venerdì 30 settembre 2016
giovedì 29 settembre 2016
Gallarate - La cooperativa truccava le buste paga, truffa da 3 milioni
L’attività investigativa eseguita nei confronti di una cooperativa operante nel gallaratese ed
attiva nella gestione di mense, ha portato alla scoperta di 1.339 lavoratori irregolari. I vertici
aziendali, con la collaborazione di impiegati compiacenti, avevano messo a punto un sistema di
frode attuato mediante l’alterazione dei “cedolini paga” dei dipendenti.
Utilizzando un apposito software, di fatto, le ore riportate sul libro unico del lavoro aziendale
risultavano inferiori a quelle prestate da ciascun lavoratore che, ignaro, si vedeva
consegnare il “prospetto paga” regolare, a fronte di quello appositamente rettificato, che,
conseguentemente, riportava imponibili fiscali e contributivi di importi inferiori, comunicati poi ai
previsti enti.
Infatti, durante le attività ispettive è emerso che la cooperativa effettuava alcuni “controlli” mirati
a "misurare" se la decurtazione operata era sufficiente a raggiungere il risparmio previsto a quel
punto veniva dato il nulla osta alla società che gestiva le paghe, affinché elaborasse il prospetto
paga definitivo sulla base di tali dati rettificati, per la trasmissione degli stessi agli Enti
destinatari.
In un successivo momento, con uno specifico programma informatico, si provvedeva a
modificare gli importi, in modo da consegnare al lavoratore un cedolino paga che rispecchiasse
la propria reale situazione lavorativa
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Varese - Infermieri, da tutta Italia in coda con la speranza del posto fisso
Al via il concorso degli infermieri. I primi 500 candidati , dei tremila totali, si sono registrati e
hanno preso posto nella sala dell'Ata Hotel dove sosterranno la prima prova. Una serie di
domande a cui dovranno rispondere entro un'ora.
È una macchina organizzativa complessa quella messa in campo dall'Asst Sette Laghi: il
personale all'accoglienza che indirizza e fornisce le prime istruzioni, venti postazioni per la
registrazione oltre al personale in sala che sorveglierà in sala.
In coda, con la speranza del contratto a tempo indeterminato, ci sono ragazzi che arrivano da
tutt'Italia.
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lunedì 26 settembre 2016
Pensione al coniuge superstite. Illegittimità costituzionale dell’articolo 18 dichiarata con sentenza della Corte Costituzionale
Con la sentenza n. 174 del 15 giugno 2016, pubblicata il 20 luglio 2016, la Corte Costituzionale
ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’ articolo 18, comma 5, del decreto legge 6 luglio
2011, n. 98 convertito dalla legge del 15 luglio 2011, n. 111 secondo il quale “Con effetto
sulle pensioni decorrenti dal 1° gennaio 2012 l'aliquota percentuale della pensione a favore
dei superstiti di assicurato e pensionato nell'ambito del regime dell'assicurazione generale
obbligatoria e delle forme esclusive o sostitutive di detto regime, nonché della gestione
separata di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, è ridotta,
nei casi in cui il matrimonio con il dante causa sia stato contratto ad età del medesimo
superiori a settanta anni e la differenza di età tra i coniugi sia superiore a venti anni,
del 10 per cento in ragione di ogni anno di matrimonio con il dante causa mancante rispetto
al numero di 10. Nei casi di frazione di anno la predetta riduzione percentuale è
proporzionalmente rideterminata. Le disposizioni di cui al presente comma non si
applicano nei casi di presenza di figli di minore età, studenti, ovvero inabili. Resta
fermo il regime di cumulabilità disciplinato
Con la predetta sentenza la Corte ha ritenuto fondata la questione di legittimità costituzionale
della norma in argomento in riferimento agli articoli 3, 36 e 38 della Costituzione.
La suprema Corte ha rilevato che ogni limitazione del diritto alla pensione di reversibilità
deve rispettare i principi di uguaglianza, ragionevolezza, nonché il principio di solidarietà che
è alla base del trattamento pensionistico in esame.
Fondo di integrazione salariale. Decreto interministeriale n. 94343 del 3 febbraio 2016 di adeguamento della disciplina del Fondo di solidarietà residuale
L’articolo 3, c. 19 della legge n. 92/2012 prevedeva, a decorrere dal 1° gennaio 2014, l’attivazione
di un Fondo di solidarietà residuale volto a tutelare, in costanza di rapporto di lavoro, il reddito
dei lavoratori dipendenti dalle imprese – con più di quindici dipendenti – appartenenti ai settori,
tipologie e classi dimensionali non rientranti nel campo di applicazione della normativa in materia
d'integrazione salariale, laddove non fossero stati stipulati accordi collettivi volti all’attivazione
di fondi di solidarietà bilaterali o fondi di solidarietà bilaterali alternativi di cui, rispettivamente,
ai commi 4 e 14 dell’art. 3 della citata legge.
Pertanto, con il decreto interministeriale n. 79141 del 7 febbraio 2014 è stato istituito,
presso l’INPS, il suddetto Fondo residuale. Le relative disposizioni amministrative sono
state emanate dall’Istituto con apposite circolari e messaggi, i cui estremi sono di seguito
riportati: circolare n. 100/2014, circolare n. 79/2015, messaggio n. 6897/2014, messaggio
n. 8673/2014 e, da ultimo, il messaggio n. 7637/2015 in ordine all’operatività dello stesso.
Ciò premesso, si evidenzia che il D.lgs n. 148/2015, recante disposizioni per il riordino
della normativa in materia di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro,
entrato in vigore il 24 settembre 2015, ha previsto, all’art. 28, c. 4, che la disciplina del
Fondo residuale, istituito con D.I. n. 79141/2014, a decorrere dal 1° gennaio 2016,
sia adeguata alle disposizioni del medesimo Decreto legislativo.
