- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

mercoledì 7 gennaio 2015

Treni, protesta dei pendolari

Sulla tratte ferroviaria Domodossola-Arona-Gallarate-Milano due treni su tre sono in ritardo, questo è quanto sostiene il comitato pendolari presieduto da Gianni Bertone. Nello scorso dicembre 825 treni su 1.318 hanno subito ritardo, ciò indica che solo il 37,5% è in orario.
"Complessivamente, senza considerare i treni cancellati, sono stati accumulati 6.751 minuti di ritardo equivalenti a 112 ore mensili e a 4,13 giornaliere - spiega lo stesso Bertone -. Nel novembre scorso la percentuale dei convogli puntuali era stata del 33%; quindi, a una prima analisi sembrerebbe che la situazione stia migliorando, ma così non è in quanto proprio a novembre s'è verificata la frana a Belgirate che ha letteralmente paralizzato iltraffico ferroviario".
Anche sulla linea Novara-Arona il comitato, con l'esponente Anna Maria Casiraghi, ha rilevato che nel dicembre scorso il 24,7% dei treni era in ritardo con conseguente puntualità pari al 75,3% contro il 66% di novembre e il 72,35% di ottobre.

"Numeri comunque lontani dalla soglia contrattuale del 91% - sostiene proprio Casiraghi -. I minuti di ritardo accumulati in dicembre, senza contare i treni cancellati e considerando solo quelli con ritardo maggiore di cinque minuti, sono stati 1.112, ovvero una media di circa 37 minuti al giorno. Questi valori sonoinaccettabili". 
prealpina.it

Expo, dai trasporti ai posti di lavoro tutti i nodi da risolvere

Mancano i soldi promessi da Camera di Commercio e Provincia. La realizzazione del metrò 4 è stata rinviata. E non c'è traccia delle 200mila assunzioni prefigurate in uno studio coordinato dalla Sda Bocconi: per ora si contano meno di 5mila nuovi impiegati. Buio fitto sul futuro dei terreni che ospiteranno i padiglioni-
Il sito di Expo sarà pronto per tempo. “La preoccupazione sui lavori resta, ma siamo più avanti di quanto era Shanghai”, ha detto nei giorni scorsi il commissario unico Giuseppe Sala. Del resto la strategia dell’ultimo periodo è stata quella di tagliare: via tutte le opere non indispensabili, bisogna chiudere ogni cantiere entro l’inizio di maggio 2015. Fa niente se le varianti causeranno costi extra. Rispetto ai progetti originari, sono stati così ridimensionati l’Albero della Vita, il tratto sud delle Vie d’Acqua e Palazzo Italia,uno dei pochi edifici che sopravvivranno nel post Expo. Restano in ogni caso diverse criticità, come i lavori lungo l’asse del Cardo (la “via” che ospiterà l’offerta italiana di Expo, mentre l’asse del Decumano sarà appanaggio dei padiglioni stanieri, ndr) e lo stessoAlbero della Vita: la struttura verrà realizzata da un gruppo di imprese bresciane, ma deve essere ancora assegnato l’appalto per igiochi di luce. Alcuni dei 53 Paesi con un proprio spazio, poi, non hanno ancora iniziato a costruire il loro padiglione. Ma ai ritardi Expo sembra avere posto rimedio, sempre che non arrivino altre inchieste e che il prefetto non blocchi altre aziende, aggiungendo nuove interdittive antimafia alle 66 firmate dal 2011 a oggi. La buona notizia è che i dati sono positivi sul fronte dei biglietti venduti: 7,2 milioni, pari a un terzo dell’obiettivo finale. Ma di nodi irrisolti, a quattro mesi dalla partenza, ce ne sono ancora tanti. Ecco i principali.
ilfattoquotidiano.it

lunedì 5 gennaio 2015

Inizia l’anno decisivo per Accam, al via la prima commissione

Sarà la prima commissione del Consiglio Comunale di Busto Arsizio e sarà anche una delle più importanti. Accam: è questo l'unico punto all'ordine del giorno dell'appuntamento convocato per le 18.30 di mercoledì 7 gennaio. Sarà un appuntamento congiunto delle commissioni affari generali, bilancio e territorio e ambiente per valutare le prospettive sulla continuità della società, la sua ridefinizione e le opzioni future.
La riunione, come previsto dal Regolamento, è aperta al pubblico. Per la discussione saranno presenti anche i rappresentanti del Consiglio di Amministrazione della Società nonché i tecnici del gruppo di lavoro che hanno stilato gli scenari di sviluppo dell'impianto. In linea di massima dovrebbe essere questa l'ultima occasione di discussione della tematica prima che l'assemblea dei soci di Accam si esprima sul futuro dell'inceneritore in vista dell'appuntamento decisivo di febbraio
varesenews.it

Timori per il futuro dei 52 dipendenti della CIC, la Compagnia Italiana Costruzioni.

