sindacalismo di base, RSU, sono accomunati da un unico intento: costruire insieme l’Assemblea Nazionale del 19 marzo 2016 preceduta da riunioni e incontri locali per dare concretezza al percorso avviato, percorso che vuole presentare piattaforme comuni all’interno degli enti e contribuire ad affermare una pratica democratica in antitesi alle attuali regole sulla rappresentanza che impediscono a tantissimi lavoratori il diritto di parola e di partecipazione alle trattative Recupero del potere di acquisto, potere di contrattazione, rinnovi contrattuali non al ribasso, piattaforme rivendicative discusse nei luoghi di lavoro, campagna per il pubblico contro le privatizzazioni / esternalizzazioni, una opposizione ai decreti attuativi della Madia e allo smantellamento del servizio sanitario, difesa dei posti di lavoro nelle partecipate sono i punti salienti dai quali ripartire su questi argomenti inizieranno a febbraio le riunioni nei territori per costruire dal basso una piattaforma unitaria e l’assemblea del pubblico impiego sempre a febbraio sarà attivata una pagina fb e un blog per dare visibilità mediatica alle iniziative e ai percorsi di lotta / discussione incamminiamoci verso l’assemblea nazionale del pubblico impiego.
Prime adesioni di lavoratori e delegati del Pubblico Impiego:
Federico Giusti (comune di Pisa) - Silvio Lombardi, Francesco Picone (comune di Buti) - Roberto Cerretini (comune di Crespina Lorenzana) - Roberta Colombini (camera di commercio Pisa) - Maria Falcone, Pierpaolo Cassarino (provincia di Pisa) - Luigi Casali (Inps, Alessandria) - Arturo Pinotti, Michele Salvi, Donatella Biancardi, Giuseppe Binosi, Giorgio Gallo (Regione Lombardia) - Celeste Giacon, Bruno Marzola (Ag. Entrate Padova) – Gabriele Roberto (ex Inps Roma) - Fausto Sartorato, Carlo Rimoldi (comune di Busto Arsizio) - Giuseppina Amato (Icp Niguarda, Milano) - Fiorenzo Campagnolo (Cascina Costa) - Ivan Bettini, Antonio Cusimano, Roberto Firenze, Gianluca Cangini, Angela Foggetta, Davide Renoffio, Lorenzo Angelillo (comune di Milano) - Gino Orsini (A. O. Salvini di Garbagnate Milanese) - Carmela Carbone, Giampiero Vergata, Olga Sudano, Salvatore Giunta (comune di Cologno Monzese) - Cinzia Guarducci (Inps Milano Nord)
Sito: https://pubblicoimpiegoinmovimento.wordpress.com
Email: piinmovimento@libero.it
Pagina Fb: Pubblico Impiego in Movimento
Twitter: @PIinmovimento
Documenti Convegno “Diritto alla Salute e sanità integrativa” del 16/01/2016 – Milano
Introduzione di Piergiorgio Duca
prof. Giorgio Cosmacini – docente di storia della medicina e della Sanità dell’Università Vita e Pensiero:
“la nascita della sanità pubblica e la sua evoluzione ai giorni nostri”
dott. Alberto Donzelli (esperto di sanità pubblica):
“dal mito della prestazione sanitaria alla sanità integrativa”
Aldo Gazzetti (esperto di sanità pubblica):
“..la sanità integrativa minaccia la copertura sanitaria di tipo universale (esempio spagna da universale ad assicurativa obbligatoria —–> modello francese e tedesco)? forme di copertura sostitutiva
prof. Piergiorgio Duca – docente di biometria e statistica medica Università di Milano:
l’Università serve per la formazione di operatori sanitari e sociali preparati per affermare il diritto alla salute?”
medicinademocratica.org
prof. Giorgio Cosmacini – docente di storia della medicina e della Sanità dell’Università Vita e Pensiero:
“la nascita della sanità pubblica e la sua evoluzione ai giorni nostri”
dott. Alberto Donzelli (esperto di sanità pubblica):
“dal mito della prestazione sanitaria alla sanità integrativa”
Aldo Gazzetti (esperto di sanità pubblica):
“..la sanità integrativa minaccia la copertura sanitaria di tipo universale (esempio spagna da universale ad assicurativa obbligatoria —–> modello francese e tedesco)? forme di copertura sostitutiva
prof. Piergiorgio Duca – docente di biometria e statistica medica Università di Milano:
l’Università serve per la formazione di operatori sanitari e sociali preparati per affermare il diritto alla salute?”
medicinademocratica.org
giovedì 28 gennaio 2016
fondi pensione chiusi - dipendenti Pubblico Impiego PERSEO-SIRIO-ESPERO: NON C’E’ LIMITE AL PEGGIO
Ma voi vi sentite
tranquilli ad affidare il vostro Tfr in queste
mani??
Le OS confederali si stanno impegnando in una furiosa
campagna pubblicitaria dei fondi di previdenza complementare, ma più il tempo
passa e sempre più numerosi sono gli argomenti per diffidare. Curiosa anche la
solerzia del Governo che ha stanziato aumenti da elemosina per i rinnovi
contrattuali, ha drasticamente stravolto il sistema pensionistico ma sperpera
denaro pubblico per sostenere la previdenza complementare. Ricordiamo la fusione
forzata dei due fondi Perseo e Sirio che, a causa delle scarse adesioni,
rischiavano di collassare.
Ma ecco che emergono nuove informazioni
che alimentano le nostre perplessità:
Per il fondo Perseo Sirio ed Espero la banca depositaria è
l'Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane (Icbpi) detentore del
circuito Catar Si. Fino a poco tempo fa questo Istituto era formato da un
cartello di undici banche: Credito Valtellinese, Banco Popolare, Banca Popolare
di Vicenza, Bper banca, Icrrea Holding, Ubi banca, Banca Popolare di Cividale,
Banca Sella, Gruppo Banca Carige, Banca Popolare di Milano. Di questo cartello
ben 7 erano considerate a rischio medio ed elevato come la famosa Banca Etruria
ed la Banca Sella condannata per il bidone dei tango bond argentini. Lo scorso
19 dicembre l'Icbpi ha venduto l'89% del suo capitale riducendo
drasticamente la presenza delle banche a rischio. Ma possiamo stare tranquilli?
