Ben presto la
Motorizzazione di Varese diventerà come quegli orribili supermercati che stanno
aperti 7 giorni su 7 per 24 ore.
Ho aspettato un po' di
tempo prima di scrivere ciò che leggerete. Ho aspettato perché ho sperato che
la dirigenza del nostro Ufficio (quella che, comunemente, viene chiamata la
nostra Amministrazione) avrebbe avuto un fremito, un battito, un sintomo di vita….dopo
aver letto, sul quotidiano La Prealpina di Varese di mercoledì 28 marzo,
l’articolo che s/parlava del nostro (?) Ufficio, del nostro (?) posto di lavoro
e della gente che ci lavora, cioè tutti noi nessuno escluso. La nostra
Amministrazione ha “risposto” con uno “stato di anestesia generale”: “Le néant”
(come dicono i francesi) ; “Nothingness” (come dicono gli inglesi); “Nihil”
(come dicevano i latini); “il nulla” (come si dice da Aosta a Siracusa).
Come (spero) sapete, a pag. 26 del citato giornale, è comparso un articolo dal
titolo: “TEMPI BIBLICI, AUTOSCUOLE IN RIVOLTA”. I “tempi
biblici” si riferiscono agli esami per le patenti svolti dal nostro
Ufficio, di “autoscuole in rivolta” non mi pare di averne viste né
sentite. Che sia una rivolta silenziosa?! A me sembra sempre “tutto il
solito tran tran”.
Che la “Rivolta delle autoscuole” sia, forse, solamente una mera “rivolta
mediatica”? In questi tempi piace tanto questa parola che è sulla bocca di
tutti: “Mediatica”.
Che poi significa: “Parliamo con il primo giornalista che capita e diciamo
tutto ciò che vogliamo dire. Però, attenzione, senza fare nomi, citare fatti
incontestabili, senza indicare circostanze ben precise, però cercando di “fare
il botto” e senza (soprattutto) far sapere CHI è la persona che ha fatto
certe affermazioni e A CHI sono riferite”. Somiglia un po' alla logica
che sta dietro al “cyberbullismo”: Ti faccio male stando dietro a un computer,
a un telefono cellulare o….. a un articolo di giornale. Eppure nel nostro
Ufficio ci sono persone che hanno un nome e un cognome, così come all’interno
delle autoscuole ci sono persone che hanno un nome e un cognome. Ma….sim
sala bim!, magicamente, in quell’articolo, si parla di tutti e non si parla
di nessuno, che equivale a parlare di nulla. Capisco perfettamente che
assumersi delle responsabilità, “metterci la faccia” non sia cosa facile in
entrambi gli “schieramenti”. In questo Paese non è uno sport molto praticato
“l’assunzione di responsabilità”. Queste cose facciamole fare ai soliti
“barricaderi”, quelli antipatici e rompiscatole per costituzione e partito
preso.
Ma avete letto bene quell’articolo? Io, dopo averlo letto una prima volta per
strada, quando sono arrivato a casa, ho sfogliato il giornale per rileggerlo
con più tranquillità. Anziché andare a pag.26, sbagliando, ho cominciato a
leggere l’articolo che stava a pag. 23 con il titolo “C’E’ POCA CHIAREZZA, NON
PARLATE DI FOGNE”. Credetemi, dal titolo, erroneamente, pensavo che
fosse quello l’articolo che parlava del nostro Ufficio. Poi mi sono accorto del
mio errore.
Quello che parlava del nostro Ufficio è un articolo che si permette di
offendere chi lavora, di ficcare il naso nella privacy delle persone che
lavorano nel nostro Ufficio (...spesso si aggiungono motivazioni personali
che spingono alcuni funzionari a non dare la disponibilità allo
svolgimento degli esami di guida, magari per ragioni legate all’orario oppure
per evitare la pressione del dover dare una valutazione….).
Insomma, un Ufficio pieno di fannulloni timorosi
che hanno paura nel dover valutare chi stanno esaminando.
NON ESISTE uno straccio di Norma che impone di dover PER FORZA dare la propria
disponibilità a svolgere l’attività di esaminatore oltre il normale orario di
servizio.