Conseguentemente, a norma dell’art. 29, il Fondo residuale a decorrere sempre dal 1° gennaio
2016 assume la denominazione di Fondo di integrazione salariale e risultano ad esso applicabili,
in aggiunta alle norme disciplinanti il Fondo residuale, altresì le previsioni di cui all’art. 29
del D.lgs n. 148/2015.
Sostegno all’inclusione attiva: modalità di trasmissione delle domande all’Istituto
Con la circolare n. 133 del 19 luglio 2016 è stato illustrato l’avvio del Sostegno all’Inclusione Attiva
(SIA).
Con il messaggio n. 3275 del 2 agosto 2016 sono stati forniti il modulo di domanda da presentare
al Comune di residenza ed il tracciato informatico al quale i Comuni devono attenersi per
l’invio dei flussi all’Istituto.
Con il messaggio n. 3322 del 5 agosto 2016 è stato allegato il modulo definitivo e sono
state fornite le istruzioni operative per il corretto svolgimento delle attività legate al SIA.
Con il presente messaggio si precisano le modalità d’invio delle domande all’Inps da parte
dei Comuni, evidenziando inoltre che, come da Decreto interministeriale 26 maggio 2016, questi
ultimi possono operare anche attraverso il sistema SGAte direttamente o per il tramite
di enti delegati opportunamente accreditati.
Modalità di trasmissione delle domande all’INPS
Il sistema informatico Inps per il SIA prevede i seguenti canali alternativi per l’invio delle domande
da parte dei Comuni:
- invio tramite file in formato xml, secondo la struttura (schema xsd) già pubblicata in allegato al messaggio n. 3275. L’invio va effettuato in modalità https, collegandosi online alla procedura “SIA (Sostegno per l’Inclusione Attiva)” resa disponibile nella sezione “Servizi Online” - “Enti pubblici e previdenziali” del portale dell’Istituto;
- acquisizione manuale online, collegandosi alla procedura “SIA (Sostegno per l’Inclusione Attiva)” resa disponibile nella sezione “Servizi Online” - “Enti pubblici e previdenziali” del portale Inps;
- invio in cooperazione applicativa, dalla porta di dominio o sistema dell’Ente in grado di colloquiare con la porta di dominio Inps secondo le regole del Sistema Pubblico di Connettività (SPC), vale a dire con un formato basato sulla busta e-Gov e le medesime specifiche relative al formato xml di cui al citato messaggio Inps 3275;
- invio attraverso la piattaforma SGAte. In quest’ultimo caso l’acquisizione delle domande può avvenire da parte degli Enti regolarmente accreditati e delegati dai Comuni su SGAte.
Contributo una tantum per il sostegno di bambini nati nel 2014 in famiglie residenti a basso reddito
L’importo aggiuntivo è erogato a favore di:
a) nati nel 2014, beneficiari della Carta Acquisti Ordinaria
Trattandosi di importo aggiuntivo, verrà erogato solo ai soggetti che hanno già diritto
all’accredito bimestrale della Carta Acquisti.
b) nati nel 2014 o minori adottati nel 2014
1. nel caso di nati nel 2014 non beneficiari della carta acquisti ordinaria;
2. nel caso di adottati nel 2014, minori di 3 anni e non beneficiari della carta acquisti
ordinaria;
3. nel caso di adottati nel 2014 di età superiore ai 3 anni al momento della richiesta.
In questi casi l’importo una tantum verrà concesso per le domande di Carta Acquisti
presentate entro il 16 novembre 2016 e le domande dovranno essere presentate:
- presso un ufficio postale in caso di beneficiari minori di 3 anni, come una normale carta
acquisti;
- direttamente all’INPS in formato cartaceo (allegato 2), in caso di adottati di età
superiore ai 3 anni (con successivo messaggio Hermes saranno fornite le istruzioni per
la gestione di tali richieste di beneficio).
Anche in questo caso il beneficio verrà erogato solo ai soggetti che rientrino negli stessi requisiti
previsti per il diritto alla Carta Acquisti.
Fondi di solidarietà obbligo contributivo in relazione ai lavoratori apprendisti. Modalità di recupero
Come rappresentato con circolare n. 30 del 12 febbraio 2016, il titolo II, del D.lgs. 148/2015 ha
ampiamente revisionato l’ambito di applicazione dei fondi di solidarietà e ha introdotto nuove
disposizioni volte disciplinare il concreto avvio degli stessi.
Le prestazioni ordinarie dei fondi di solidarietà, descritte nella predetta circolare n. 30/2016,
sono finanziate con un contributo ordinario, ripartito tra datore di lavoro e lavoratore
nella misura, rispettivamente, di due terzi e di un terzo.
Sono i decreti di cui agli articoli 26, commi 2 e 3 (Fondi di solidarietà bilaterali), 28 (Fondo
residuale) e 29 (Fondo di integrazione salariale), a determinare le aliquote di contribuzione
ordinaria.
A seguito di approfondimenti, il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, con nota prot.
8475 del 14 aprile 2016, ha precisato che, a differenza di quanto previsto dalla legge n.
92/2012, l’entrata in vigore del decreto legislativo n. 148/2015 ha modificato parzialmente anche
il novero dei lavoratori in relazione ai quali sussiste obbligo di assoggettamento delle retribuzioni
al contributo ordinario di finanziamento dei fondi di solidarietà.
In particolare, il primo periodo del comma 1 dell’articolo 39, estende ai Fondi di solidarietà
l’applicazione delle disposizioni dell’articolo 2, commi 1 e 2. Tali norme, come rappresentato
nel messaggio n. 24 del 5 gennaio 2016, stabiliscono che possono essere considerati
tra i beneficiari dei trattamenti di integrazione salariale i lavoratori assunti con contratto
di apprendistato professionalizzante. Dalle norme citate deriva che il decreto legislativo
n. 148/2015 ha innovato la materia prevedendo espressamente che le prestazioni dei Fondi
di solidarietà possano essere riconosciute agli apprendisti con contratto di apprendistato
professionalizzante.