Secondo noi no. L'acquirente è la Mercury Italy srl veicolo dei fondi Advent,
Bain e Clessidra. Qui abbiamo un conflitto di interessi fondi detentori di altri
fondi un evento non raro nella finanza creativa ma che è uno dei motivi della
finanza gonfiata che è poi scoppiata nella bolla della crisi economica. Questa
Mercury Italy srl è una società a responsabilità limitata che le fonti
giornalistiche accreditano con una capitale di soli 10 mila euro versati dalla
Mercury Uk Holdco Limited di Londra altra società a responsabilità limitata. E
qui ci chiediamo con soli 10 mila euro e con la formula della responsabilità
limitata chi garantisce per i nostri soldi? Ci dicono che i fondi sono garantiti
e quindi portiamo a casa almeno il nostro capitale, ma ripetiamo con 10 mila
euro? La soluzione è solo una: garantisce lo Stato grazie alle nostre tasse,
grazie al blocco dei nostri contratti, grazie alle pensioni sempre più misere ai
tagli della sanità.
In parole povere garantiamo noi
stessi.
Ma non è ancora finita l'acquisto da parte di Mercury Italy
srl dell'89% del capitale di Icbpi sarà un operazione di 2,15 miliardi di euro
di questa cifra 1,1 miliardi saranno coperti tramite bond (obbligazioni)
lanciati dalla Mercury ma dietro ci sono tre colossi bancari come la britannica
Hsbc e le statunitensi Goldman Sachs e Jp Morgan. Tutte banche coinvolte in
scandali legati alla mancata informazione dei loro risparmiatori sui rischi
finanziari legati a titoli spazzatura che hanno venduto come oro e che sono
state fra le cause della crisi economica cominciata nel 2008.
A questo punto voi vi sentite tranquilli
ad affidare il vostro Tfr in queste mani? Noi no.
Vergognosa la funzione svolta dalle OS confederali che
invece di mobilitare i lavoratori per una controriforma pensionistica si rendono
complici di questo teatrino. Anzi nella bozza di rinnovo contrattuale dei
trasporti hanno inserito un articolo in cui obbligano i lavoratori al versamento
di 90 euro al fondo di previdenza complementare Priamo, una scelta vergognosa
sia perché raggira la volontà di tutti i lavoratori (e sono la stragrande
maggioranza) contrari, sia perché accetta supinamente lo smantellamento della
pensione pubblica.
25 gennaio 2016
mercoledì 27 gennaio 2016
GRANDE DISTRIBUZIONE: PADRONI, ISTITUZIONI, CGIL, CISL, UIL, TUTTI UNITI CONTRO I LAVORATORI IN LOTTA
NASCE
LA SANTA ALLEANZA CONTRO CHI LOTTA
PER
PORTARE DIRITTI E LEGALITA' ALL'INTERNO DEI MAGAZZINI.
Il 19 gennaio si è riunito, convocato dalla dalla
Regione Veneto, un tavolo che ha visto la partecipazione, oltre che della
Regione Veneto, nella figura dell'Assessore Reg. al Lavoro Donazzan, della
provincia di Padova, di Cgil, Cisl e Uil, Legacoop, le società Prix,
Despar-Aspiag, Trasporti Romagna-Mg Service, Alì, Unicomm, avente come titolo:
“contro mobilitazioni selvagge” e per chiedere ai Prefetti di tutte le provincie
il “ripristino della legalita”.
Questo tavolo è stato convocato dopo che nelle scorse
settimane in alcuni dei magazzini di proprietà dei soggetti convocati si sono
tenute iniziative di lotta che hanno posto come rivendicazioni il riconoscimento
di alcuni obiettivi già ottenuti in moltissimi altri magazzini del settore:
avere garanzie in caso di cambio di appalto, avere delucidazioni in merito alla
chiusura del magazzino MaxiD di Montegalda dove operano 120 lavoratori, ottenere
malattia e infortunio integrati al 100%, istituti contrattuali al 100%, un buono
pasto, il riconoscimento dell'anzianità pregressa e la mezz'ora di pausa
retribuita.
Per avere un'idea della gravità di quanto accaduto il 19
gennaio, basti pensare che, da una parte si sono messe assieme catene di
supermercati da sempre concorrenti, dall'altra, Regione, Provincia di Padova,
Legacoop, Cgil, Cisl, Uil, hanno trovato il modo di condividere una comune
crociata contro chi ha osato mettere in discussione una situazione divenuta
oramai insostenibile dal punto di vista dei lavoratori. In particolare, dobbiamo
ancora assistere a licenziamenti di massa in occasione di cambi di appalto,
legittimati in qualche modo dalla legge. E, da parte delle Istituzioni e dei
sindacati collusi, non una parola viene spesa contro questa “libertà” garantita
dalla legge nel lasciare a casa le persone, o nel togliere diritti acquisiti,
grazie al cambio di appalto. Così è successo nel magazzino Prix di Grisignano di
Zocco, dove il giorno 15 di gennaio Prix dava disdetta alla cooperativa Leone,
lasciando a casa tutti e 70 i lavoratori e ingaggiando una nuova cooperativa che
immetteva nel magazzino nuovi lavoratori.
Così succede in moltissime altre situazioni dove grazie
al cambio di appalto si perdono per la strada diritti acquisiti o addirittura il
posto di lavoro. Si tratta di una norma contrattuale infame, quella che non
garantisce il passaggio di tutti i lavoratori in caso di cambio di appalto alle
medesime condizioni, che deve essere essere assolutamente
cambiata. Questo obiettivo, già conquistato con alcuni dei corrieri
principali, deve diventare un obiettivo centrale da raggiungere per
impedire le infamie che abbiamo sotto gli occhi.
La mancanza di una normativa in questo senso ha portato
anche alla situazione gravissima verificatasi alla Bormioli di Fidenza, dove,
sempre grazie al cambio di appalto la CGIL si è accordata con i padroni per
cancellare diritti acquisiti, quali l'anzianità di magazzino, i livelli e messo
in discussione l'organico. A fronte della sacrosanta risposta messa in campo dai
facchini abbiamo assistito ad un uso spropositato della polizia e siamo arrivati
al fatto che CGIL ha organizzato un corteo dei lavoratori dipendenti da Bormioli
contro i facchini in lotta. Tutto ciò, a conferma che il connubio
sindacati-padroni è diventato oramai un vero e proprio matrimonio
indissolubile.
A fronte di questa situazione che costringe i lavoratori
a lottare, a volte anche in forme dure, ma adeguate al livello delle
ingiustizie subite, si produce quindi un blocco di potere economico e politico
che ha come unico scopo quello di bloccare lo sviluppo di un movimento di lotta
che rivendica diritti e che, paradossalmente, ha portato legalità in un
comparto, da sempre attraversato dalle forme più odiose di sfruttamento che
rasenta la schiavitù, e che risente anche di pesanti infiltrazioni mafiose.
