venerdì 30 dicembre 2016
sabato 24 dicembre 2016
venerdì 23 dicembre 2016
Referendum CCNL Metalmeccanici: non tornano i conti, ma i metalmeccanici non erano un milione e seicento mila? adesso i voti espressi sono 350 mila, che fine hanno fatto il milione di lavoratori che mancano all’appello?
Il Fondo
Pensione Cometa
Le spese di gestione del fondo Cometa sono circa 17
milioni di euro che, divisi per un reddito/anno medio di 20 mila euro,
equivalgono ad assumere circa 850
lavoratori a tempo indeterminato. Ma se non fosse
esistito il fondo, questi soldi li avrebbero spesi lo stesso? La
risposta è NO, questi sono soldi a fondo perduto, non rivalutati, non
investiti, servono solo per pagare i rimborsi spese ai gestori del fondo, le operazioni
bancarie, le assicurazioni, ecc.; Le aziende versano centinaia di euro
per ogni iscritto (1,25%) , soldi sottratti dal budget di ripartizione
collettiva (per tutti) ad ogni rinnovo del CCNL: circa 90 milioni di euro ogni
anno. Inoltre, anche i fondi pensione come COMETA, rappresentano una nuova
tassa che pagano gli aderenti e che si aggiunge al 33% di contributi
previdenziali che ogni lavoratore versa all’INPS per la pensione. Infine, ai
padroni conviene aumentare la quota da versare al fondo perché, al posto di
riconoscere un aumento per tutti, questa quota la versano solo a una piccola
parte di aderenti.
La Sanità integrativa
La sanità integrativa non garantisce il diritto alla
salute ma incrementa il consumo sanitario e favorisce gli erogatori di
prestazioni sanitarie, quindi diventa principalmente una fonte di profitto:
Viene falsificato il concetto e la pratica della PREVENZIONE che vuol dire
evitare che si producano malattie e disagi. Il suo obiettivo è quello andare
alle cause che fanno perdere la salute. Ad esempio non essere esposti ad
inquinamento ambientale o lavorativo; condurre uno stile di vita sano
(alimentazione corretta, attività fisica, senza fumo, e stress Non saranno i
chek up o gli screening non validati a garantire più salute. Viene nascosta la
differenza fra i diversi sistemi sanitari: quelli fondati sulle assicurazioni
sono molto più costosi e meno efficaci (USA, Svizzera, Olanda) di quelli
universalistici (Italia, Inghilterra Spagna). I circa 300 erogatori di
prestazioni sanitarie integrative o sostitutive portano ad adottare lunghe e
complesse pratiche burocratiche piuttosto che dedicare tempo da parte degli
operatori, medici e infermieri compresi, alle cure e alla relazione con i
pazienti. Aumentano le diseguaglianze: Possono ottenere forme di sanità
integrative coloro che hanno possibilità contrattuali (sono in aziende o luoghi
di lavoro di una certa entità, o i professionisti con consistenti entrate),
ma da queste prestazioni restano fuori i precari, i disoccupati, i lavoratori
di piccole aziende, ossia la maggioranza della popolazione. È una nuova tassa
(sostituisce un aumento retributivo) che si aggiunge al 27 % di IRPEF
nazionale, all’1.5 di quello regionale e allo 0.5 di quello comunale. Per ovviare alla scarsa adesione
dei lavoratori, che pare sia di poche migliaia di unità, da ora in poi la
sanità integrativa sarà per tutti, il lavoratore potrà solo dare
indicazione scritta di non aderire al fondo.
Benefit:
Oltre a quanto sopra, le aziende dovranno dare ai
lavoratori dei benefit (ESENTASSE) quantificati in 100 euro complessivi per il
primo anno (8 euro al mese), 150 euro per il secondo anno e 200 euro per il
terzo anno. Tali cifre saranno omnicomprensive di tutti gli istituti quindi non
contribuiranno ad aumentare il TFR o altri istituti della paga base.
Questi benefit rischiano di essere un blando privilegio (viste le cifre) di
pochi che ne usufruiranno e non, come dovrebbe essere, una possibilità di spesa
(carrello) per tutti, tenendo ben presente che sostituiscono un aumento della
retribuzione e che comunque per i padroni sono esentasse mentre chi li usa le
tasse le deve pagare.
Conclusioni:
nonostante le piattaforme approvate dai lavoratori
dicessero tutt’altro (la Fiom rivendicava il recupero del reale potere
d’acquisto e del 3% di aumento per il 2016), il recupero reale non arriverà
nemmeno al 3% della paga base come somma dei tre anni di applicazione del
contratto (x il 2016 lo 0.1%). Ora le OS firmatarie avranno l’onere di spiegare
ai lavoratori il contenuto di quanto sottoscritto, diranno a loro difesa, visto quanto firmato, che
vi era il rischio di non fare il contratto e che così viene confermato il ruolo
contrattuale di primo livello, oltre a quello di Federmeccanica e delle O.S., e
che tutto il resto passa in secondo piano e viene sacrificato in nome del ruolo
istituzionale che hanno le parti. Per il referendum, possiamo consigliare ai
lavoratori di rigettare l’accordo, ma ci teniamo a ricordare quanto appena
avvenuto con il rinnovo del CCNL dell’Igiene Ambientale dove, contrariamente a
tutte le previsioni anche quelle palesi (e dimostrabili), i lavoratori hanno
approvato a stragrande maggioranza l’accordo firmato, anche se contro i loro
interessi. Ovviamente poi chiederanno l’obolo per gli sforzi profusi, teatrino
che si ripete ad ogni rinnovo.
giovedì 22 dicembre 2016
Referendum CCNL Metalmeccanici: Pare abbiano vinto i SI', ma non scherziamo, dove solo le telecamere?
Trasferimenti
Gli industriali hanno chiesto (e ottenuto) l’innalzamento del limite di
trasferibilità dei lavoratori anziani, di 2 anni gli uomini (52) e di 3 le
donne (48), ci pare che la modifica contrattuale parli da sola, a tutto
discapito di quei lavoratori che pensavano di essere entrati in una fascia di
età ”protetta” e che invece, da domani, si troveranno ancora più deboli e
attaccabili. Pare che anche per essere trasferiti si applichi il calcolo
sull’aspettativa di vita, questo si che è innovativo!!!