Con riferimento al personale assunto con contratto di apprendistato, viene precisato,
pertanto, che la contribuzione ordinaria di finanziamento ai Fondi di solidarietà è applicata
soltanto alla categoria degli apprendisti con contratto di apprendistato
professionalizzante. L’esonero contributivo decorre dal periodo di paga in corso alla data
di entrata in vigore del decreto legislativo n. 148/2015 (settembre 2015).
procedura acquisizione per via telematica delle domande di maternità di congedo post partum nei casi di parto prematuro
Con il presente Messaggio si comunica l’aggiornamento delle applicazioni per l’invio telematico
delle domande di congedo di maternità per lavoratrici e lavoratori dipendenti e iscritti
alla gestione separata per poter acquisire domande con periodi post partum nei casi di parto
prematuro.
Gli aggiornamenti svolgono la funzione di dare esecuzione a quanto previsto dal decreto
legislativo n. 80 del 15 giugno 2015, articoli 2, 3 e 4 – circolare Inps n. 69 del 28/04/2016.
Modifica degli artt. 16 e 26 D.lgs. n. 151 del 2001 (T.U.delle disposizioni legislative in
materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità).
Si tratta del congedo di maternità in caso di parto prematuro e sospensione del congedo in
caso di ricovero del bambino. Modifica dell’art. 24 T.U. in materia di conservazione del diritto
all’indennità di maternità. Modalità di pagamento, regime fiscale e istruzioni contabili.
L’aggiornamento in oggetto riguarda, in particolare, i casi di parti “fortemente” prematuri da
intendersi con tale accezione quelli che si verificano prima dei 2 mesi antecedenti alla data
presunta del parto, cioè prima dell’inizio del congedo ordinario ex lett. a dell’art. 16 del citato
T.U..
venerdì 23 settembre 2016
Union syndicale Solidaires Solidarité internationale avec les ouvrier-e-s de Caterpillar Gosselies (Belgique)
Vendredi 16 septembre :
Plusieurs milliers de personnes étaient présentes dans le centre de Charleroi
pour témoigner leur soutien aux travailleurs et travailleuses de Caterpillar.
Cette action d’ampleur faisait
suite à l’annonce par Caterpillar, le 2 septembre, de vouloir fermer son site
de production à Gosselies (Charleroi).
Une fermeture d’autant plus mal
vécue par les salarié-e-s que, contrairement à ce qu’avait promis la direction
de Caterpillar, la lourde restructuration annoncée au site de Gosselies en 2013
n’a pas garanti l’avenir du site.
Les travailleurs-euses avaient
notamment accepté plus de flexibilité et une moins bonne paie tandis que 1331
personnes s’étaient retrouvées licenciées en 2014.
Aujourd’hui, c’est de la
fermeture pure et simple du site dont il est question. 2200 travailleurs-euses
sont menacé-e-s et, avec les emplois indirects, on parle de 8000 personnes.
Et tout ceci à Charleroi, une
ville et une région déjà profondément marquées par les fermetures d’entreprise,
le marasme économique et un taux de chômage le élevé du pays avec 22,8%.
Les cadeaux du gouvernement à
Caterpillar ont pourtant été nombreux. Le groupe ne paie en Belgique que 3%
d’impôts depuis 10 ans au lieu du taux officiel de 34%. L’entreprise a utilisé
ses filiales (notamment en Suisse) pour réduire ses comptes en Belgique et
ensuite demander de l’aide à l’Etat belge.
Elle a bénéficié de millions
d’euros de cadeaux fiscaux et de subventions publiques. En 2015, elle a réalisé
plus de 2 milliards de bénéfices. Ses actionnaires ont reçu 1,6 milliard de
dividendes. Pour quel résultat ?
Une fois de plus, le cynisme
des patrons est révoltant autant qu’il est écoeurant.
Peu importe le coût humain, des
vies brisées, celles des ouvrier-e-s et de leurs familles, seul compte, aux
yeux des puissants, le fric. Les salarié-e-s de PSA Peugeot, du site d’Aulnay
Sous Bois, en grève durant de longs mois en 2013, en savent quelque chose.
En tout état de cause, notre
Union syndicale Solidaires (qui regroupe, entre autre, les différents syndicats
SUD) ainsi que notre fédération Solidaires Industrie, soutiennent pleinement la
légitime lutte des ouvrier-es de Caterpillar de Charleroi.
Nous appuierons notre soutien
de classe par des actions, ici en France devant les sites de production et de
vente du groupe Caterpillar, si besoin est.
Un coup contre l’un-e
d’entre nous est
un coup contre nous tous et
toutes !
Solidarité internationale !
Contacts :
Jérémie Berthuin (Commission
internationale de Solidaires) : 06 64 97 58 05
Julien Gonthier (Solidaires
Industrie) : 06 30 55 33 56
La
solidarietà internazionale con i lavoratori
della
Caterpillar Gosselies (Belgio)
Venerdì
16 settembre: Migliaia di persone erano presenti nel centro di Charleroi per
mostrare il loro sostegno ai lavoratori Caterpillar. Queste azioni a seguito
dell'annuncio di Caterpillar del 2 settembre, vogliono chiudere il suo sito di
produzione a Gosselies (Charleroi). Una chiusura più risentita dal dipendente
che, contrariamente a quanto promesso dalla gestione Caterpillar durante la
pesante ristrutturazione annunciata nel sito Gosselies nel 2013, non ha
garantito il futuro del sito. I lavoratori avevano accettato, tra le altre cose,
una maggiore flessibilità e un libro paga più basso, mentre 1331 persone sono
state licenziate nel 2014. Oggi è la chiusura a titolo definitivo del sito in
questione. 2200 lavoratori sono minacciati e, con i posti di lavoro indiretti,
si parla di circa 8.000 persone.