Se, fino a qualche tempo fa poteva ancora esserci
qualche dubbio circa il fatto che Cgil, Cisl e Uil potessero ancora
rappresentare in parte interessi dei lavoratori, oggi, entrando a far parte di
questa “santa alleanza” contro le lotte dei facchini, cancellano ogni dubbio
sulla metamorfosi che hanno subito e che li rende oggi parte determinante del
sistema di sfruttamento. La cosa è ancora più grave se pensiamo che questo
appello alle Prefetture ad intervenire con la forza per ripristinare la
“legalità” si rivolge ad un comparto con una forza lavoro supersfruttata e dove
i diritti si sono conquistati solo ed esclusivamente con quelle lotte che oggi
diventano oggetto di campagna militare da parte del neocostituitosi “blocco
d'ordine”.
Ci rivolgiamo
quindi a tutti quei lavoratori che ancora oggi pensano di avere a che fare con
dei sindacati che tutelano i diritti dei lavoratori, per far capire che ogni
velo di ipocrisia è caduto e che la riunione di Venezia, e quanto sta avvenendo
a Fidenza alla Bormioli, sono la dimostrazione lampante di una scelta di campo,
da parte di CGIL CISL e UIL, totalmente schierata con i poteri forti contro i
lavoratori.
SI COBAS _ ADL COBAS
L’azienda fallita rinasce grazie ai lavoratori e a un nuovo imprenditore
Fra tante brutte notizie sul mondo del lavoro delle quali ci siamo occupati in questi anni di crisi è un sollievo dare spazio a storie come quella che vede protagonisti i lavoratori di un’azienda grafica fallita che ora hanno ritrovato il proprio posto di lavoro.
Si tratta della Industrie Grafiche Servi di Busto Arsizio, per la quale è stato decretato il fallimento nel maggio del 2015 dopo alcuni anni di grosse sofferenze finanziarie. «Per noi sono stati anni difficili – racconta un lavoratore -, anni di incubi notturni tra cassa integrazione, stipendi a metà o in ritardo e un orizzonte torbido davanti agli occhi. molti di noi se la sono passata male con la prospettiva di perdere il proprio posto di lavoro».
La Cosmografica Albertini di Robecco sul Naviglio si è aggiudicata l’intero asset aziendale fallito assumendosi l’impegno della riassunzione del 70% dei lavoratori impiegati. «Per noi è stato un acquisto strategico vista la nostra simile attività industriale – spiegaEmilio Albertini di Cosmografica -. Quando abbiamo sentito delle difficoltà economiche della Industrie Grafiche Servi abbiamo capito che la sua storia e il know how costituito dai suoi lavoratori non poteva andare disperso e quindi abbiamo acquistato».
martedì 26 gennaio 2016
ASST VALLE OLONA (Ospedali Gallarate/Busto Arsizio): ASSEMBLEA PER TUTTI GLI ISCRITTI E SIMPATIZZANTI
LE
OO.SS.
FSI
– NURSIND – NURSING UP – ADL – CONFASI
HANNO INDETTO UN’ASSEMBLEA
PER TUTTO IL PERSONALE DEL
COMPARTO DELLA ASST VALLE OLONA
NEI PRESIDI DI:
SOMMA
LOMBARDO
1 FEBBRAIO 2016
DALLE ORE 14.30 ALLE ORE 16.30
- AULA SINDACALE
GALLARATE
2 FEBBRAIO 2016
DALLE ORE 14.30 ALLE ORE 16.30
- AULA DIDATTICA RAD. TROTTI M.
ANGERA
3 FEBBRAIO 2016
DALLE ORE 14.30 ALLE ORE 16.30
- AULA EX SCUOLA INF.
CON
IL SEGUENTE ODG:
Ø SITUAZIONE
DEL PERSONALE PRECARIO E STABILIZZAZIONE;
Ø PROGRESSIONI
ECONOMICHE ORIZZONTALI PER IL PERSONALE
DELLA
EX AO DI GALLARATE;
Ø PART-TIME;
Ø MOBILITA’
INTERNA;
Ø GETTONE
DISAGIO;
Ø VARIE
ED EVENTUALI.
SI
RICORDA CHE TUTTI I LAVORATORI HANNO DIRITTO CONTRATTUALMENTE A N. 12 ORE ANNUE
RETRIBUITE PER LA PARTECIPAZIONE ALLE ASSEMBLEE.
PENSIONI, BLOCCO DELLA PEREQUAZIONE: Il TRIBUNALE DI PALERMO DA’ RAGIONE ALLA CIDA (Comunicato CIDA sul pronunciamento del tribunale di Palermo)
Con ordinanza del 22 gennaio 2016 il Tribunale di Palermo, nel procedimento promosso da CIDA e dalle proprie Federazioni, per conto del dott. Giuseppe Cardinale, ha dichiarato non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale del comma 25 dell’art. 24 del decreto legge n. 201/2011, convertito nella Legge 214/2011, come recentemente modificato dal decreto legge n. 65/2015 convertito nella legge n. 109/2015, nella parte in cui prevede che per i pensionati, titolari di trattamento pari o inferiore a cinque volte il minimo Inps, sia riconosciuta la rivalutazione nella misura solo del 20%.Il Tribunale di Palermo ha infatti ritenuto che “la suddetta rivalutazione è di entità talmente modesta da indurre a ritenere che anche la nuova normativa mantenga un contrasto con i principi dettati dalla Costituzione e con l’interpretazione che degli stessi principi ha fornito la Corte Costituzionale”.
dallapartedeilavoratori.blogspot.it
dallapartedeilavoratori.blogspot.it
Fidenza:Cgil-Cisl-Uil in piazza…ma contro chi lotta
A Fidenza con la manifestazione Cgil Cisl Uil contro gli scioperi alla Bormioli di oggi è andato in scena il funerale del sindacalismo confederale. Chiamare alla mobilitazione lavoratori contro altri lavoratori e’ la negazione stessa di natura e ruolo del sindacato. Un tempo a Parma la Cgil, durante i grandi scioperi dei primi del novecento, portava i lavoratori a respingere, anche con durezza, i treni dei crumiri organizzati dai padroni per spezzare la lotta. Di quella storia restano solo bandiere e memorie comode per convegni. Oggi il sindacalismo di mestiere sembra sull’orlo di organizzare i treni dei crumiri. Così si fa carta straccia della ragioni della solidarietà, della democrazia e delle libertà. Dirigenti sindacali che manifestano per chiedere il diritto al lavoro contro chi sciopera esprimono la difesa di se stessi ma lo fanno contro la Cgil, contro i bisogni del mondo del lavoro. Certo che può accadere in una vertenza uno scontro tutto interno al mondo del lavoro, specie quando il lavoro è frammentato e vive condizioni diverse. Ma mai un sindacato degno di questo nome può organizzare lavoratori contro altri lavoratori che lottano. Mai.