Formazione:
La formazione dovrebbe essere lo strumento anche per
prevenire le crisi aziendali ma nei fatti non è così. La formazione è sovente a
carico dei lavoratori, una parte dei mancati aumenti va proprio alla formazione
per non parlare dei finanziamenti europei per la formazione professionale (vedi
Fondimpresa). Gli industriali a parole ritengono la formazione un punto
fondamentale per la crescita professionale dei lavoratori, sono disposti a
pagare ben 24 ore in 3 anni (ben 8 ore all’anno = 70 euro) ma non per tutti,
per le aziende che non hanno una formazione interna il diritto di formazione
del lavoratori consente (obbliga) a formarsi all’esterno contribuendo di
persona a pagare un terzo delle 24 ore previste dall’accordo, in pratica, 16
ore le paga il datore di lavoro e le restanti 8, le deve pagare il lavorare
stesso.
Jobs Act:
Nessuna deroga all’applicazione del Jobs act, nessun
esonero o numero chiuso per le assunzioni con le nuove regole, I nuovi assunti
potranno essere licenziati e avranno molti meno diritti di altri lavoratori più
anziani, bastava un minimo sforzo per mettere dei vincoli alla applicazione del
jobs act ma non si è voluto fare nulla. Eppure la Cgil continua a dire di
essere contraria al job act anche se poi sottoscrive accordi che lo ratificano
e lo rafforzano
Orari
flessibili
Ricordiamo che l’orario plurisettimanale consente ai
padroni di non pagare gli straordinari e di allungare accorciare la settimana
lavorativa a loro piacimento: Nessun vincolo imposto ai padroni nemmeno per
scongiurare i trasferimenti dei lavoratori in altri plessi industriali, l'operaio
diventa flessibile in toto, nell'orario, nella mansione, nello stesso luogo
produttivo.
Sicurezza
sul lavoro
Da anni aumentano malattie e infortuni soprattutto se
rapportate al numero delle ore effettivamente lavorate il coinvolgimento
degli RLS alle “politiche aziendali” suona come una resa del sindacato
perché piega la sicurezza e la salute degli operai a un ruolo subalterno
rispetto ai padroni. Gli RLS non hanno potere decisionale e di veto, per loro
il diritto alla informazione e formazione significa ricoprire un ruolo formale
dentro quella filiera della sicurezza che vede gli operai in subordine agli
interessi padronali, impossibilitati ad opporsi all’intensificazione dei ritmi
e dei tempi di lavoro, a processi tecnologici basati su moderne forme di sfruttamento
intensivo. Gli RLS sono privi di una reale agibilità sindacale nel
senso che hanno solo poche ore di permesso e non hanno un potere effettivo a
partire dalla possibilità di entrare nel merito delle strategie aziendali, del
resto la filiera della sicurezza, tanto cara ai padroni, significa mettere in
subordine la salute e la sicurezza ai profitti.
Il Testo
Unico per le RSU
Nonostante l’accordo nazionale che regola le RSU
all’interno delle aziende tra Confindustria e CGIL CISLUIL sia stato
sottoscritto a gennaio 2014, questo accordo non è ancora applicato in toto
probabilmente in attesa di una complessiva riforma del modello di
contrattazione che sancirà la partecipazione alle rsu di ogni settore pubblico
e privato solo dei sindacati che avranno sottoscritto questo accordo, In ogni
caso, rimane un regolamento che disciplina il diritto di sciopero a tutto
vantaggio delle aziende e con il consenso “complice” dei firmatari. I
lavoratori si devono rendere conto che il diritto di sciopero è l’unico
strumento che hanno per rivendicare i propri diritti e il testo unico del 2014
ha come obiettivo la contrazione delle agibilità sindacali per limitare al
massimo lo stesso diritto di sciopero.
mercoledì 21 dicembre 2016
Referendum CCNL Metalmeccanici: non è mica facile essere così servizievoli e poi raccontare ai lavoratori in assemblea che HANNO ottenuto un risultato storico, ci vuole del pelo ......
come detto,
da ora in poi tutti i contratti aziendali devono essere variabili e legati alla produttività, non è più possibile rivendicare la famosa quattordicesima o superminimi collettivi, inoltre, gli eventuali aumenti individuali verranno assorbiti dai futuri aumenti derivanti dal contratto nazionale a meno che non ci sia scritto NON ASSORBIBILE.
da ora in poi tutti i contratti aziendali devono essere variabili e legati alla produttività, non è più possibile rivendicare la famosa quattordicesima o superminimi collettivi, inoltre, gli eventuali aumenti individuali verranno assorbiti dai futuri aumenti derivanti dal contratto nazionale a meno che non ci sia scritto NON ASSORBIBILE.
Assistenza
disabili
Da ora in poi, tutti i lavoratori che intendano chiedere
permessi retribuiti per assistere qualche familiare disabile, come previsto dalla
legge 104/92, dovranno pianificare i permessi per tutto il mese, informare
l’azienda almeno 10 giorni prima e le poche deroghe saranno
ammesse solo per situazioni della massima urgenza. I padroni per
limitare i diritti sono perfino disposti a tagliare i permessi per
l'assistenza a familiari ammalati vanificando quelle leggi che almeno
sancirebbero il diritto alla assistenza.
Banca del
tempo
È stato inserito, nell’accordo appena firmato, il
capitolo dall’accantonamento delle ore non utilizzate (TUTTE, anche le ferie "aggiuntive" che sono riposi obbligatori) e gli straordinari, per poterne usufruire in prossimità
della pensione ed uscire prima del pensionamento dalla fabbrica. Una specie di prepensionamento
a nostre spese, che si aggiunge ai fondi pensione che ricordiamo paghiamo noi e
solo noi. Capitolo pericoloso visto che si perderà il controllo delle ferie
accantonate oltre che di altri istituti non utilizzati, tenendo ben presente che
per poter avere un anticipo di pensione (speriamo volontario) sarà
necessario accantonare migliaia di ore. In molte fabbriche non è consentito
l’utilizzo delle ferie oltre le chiusure concordate con le O.S. e ora il rischio
che I padroni non consentano l’utilizzo delle ferie, con questo accordo, è ancora
più alto dato che le ferie sono un diritto ma vanno concordate con il padrone
che le concede solo se non ci sono contraccolpi sulla produzione. Se volete un
consiglio: pensateci bene.