E
tutto questo a Charleroi, una città e una regione già profondamente colpite da
chiusure aziendali, stagnazione economica e ad alto tasso di disoccupazione nel
paese con il 22,8%.
I
regali del governo a Caterpillar erano comunque molti.
Il
gruppo paga in Belgio del 3% di tasse per 10 anni al posto del tasso ufficiale
di 34%.
La
società ha utilizzato le sue controllate (tra cui la Svizzera) per ridurre i
suoi conti in Belgio e poi chiedere aiuto allo Stato belga.
Ha
ricevuto milioni di euro in sgravi fiscali e sussidi pubblici.
Nel
2015, ha realizzato più di 2 miliardi di profitto.
I
suoi azionisti hanno ricevuto 1,6 miliardi di dividendi.
Per
che cosa?
Ancora
una volta, il cinismo dei padroni è rivoltante più che nauseante.
Non
importa il costo umano, vite spezzate, quelle dei lavoratori e le loro famiglie,
una sola considerazione, agli occhi dei potenti, il denaro.
I
dipendenti di PSA Peugeot, il sito di Aulnay Sous Bois, in sciopero per mesi nel
2013, ne sanno qualcosa.
In
ogni caso, il nostro sindacato “Solidaires Industrie” (che comprende, tra gli
altri, i vari sindacati del S.u.d.) e la nostra federazione Solidaires
Industrie, supporta pienamente la legittima lotta dei lavoratori Caterpillar
Charleroi.
Sosterremo
il nostro sostegno attraverso azioni di classe qui in Francia presso i siti di
produzione e le vendite del gruppo Caterpillar, se necessario.
Un
colpo contro uno di noi è un colpo contro tutti noi!
solidarietà
internazionale!
mercoledì 21 settembre 2016
PI In Movimento RIPRENDIAMO IL CAMMINO:RIUNIONE DI COORDINAMENTO DELEGATI RSU PUBBLICO IMPIEGO
PI In
Movimento
RIPRENDIAMO IL
CAMMINO
Appello ai
partecipanti all’Assemblea di Bologna del 9 aprile 2016, Pubblico Impiego in
Movimento, per riprendere il percorso unitario che avevamo costruito insieme con
la mozione finale di Bologna:
“Diamo vita ad un coordinamento
stabile delle realtà di base, dei delegati \lavoratori della Pa e a partire da
oggi ci riuniremo periodicamente per estendere e rafforzare la mobilitazione e
dare forza alle proposte scaturite dalla assemblea”.
Non
passa giorno senza qualche "succosa" anticipazione riguardante la prossima
manovra finanziaria o le misure previdenziali o il contratto degli
statali. Di sicuro l'estate è trascorsa non
invano per Confindustria e Cgil Cisl Uil che a inizio settembre hanno redatto
una proposta comune sugli ammortizzatori sociali che non porta benefici ai
lavoratori ma solo alle aziende e spiana la strada a licenziamenti di massa
"condivisi".
Dopo la boutade di un rinnovo contrattuale per il pubblico con aumenti solo per una minoranza di lavoratori\trici, ora si fanno strada alcune ipotesi ancor meno rassicuranti. Dopo la intesa di Luglio sull'igiene ambientale, l'aumento dell'orario di lavoro non è piu' un tabù visto che al risibile stanziamento di risorse si aggiunge la ipotesi di accrescere la flessibilità oraria barattando pochi e ridicoli aumenti con una settimana lavorativa piu' lunga. La durata della settimana lavorativa va ormai verso le 38\40 ore settimanali , magari nel pubblico impiego lasceranno la possibilità di decidere se allungare la settimana o restare alle 36 ore attuali con una decurtazione salariale. Una ennesima beffa e un danno economico perchè risparmierebbero perfino sugli straordinari e sulla banca delle ore. In questo scenario il pubblico impiego sembra non volersi attivare come se tutto potessero decidere sulla nostra pelle. Da qui a fine mese, Governo e sindacati è probabile che sottoscrivano un accordo definitivo aggiungendo qualche soldo alla miseria dei 300 milioni di euro che tutti sanno essere appena sufficienti per dieci euro di aumento effettivo al mese. Ma altre misure sono all'orizzonte come una ulteriore restrizione del diritto di sciopero e normative penalizzanti per permessi e malattie brevi.
Dopo la boutade di un rinnovo contrattuale per il pubblico con aumenti solo per una minoranza di lavoratori\trici, ora si fanno strada alcune ipotesi ancor meno rassicuranti. Dopo la intesa di Luglio sull'igiene ambientale, l'aumento dell'orario di lavoro non è piu' un tabù visto che al risibile stanziamento di risorse si aggiunge la ipotesi di accrescere la flessibilità oraria barattando pochi e ridicoli aumenti con una settimana lavorativa piu' lunga. La durata della settimana lavorativa va ormai verso le 38\40 ore settimanali , magari nel pubblico impiego lasceranno la possibilità di decidere se allungare la settimana o restare alle 36 ore attuali con una decurtazione salariale. Una ennesima beffa e un danno economico perchè risparmierebbero perfino sugli straordinari e sulla banca delle ore. In questo scenario il pubblico impiego sembra non volersi attivare come se tutto potessero decidere sulla nostra pelle. Da qui a fine mese, Governo e sindacati è probabile che sottoscrivano un accordo definitivo aggiungendo qualche soldo alla miseria dei 300 milioni di euro che tutti sanno essere appena sufficienti per dieci euro di aumento effettivo al mese. Ma altre misure sono all'orizzonte come una ulteriore restrizione del diritto di sciopero e normative penalizzanti per permessi e malattie brevi.