NON SI PUO’ ficcare il naso sulle LEGITTIME E CERTIFICATE motivazioni (TUTELATE
DA UNA LEGGE) che consentono l’esonero dallo svolgimento di una attività (in
questo caso, lo svolgimento di esami per la patente) e NESSUNO si può
permettere (PER LEGGE) di ficcare il naso dentro MOTIVAZIONI PERSONALI, per il
semplice fatto che SONO PERSONALI. Entender la pequena diferencia? Ci
potrebbero essere persone con serissimi problemi personali o familiari e
NESSUNO si può permettere di ficcare il proprio naso dentro questi problemi.
Chiaro?
Per seguire, un’altra perla di saggezza: “….Alla normale richiesta di sedute
esame si aggiungono le richieste di sedute tecniche per lo svolgimento delle
revisioni degli automezzi presso le officine autorizzate bla,bla,bla…..”
Avrebbe detto Totò: “ma che cavolo ci azzeccano le revisioni se stiamo parlando
di esami patente? Ma si, tutto fa brodo quando si vuole gettare fango addosso a
chi lavora, se poi chi lavora è un dipendente pubblico (grazie a quel politico
che coniò il termine fannulloni), va bene. Ben pochi si ricordano il desueto
termine pubblico ufficiale perché...volemose ‘bbene è meglio, grazie alla
troppa confidenza piuttosto che la dovuta distanza. Quel politico ci definiva
“solamente” fannulloni, questo articolo ha aggiunto (implicitamente) anche il
termine di timorosi.
Fannulloni e cacasotto. E’ questo il nostro identikit che traspare da
quell’articolo. E chi pensa diversamente (tra chi lavora in motorizzazione) è
in assoluta cattiva fede. Il fatto è che, nel corso degli anni, hanno fatto di
noi così tanta carne da macello che oggi, ci siamo anestetizzati e abbiamo
perso quel pizzico di sano orgoglio di categoria.
Avrei potuto scrivere un documento sindacale dove veniva proposta l’astensione
dallo svolgimento delle attività di lavoro oltre il normale orario di servizio,
questo stesso potrebbe esserlo, ma so che andrei a battere la faccia
contro un muro. Quando abbiamo giurato fedeltà allo Stato non ricordo di aver
detto che dovevo rinunciare alla mia dignità, ai miei e altrui diritti,
alla solidarietà rispetto a chi lavora fianco a fianco con me, giorno dopo
giorno (in condizioni sempre più degradate).
Chi, tra voi, non vuole vedere che quell’articolo è uno schiaffo morale alla
nostra immagine, alla nostra dignità di lavoratrici e lavoratori e di
funzionari pubblici, è in assoluta cattiva fede così come chi ignora le reali
motivazioni e intenzioni che stanno dietro a quell’articolo.
La Direzione del nostro Ufficio, che non ha battuto ciglia rispetto a tutto
ciò, è colpevole di non aver difeso e tutelato la gente che lavora in questo
Ufficio e che, quotidianamente, fa i tripli salti mortali (nessuno escluso) per
far andare avanti il lavoro in questo Ufficio che, fortunatamente, ancora non
si chiama “esamificio”. Per assecondare le “richieste dei rivoltosi” ha
deciso di danneggiare tutto il resto dell’utenza.
Dopo dieci anni ci hanno proposto un contratto di lavoro fetido e ignobile; non
si assume personale da 27 anni; la gente continua ad andare in pensione; ci
danno un buono pasto che, come scrissi anni fa, è frutto di manovre losche;
stiamo mesi e mesi con i servizi che non funzionano o la carta igienica che
manca; lavoriamo dentro uffici lerci grazie a ridicoli contratti per le pulizie
che prevedono solo “’na passata veloce” e lo svuotamento dei cestini; non
facciamo più ispezioni; per avere il rimborso delle attività oltre le 36 ore a
volte si è superato l’anno, ecc. ecc. ecc. E, in più, dobbiamo essere offesi da
articoli di giornalisti che non sanno di cosa stanno parlando, imbeccati da
persone private che pensano solamente ai loro interessi personali dimenticando
che noi siamo dei dipendenti pubblici che devono svolgere un servizio che
prevede NON SOLO esami per la patente.