Sergio Bellavita.
sindacatounaltracosa.org
Sergio Bellavita.
sindacatounaltracosa.org
lunedì 25 gennaio 2016
LA SANITA’ INTEGRATIVA E’ LO STRUMENTO PER CHIUDERE IL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE
LA
SANITA’ INTEGRATIVA
E’
LO STRUMENTO PER CHIUDERE
IL
SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE
L’assistenza sanitaria integrativa è una forma
di tutela assicurativa che permette di integrare o sostituire le prestazioni
pubbliche nell’ambito del servizio sanitario.
PERCHE’ LA SANITA’
INTEGRATIVA?:
- Salverebbe il servizio sanitario dalla sua
insostenibilità (viene detto che con l’allungarsi della speranza di vita non si
può dare tutto a tutti),
- Per avere maggiori possibilità e in tempi
brevi (=evitare le liste di attesa), di fare tutte le visite, esami e
prestazioni sanitarie,
- Per fare prestazioni sanitarie “preventive”
(ovvero visite, esami, somministrazione di farmaci a scopo di mantenimento e
controllo della propria salute.
Ed infatti Forze politiche di governo e
opposizione, intermediari finanziari, centrali cooperative, grandi aziende,
OO.SS., intere categorie di lavoratori e molti attori in Sanità sono uniti nella
richiesta di incentivare i fondi sanitari integrativi come “secondo pilastro”
del SSN. Confindustria e Confcommercio hanno messo in campo tutto il loro peso.
Ad esempio nei contratti di lavoro si stabilisce di dare meno (o nullo)
salario per fornire un’assicurazione sanitaria integrativa (e altre forme di cd
Welfare).
AL CONTRARIO LA SANITA’
INTEGRATIVA INVECE DI GARANTIRE LA SALUTE INCREMENTA IL CONSUMO SANITARIO E
FAVORISCE GLI EROGATORI DI PRESTAZIONI SANITARIE, QUINDI DIVENTA PRINCIPALMENTE
UNA FONTE DI PROFITTO:
a) Viene falsificato il concetto e la
pratica della PREVENZIONE che vuol dire evitare che si producano di malattie
e di disagi. Il suo obiettivo è quello andare alle cause che fanno perdere la
salute. Ad esempio non essere esposti ad inquinamento ambientale o lavorativo;
condurre uno stile di vita sano (alimentazione corretta, attività fisica, senza
fumo, e stress Non
saranno i chek up o gli screening non validati a garantire più
salute.
b) Viene nascosta la differenza fra i
diversi sistemi sanitari: quelli fondati sulle assicurazioni sono molto più
costosi e meno efficaci (USA,Svizzera,Olanda) di quelli universalistici (Italia,
Inghilterra Spagna).
c) I circa 300 erogatori di prestazioni
sanitarie integrative o sostitutive portano ad adottare lunghe e complesse
pratiche burocratiche piuttosto che dedicare tempo da parte degli operatori,
medici e infermieri compresi, alle cure e alla relazione con i pazienti d)
Aumentano le diseguaglianze: Possono ottenere forme di sanità integrative coloro
che hanno possibilità contrattuali (sono in aziende o luoghi di lavoro di una
certa entità, o i professionisti con consistenti entrate), restano fuori i
precari, i disoccupati, i lavoratori di piccole aziende: nella sostanza la
maggioranza della popolazione che però deve coprire con le proprie imposte le
esenzioni fiscali di chi ottiene la ottiene.
PERCHE’ NON
RICONQUISTARE UN SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE PUBBLICO E PARTECIPATO, UNIVERSALE
E GRATUITO FONDATO SULLA PREVENZIONE E PAGATO DALLA FISCALITA’
GENERALE?
Medicina Democratica / Rete per il Diritto alla Salute Lombardia - 20
gennaio 2016
Azzardo, i comuni arruolano cittadini contro le slot machine
Con il progetto shot@slot (spara alle slot) nella zona di Gallarate (Varese) verranno creati gruppi di attivisti che lanceranno campagne di sensibilizzazione sui rischi di dipendenza dal gioco d'azzardo. In provincia il 5,4% del Pil finisce nelle macchinette, circa 240 milioni di euro all'anno
25 gennaio 2016
MILANO - Cercasi volontari per la guerra contro il gioco d'azzardo. Con il progetto shot@slot (spara alle slot) i comuni della zona di Gallarate, in provincia di Varese, vogliono formare gruppi di cittadini che diventeranno, dopo un breve corso di formazione, promotori di campagne contro le slot machine. Il corso sarà tenuto dall'Associazione And-Azzardo e Nuove Dipendenze con i fondi della Regione Lombardia. Il primo incontro è previsto per il 27 gennaio a Gallarate. Nonostante i toni bellicosi del titolo del progetto l'intento è assolutamente pacifico. "Il verbo “sparare” è infatti la traduzione letterale dall’inglese “to shoot”, che significa anche fotografare e filmare -spiega l'associazione And-. L’obiettivo primario del percorso, che si articolerà in tre mezze giornate fino a maggio e si svolgerà in forma itinerante, è quello di trasformare i cittadini in protagonisti attivi contro l’azzardo, attraverso la creazione e la realizzazione di forme comunicative mirate ed efficaci".
domenica 24 gennaio 2016
ASST VALLE OLONA (Ospedali Gallarate/Busto Arsizio): NON CI RESTA CHE PIANGERE
ASST VALLE OLONA
(Ospedali Gallarate/Busto Arsizio)
NON CI RESTA CHE PIANGERE
ADL non intende offendere nessuno, ma….
Vorremmo evitare un battibecco da “comari” per il rispetto verso chi legge ma ci sembra doveroso approfondire alcuni aspetti della vicenda che riteniamo non sufficientemente chiariti.Quello che avevamo intenzione di dire nel nostro precedente comunicato non era una questione numerica, su quale maggioranza ha votato, ma semplicemente dire che è stato approvato un regolamento di funzionamento della RSU che riteniamo
antidemocratico per i motivi che avevamo già elencato, ma che riteniamo opportuno riportare:
–la NON sostituzione dei delegati RSU che si dimettono o sono collocati a riposo (non solo non è legale ma sconvolgerebbe gli equilibri della RSU);
–una delegazione trattante (chi va in trattativa) di solo 13 delegati RSU su 54, mentre ADL ha proposto l'uguaglianza di tutti i delegati;
–la convocazione della RSU almeno 3 volte l'anno (come si fa altrimenti a discutere i numerosi problemi degli ospedali?);
–la delegazione trattante ha il potere decisorio su preintese e accordi se il peso specifico dei componenti raggiunga il 51% (significa che una decisione urgente può essere presa da 7 delegati RSU su un totale di 54 RSU);
–i coordinatori hanno diritto al 20% delle ore sindacali.