Ma cosa vogliamo noi? Siamo capaci di avanzare proposte che accompagnino una mobilitazione duratura ed efficace? Le risposte ad oggi sono solo negative a confermare la incapacità di costruire un movimento a difesa del pubblico che necessiterebbe di un piano straordinario di assunzioni. di non aumentare l'orario di servizio, di ridurre il numero dei dirigenti che incidono non poco sulla spesa complessiva per accordare aumenti contrattuali almeno pari ai fatidici 80 euro per una cifra complessiva di 3 miliardi di euro, ben piu' dei 300 milioni inizialmente stanziati. La esperienza intrapresa da Pubblico impiego in movimento, tra Novembre 2015 l'inizio della primavera scorsa, sembrava avere smosso le acque stagnanti e putride in cui si dibatte la contrattazione nel pubblico, un tentativo di mettere insieme e in rete esperienze di base, di rsu, di semplici lavoratori e lavoratrici. Questa esperienza si è scontrata con i limiti storici del sindacalismo di base e della sinistra sindacale, con la difficoltà a superare divisioni e steccati per mettere in campo una azione piu' incisiva da cui ciascuna realtà trarrebbe per altro giovamento.
Ora vogliamo riprovarci perchè se non costruiamo una risposta adeguata anche le esperienze oggi esistenti del sindacalismo di base soccomberanno davanti ad una iniziativa che mira a cancellare migliaia di posti di lavoro, a esternalizzare servizi, a indebolire il potere di acquisto e di contrattazione.
Per costruire una iniziativa unitaria e rispondente ai bisogni reali dei lavoratori e delle lavoratrici serve chiarezza di intenti, Il nostro scopo è provare a costruire una mobilitazione nei luoghi di lavoro per resistere alla barbarie che incombe in materia di lavoro e diritti.
RIUNIONE DI
COORDINAMENTO DELEGATI RSU PUBBLICO IMPIEGO
Per il
giorno
Giovedì 22 Sett. 2016
a partire dalle ore 14.00
Presso la
sala riunioni RSU in Stazione Centrale - Binario 21 - scala E - quarto piano
lunedì 19 settembre 2016
GLI ESODATI SI MOBILITANO ANCORA
Devono
essere garantiti TUTTI gli ESODATI fino alla pensione
GLI
ESODATI SI MOBILITANO ANCORA
DOPO NON
CI SARA’ PIU’ TEMPO
CHI
DORME NON PIGLIA PESCI, CHI ASPETTA E NON LOTTA HA GIA’ PERSO
ESODATI
ANCORA TUTTI A ROMA
PRESIDIO
21
settembre 2016
dalle
9.30 alle 13.00
MINISTERO
del LAVORO
Dalle14.00
alle 18.00
INPS
alla Direzione Generale
I
sindacati incontrano il Governo il 21 sett. con
l'intero
movimento dei lavoratori che chiedono modifiche alla riforma Fornero ( esodati ,
precoci , opzione donna, pensionati al minimo , ricongiunzioni gratuite,
quindicenni , insegnanti e ATA del scuola quota 96 , macchinisti ecc). Noi
facciamo un presidio il 21-9 al Ministero del Lavoro Via Veneto 56 al mattino (
per incontri per OTTAVA e problemi settima )
e
precoci
e opzione donna ecc al pomeriggio. Le OO SS non organizzano presidi ma
decideranno dopo l’incontro con Governo ma si andrà a oltre 20 gg dopo. Nel
frattempo la legge di stabilità sarà presentata il 27-9 al parlamento (Senato).
Il rischio è che la conferenza dei servizi sarà convocata tardi e la commissione
lavoro non avrà risposte dal Governo per approvazione degli emendamenti e il
rischio è che i Ministeri riscrivano ridimensionando la OTTAVA al 2018 e a 12
mesi dopo la fine della mobilità presentandola il 27-9 al Senato. Noi saremo a
Roma per sollecitare la OTTAVA subito a settembre e per far approvare gli
emendamenti richiesti alla pdl 3893. Un presidio unitario per CHIEDERE la ottava
SUBITO e i dati dei risparmi a DG INPS per attivare la conferenza dei servizi e
ottenere la ottava a settembre approvata in commissione lavoro con approvazione
di numerosi emendamenti attesi da molti esodati. Un presidio per evitare che la
OTTAVA sia ridotta e maxi emendata dal Governo in legge di bilancio.
10
settembre 2016
"A Piacenza il sindacalismo di base ha dato una amara rappresentazione di se"
Intervento di Federico Giusti
In viaggio per Piacenza, entri in città e capisci il clima creato ad arte dalle dichiarazioni che avevano presentato la manifestazione come una calata di barbari: vigili urbani agli svincoli, perfino la croce rossa in forze, negozi chiusi, aree di parcheggio destinate solo ai manifestanti. Una massiccia presenza di CC, Ps e GdF in tenuta antisommossa, blindati e decine di agenti in borghese, molti con telecamere e macchine fotografiche.
In viaggio per Piacenza, entri in città e capisci il clima creato ad arte dalle dichiarazioni che avevano presentato la manifestazione come una calata di barbari: vigili urbani agli svincoli, perfino la croce rossa in forze, negozi chiusi, aree di parcheggio destinate solo ai manifestanti. Una massiccia presenza di CC, Ps e GdF in tenuta antisommossa, blindati e decine di agenti in borghese, molti con telecamere e macchine fotografiche.
Alle 13 in Piazza della Stazione si è riunita Usb, la parte piu' consistente del corteo che alla fine raggiungerà al massimo 4 mila unità.