La soluzione a tutto ciò?
1) Chiediamo aiuto alla Polizia Stradale affinché ci invii
del personale da adibire come esaminatori per
superare questa “gravissima crisi
patenti”?
2) Restiamo aperti anche il sabato e la domenica, 7 giorni
su 7 per 24 ore come certi orribili supermercati?
3) Facciamo fare gli esami alle stesse autoscuole, così se
la cantano e se la suonano da soli?
4) Proponiamo alle autoscuole di andare a fare la rivolta
nel posto giusto: La sede del Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti (e dove di
sicuro hanno già parecchi amici)? Per ricordare che da anni e
anni, non si assume più nessuno lasciando
alzare sempre di più l’età media dei dipendenti (nel nostro
caso è di oltre 55 anni).
Ma per favore, non diciamo amenità sui lavoratori e, soprattutto, non
ficchiamo il naso su questioni lesive della privacy tutelate da una legge di
questo Stato. Almeno questo.
Invito il giornalista de “La Prealpina” che ha scritto l’articolo ad
affrontare il lungo viaggio da Busto Arsizio (la terra dei rivoltosi) sino a
Varese, per rendersi (speriamo) conto che la Motorizzazione non fa solo esami
patenti, ma molto, molto, molto di più con mezzi e risorse che fanno piangere
in turco. Lo stupiremo con effetti speciali.
Dopo il giro “turistico” in Motorizzazione gli garantisco un caffè, una pacca
sulle spalle e un “volémose bbene”. E’ chiaro che, in quell’occasione, prenderò
un permesso che poi recupererò.
In considerazione del fatto che questo documento verrà trasmesso anche alla
Direzione dell’Ufficio Motorizzazione Civile di Milano Sezione di Varese, la
scrivente O.S. chiede formalmente che la stessa Direzione si esprima e prenda
una posizione pubblica, trasparente, netta e chiara rispetto ad un articolo
pubblicato su un quotidiano, su richiesta di imprecisate e non identificate
Autoscuole. Articolo che ha decisamente travalicato il buon senso ed il dovuto
rispetto per le lavoratrici e i lavoratori di questo Ufficio e, soprattutto,
una corretta informazione alla popolazione.
Chiede che la Direzione medesima assuma una posizione pubblica, trasparente,
netta e chiara e che risponda (utilizzando il medesimo quotidiano) a quanto
incautamente scritto sul nostro Ufficio e sulle lavoratrici e i lavoratori
dell’Ufficio, a loro totale ed incondizionata difesa.
A tutte le autoscuole che posso dire? Resistete, con le amicizie politiche
giuste potreste fare così come è accaduto per le revisioni auto: una competenza
che doveva restare in mano allo Stato è stata affidata alle officine
meccaniche; le officine meccaniche che aggiustano le autovetture sono le
medesime che poi devono accertare la loro idoneità tecnica alla circolazione
attraverso la revisione. Farete da scuola e da esaminatori, così come si dice
al mio paese “ve la potrete cantare e suonare da soli” così come fanno le
officine autorizzate. Tutti soggetti che, sino a prova contraria, svolgono
in modo impeccabile questo lavoro.
E poi, tutti tranquilli, tanto non abbiamo neanche fondi, personale, mezzi e
volontà politico-amministrativa che ci consentono di svolgere una funzione
ispettiva per verificare che ciò che state facendo è fatto bene. Oggi, avete
ottenuto più esami, grazie al disagio creato a tutti gli altri utenti: La
chiusura dell’ufficio al pubblico per poter fare più esami. Una infelice scelta
a danno di altre migliaia di persone, di utenti che pagano le tasse per avere
anche servizi pubblici da parte di uffici sempre meno pubblici e sempre più
disastrati per una chiara ed inequivocabile volontà politica: IL SERVIZIO
PUBBLICO NON DEVE FUNZIONARE, IL SERVIZIO PUBBLICO DEVE SPARIRE. Un
“volémose bbene...a tutte/i”.
Varese 21 maggio 2018 - ADL / Cobas
MCTC