Per eccesso di precisione ci teniamo a esplicitare, per l’ennesima volta, che, approvare un accordo, anche se urgente, votando in 7 (dicasi sette) RSU su 54 RSU eletti dai lavoratori, non ci sembra molto democratico, indipendente da chi lo decide, vogliamo parlare di rispetto dei lavoratori?
Per quanto riguarda l’eredita “pesante” dell’attività delle RSU dell’Ospedale di Gallarate, è vero, molte cose non sono state fatte, ma come già detto, ADL poteva vantare 2 delegati su 24 e per tanti anni ha dovuto sottostare alla maggioranza delle RSU. Ci sembra superfluo ricordare quali fossero le sigle delle OS che componevano la maggioranza dell’Ospedale di Gallarate, cui devono essere
accollati onori (pochi) e oneri (tanti).
Per finire riteniamo che metterla sul “personale” sia poco etico oltre che decisamente poco professionale per chi rappresenta un sindacato di dimensioni nazionali, ma se si vuole procedere su questa strada ADL, come già dimostrato, non si tira indietro, saranno i lavoratori a valutare chi opera nel loro interesse.
«Il dirigente che non licenzia sarà licenziato: le nuove regole del lavoro pubblico»
I LUOGHI COMUNI SULLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Il consiglio dei ministri ha licenziato il decreto legislativo sui licenziamenti discplinari dei dipendenti pubblici ma , in attesa di leggere il testo, dalle prime anticipazioni si capisce che c'è ben altro oltre ai provvedimenti contro i Furbetti del cartellino.
Intanto, fino ad oggi, un provvedimento disciplinare si chiudeva entro 60\120 giorni, da oggi in poi in soli 30 giorni
La immediata sospensione da lavoro avverrà senza il preventivo obbligo di ascoltare il diretto interessato determinando cosi' la impossibilità di esercitare il diritto alla difesa
La Corte dei Conti poi, entro 90 giorni, dal licenziamento per assenteismo dovrà concludere la procedura per chiedere i danni al licenziato lasciando la valutazione dell'importo alla discrezione del Giudice contabile
Il dirigente poi che non dovesse partire con il licenziamento immediato sarà accusato di omissione di atti di ufficio, pagherà di tasca sua e sarà sottoposto a un provvedimento disciplinare
L'obiettivo in realtà è un altro: installare telecamere in ogni luogo di lavoro, sistemi gps per controllare ogni movimento del dipendente pubblico, le normative oggi esistente hanno già iniziato ad essere modificate con i decreti attuativi del jobs act ma al peggio non c'è mai fine.
La pubblica amministrazione diventa il banco di sperimentazione di un controllo sociale che riguarderà tutto il mondo del lavoro.
Nel decreto legislativo c'è ben altro, per esempio verranno abbattuti i tempi per le autorizzazioni alle grandi opere, pratiche per le quali oggi sono necessari tra i 30 e i 180 giorni saranno sbrigate dai 30 ai 90 dì. E attenzione che parliamo non di semplici opere ma di interventi complessi che necessitano delle autorizzazioni a tutela ambientale, a salvaguardia della salute pubblica o del territorio. Un lasso di tempo cosi' ristretto permetterà di aggirare vincoli paesaggistici e di abbassare la guardia in materia di salvaguardia dell'ambiente e della nostra salute
Le piccole amministrazioni, tenute fino ad oggi a rispettare la legge sulla trasparenza a partire dai siti internet e dalla accessibilità ai dati (che sovente viene aggirata), saranno esentate mentre l'obbligo alla trsaprenza resta solo per le amministrazioni in possesso di grandi bache dati
Ma un 'altra osservazione va fatta in merito al trattamento riservato al personale della pubblica amministrazione nel resto d'Europa
Pochi sanno per esempio che in Francia i dipendenti pubblici sono il 20% della forza lavoro , hanno un orario di 37 ore settimanali ma guadagnano in media circa 2400 euro, quasi 1000 euro in piu' dei colleghi italiani, basti pensare che un diipendente degli enti locali francesce porta a casa circa 1840 euro al mese e un italiano arriva mediamente a 1400 euro. In Gran Bretagna i salari pubblici sono piu' alti di quelli privati, in Spagna negli anni passati hanno invece soppresso le tredicesime e quel modello viene oggi assunto da modello in Italia
Dietro al licenziamento facile dei furbetti c'è quindi ben altro, per esempio la estensione del jobs act alla pubblica amministrazione e porre fine al diritto alla reintegra
Dietro alla campagna contro i fubetti si cela una feroce ristrutturazione delle aziende partecipate con la eliminazione nell'arco di pochi anni di 7000 delle attuali 800a aziende a partecipazione pubblica con il Ministero dell'economia e una task force a vigilare sulla tempestività del processo . Migliaia di lavoratori delle partecipate correranno seri pericoli perchè fino ad oggi c'era la opzione della mobilità tra aziende, un domani questa possibilità non ci sarà piu'
Il dipendente pubblico è quindi facile preda del populismo renziano ma soprattutto non dimentichiamo che la stragrande maggioranza del personale della pa vive con salari bassi, carichi di lavoro in aumento, senza turn over e senza rinnovi contrattuali
Di questa situazione non bisogna parlare e in tale ottica il dipendente pubblico deve essere sottoposto al pubblico ludibrio
Il lavoratore pubblico senza contratto, malpagato e svalorizzato viene cancellato agli occhi della opinione pubblica e al suo posto nell'immaginario collettivo resta il timbratore fraudolento. Va cosi' in porto la riforma della Pa del Governo Renzi.
cobaspisa.it
Il consiglio dei ministri ha licenziato il decreto legislativo sui licenziamenti discplinari dei dipendenti pubblici ma , in attesa di leggere il testo, dalle prime anticipazioni si capisce che c'è ben altro oltre ai provvedimenti contro i Furbetti del cartellino.