Sparsi per l'area della stazione altri gruppi, sparute le presenze di Rifondazione, Pcl, Partito comunista e altri gruppi, il corteo è composto da militanti per lo piu' sindacali, da solidali e militanti politici
Sicobas e adl si concentrano in piazza Cittadella, accanto a Palazzo Farnese, il Sol cobas è in presidio davanti alla stazione, lo Slai cobas per il sindacato di classe ha riempito un autobus e si trova davanti al concentramento usb.
L'idea è che questa manifestazione non abbia niente di unitario, prevalga la volontà di partecipare, un ragionamento che tuttavia non vale per tutti....Dove sono la Confederazione cobas e la Cub? Possibile che due delle storiche sigle del sindacalismo di base non siano presenti? Unicobas? non pervenuto, Sgb ha inviato una delegazione di 10 militanti al massimo.
Qualcuno obietterà che avevano assemblee in contemporanea e momenti di confronto collettivo, non sarebbe la prima che si adducono motivazioni del genere, tuttavia anche senza i 20\30 quadri nazionali (si fa per dire), possibile che queste organizzazioni non siano state capaci di inviare una delegazione, anche 50 militanti a testa? Supponenza, autoreferenzialità, sottovalutazione del presente? Leggere la sera in rete i comunicati delle stesse organizzazioni assenti fa pensare ad un sindacato virtuale, capace solo di raccogliere deleghe (e soldi) ma ormai assente dai luoghi del conflitto. Francamente di questo sindacato non sappiamo che farcene
Parte il corteo, ad un certo punto arrivano anche gli incappucciati, non si capisce cosa vogliano fare e a quale scopo, ben presto cambiano idea, non trovano terreno fertile, scontri in città servirebbero a ben poco, isolerebbero i facchini piacentini alimentando un ulteriore clima repressivo che già sta montando
Rari gli esercizi commerciali aperti, pochi i piacentini incontrati, impauriti anche dalle dichiarazioni della Giunta che consigliava di restare a casa, come fa la protezione civile in caso di intense precipitazioni
Arriva la pioggia e il corteo si avvicina alla stazione per sciogliersi, ciascuno per contro proprio, chi va in assemblea e chi invece sceglierà la via di casa
Cosa è uscito da questa giornata?
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Morire sul lavoro o mentre si lotta sul posto di lavoro non è mai una tragica fatalità.
COMUNICATO
NAZIONALE
Morire sul lavoro o mentre si lotta sul posto di lavoro non è mai una tragica fatalità.
La morte di Abd Elsalam Ahmed Eldanf, lavoratore egiziano di 53 anni padre di 5 figli, in servizio presso il centro di smistamento della GLS di Piacenza, ci riempie di tristezza e di rabbia.
Quando si muore in questo modo, schiacciato da un TIR in movimento, le fatalità non esistono. La carenza e l’insufficienza di misure di sicurezza e prevenzione adeguate attengono a delle responsabilità ben precise, che sarebbero aggravate se venissero confermate ipotesi di volontarietà di qualche responsabile o del conducente del mezzo per contrastare l’agitazione sindacale che era in corso da parte della USB.
Ci uniamo al dolore dei suoi cari, dei suoi amici e dei suoi compagni di lavoro e faremo tutto quello che è necessario per render giustizia ad una morte tanto assurda e per dare sostegno alla sua famiglia.
Rendiamo e renderemo omaggio ad Abd Elsalam mettendo in campo tutte le possibili iniziative di lotta e di denuncia riguardo l’accaduto, ai diversi scenari che si potrebbero aprire e alla libertà di sciopero.
Per stanotte, intanto, abbiamo deciso di non lavorare negli HUB della GLS in segno di lutto.
Per i prossimi giorni proseguiremo la mobilitazione condividendo, se ci sono le condizioni, momenti di lotta e denuncia unitarie con le altre realtà politiche, sindacali e sociali sul piano locale e nazionale.
Lì 15/09/2016
Sindacato Intercategoriale COBAS
Associazione Diritti
dei Lavoratori COBAS
venerdì 16 settembre 2016
PIACENZA, OPERAIO UCCISO DURANTE PICCHETTO: SOLIDARIETÀ ALLA FAMIGLIA E AI LAVORATORI DELLA GLS DI PIACENZA
E’ successo a Piacenza davanti ai cancelli della GLS ma sarebbe potuto succedere davanti a qualsiasi altro magazzino dove gli operai della logistica in sciopero bloccano le merci per rivendicare la dignità nel lavoro contrapponendosi a padroni, molto spesso al servizio di multinazionali che della vita delle persone non hanno alcun rispetto e pensano solo ai profitti. E’ in quelle occasioni che polizia e carabinieri accorrono al servizio degli interessi padronali tollerando episodi come quello di Piacenza e bastonando gli scioperanti. Ci sono momenti in cui è inevitabile per chiunque scegliere da che parte stare, noi abbiamo scelto da lungo tempo: stiamo dalla parte dei lavoratori.
Piacenza, operaio travolto e ucciso da tir durante picchetto.
Questa sera nel turno di notte un lavoratore iscritto all'USB durante uno sciopero indetto da questa organizzazione è stato investito da un camion nel magazzino GLS di Piacenza ed è morto sul colpo.
PIACENZA 14 settembre ore 23.45 si muore per lottare si muore per i diritti.
"Ammazzateci tutti" è il grido dei lavoratori della logistica di Piacenza.
Un nostro compagno, un nostro fratello è stato assassinato
durante il presidio e lo sciopero dei lavoratori della SEAM, ditta in appalto della GLS questa notte davanti ai magazzini dell’azienda.
Il gravissimo fatto è l’epilogo di una serata di gravi tensioni, la USB aveva indetto una assemblea dei lavoratori per discutere del mancato rispetto degli accordi sottoscritti sulle assunzioni dei precari a tempo determinato.