BIANDRONNO - 
Lo scoglio è proprio nella possibilità di garantire la cassa integrazione straordinaria per un altro anno arrivando così a tre. I sindacati sostengono che ci siano le condizioni per presentare l’istanza di proroga. Il liquidatore, però, teme che la situazione rientri tra i casi previsti dal “Jobs Act” che esclude gli ammortizzatori per quelle aziende che stanno per chiudere. La CIC, infatti, si trova in concordato liquidatori con la vendita dei beni.
Il futuro dei 52 dipendenti, da mesi senza alcuna occupazione dato che non sono più state prese commesse, si saprà domani, 5 gennaio, quando scadono i termini per la presentazione della domanda di proroga. 
I lavoratori, intanto, attendono di conoscere il proprio destino in azienda:  hanno deciso di occupare il magazzino che si affaccia sulla Statale. 

29 novembre 2014 L’industria delle armi alimenta le guerre: intervento di Bertinotti


29 nov 2014 L’industria delle armi alimenta le guerre: intervento di Campagnolo


Oggetto: mancata formazione RLS come previsto dal D.Lgs 81 / 2008

Cascina Costa, 22 dicembre 2014

Spett.le:
ASL Cardano al Campo
Via de Amicis 7
21010 - Cardano al Campo VA
fax: 0331.266730

Oggetto: mancata formazione RLS come previsto dal D.Lgs 81 / 2008


Con la presente si comunica all’ente in indirizzo che la ditta AgustaWestland spa nella sede di Cascina Costa di Samarate (VA) Via G. Agusta, nell’anno 2014 e, più precisamente dal 21 ottobre 2013 ad oggi, non ha effettuato il corso di formazione/aggiornamento RLS, come previsto dalla legge in oggetto.

Si chiede, pertanto, all’ente in indirizzo di effettuare le verifiche necessarie per evitare il ripetersi di tale eventualità, responsabilizzando sia la direzione aziendale sia l’RSPP e di applicare le sanzioni previste dalla legge 81/2008.


Si rimane a disposizione per eventuali chiarimenti

RLS AgustaWestland

Fiorenzo Campagnolo  

sabato 3 gennaio 2015

Le pensioni anticipate, con decorrenza dal 1° gennaio 2015, non saranno soggette ad alcuna penalizzazione, anche se l'accesso avviene con meno di 62 anni di età.

Le pensioni anticipate, con decorrenza dal 1° gennaio 2015, non saranno soggette ad alcuna penalizzazione, anche se l'accesso avviene con meno di 62 anni di età. Lo prevede l'articolo 1, comma 113, della legge 190/2014, in vigore da ieri.
L’evoluzione normativa

Le disposizioni in materia di riduzione percentuale dei trattamenti pensionistici non troveranno applicazione limitatamente alle persone che maturano il previsto requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017. La legge 214/2011 (e successive modifiche) prevede che per coloro che accedono alla pensione anticipata prima dei 62 anni si applica, sulla quota di trattamento pensionistico relativa alle anzianità contributive maturate al 31 dicembre 2011, una riduzione pari a un punto per ogni anno di anticipo nell'accesso alla pensione rispetto all'età di 62 anni; tale percentuale annua è elevata a due punti percentuali per ogni anno ulteriore di anticipo rispetto ai 60 anni. È da sottolineare, che la riduzione si applica sulla quota di trattamento pensionistico calcolata secondo il sistema retributivo. Ne deriva, che per chi ha un'anzianità contributiva pari a 18 anni al 31 dicembre 1995, la riduzione si applica sulla quota di pensione relativa alle anzianità contributive maturate al 31 dicembre 2011; mentre, per coloro che hanno un'anzianità contributiva inferiore a 18 anni al 31 dicembre 1995, la riduzione si applica sulla quota di pensione relativa alle anzianità contributive maturate al 31 dicembre 1995.

Il blocco delle assunzioni nella Pubblica Amministrazione non è da considerarsi nel caso delle categorie protette e nel limite del completamento della quota d'obbligo.