Banca ore
solidali
Altro capitolo che fa da stampella alle tutele previste dalle
normative, I lavoratori potranno “regalare” le proprie ferie o le par a chi ne
ha necessità per assistere figli con problemi. Strano capitolo questo, sembra
un gesto di una bontà estrema se non fosse che a rimetterci sono sempre I
lavoratori mentre le aziende si fanno grandi della proposta ma nulla di più.
Sarà il caso di riflettere perché alla giusta richiesta di solidarietà tra
lavoratori si contrappone la assoluta rigidità dei padroni che ogni qual volta
debbono concedere soldi e permessi adducono motivi superiori come la perdita di
produttività.
Lavoro
agile
Questo capitolo apre la strada alle nuove
tecnologie e alla possibilità di usare la tecnologia a favore delle aziende,
consentendo il lavoro a distanza e riducendo gli oneri alle aziende ma non gli
introiti. Per ora è solo un “cappello” di presentazione, vedremo i successivi
sviluppi ma negli ultimi anni lo smart working è servito ai padroni e non certo
ai lavoratori che hanno visto annullare ogni spazio personale dando sempre più
tempo ed energie ai padroni
Il giudice reintegra l’addetta alle pulizie in Agusta: IL LICENZIAMENTO E’ UNA SANZIONE TROPPO SEVERA
La pellegrini la
aveva licenziata a febbraio perché non aveva caricato il
sapone
BENTORNATA!!!!
Rientra in azienda,
poco prima di Natale, l’addetta alle pulizie della Pellegrini che opera presso
l’appalto in Agusta, ora Leonardo Elicotteri, che, per futili motivi, era stata
licenziata verso la fine di febbraio 2016 liberandosi così di una lavoratrice
“scomoda” che faceva il proprio lavoro senza abbassare mai la
testa.
La mattina del 29
settembre 2016 i legali rappresentanti della Pellegrini si sono recati presso il
tribunale del lavoro di Milano perché chiamati in causa dalla lavoratrice,
rappresentata dal legale di ADL, per l’annullamento del licenziamento e la
reintegra nel posto di lavoro.
Il giudice del
lavoro, dopo aver letto la pratica, ha chiesto alla Pellegrini se rispondeva al
vero che avesse licenziato un’operaia per quei futili motivi e il legale della
Pellegrini ha confermato quanto asserito dal giudice. Di seguito il giudice ha
proposto un accordo conciliativo chiedendo alla Pellegrini di trasformare il
licenziamento in una sospensione di 3 giorni, la Pellegrini ha però rifiutato la
proposta conciliativa e ha confermato il licenziamento. Di conseguenza, Il
giudice, dopo aver fatto alcune domande di rito alla lavoratrice, ha terminato
l’udienza sostenendo che avrebbe preso una decisione sulla questione nei tempi
previsti per legge. La mattina seguente è arrivata la sentenza che dichiarava
l’illegittimità del licenziamento intimato alla
ricorrente e ordinava alla PELLEGRINI SPA la reintegra della lavoratrice nel
posto di lavoro, imponeva anche al pagamento di tutti gli stipendi arretrati
dalla data del licenziamento e di tutte le spettanze (contributi previdenziali
ecc..) e ordinava alla Pellegrini il pagamento delle spese processuali, legali,
ecc.
Come
ADL non possiamo che essere contenti di questa sentenza in primis perché la
lavoratrice, con una famiglia da mantenere, ha di nuovo un lavoro e uno
stipendio; ma siamo contenti perché una volta di più si dimostra che i
lavoratori hanno ancora dei diritti e che, anche se non è facile, li devono
difendere a tutti i costi.
Invece è davanti agli
occhi di tutti che chi ha diretto con caparbietà questa operazione ha fallito
nel suo intento e che, per colpa sua, la Pellegrini ne esce con “le ossa rotte”
e una pessima figura nei confronti di Finmeccanica che, suo malgrado, si trova
coinvolta in questa faccenda.
Chiediamo alla
Pellegrini di destinare ad “altre attività” chi ha preso queste
decisioni e ha fatto spendere
alcune decine di migliaia di euro senza risolvere alcun problema ma, anzi, ha
reso più difficile una situazione già critica come sono gli appalti in
Agusta.
A tutti è chiaro, in
un periodo così critico, che dopo le decisioni che arrivano dalla direzione
Finmeccanica/Leonardo di tutto c'è bisogno tranne che di incapaci che
sperperano soldi dell'azienda e distruggono l'armonia fra le
maestranze.
P.S. ci permettiamo
di informare la Pellegrini che il Jobs Act vale anche per i dirigenti: che una
volta tanto provassero anche loro a passare un Santo Natale disoccupati e con
prospettive “nere”.
20 dicembre
2016
martedì 20 dicembre 2016
Referendum CCNL Metalmeccanici: qualcuno si azzarda a esporre delle tabelle con degli aumenti ma nell'accordo non c'è nessun aumento.
In primo
luogo il salario
e il relativo, e atteso, aumento economico che tutti i
lavoratori metalmeccanici attendono da un anno: a quanto pare la condizione
imposta dagli industriali è recuperare le cifre indebitamente versate ai
lavoratori nel biennio precedente, quando il meccanismo di rinnovo, basato
sull’inflazione programmata dal governo, aveva costretto le aziende a sborsare
una cifra più alta di quella poi definita con l’inflazione reale. Tutto vero a
parte un piccolissimo dettaglio, che il meccanismo di calcolo dell’aumento
economico basato sull’inflazione programmata, per oltre vent’anni aveva
consentito alle aziende di versare cifre di gran lunga inferiori rispetto
all’inflazione reale. Il nuovo meccanismo di calcolo proposto dagli industriali
è una sorta di sistematica autoriduzione del salario poiché il
riferimento all'inflazione IPCA al netto dell’energia importata rappresenta una
perdita per gli operai italiani dato che incide su tutti i capitoli di spesa di
ogni lavoratore. Ma al di là della perdita salariale e di un sistema di calcolo
che non permette alcun recupero del potere di acquisto, un contratto
nazionale non è definibile come tale se baratta aumenti reali dei salari con i
fondi integrativi e i buoni carrello.