Di fronte al comportamento dell’azienda i lavoratori, che erano rimasti in presidio davanti ai cancelli, hanno iniziato lo sciopero immediato. Proprio durante l'azione di sciopero, un lavoratore, padre di 5 figli e impiegato nell’azienda dal 2003, è stato assassinato, sotto lo sguardo degli agenti di polizia da un camion in corsa che ha forzato il blocco.
PIACENZA 14 settembre ore 23.45 si muore per lottare si muore per i diritti.
"Ammazzateci tutti" è il grido dei lavoratori della logistica di Piacenza.
Un nostro compagno, un nostro fratello è stato assassinato
durante il presidio e lo sciopero dei lavoratori della SEAM, ditta in appalto della GLS questa notte davanti ai magazzini dell’azienda.
Il gravissimo fatto è l’epilogo di una serata di gravi tensioni, la USB aveva indetto una assemblea dei lavoratori per discutere del mancato rispetto degli accordi sottoscritti sulle assunzioni dei precari a tempo determinato.
Di fronte al comportamento dell’azienda i lavoratori, che erano rimasti in presidio davanti ai cancelli, hanno iniziato lo sciopero immediato. Proprio durante l'azione di sciopero, un lavoratore, padre di 5 figli e impiegato nell’azienda dal 2003, è stato assassinato, sotto lo sguardo degli agenti di polizia da un camion in corsa che ha forzato il blocco.
Questo assassinio è la tragica conferma della insostenibile condizione che i lavoratori della logistica stanno vivendo da troppo tempo. L’USB si impegna alla massima denuncia dell’accaduto: violenza, ricatti, minacce, assenza di diritti e di stabilità sono la norma inaccettabile in questo settore.
Oggi 15 settembre alle ore 11.00 conferenza stampa davanti al magazzino di Piacenza.
Prosegue comunque il presidio dei lavoratori che si è formato dopo la tragedia e si sta arricchendo sempre più con l'arrivo di altri lavoratori degli stabilimenti vicini.
venerdì 9 settembre 2016
SEA SPA MALPENSA LINATE - L’ACCORDO del 22 luglio 2016 è l’inizio della fine !!!!
Siamo di fronte ad un accordo
preteso da SEA e sottoscritto dalle organizzazioni sindacali che come sempre
non potevano dire di no! A nulla valgono le loro
giustificazioni con le quali ammettono che è un accordo non condivisibile. Dai loro comunicati traspare
pateticamente che siano stati costretti a firmare contro la loro stessa
volontà. Alla fine la loro firma, come al solito, è stata posta ed ora si
lodano di aver dato la possibilità ai lavoratori di scegliere tra 3 opzioni di quale
” MORTE MORIRE”.
Per 40 passaggi di
lavoratori da AH a SEA SPA e per una manciata di soldi avvelenati, previsti con
il PDR che verrà elargito nel 2017, i soliti noti sindacalisti hanno dato
mandato a SEA di procedere allo smantellamento dei posti di lavoro e
all’OUTSOURCING, vale a dire legittimare l'appalto di quelle attività
storicamente in capo a SEA a prezzi bassissimi con conseguenti ricadute
occupazionali e salariali.
Stiamo parlando degli stessi
sindacalisti che fino a poco tempo fa si strappavano le vesti per non fare
entrare le cooperative in Aeroporto? Ma non erano soliti urlare che avrebbero
difeso il lavoro buono e non avrebbero mai trasformato gli aeroporti milanesi
in una jungla?
Chi lo avrebbe mai detto?
Noi lo avevamo previsto, non avevamo dubbi!
Con l’accordo del 22 luglio
2016, le organizzazioni riconosciute da SEA, cioè quelle che vengono chiamate
per firmare gli accordi che SEA propone e pretende, hanno dato il via
all’inizio della fine per tutti i reparti e le attività in capo a SEA, hanno
promosso la modifica del perimetro aziendale attraverso l’appalto di tutte le
attività che, secondo loro, possono avere modelli di gestione più performanti
in termini di efficienza, qualità e redditività!
Purtroppo questo scenario si
sta delineando su tutto il fronte aziendale!
TUTTO PUO’ ESSERE APPALTATO
A PREZZI PIU’ BASSI, abbiamo visto cosa è successo per il reparto
Termomeccanici e per tutte le attività manutentive che in questi anni sono
state esternalizzate, non da ultimo l’attività di gestione dei parcheggi che ha
sempre prodotto comunque degli utili!
Utili ai quali non possono
essere posti dei limiti quando si vuole avere il massimo profitto, fregandosene
di quello che sarà la ricaduta sui lavoratori dei vari appaltatori (vedi i
dipendenti della società Romeo Gestioni, i lavoratori della cooperativa e delle
varie ditte che lavorano nell’appalto di manutenzione del BHS, della Global
Service, etc.)
Inoltre, con tale accordo,
si accetta, senza discutere, la dichiarazione di 402 esuberi fatta da SEA,
purtroppo questo è solo l’inizio dello smantellamento, pezzettino dopo
pezzettino di SEA, ivi compresi PRM e Security.
SEA SPA sostanzialmente
dichiara:
402 esuberi e
la sussistenza di un ulteriore fabbisogno di 141 GPG;
40 passaggi in
SPA provenienti da Airport Handling;
la stipula di
un “patto generazionale”, al fine di obbligare il proprio personale alla
pensione anticipata in cambio di assumere 1/3 di giovani nell’orizzonte di
piano.
Inoltre, con questo accordo, SEA e le Organizzazioni
Sindacali vanno in contraddizione, la prima dichiara esuberi, nello stesso
tempo assunzioni, e la necessità di nuove GPG e i secondi accettano e avallano
tali assurdità contrastanti tra loro, regalando a SEA la possibilità di
licenziare i dipendenti al momento del raggiungimento dei requisiti per il
diritto alla PENSIONE ANTICIPATA, non dando loro la possibilità di proseguire
il rapporto di lavoro fino alla PENSIONE DI VECCHIAIA, e/o la possibilità di
”contrattare” la propria fuoriuscita in modo individuale.