Intanto, fino ad oggi, un provvedimento disciplinare si chiudeva entro 60\120 giorni, da oggi in poi in soli 30 giorni
La immediata sospensione da lavoro avverrà senza il preventivo obbligo di ascoltare il diretto interessato determinando cosi' la impossibilità di esercitare il diritto alla difesa
La Corte dei Conti poi, entro 90 giorni, dal licenziamento per assenteismo dovrà concludere la procedura per chiedere i danni al licenziato lasciando la valutazione dell'importo alla discrezione del Giudice contabile
Il dirigente poi che non dovesse partire con il licenziamento immediato sarà accusato di omissione di atti di ufficio, pagherà di tasca sua e sarà sottoposto a un provvedimento disciplinare
L'obiettivo in realtà è un altro: installare telecamere in ogni luogo di lavoro, sistemi gps per controllare ogni movimento del dipendente pubblico, le normative oggi esistente hanno già iniziato ad essere modificate con i decreti attuativi del jobs act ma al peggio non c'è mai fine.
La pubblica amministrazione diventa il banco di sperimentazione di un controllo sociale che riguarderà tutto il mondo del lavoro.
Nel decreto legislativo c'è ben altro, per esempio verranno abbattuti i tempi per le autorizzazioni alle grandi opere, pratiche per le quali oggi sono necessari tra i 30 e i 180 giorni saranno sbrigate dai 30 ai 90 dì. E attenzione che parliamo non di semplici opere ma di interventi complessi che necessitano delle autorizzazioni a tutela ambientale, a salvaguardia della salute pubblica o del territorio. Un lasso di tempo cosi' ristretto permetterà di aggirare vincoli paesaggistici e di abbassare la guardia in materia di salvaguardia dell'ambiente e della nostra salute
Le piccole amministrazioni, tenute fino ad oggi a rispettare la legge sulla trasparenza a partire dai siti internet e dalla accessibilità ai dati (che sovente viene aggirata), saranno esentate mentre l'obbligo alla trsaprenza resta solo per le amministrazioni in possesso di grandi bache dati
Ma un 'altra osservazione va fatta in merito al trattamento riservato al personale della pubblica amministrazione nel resto d'Europa
Pochi sanno per esempio che in Francia i dipendenti pubblici sono il 20% della forza lavoro , hanno un orario di 37 ore settimanali ma guadagnano in media circa 2400 euro, quasi 1000 euro in piu' dei colleghi italiani, basti pensare che un diipendente degli enti locali francesce porta a casa circa 1840 euro al mese e un italiano arriva mediamente a 1400 euro. In Gran Bretagna i salari pubblici sono piu' alti di quelli privati, in Spagna negli anni passati hanno invece soppresso le tredicesime e quel modello viene oggi assunto da modello in Italia
Dietro al licenziamento facile dei furbetti c'è quindi ben altro, per esempio la estensione del jobs act alla pubblica amministrazione e porre fine al diritto alla reintegra
Dietro alla campagna contro i fubetti si cela una feroce ristrutturazione delle aziende partecipate con la eliminazione nell'arco di pochi anni di 7000 delle attuali 800a aziende a partecipazione pubblica con il Ministero dell'economia e una task force a vigilare sulla tempestività del processo . Migliaia di lavoratori delle partecipate correranno seri pericoli perchè fino ad oggi c'era la opzione della mobilità tra aziende, un domani questa possibilità non ci sarà piu'
Il dipendente pubblico è quindi facile preda del populismo renziano ma soprattutto non dimentichiamo che la stragrande maggioranza del personale della pa vive con salari bassi, carichi di lavoro in aumento, senza turn over e senza rinnovi contrattuali
Di questa situazione non bisogna parlare e in tale ottica il dipendente pubblico deve essere sottoposto al pubblico ludibrio
Il lavoratore pubblico senza contratto, malpagato e svalorizzato viene cancellato agli occhi della opinione pubblica e al suo posto nell'immaginario collettivo resta il timbratore fraudolento. Va cosi' in porto la riforma della Pa del Governo Renzi.
cobaspisa.it
Crescono i minori poveri in Europa, in Italia sono oltre un milione
Rapporto Save the Children: nel mondo 570 milioni in condizione di estrema povertà; nei paesi Ocse in 30 milioni vivono in povertà relativa. In Ue (con Svizzera, Norvegia e Islanda) dal 2008 al 2012 un milione in più di minori poveri. “Dati sottostimati di oltre il 25%”
20 gennaio 2016
ROMA - Sono 570 milioni i bambini che vivono in condizioni di estrema povertà nel mondo e 750 milioni sono vittime di deprivazioni di vario tipo. Più di 950 milioni i minori che rischiano invece di cadere in povertà. All’apertura del World Economic Forum di Davos, Save the children lancia il nuovo rapporto “Povertà minorile nel mondo” che fotografa un fenomeno drammatico e non limitato ai soli paesi a basso reddito: circa il 73% delle persone povere nel mondo vivono infatti in paesi a medio reddito e anche tra i paesi più ricchi le deprivazioni, in particolare sui minori, sono estremamente presenti per molti di loro. Sono 30 milioni i minori che vivono in condizioni di povertà relativa nei paesi Ocse; a rischio povertà ed esclusione sociale il 27% dei bambini nell’Ue, un dato che dal 2008 al 2012 è cresciuto di 1 milione nei paesi dell’Unione Europea, più Svizzera, Norvegia e Islanda. Si tratta nella maggior parte dei casi di bambini che provengono da nuclei monoparentali, spiega il rapporto, hanno genitori stranieri o si trovano in famiglie in cui i genitori hanno forti difficoltà occupazionali.
venerdì 22 gennaio 2016
Personale comparto scuola e AFAM, accesso al trattamento pensionistico
Sulla Gazzetta Ufficiale n. 302 del 30 dicembre 2015 è stata pubblicata la legge di stabilità
28 dicembre 2015, n. 208, entrata in vigore il 1° gennaio 2016, che all’art. 1, comma 264 ha
previsto quanto segue: “I lavoratori del comparto scuola e delle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM) i quali, a seguito dell'attività di monitoraggio e verifica relativa
alle misure di salvaguardia che ha dato luogo alla rideterminazione degli oneri di cui al comma 263
del presente articolo e che, in applicazione del procedimento di cui all'articolo 1, comma 193,
della legge 27 dicembre 2013, n. 147, che ha disposto il riconoscimento dell'applicazione della salvaguardia anche ai titolari di congedo, ai sensi dell'articolo 42, comma 5, del testo unico
di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, o di permessi, ai sensi dell'articolo 33,
comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, eccedenti il limite numerico previsto dal decreto-legge 31 agosto 2013, n. 102, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 ottobre 2013, n. 124,
e dalla legge 10 ottobre 2014, n. 147, hanno ricevuto la lettera di certificazione del diritto a pensione con decorrenza dal 1° settembre 2015, possono accedere al trattamento pensionistico a decorrere dal primo giorno successivo alla risoluzione del rapporto di lavoro, anche in deroga
alle disposizioni del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, e dell'articolo 59, comma 9, della legge 27 dicembre 1997, n. 449”.