L’inflazione
programmata
Come detto sopra, i padroni ci dicono che i
metalmeccanici hanno incassato, senza averne diritto (quasi RUBATO), molto di
più del dovuto perché l’inflazione reale (secondo i dati ISTAT) era più bassa
di quella programmata dal governo. Premettendo che l’inflazione ISTAT è sempre
più bassa del reale costo della vita e il recupero inflazionistico è solo
parziale e non garantisce la effettiva tenuta dei salari, ci ricordiamo quanto
accaduto negli ultimi 20 anni con l’inflazione programmata più
bassa perfino dei dati ISTAT con i lavoratori
metalmeccanici in perdita di centinaia e centinaia di euro? E
poi l’IVA dove la mettiamo? In pochi anni è passata dal 19% al 21% ora è al
22%, tra qualche mese sarà al 23% mentre il governo parla addirittura di
portarla al 25%, quando recupereremo questi soldi? E poi con il
sistema di calcolo ancora più svantaggioso della inflazione IPCA al netto
dell’energia importata, in un paese come il nostro che importa l'80% della
energia, quale contratto potrà definirsi favorevole?
Il
recupero dell’inflazione
Federmeccanica, dato il vantaggioso metodo di calcolo
imposto e ottenuto, è disponibile a riconoscere il 100% dell’inflazione ma Il
recupero economico dovrebbe assorbire eventuali aumenti in essere privi
dell’indicazione NON ASSORBIBILE (probabilmente anche gli scatti di anzianità),
in pratica, l’aumento, lo avrebbero solo i lavoratori che percepiranno
una paga base senza aumenti di vario genere. Per il 2016, a copertura anche
degli scioperi fatti, verranno elargiti ben 80€
una tantum lordi omnicomprensivi. In questo modo i
padroni rientrano, in pochi anni, di quei pochi euro che nel biennio
precedente hanno versato in più ai lavoratori. Eppure poche ore prima della
firma, FIMFIOMUILM asserivano che il contratto avrebbe sancito il pieno
recupero dell’inflazione e del potere di acquisto. A conti fatti si capisce che
hanno mistificato la realtà: la media dell’inflazione IPCA al netto
dell’energia importata è meno dell’1% nei tre ani (2017=0.5% 6€, 2018=1% 10€,
2019=1.2% 13€), per
un totale di aumento di 29€ in tre anni, ma per la prima volta NON SI
DEFINISCE, NELL’ACCORDO, QUAL’E’ L’AUMENTO DA DARE AI LAVORATORI ma verrà
calcolato e ri-contrattato con i padroni, anno per anno. Non solo, ma anche le
O.S. usano il metodo dei padroni e cioè sommano al reale (esiguo) aumento anche
le altre voci che non sono un aumento ma che fanno parte del costo complessivo
a carico dei padroni e che vengono sommate al solo scopo di enfatizzare i pochi
euro reali di aumento. INCREDIBILE.
lunedì 19 dicembre 2016
Referendum CCNL Metalmeccanici, visto l'esito del referendum del contratto dell'igiene ambientale, speriamo almeno che i voti validi non siano di più dei votanti....
Fino a qualche anno fa il contratto era una conquista
dei lavoratori che ottenevano il riconoscimento oltre che di un minimo di
salario, anche di diritti e piccoli privilegi che gli consentivano una
sopravvivenza più dignitosa all’interno delle fabbriche, ora è esattamente il
contrario, i rinnovi contrattuali sono terra di conquista dei padroni che
tolgono salario e diritti (i piccoli privilegi sono ormai un ricordo lontano),
ci sono già diversi esempi di rinnovi nazionali aberranti per i lavoratori
(vedi igiene ambientale), ora si aggiunge, all’elenco, anche quello dei
meccanici.
I nostri baldi rappresentanti (purtroppo) ci raccontano
che hanno fatto un lungo braccio di ferro con i padroni e che hanno fatto
(fare) decine di ore di sciopero per rinnovare questo contratto, ci raccontano
che i padroni non hanno interesse al rinnovo perché vogliono chiudere la
contrattazione nazionale e spostare tutto sul secondo livello. A noi pare, al
contrario, che gli scioperi sono stati molto pochi e sospesi senza nemmeno
avere ottenuto nulla rispetto alla posta in gioco, pare che il braccio di ferro
era solo una pantomima che serviva a confermare il ruolo di entrambe le parti:
Federmeccanica, che deve tenere insieme i padroni o se ne vanno (vedi FIAT), le
O.S., che hanno la possibilità di mantenere un ruolo quasi da STATO PARALLELO
dato che poi gli accordi superano, addirittura, le leggi dello stato e sono
riconosciuti anche dalla magistratura.
Dicevamo quindi, che dopo un anno di
“pretattica”, senza una reale mobilitazione, senza scioperi fatti in
modo serio e incidenti, siamo arrivati al rinnovo del contratto nazionale
metalmeccanici. Una trattativa al ribasso, quella tra industriali e sindacati
confederali, all'insegna del mancato coinvolgimento di coloro
che avrebbero dovuto avere la prima e l'ultima parola: i lavoratori. Le
premesse per un accordo peggiorativo c'erano tutte, bastava guardare alla
intesa per la igiene ambientale, ora quanto sottoscritto dai
metalmeccanici si estenderà a macchia d’olio su tutto il territorio
nazionale. Un contratto con pochi aumenti reali al posto dei quali viene
costruito un sistema basato sulla previdenza e sulla sanità integrativa. In
questo modo non si tutelano ne il contratto nazionale e nemmeno il welfare ma
si contribuisce a smantellare il primo e a ridimensionare il secondo
contrariamente a quanto dichiarato dalle O.S., Fiom in testa. Anche
Confindustria era in attesa della chiusura del Contratto dei metalmeccanici per
avviare un confronto sul nuovo modello industriale definito “Industria 4.0”
dove si affronteranno i problemi “sociali” derivanti dall’impatto
nell’industria delle nuove tecnologie, come la riduzione degli stipendi e dell’occupazione
per accrescere unicamente i profitti padronali. Ma questo contratto sancisce
anche la supremazia del nuovo modello di contrattazione, quello scaturito dal
testo unico del 2014, quella intesa che archivia ogni forma sindacale
conflittuale, ma quali sono i punti cardine della intesa 2016\19? Il primo
accordo unitario, con la firma della Fiom, dopo due accordi separati, non un
segnale di rottura rispetto agli ultimi anni ma l'accettazione di quanto fino
ad oggi la Fiom aveva rifiutato, un po' come già è successo anni fa con il
contratto nazionale del commercio con il lavoro domenicale.