La pubblica amministrazione è tenuta ad assumere persone con disabilità nella quota d'obbligo prevista dalla normativa e ad osservare precisi vincoli per effettuare le assunzioni in conformità a quanto previsto dall'art. 35 del Decreto Legislativo n. 165/2001 in tema di procedure per le assunzioni presso le pubbliche amministrazioni.
L'art. 3 della legge 68/99 prevede che i datori di lavoro,pubblici, come quelli privati, sono tenuti ad avere alle loro dipendenze lavoratori invalidi nella seguente misura:
a) 7% dei lavoratori occupati, se occupano più di 50 dipendenti;
b) 2 lavoratori, se occupano da 36 a 50 dipendenti;
c) 1 lavoratore, se occupano da 15 a 35 dipendenti, in questo caso l'obbligo si applica solo per le nuove assunzioni.
Le persone con disabilità in età lavorativa (cioè che abbiano compiuto i 18 anni e che non abbiano raggiunto l'età pensionabile) e disoccupate possono essere assunte presso i datori di lavoro pubblici (non economici) purché appartenenti ad una delle seguenti categorie:
- invalidi civili (con una riconoscimento di invalidità superiore al 45%);
- invalidi del lavoro (con un riconoscimento di invalidità INAIL superiore al 33%);
- non vedenti (persone colpite da cecità assoluta o che hanno un residuo visivo non superiore ad un decimo ad entrambi gli occhi);
- sordi (persone colpite da sordità alla nascita o prima dell'apprendimento della lingua parlata);
- invalidi di guerra, invalidi civili di guerra, invalidi per servizio (con minorazioni ascritte dalla I all'VIII categoria di cui alle tabelle annesse al T.U. in materia di pensioni di guerra);
Queste le modalità per essere assunti:

Dal 1° marzo Tfr in busta paga: ecco come esercitare l’opzione

Continua l'opera di trasformazione del Tfr, che dal 1° marzo potrà acquisire la forma di un'integrazione della retribuzione mensile.
E' questo il principale effetto prodotto dal comma 26 dell'articolo 1 della legge 190/2014. Con il nuovo comma 756 bis dell'articolo 1 della legge 296/2006 si introduce la possibilità per il dipendente privato in servizio da almeno sei mesi, di chiedere al proprio datore di lavoro, per i periodi decorrenti dal 1° marzo 2015 al 30 giugno 2018, la liquidazione in busta paga dell'importo mensile che avrebbe maturato ai sensi dell'art. 2120 del codice civile.
Ancora una volta, dopo il primo intervento effettuato in occasione della riforma della previdenza complementare in vigore dal 2007, il Governo decide di intervenire su questo istituto tipicamente italiano, modificandone radicalmente la natura e le conseguenti modalità di gestione.

Nel 2007 con il Dlgs 252/2005 era stata data l'opportunità di destinare il Tfr a un fondo pensione, al fine di creare o implementare una posizione pensionistica individuale integrativa rispetto a quella obbligatoria per legge (anche in considerazione degli effetti “riduttivi” prodotti dal sistema di calcolo contributivo sulla misura dei trattamenti pensionistici).

Candidato al "Nobel dei prof" scrive a Renzi: così si cambia la scuola

Rendere dignitoso lo stipendio degli insegnanti e diffondere il più possibile le loro opere meritorie. Sono queste le innovazioni suggerite in una lettera aperta al premier e al ministro dell'Istruzione da Daniele Manni, fra i 50 finalisti candidati al titolo per i migliori docenti del mondo, il “Global Teacher Prize”

Roma - Rendere dignitoso lo stipendio degli insegnanti e diffondere il più possibile le loro opere meritorie. Sono queste le innovazioni suggerite in una lettera aperta al premier Matteo Renzi e al ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, da Daniele Manni, fra i 50 finalisti candidati al titolo per i migliori docenti del mondo, il “Global Teacher Prize”. Il docente è salentino e insegna informatica presso l’Istituto “Galilei - Costa” di Lecce.

Rovinare l'assistenza che funziona: il caso Home Care Premium dell’Inps

Alimentato con fondi provenienti dalle paghe dei lavoratori pubblici, assiste oggi 19 mila persone non autosufficienti in Italia con una spesa di 120 milioni annui. Ma il futuro è nero: in fretta e furia l’Inps cambia le regole, servizio dimezzato e assistenza ridotta. E obbliga a firmare entro il 31 dicembre.