28 dicembre 2015, n. 208, entrata in vigore il 1° gennaio 2016, che all’art. 1, comma 264 ha
previsto quanto segue: “I lavoratori del comparto scuola e delle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM) i quali, a seguito dell'attività di monitoraggio e verifica relativa
alle misure di salvaguardia che ha dato luogo alla rideterminazione degli oneri di cui al comma 263
del presente articolo e che, in applicazione del procedimento di cui all'articolo 1, comma 193,
della legge 27 dicembre 2013, n. 147, che ha disposto il riconoscimento dell'applicazione della salvaguardia anche ai titolari di congedo, ai sensi dell'articolo 42, comma 5, del testo unico
di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, o di permessi, ai sensi dell'articolo 33,
comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, eccedenti il limite numerico previsto dal decreto-legge 31 agosto 2013, n. 102, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 ottobre 2013, n. 124,
e dalla legge 10 ottobre 2014, n. 147, hanno ricevuto la lettera di certificazione del diritto a pensione con decorrenza dal 1° settembre 2015, possono accedere al trattamento pensionistico a decorrere dal primo giorno successivo alla risoluzione del rapporto di lavoro, anche in deroga
alle disposizioni del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, e dell'articolo 59, comma 9, della legge 27 dicembre 1997, n. 449”.
Pertanto, le sedi potranno procedere alla liquidazione del trattamento pensionistico dal primo
giorno successivo alla risoluzione del rapporto di lavoro, nei confronti del personale del
comparto scuola e AFAM, che ha ricevuto la lettera di certificazione del diritto a pensione
in salvaguardia a decorrere dal 12 novembre 2015, in applicazione dei c.d. “vasi comunicanti”.
Ammortizzatori sociali in deroga – decreto interministeriale
In data 24 dicembre 2015, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto
con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, ha emanato il decreto interministeriale
prot.n.40/0026591, che, all’art.1, dispone, per le finalità di cui all’articolo 44, comma 6,
del decreto legislativo n.148 del 14 settembre 2015, che le Regioni e le Province
autonome possano concedere i trattamenti di integrazione salariale e di mobilità, anche
in deroga ai criteri di cui all’articolo 2 e 3 del decreto interministeriale n.83473 del
1 agosto 2014 nella misura del 5% delle risorse attribuite con il D.I. n.90973
dell’8 luglio 2015, secondo la seguente ripartizione:
giovedì 21 gennaio 2016
Azienda Sanitaria Busto, AdL contesta il nuovo regolamento
Il 1° gennaio è nata la nuova azienda che accorpa anche quella di Gallarate. Il sindacato di base contesta il regolamento della Rsu
Prima riunione sindacale della Rsu della nuova Azienda Sanitaria Busto-Gallarate e prime contestazioni: riceviamo e pubblichiamo il comunicato di ADL sul regolamento sindacale
A lezione di inglese da un rifugiato e una prof. universitaria
L’hanno chiamato “English languaging workshop” ovvero una serie di incontri, i martedì dalle 18.30 alle 20 nella sede di Adl Cobas in via Toti 23 (fermata Borgomagno, Arcella) aperti a tutti e gratuiti. Per imparare l’inglese, o far pratica, parlando. Le lezioni sono iniziate a dicembre, il gruppo conta una decina di partecipanti e l’iniziativa è di Razzismo Stop, Adl Cobas e casa don Gallo, quella in via Tommaseo dove abitano 60 rifugiati. Non a caso uno dei due teacher è un ospite della casa, si chiama Dabre Tejane, è ghanese, ha 46 anni, e nel suo Paese era prof. di fisica e matematica. Ha poi insegnato per anni a Tripoli, Libia, fino al 2011 quando è scoppiata la guerra civile. E lui, su un barcone, è scappato in Italia. L’altra teacher è Francesca Helm (in foto con Dabre), inglese, ricercatrice a Scienze Politiche a Padova: «Un modo per imparare ma anche per conoscere, storie e persone. Vengono padovani, di varie età e professioni, sia principianti che esperti, e adesso vogliamo coinvolgere anche immigrati».
mattinopadova.gelocal.it
mattinopadova.gelocal.it
martedì 19 gennaio 2016
ASST VALLE OLONA: LA PRIMA RIUNIONE DELLE RSU CONGIUNTE PRODUCE UN REGOLAMENTO TOTALMENTE ANTIDEMOCRATICO
ASST VALLE OLONA: LA PRIMA RIUNIONE DELLE RSU CONGIUNTE
PRODUCE UN REGOLAMENTO TOTALMENTE ANTIDEMOCRATICO,
ANCHE LA CGIL SI ALLINEA ALLA UIL
Dalla Uil potevamo aspettarcelo (parlavano quasi esclusivamente due delegati SU 15), ma rimaniamo stupiti dalla Cgil che si comporta in maniera totalmente antidemocratica nonostante professi la democrazia in tutti i luoghi di lavoro.La prima RSU produce un regolamento che prevede:
–la NON sostituzione dei delegati che si dimettono o sono collocati a riposo (non solo non è legale ma sconvolgerebbe gli equilibri della RSU);
–una delegazione trattante (chi va in trattativa) di solo 13 delegati su 54, mentre ADL ha proposto l'uguaglianza di tutti i delegati;
–la convocazione della RSU almeno 3 volte l'anno (come si fa a discutere i numerosi problemi della nuova ASST);
–la delegazione trattante ha il potere decisorio su preintese e accordi se il peso specifico dei componenti raggiunga il 51% (significa che una decisione urgente può essere presa da 7 delegati su 54);
–i coordinatori hanno diritto al 20% delle ore sindacali CGIL e UIL (tranne ad Angera dove non hanno rappresentanza) si sono spartiti i coordinamenti. L'anno scorso a Gallarate tutti erano rappresentati (anche ADL che è contraria ai coordinatori aveva un componente nella segreteria). La cosa più grave è che il sindacato più votato nella vecchia RSU di Gallarate non ha un coordinatore. Ciò significa che i coordinatori di CGIL e UIL si spartiranno il 20% delle ore RSU che potrebbero invece essere usate per fare altre
assemblee (saremo costretti a fare 1/5 di assemblee in meno per regalare ore a 9 coordinatori).