Busto Arsizio Educatrici in piazza contro il taglio dell’indennità di turno LUNEDÌ LA PROTESTA SI SPOSTA IN CONSIGLIO COMUNALE
BUSTO ARSIZIO – Lo avevano annunciato e lo hanno fatto. Giovedì sera, prima del concerto di Natale in basilica San Giovanni, le educatrici degli asili nido e delle scuole dell’infanzia sono scese in piazza per manifestare la propria preoccupazione.
Il presidio si è tenuto a suon di striscioni e volantini. La protesta riguarda il rispetto del calendario scolastico e soprattutto il “taglio” dell’indennità di turno, che comporta una busta paga “più leggera” (circa cento euro in meno al mese).
Quello di giovedì è solo il primo passo di una protesta che si preannuncia molto determinata.Fausto Sartoraro, delegato del sindacato Adl, fa sapere infatti che lunedì sera potrebbe tenersi un nuovo picchetto davanti al municipio in occasione del consiglio comunale.
BUSTO ARSIZIO Fuori dal concerto in San Giovanni la protesta della educatrici
Dentro le note di Leopold Mozart, fuori le educatrici del Comune: il freddo della serata di giovedì 15 dicembre non ha certo fermato lelavoratrici che chiedono attenzione e futuro per il loro lavoro.
Mentre il pubblico entrava dai tre ingressi della Basilica di San Giovanni per il tradizionale concerto natalizio, le educatrici comunali hanno srotolato i loro striscioni e fatto sentire la loro protesta composta ai cittadini e alle autorità (civili, militari e religiose) che entravano in chiesa.
sabato 17 dicembre 2016
giovedì 15 dicembre 2016
RIUNIONE DI COORDINAMENTO LAVORATORI/DELEGATI RSU PUBBLICO IMPIEGO
Diamo vita ad un coordinamento stabile delle realtà di base, dei delegati
\lavoratori della Pa e a partire da oggi ci riuniremo periodicamente per
estendere e rafforzare la mobilitazione e dare forza alle proposte scaturite
dalla assemblea”.
RIUNIONE DI
COORDINAMENTO LAVORATORI/DELEGATI RSU PUBBLICO IMPIEGO
Per il
giorno
Venerdì 16 dicembre
2016
Presso la
sala riunioni RSU in
Stazione Centrale
Binario 21 - scala E
- terzo piano
Dalle ore 10.00 alle
ore 17.00
Noi vogliamo
riprovarci per costruire una iniziativa unitaria e rispondente ai bisogni reali
dei lavoratori e delle lavoratrici serve chiarezza di intenti con lo scopo di
provare a costruire una mobilitazione nei luoghi di lavoro per resistere alla
barbarie che incombe in materia di lavoro e diritti, perché se non costruiamo
una risposta adeguata anche le esperienze oggi esistenti del sindacalismo di
base soccomberanno davanti ad una iniziativa che mira a cancellare migliaia di
posti di lavoro, a esternalizzare servizi, a indebolire il potere di acquisto e
di contrattazione.
AGUSTA - L’assemblea è un diritto dei lavoratori
Prendiamo atto
che l’assemblea informativa sul rinnovo del CCNL Metalmeccanici del terzo turno
di ieri non si è svolta e ne ignoriamo le motivazioni, riteniamo comunque un
diritto dei lavoratori essere informati su questo difficile rinnovo e ci
mettiamo a disposizione per sopperire alla carenza informativa organizzando una
assemblea aperta anche a tutti coloro abbiano dubbi o perplessità sul contenuto
dell’accordo.
ASSEMBLEA
NON
RETRIBUITA
IN
SCIOPERO
PER TUTTI I
LAVORATORI
Finmeccanica
/ Leonardo
Helicopter
Division (EX
AGUSTAWESTLAND)
DI
C. COSTA - PER IL GIORNO
Lunedì
19 Dicembre 2016
DALLE
14.30 ALLE 15.30
PRESSO
LA SALETTA SINDACALE
ORDINE DEL GIORNO:
-
Rinnovo
CCNL Metalmeccanici
-
varie
ed eventuali
15
dicembre 2016
10 dicembre 2016 - riunione organizzativa RETE Salute Europea - presenti Medicina Democratica, SGB, CUB, SIAL Cobas, ADL, Il Sindacato è un Altra Cosa Opp In CGIL, Ancora In Marcia, Rete Salute Lombardia, Comitato Stop TTIP Gallarate, Casa Delle Donne Gallarate, Coord. Milanese Di solidarietà, rete Salute Belgio, Rete Salute Europea, RETE Salute Francese, RETE Salute Spagna
RLS eletto presso il Presidio Ospedaliero di Busto Arsizio - Un altro anno da Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza
Un altro anno
da Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza
Salve a tutt*, sono Federico
Pagan, RLS eletto presso il Presidio
Ospedaliero di Busto Arsizio, presentandomi col quel simpatico disegno in
alto a destra.
Come scritto alla fine dello
scorso anno anche questa volta vorrei
spiegare, alle Lavoratrici ed ai Lavoratori e soprattutto a chi mi ha votato
alle elezioni RLS di due anni fa, che attività e pratiche pericolose ho
segnalato nel corso del 2016, quali si
sono risolte e quali no o sono in corso d’opera.
La prima effettuata riguarda la Medicina
Nucleare per molteplici problemi
legati sia alla circolazione delle
persone iniettate con iodio 131 quindi in terapia radio metabolica dal reparto alle camere calde, sia di chi
effettua esami giornalieri, quindi con
tecnezio. Con annesse richieste di sostituzione delle pedane di lavoro per
il frazionamento della dose e con la più “banale”richiesta di fornitura di tendine parasole.
Quest’ultima risolta abilmente, dopo
solo 8 mesi, dall’Ufficio Tecnico con
fornitura di veneziane.
Rispetto alle altre problematiche, la situazione è in corso d’opera con
i Medici che ora effettuano la
dismissione del paziente al secondo piano, per poi inviarlo comunque al
piano terra per l’effettuazione dell’esame
finale.
La richiesta del percorso di dismissione
del paziente effettuata al Direttore Generale e per conoscenza al Primario
ovviamente non ha avuto risposta.