ROMA – Come rompere un giocattolo che funziona bene. Questa è la storia di un’eccellenza della pubblica amministrazione italiana, un programma di welfare integrativo aziendale gestito inizialmente dall’Inpdap e ora dall’Inps per i lavoratori pubblici, che – fra i vari benefici - permette in questo momento a quasi 19 mila persone non autosufficienti in tutta Italia di usufruire di un ottimo servizio di assistenza domiciliare socio-sanitaria.
L’iniziativa – partita per la prima volta nel 2010 e nota come “Home Care Premium”– sta però andando verso un radicale ridimensionamento: dalla fine di febbraio 2015 in poi (data di scadenza del biennio attualmente in corso), il servizio continuerà ma con regole diverse. L’Inps infatti, ritornando sui suoi stessi passi e annullando tutta una serie di determinazioni prese nel corso del 2014 – le quali prevedevano nero su bianco addirittura un’estensione e un rafforzamento del progetto, con il raddoppio delle risorse e degli utenti - ha predisposto per il futuro una nuova convenzione con gli Ambiti territoriali sociali (i raggruppamenti di comuni che rappresentano l’entità di riferimento sul territorio) che di fatto porterà ad un taglio netto del numero dei beneficiari complessivi, che si ridurranno a seconda delle zone fra il 40% e il 50%.

Da Mare nostrum a Mafia Capitale: 14 notizie "sociali" da ricordare

Nel 2014 è successo poco a livello di politiche, ma molto nella cronaca. I fatti e le vicende scelte da Redattore sociale e che dovrebbero essere ricordate per il welfare e il mondo del non profit. A partire dall’indagine romana che segnerà la storia anche del terzo settore

ROMA - Cosa è successo nel 2014 nel sociale? Poco se parliamo di politiche, molto a livello di cronaca. Come di consueto a fine anno proponiamo il bilancio dettagliato dei principali eventi, stavolta con 8 articoli tematici che pubblichiamo su Rs, l’agenzia di Redattore sociale (area abbonati). Qui di seguito trovate invece le 14 notizie e vicende che, secondo la redazione, saranno da ricordare per il welfare e il non profit.

Pranzi a Natale per chi è in difficoltà. "Ma i poveri ci sono tutto l'anno"

Famiglie, senza dimora, immigrati ma anche "nuovi poveri" come commercialisti, avvocati, padri separati che vivono in macchina. La crisi acuisce la povertà ma fa crescere anche la solidarietà: associazioni pronte ad accogliere. Tra i volontari giovani e migranti

22 dicembre 2014
ROMA - Famiglie, senza dimora, immigrati ma anche "nuovi poveri" come commercialisti, avvocati, padri separati che vivono in macchina. La crisi acuisce la povertà ma fa crescere anche la solidarietà: da Catania a Bologna le associazioni sono pronte ad accogliere chi vive in strada, chi si trova in una momentanea difficoltà economica e chi è solo. Nella consapevolezza di quanto sia difficile il momento da un punto di vista economico e nella speranza che iniziative di solidarietà come queste possano servire anche a far capire che la povertà dura tutto l'anno. 

Mafia capitale. Stipendi bloccati, servizi a rischio: protesta della 29 giugno

Gli operatori sociali, anche delle cooperative consorziate a quella di Buzzi, chiedono al prefetto un impegno serio con utenti e lavoratori. “C’è il commissario a vigilare, può prorogare gli appalti in attesa di nuovi bandi e garantirci”. Intanto nei centri iniziano a scarseggiare i servizi.

ROMA - Stipendi bloccati, servizi che rischiano di chiudere e nessuna certezza per il futuro. I lavoratori della cooperativa 29 giugno e delle coop consorziate, sono scesi in piazza stamattina a Roma, per manifestare contro i contraccolpi dell’indagine Mafia Capitale su lavoratori e utenti. Molti di loro, infatti, non vengono più pagati da quando Salvatore Buzzi, presidente della 29 giugno è in carcere con l’accusa di essere il braccio destro di Massimo Carminati, boss di quella che gli inquirenti definiscono una vera e propria cupola mafiosa romana. E così stamattina, una rappresentanza sindacale dei lavoratori,aderente all'Usb, ha esposto sotto la prefettura di Roma, lo striscione “Contro le mafie e gli appalti reinternalizziamo i servizi e i lavoratori”.