In SEA rimarranno solo dirigenti e
sindacalisti, quelli firmatari!
Chi ci legge non ci crederà fino a quando non lo
vedrà con i propri occhi!
BISOGNA TOGLIERE IL MANDATO A QUESTI SINDACALISTI CHE
STANNO AIUTANDO SEA A RAGGIUNGERE LO SCOPO SENZA TROPPA FATICA.
Ancora una volta verrà utilizzato del denaro pubblico
per invogliare i lavoratori ad auto-alienarsi, per farli diventare dei futuri
disoccupati in cerca di lavoro senza diritti e dignità.
Siamo nuovamente di fronte ad un accordo sottoscritto
senza sentire il parere dei lavoratori. Stanno facendo scempio del loro futuro!
Il loro è l'assurdo intento di continuare a creare
schiavi sul mercato del lavoro, impiegati presso un sedime aeroportuale dove il
Gestore continua a ottenere utili sempre più alti a discapito di diritti e
mancati riconoscimenti di aumenti salariali.
BASTA CON L’INTENTO DI FAR CREDERE E ACCETTARE DEGLI
ESUBERI DI PERSONALE NELL'OTTICA FUTURA DI ESTERNALIZZARE IL SERVIZIO A
COOPERATIVE O A SRL SENZA SCRUPOLI!
QUESTI SINDACAILISTI VANNO FERMATI!
STANNO AVALLANDO LA FINE DEL "LAVORO BUONO”
favorendo quello sottopagato senza diritti e dignità, stanno addossando il costo
di tali operazioni sulle spalle della collettività attraverso l'incentivo
all'esodo, l'utilizzo della NASPI e del fondo volo.
LA DIRIGENZA SEA DEVE CREARE SEMPRE PIU' UTILI,
SPECULA SUL COSTO DEL LAVORO PER POTER GIUSTIFICARE I PROPRI PREMI DI RISULTATO
E LE SPESE PER MANTENERE UNA CASTA SINDACALE CHE ORMAI HA PERSO LA RAGIONE E
CHE NON HA PIU’ IL SENSO DI RESPONSABILITA’ PER TUTELARE I LAVORATORI.
La nostra Org. Sindacale si attiverà contro questo
intento aziendale e affiancherà i lavoratori proponendo loro azioni di lotta
atte a dissuadere SEA dal procedere con questa logica che devasta il futuro
occupazionale del territorio. Siamo pronti a dare assistenza legale a tutti
coloro che non intendono sottostare alle decisioni unilaterali dell’azienda poiché
avallate da sindacalisti allineati con essa pur di vedersi garantiti loro
privilegi.
Vi ricordiamo che SEA SPA dichiara ricavi che toccano
i 694,8 milioni di euro, un margine operativo che raggiunge il massimo storico
di 219,8 milioni di euro e nel 2015 UN UTILE NETTO PARI A 83,8 MILIONI DI EURO!
E non gli bastano!!!!!!!!!!
06-09-2016
lunedì 5 settembre 2016
venerdì 2 settembre 2016
Occupazione, il sordo tonfo del Jobs act.
Alla fine anche Renzi è costretto ad ammettere la sconfitta. "Se la riforma del mercato del lavoro, il Jobs act, l'avessimo fatto dieci anni fa, avrebbe prodotto un risultato senz'altro migliore per il nostro Paese", ha detto il presidente del Consiglio, in conferenza stampa insieme ad Angela Merkel, a Maranello (Modena). "Se fossimo partiti 10 anni fa, 15 anni fa, come ha fatto la Germania anticipando il futuro, sarebbe stata un'altra storia", ha aggiunto.
Secondo Stefano Fassina, di Sinistra italiana, si conferma il fallimento del cosiddetto Jobs Act e del pacchetto di decontribuzione previdenziale di circa 15 miliardi nel triennio voluto dal governo Renzi: da gennaio 2015al luglio scorso gli occupati a tempo indeterminato sono aumentati di circa 376.000 unita'. L'aumento pero' riguarda soltanto la fascia di eta' superiore ai 50 anni ed e' dovuto al brutale innalzamento dei requisiti per il pensionamento determinato dalla Legge Fornero. Piu' in generale, aggiunge Fassina, "si conferma il fallimento della politica economica dell'eurozona alla quale il governo e' allineato, al netto di qualche decimale di deficit conquistato per finanziare bonus elettorali".
Lavoro, il governo ha deciso: addio al bonus assunzioni
Le aziende ora sono alla finestra, in attesa di capire dove tira il vento dell'economia. Preferendo nel frattempo contratti a breve o a brevissimo (vedi il boom inarrestabile dei voucher). Ecco perché il governo è ormai pronto a fermare gli incentivi. Un cambio di strategia. "Che senso ha dare altro metadone di fronte agli ultimi dati sull'occupazione?", è la domanda ricorrente tra Palazzo Chigi e ministero dell'Economia. Si pensava di proseguire nel décalage (sconti di anno in anno ridotti), ma la realtà si sta imponendo. E chiama un ripensamento. Così il governo punta su un'altra carta: quella della produttività, ferma da oltre un ventennio, la grande malattia del nostro sistema. Strategia in due tempi. Prima, nella prossima legge di bilancio, agendo sulla leva fiscale, ampliando la detassazione sui premi aziendali di risultato. Poi forzando sulla riforma della contrattazione, se sindacati e Confindustria non chiudono la trattativa. Un intervento previsto al massimo per gennaio, terminata in Parlamento la sessione di bilancio. Senza però toccare né il contratto nazionale né quello territoriale. Ma operando solo a livello aziendale, laddove le risorse pubbliche sarebbero quasi un miliardo l'anno .
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