Per i giornalieri invece è stata prevista un’uscita riservata a fianco della
scala di emergenza.
Non è stata invece considerata
l’ipotesi di creare una sala d’aspetto. Siamo ancora in attesa di capire
come risolvere il problema delle pedane xchè pare che nessuna le costruisca.
La seconda segnalazione effettuata riguarda
alcuni Uffici Amministrativi ma essendo molto delicata, credo sia
giusto non scrivere nulla in merito tranne che sto continuando a seguire il
caso e sono in attesa di rilevazioni da parte
dei Responsabili di Fisica Sanitaria e del Servizio di Prevenzione.
La terza segnalazione riguarda il
Servizio di Autisti che ritirano i rifiuti pericolosi dai Distretti per
portarli al deposito sito nell’Ospedale di Busto Arsizio, quindi al conseguente rischio biologico per gli
Autisti.
Siamo in attesa delle nuove linee guida in merito.
La restante attività svolta si è concentrata nel ripresentare le segnalazioni effettuate nel corso del 2015 capendo quali si siano risolte positivamente e quali invece abbiano avuto dei problemi.
Dopo mesi di incontri con l’Ufficio Economato si è risolta la
sostituzione delle ruote ormai lisce del muletto elevatore della Farmacia.
Rispetto a questa
segnalazione risolta, è emersa la mancanza totale in tutta l’ASST
del contratto di manutenzione dei muletti elevatori e del trasporto carrelli.
Il bando di manutenzione è in corso e sono fiducioso si possa risolvere entro breve.
Ripetuti incontri con l’Ufficio Provveditorato sono stati effettuati per cercare di risolvere
segnalazioni effettuate sia da me, sia dal Servizio di Prevenzione e Protezione
quali: acquisizione di letti elettrici,
carrozzine e comode; sistemi
di comunicazione per chi lavora in solitaria e per gli addetti alle
emergenze; mancanza
di DPI specifici in alcuni
reparti; acquisto di letti visita ad altezza variabile negli Ambulatori; ultime pratiche di acquisizione del misuratore della formaldeide e per finire la chiusura
del bando per il sistema informativo in Medicina Preventiva e del Lavoro.
Come previsto dalla Regione Lombardia, siamo stati consultati dal Direttore Generale e dall’Ingegnere
Bocchieri in merito allo stress da
lavoro correlato. Insieme al collega
RLS Alessandro Innocenzi abbiamo formulato ottime proposte per
limitare lo stress ed aiutare i/le Lavoratori/trici in merito. C’è da dire che
le maggiori problematiche derivano, secondo noi, dalla mancanza
totale di risorse economiche destinate ai progetti sull’argomento e dalla carenza cronica di Personale, anche nello stesso Ufficio di Prevenzione e Protezione.
Durante questo 2016
ho notato che la comunicazione tra i
vari uffici, per risolvere le problematiche sulla sicurezza, è un po’ difficile, forse per problemi
sociali, forse per problemi politici, non so.. L’ RLS che effettua la segnalazione deve spedirla a tutto il mondo
interessato e poi incontrare ogni Dirigente responsabile degli uffici in
indirizzo, in continuazione.. vabbè dai, ci vediamo il prossimo anno o alla prossima segnalazione. Federico Pagan
martedì 13 dicembre 2016
lunedì 12 dicembre 2016
Busto Arsizio - Indennità tagliata, le educatrici degli asili comunali in agitazione
Annunciato un presidio in piazza prima del concerto di Natale dei sindacati Adl e Cgil a sostegno delle rivendicazioni delle lavoratrici delle scuole materne. Tolti dai 100 ai 120 euro al mese.
Le educatrici delle scuole dell’infanzia comunali sono sul piede di guerra e annunciano un presidio per giovedì, prima del concerto di Natale nella basilica di San Giovanni.
Ad annunciare l’iniziativa, decisa dopo il taglio delle indennità di turno dalle buste paga delle dipendenti, sono i sindacati Adl e Cgil. Il taglio consiste in una riduzione dello stipendio che varia tra i 100 e i 120 euro al mese che le lavoratrici non percepiscono più da giugno.
La protesta riguarda inoltre il non rispetto, secondo i sindacati, del calendario scolastico concordato ad inizio anno con l’amministrazione comunale. E’ in corso una vertenza che, se non porterà i risultati sperati, culminerà con la protesta prevista per giovedì 15 dicembre in piazza San Giovanni.
ASST VALLE OLONA (OSPEDALI BUSTO E GALLARATE) ADL FIRMA SOLO BUONI ACCORDI
ASST
VALLE OLONA (OSPEDALI BUSTO E GALLARATE)
ADL
FIRMA SOLO BUONI ACCORDI
GLI
ALTRI CI SOTTRAGGONO 270€
Ricordiamo
per l'ennesima volta che ADL è stata la prima in assoluto a chiedere
l'accantonamento del fondo ex art. 40 e che per tutto l'anno scorso da sola ha
continuato a dire che bisognava utilizzare tale fondo per fare un accordo sulle
progressioni economiche orizzontali (fasce).
Tutti
dicevano che non si poteva fare e che quindi non c'erano i soldi, ma smentite
dagli accordi sottoscritti in altri ospedali, alcune sigle sindacali si sono
accodate ad ADL nell'ultimo mese dell'anno scorso.
Quest'anno
si sono fatte le progressioni economiche orizzontali per
una gran parte di dipendenti proprio grazie a quel fondo che solo l'ex A.O. di
Gallarate ha accantonato.
Adl invece
non ha firmato l'accordo sugli straordinari poiché per pagarli sono stati
utilizzati i residui del fondo ex art. 40 e della libera professione che invece
dovevano essere divisi tra tutti i lavoratori.
Tutti
gli altri sindacati hanno firmato quest'ultimo accordo finanziando l'azienda per
378000€ e sottraendo circa 270€ ad ogni dipendente dell'ex A.O. di Gallarate
(compreso
quelli a cui sono stati pagati gli straordinari). Persino il sindacato che ha
fatto lo stato di agitazione, era
andato addirittura dal Prefetto e aveva
fatto articoli sui giornali ha
incomprensibilmente firmato lo stesso accordo.
ADL ha poi
sottoscritto l'accordo sui tempi di vestizione che daranno 12 giorni di ferie
aggiuntive e 10 minuti per la vestizione/svestizione a tutti i dipendenti che
firmeranno un accordo individuale con l'Amministrazione.