Dopo una mattinata passata su questi argomenti, c'è di buono che nel pomeriggio la nuova maggioranza è stata costretta, nonostante non l'avessero previsto nell'ordine del giorno a parlare di argomenti seri:
–contratti a termine;
–progressioni economiche orizzontali
–disagio;
–problematiche tecnici di radiologia di Busto e Saronno;
–lavaggio divise dei dipendenti di Angera, ecc.
Per la nuova maggioranza per ora non sono importanti i tempi di vestizione.
Gallarate 19/1/2016
Bufera sulla nomina del dg Ilva Fu condannato per il rogo Thyssen
Nell’incendio accaduto nel 2007 morirono sette operai. Marco Pucci è stato nominato
dai commissari straordinari a capo dell’acciaieria ionica.
Il nuovo direttore generale dell’Ilva, Marco Pucci, è stato condannato per il rogo della ThyssenKrupp, che la notte tra il 5 e il 6 dicembre del 2007 uccise a Torino sette operai: Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Rocco Marzo, Bruno Santino e Antonio Schiavone. Ingegnere, anconetano, Pucci è stato nominato ieri dai commissari straordinari a capo dell’acciaieria tarantina, dove aveva già lavorato negli anni ‘90.
L’impianto accusatorio
Il Tribunale di Torino e la Corte d’Appello piemontese, che ha confermato l’impianto accusatorio, riducendo la pena da sette anni a 6 anni e dieci mesi, lo hanno considerato, assieme all’amministratore delegato Harald Espenhahn, e altri dirigenti, come Gerald Priegnitz, al direttore dello stabilimento, Raffaele Salerno, e agli ex addetti alla sicurezza dello stabilimento piemontese, responsabile della morte dei sette lavoratori a causa delle gravi carenze in tema di sicurezza nella fabbrica. Da oggi è al vertice del siderurgico tarantino in piena crisi produttiva, ambientale e di sicurezza.
"Un’altra visita per dimostrare la mia idoneità": la denuncia del docente disabile
ROMA – C'è, a quanto pare, una diffidenza diffusa intorno alle capacità degli insegnanti disabili: come se l'invalidità fisica certificata compromettesse la professionalità e le competenze di questi docenti. In pochi mesi, infatti, questa è già la seconda storia di questo tipo che redattore sociale racconta: a maggio quella di un docente precario di Termoli, rimasto sette mesi senza stipendio e sottoposto a una serie di accertamenti per verificare la sua “abilità”; oggi il caso di M., 40 anni tra pochi giorni, docente di Storia e filosofia presso un liceo del frusinate. “Ho una emiparesi spastica destra dalla nascita – ci spiega - Sono stato riconosciuto invalido al 100% con la dicitura (datata) risalente alla legge 118 del 1971, ‘Invalido con totale e permanente inabilità lavorativa’. E riconosciuto disabile secondo l' art. 3 comma 3”.
Tale invalidità non ha però mai compromesso l'attività lavorativa di M.: “insegno da 15 anni – ci racconta - e tuttora svolgo regolarmente la mia attività didattica. Ricevo attestati di stima sia dagli alunni che dai loro genitori, perché riesco a creare un clima di serenità, di positività, che favorisce l’apprendimento dei miei studenti”. Questo però evidentemente non basta alla dirigente scolastica dell'istituto, che “ha richiesto la visita collegiale presso la competente Commissione medica di verifica a Roma. Qualche giorno fa mi è stata consegnata la raccomandata, con la quale mi viene fissato l'appuntamento per il prossimo 3 febbraio”.
redattoresociale.it
Tale invalidità non ha però mai compromesso l'attività lavorativa di M.: “insegno da 15 anni – ci racconta - e tuttora svolgo regolarmente la mia attività didattica. Ricevo attestati di stima sia dagli alunni che dai loro genitori, perché riesco a creare un clima di serenità, di positività, che favorisce l’apprendimento dei miei studenti”. Questo però evidentemente non basta alla dirigente scolastica dell'istituto, che “ha richiesto la visita collegiale presso la competente Commissione medica di verifica a Roma. Qualche giorno fa mi è stata consegnata la raccomandata, con la quale mi viene fissato l'appuntamento per il prossimo 3 febbraio”.
redattoresociale.it
lunedì 18 gennaio 2016
Lavori in via di estinzione
Ecco chi sono e con quant’è alto il pericolo che corrono:
1) cassieri, commessi, receptionist rischiano tra il 92-96%. Da oltre 10 anni, casse automatiche/ chioschi digitali/app per smartphone prolificano. E quasi non ci siamo accorti che ‘il loro lavoro’ (prima) era svolto da persone in carne ed ossa;
2) in cima alla lista, con il 99% di probabilità, ci sono poi gli addetti al marketing, gli agenti assicurativi, i consulenti fiscali-bancari. Specie oltralpe, piattaforme internet super sofisticate hanno rimpiazzato chi ha ancora queste mansioni vis-a-vis;
3) oscilla intorno al 90% la minaccia di sparire di ferrovieri e autisti. I treni automatizzati si vanno affermando su larga scala e la Google-car (l’auto che si guida da sola) è già stata concepita e testata. Nel frattempo, anzi, altri brand californiani (tra cui la Apple) stanno portando avanti progetti simili.
Sit-in, social e tweetstorm: così i giovani alzano la voce
La partecipazione alla vita sociale e politica in Italia e in Europa nell'indagine Focsiv. Oltre due terzi hanno partecipato ad una manifestazione in piazza, il 60% a una petizione. Oltre la metà ha aderito a un'associazione. Lavoro, la priorità delle politiche future.
ROMA - Una “fotografia” dei giovani italiani dai 18 a 30 anni e del loro pensiero sulla partecipazione alla vita sociale e politica del proprio Paese e in Europa. E’ quella realizzata dalla Focsiv, Federazione degli Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario, composta da 73 organizzazioni che operano in oltre 80 paesi del mondo, nell’ambito del progetto “What do yuoth want? - Indagine giovanile sul tema Youth Partecipation”. Durante la ricerca, coordinata da Daniela Peschiulli (Responsabile Erasmus Plus Focsiv) e Primo Di Blasio (Coordinatore Attività Estero FOCSIV), i cui risultati sono stati pubblicati in questi giorni, per la prima volta un gruppo di 40 giovani è stato coinvolto nell’elaborazione di tutte le fasi progettuali: dall’ideazione e stesura del questionario online, alla sua promozione e diffusione ed elaborazione dei dati raccolti. “Un approccio – sottolinea Peschiulli - che ha trasformato i giovani coinvolti da mero ‘oggetto’ di indagine a ‘soggetti’ e protagonisti dell’azione conoscitiva”.
domenica 17 gennaio 2016
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