Coloro che
ci avevano messo i bastoni tra le ruote (dopo che ADL aveva raccolto oltre 400
firme e fatto mettere l'argomento all'ordine del giorno), hanno voluto fare una
causa legale che dovrà proseguire in appello e che in media ha ottenuto meno
dell'accordo.
Dove c'è
ADL si firmano accordi sulle fasce e sui tempi di vestizione. Nell'altra
ASST
della Provincia dove ADL non è presente non fanno nessun buon
accordo.
mentre il Contratto dei Meccanici regala 200 milioni di euro (DUECENTOMILIONIDIEURO) alla sanità privata, ad Angera chiude la maternità e le mamme protestano.
“Riaprite la maternità”, le mamme occupano il reparto
Una manifestazione per chiedere che venga rivista la decisione di chiudere punto nascita e pediatria. "Ci sentiamo tradite da dirigenti e istituzioni"
“Maternità e pediatria non si toccano“. Un gruppo di mamme, con i propri bambini, e alcune donne in gravidanza hanno occupato pacificamente questa mattina il reparto di ginecologia dell’ospedale di Angera.
Un gesto spontaneo e inatteso, che arriva dopo il raduno di venerdì 9 ottobre, per chiedere che la decisione di chiudere il punto nascita e il reparto di pediatria venga subito rivista.
Le mamme si trovano attualmente all’interno del reparto e non sono intenzionate a fare marcia indietro: “Siamo mamme – scrivono nella nota che spiega le ragioni del gesto – che hanno deciso di occupare a oltranza i reparti ospedalieri, chiusi con un provvedimento assurdo, perché ci sentiamo tradite da dirigenti e istituzioni.
venerdì 9 dicembre 2016
ANGERA La protesta delle mamme: “Difendiamo il nostro ospedale”
“Giù le mani dall’ospedale”. In tanti questa mattina, venerdì 9 dicembre, si sono ritrovati nel piazzale dell’ospedale di Angera per manifestare il proprio malcontento verso la decisione di chiudere il reparto di pediatria e il punto nascite. All’appello degli organizzatori hanno risposto diverse mamme con i bambini e anche qualche “pancione”. In mano i palloncini rosa e azzurro con il nome e la data di nascita dei loro figli.
varesenews.it
varesenews.it
ANGERA “Tocca a noi”, le mamme protestano contro la chiusura del punto nascita
Si sono date appuntamento venerdì mattina, 9 dicembre, alle 10.30 al piazzale del Carlo Ondoli, per manifestare rabbia e delusione.
“Le mamme” che martedì hanno dato vita al gruppo di Facebook “Mamme uniamo le nostre forze per far riaprire il punto nascite e pediatria” (oltre 2800 iscritti in soli due giorni), hanno organizzato una mattina di protesta contro la decisione dei vertici dell’Asst dichiudere i due reparti dell’ospedale di Angera.
“Mamme tocca a noi” è l’appello, lanciato alle donne che hanno partorito all’Ondoli, che hanno utilizzato negli anni i servizi della pediatria o semplicemente che non condividono i provvedimenti presi nei confronti della struttura angerese, ad essere presenti a questa manifestazione.
mercoledì 7 dicembre 2016
CCNL METALMECCANICI: DICIAMO NO AL CONTRATTO BIDONE APPELLO ALLA MOBILITAZIONE UNITARIA
CCNL
METALMECCANICI:
DICIAMO
NO AL CONTRATTO BIDONE
APPELLO
ALLA MOBILITAZIONE UNITARIA
Dopo anni di accordi separati
Fim, Fiom e Uilm hanno siglato un accordo per il nuovo CCNL ma non ci sono
motivi per essere soddisfatti e l’accordo va respinto. Di fronte al mordere
della crisi e ai sacrifici fatti finora solo dai lavoratori, bisognava lottare
per aumenti salariali dignitosi, per la ripresa della centralità del CCNL, per
il recupero del welfare, per i diritti perduti e loro universalizzazione ai
precari, per il recupero di parte della produttività che in questi decenni è
andata a solo vantaggio delle imprese e chiedere una riduzione generalizzata
dell’orario di lavoro.
E invece:
- La parte economica concede aumenti risibili se va bene di
circa 50 euro lordi al termine dei prossimi 3 anni, erogati solo a posteriori
nel mese di giugno e calcolati sull’indice IPCA (al netto dell’energia
importata) dell’anno precedente.
- Questi aumenti nettamente inferiori a qualsiasi adeguamento a livelli salariali dignitosi si vorrebbero “compensati” da forme di welfare aziendale al posto di quello pubblico e universale. Sarà così obbligatoria, e non volontaria, l'assistenza sanitaria integrativa e il diritto alla salute diventa così definitivamente una chimera.
- Questi aumenti nettamente inferiori a qualsiasi adeguamento a livelli salariali dignitosi si vorrebbero “compensati” da forme di welfare aziendale al posto di quello pubblico e universale. Sarà così obbligatoria, e non volontaria, l'assistenza sanitaria integrativa e il diritto alla salute diventa così definitivamente una chimera.
- anche la Fiom firmando questo contratto ha accettato quel
contratto separato del 2012 (deroghe al CCNL, straordinari obbligatori,
flessibilità oraria, penalizzazione della malattia) a cui all’epoca giustamente
si era opposta così come si erano opposte le sigle del sindacalismo di
base.
- Come accaduto con l’intesa sul CCNL Igiene Ambientale si conferma l’aumento della settimana lavorativa con l’orario plurisettimanale che consente ai padroni di non pagare gli straordinari.
- Nessun vincolo per i padroni nemmeno per scongiurare i trasferimenti dei lavoratori in altri plessi industriali, così l’operaio diventa flessibile in toto: nell’orario, nella mansione, nello stesso luogo produttivo.
- Un sistema di relazioni sindacali basate sull’applicazione del Testo Unico del 2014, quello che limita il diritto di sciopero e fa partecipare solo i delegati delle sigle firmatarie.
- Nessuna deroga all’applicazione del Jobs-act, nessun esonero o numero chiuso per le assunzioni con le nuove regole. I nuovi assunti potranno essere licenziati e avranno molti meno diritti di altri lavoratori più anziani.
- Come accaduto con l’intesa sul CCNL Igiene Ambientale si conferma l’aumento della settimana lavorativa con l’orario plurisettimanale che consente ai padroni di non pagare gli straordinari.
- Nessun vincolo per i padroni nemmeno per scongiurare i trasferimenti dei lavoratori in altri plessi industriali, così l’operaio diventa flessibile in toto: nell’orario, nella mansione, nello stesso luogo produttivo.
- Un sistema di relazioni sindacali basate sull’applicazione del Testo Unico del 2014, quello che limita il diritto di sciopero e fa partecipare solo i delegati delle sigle firmatarie.
- Nessuna deroga all’applicazione del Jobs-act, nessun esonero o numero chiuso per le assunzioni con le nuove regole. I nuovi assunti potranno essere licenziati e avranno molti meno diritti di altri lavoratori più anziani.
Il contratto nazionale subisce quindi l’ennesimo colpo ed è valido per le controparti padronali solo per ottenere i propri obiettivi e per legare i salari alla produttività. In questi giorni si terranno le assemblee per discutere di questo accordo ed un referendum il 19, 20 e 21 dicembre per approvarlo o bocciarlo.
Facciamo appello alle lavoratrici e lavoratori del settore metalmeccanico, ai delegati e alle componenti sindacali conflittuali a mobilitarsi da subito per rigettare questo accordo e a costruire:
- un’unica campagna di
mobilitazione e controinformazione;
- comitati unitari sui
luoghi di lavoro;
Non c’è molto tempo. Non è utile marciare divisi, perchè non siamo in grado di colpire uniti come invece fanno le controparti padronali avallati dai vertici accondiscendenti dei sindacati confederali. Le nostre mille voci critiche sono inutili se poi non si uniscono in un coro di NO a questo accordo a perdere.
Per adesioni:
Prime adesioni:
Autoconvocati Roma
delegati e lavoratori
indipendenti Pisa
RSU ADL Leonardo
Autoconvocati
Milano
ICT Strikers
lunedì 5 dicembre 2016
Rinnovo CCNL Metalmeccanici: 21 buone ragioni per dire no all'intesa contrattuale
1.
Per
la prima volta non
viene sottoscritto alcun aumento,
tutto dipenderà dall’inflazione IPCA (senza energia importata);
2.
A
giugno 2017,
se l’inflazione viene confermata (media tra 2016 0.3% - 2017 0.5%), si
avrà un
aumento di circa 6€ netti
al mese;
3.
Gli
aumenti fissi
derivanti dal recupero dell’inflazione assorbiranno
tutte le altre voci
in busta paga se non esplicitamente dichiarate NON ASSORBIBILI (forse anche gli
scatti di anzianità);
4.
Per
tutto il 2016
ci sarà una quota UNA-TANTUM
di 80 euro
che non coprirà nemmeno la metà degli scioperi fatti. Altro che indennità di
vacanza contrattuale e recupero dei mesi senza contratto;
5.
A giugno
di Ogni anno, l’aumento dovrà essere RICONTRATTATO con i padroni, nulla è più
garantito;
6.
Per
il
2018
l’inflazione prevista ad oggi è 1% (ma può
essere meno)
con un aumento di circa 10 euro
netti al mese
rispetto al 2017;
7.
Per
il 2019
(a giugno)
l’inflazione prevista oggi è 1.2% con un aumento di circa 13 euro
netti al mese
rispetto al 2018, sempre che Federmeccanica sia d’accordo;
8.
L’ipotetico
aumento
di stipendio nei 4 anni
di applicazione del contratto (2016/2019) sarà di 6+10+13=29 euro
netti al mese;
9.
Le
altre voci concordate sono nel costo complessivo dell’accordo ma non sono
“aumento” come
ERRONEAMENTE propagandato da FIMFIOMUILM;
10.
Il
contributo aziendale al fondo
pensione COMETA
passa dall’1.6% al 2% con un aumento
di 0.4 che corrisponde a 4 euro al mese
ma solo per gli aderenti, preferiamo
tenerci la nostra pensione;
11.
La
quota
destinata al fondo sanitario METASALUTE,
passa da 72 euro a 156 con un incremento di 84 euro all’anno e cioè 7
euro al mese
tutto a carico delle aziende, così si
distrugge il SSN;
12.A
gennaio 2017 tutti i lavoratori saranno iscritti a METASALUTE (oggi sono meno di
80 mila aderenti e rischia la chiusura) salvo
revoca scritta, che noi consigliamo caldamente;
13.La
formazione
avrà un costo complessivo di 300 euro nei 3 anni ma le aziende attingeranno ai
finanziamenti esterni compreso Fondimpresa
gestita da CGIL CISL UIL e sostenuta con una parte del salario dei lavoratori,
sono sempre nostri soldi;
14.
L’età
oltre la quale i lavoratori non potranno più essere trasferiti aumenta di 2 anni
x uomini (52) e 3 x le donne (48);
15.
I
permessi retribuiti per l’assistenza ai disabili,
previsti dalla legge 104/92, devono
essere programmati per tutto il mese
e comunicati almeno 10 giorni prima dell’utilizzo;
16.I
benefit da erogare saranno totalmente esentasse per le aziende
che le potranno scalare dalla dichiarazione dei redditi, mentre i lavoratori ci
dovranno pagare le tasse (iva 23%) e in busta non entra niente;
17.
La
media dei
buoni spesa sarà
di 150€ x anno che corrispondono a 12.5€ al
mese
(ci diranno anche dove comprare il pane?);
18.
Se
il padrone non ti fa andare in ferie, potrai sempre anticipare
la pensione
con le competenze accantonate, idea
innovativa;
19.Se
un tuo collega ha un problema familiare, gli puoi regalare
le tue ferie,
senza aspettare che il padrone gli conceda un permesso retribuito;
20.Se
hai un “tablet” di nuova generazione, potrai
lavorare anche in treno
o al
parco,
così il padrone sarà molto contento perché non dovrà darti un ufficio a norma di
legge;
21.Gli
orari diventano sempre piu' flessibili
come la durata della settimana lavorativa , magari per non pagarti neppure gli
straordinari con la maggiorazione;
Pensi
che sia un buon contratto? Pensi davvero che potrai recuperare il potere di
acquisto perduto e conservare il potere di contrattazione?
Noi
diciamo di no
5
dicembre 2016
Iscriviti a:
Post (Atom)