ASST VALLE OLONA (Ospedali Busto A. e Gallarate)
ADL PROPONE, OTTIENE E ORA SONO TUTTI VINCITORI
Ecco un riepilogo della vicenda fasce
L'anno scorso Adl propone le progressioni economiche per remunerare i
lavoratori che non vedono aumenti contrattuali da anni.
Poiché non ci sono soldi sufficienti nel fondo fasce per fare la progressione
per oltre il 50% dei dipendenti, Adl propone l'utilizzo del fondo ex art. 40.
Quasi tutti gli altri sindacati dicono che quel fondo non si può utilizzare, ma a
seguito delle firme di accordi sulle fasce in altre Aziende Ospedaliere con
l'utilizzo del fondo ex art.40, qualcuno si ricrede e la maggioranza cambia.
Nonostante ciò le sigle confederali rimangono contrarie all'utilizzo dell'ex
art. 40. Intanto a Busto quasi tutte le sigle sindacali firmano un accordo in cui
non potendo utilizzare l'ex art. 40 che non è stato accantonato (mentre a
Gallarate è stato accantonato) viene sostituito con soldi provenienti dal
fondo delle pronte disponibilità e degli straordinari.
Quest'anno ad inizio anno si firma un accordo sulla produttività e poi l'ordine
del giorno della riunione successiva prevede altri argomenti, ma NON le
progressioni economiche.
Adl fa un volantino in cui si dice che se fosse stata in maggioranza non
avrebbe permesso all'amministrazione di trattare altri argomenti prima
delle fasce.
Miracolosamente queste diventano primo argomento.
Qualche giorno fa si firma un accordo sulle progressioni orizzontali per i
dipendenti dell'ex Azienda Ospedaliera di Gallarate e ulteriori fasce per quelli
dell'ex A.O di Busto Arsizio che prevede anche l'utilizzo del fondo art. 40 di
Gallarate.
I dipendenti premiati saranno il 78%, ma se fosse stato accantonato l'ex art.
40 anche a Busto probabilmente non sarebbe rimasto fuori nessun
dipendente tra gli aventi diritto alle progressioni economiche orizzontali.
giovedì 28 aprile 2016
28 Aprile 2016 Giornata mondiale dei morti sul lavoro e per l’amianto
Inail:
“Nel 2015 vittime in aumento”
L'anno
scorso le persone che hanno perso la vita facendo il proprio mestiere sono state
1.172, +16,15 per cento rispetto al periodo gennaio-dicembre 2014, a cui si
sommano i 184 infortuni fatali che si sono verificati in Italia dall’inizio
dell’anno, registrati dall’osservatorio indipendente di Bologna del
metalmeccanico in pensione Carlo Soricelli…
E’
un elenco lungo pagine e pagine, e forse non basterebbe una giornata intera per
scorrerlo tutto. Perché ogni anno, raccontano i dati, le statistiche, e i
bilanci stilati da osservatori, sindacati e associazioni, il numero dei morti
sul lavoro e delle vittime dell’amianto aumenta. Il 28 aprile, giornata
mondiale dedicata al ricordo di chi ha perso la vita in un incidente fatale
mentre svolgeva la propria professione, e di chi, invece, si è ammalato ed è
morto a causa della “fibra killer”, “è un’occasione per ricordarli tutti”,
spiegaGiuseppe
Manfredi, presidente
dell’Afeva, l’Associazione
familiari vittime dell’amianto. “E per riflettere, e capire come
intervenire per arginare un fenomeno che ogni mese, ogni settimana, ogni giorno
paghiamo a un caro prezzo”.
Secondo
i dati dell’Inail, solo nel 2015 i
morti sul lavoro sono stati 1.172, +16,15 per cento rispetto al periodo
gennaio-dicembre 2014, a cui si sommano i 184 infortuni fatali che si sono
verificati in Italia dall’inizio dell’anno, registrati dall’osservatorio
indipendente di Bologna del metalmeccanico in pensione Carlo Soricelli. Per
quanto riguarda l’amianto, poi, il bilancio è ancora più alto: 100.000 vittime
in tutto il mondo e 6.000 in Italia ogni anno, fra tumori polmonari, malattie
correlate e mesoteliomi.
martedì 26 aprile 2016
Trattato Usa-Ue sul commercio, Mise: “Difficile chiudere l’accordo entro il mandato di Obama”
gli ostacoli si trovano anche nel merito del negoziato: “Il terzo problema è che gli Usa non sono stati capaci di fare apertureall’Europa nemmeno in ambiti come gli appalti pubblici e i servizi“. D’altra parte, non è una novità che Bruxelles intenda sfondare la tradizionale chiusura americana negli appalti pubblici, per quanto riguarda ad esempio trasporti e infrastrutture. Sul versante dei servizi, invece, Teti ha sottolineato come nell’ambito della trattativa con gli Usa da parte dell’Europa “sulla navigazione e aviazione interna abbiamo veramente difficoltà. La nostra richiesta più forte è quella di entrare nei servizi che in questo momento sono aperti da noi e chiusi da loro”. Insomma, le parti sembrano ancora distanti rispetto alla chiusura di un accordo. “Il negoziato sul Ttip è piuttosto bloccato - ha ribadito Teti – Gli Usa dal punto di vista politico stanno aumentando molto il pressing sulla Commissione europea perché dicono, anche se è assurdo, che non è stata aperta a discutere in materia di servizi. Mentre sono gli Stati Uniti che non hanno fatto aperture su temi per noi molto importanti come gli appalti”.
E lo stallo riguarda anche il piano della trasparenza, altro punto contestato del Ttip. Finora, infatti, ben poco è trapelato sui contenuti del negoziato, non solo per i cittadini ma anche per i parlamentari dei rispettivi Paesi. Il ministero dello Sviluppo Economico dovrebbe aprire una “sala di lettura”, cioè una modalità di accesso agli atti da parte dei parlamentari italiani. Ma su questo punto, il Mise è ancora indietro. A bloccare la strada verso una maggiore trasparenza, come spiega Teti, è l’impasse allo Sviluppo Economico, ministero in cerca di un titolare dopo le dimissioni diFederica Guidi. “Per quanto riguarda la sala lettura sul Ttip al Mise siamo pronti per aprirla – afferma il dirigenti del ministero – ma ahimè il diavolo ci ha messo lo zampino”, perché l’apertura è stata bloccata “dall’assenza del ministro. Non appena verrà nominato il nuovo ministro provvederemo” ad aprirla. E comunque le modalità di accesso agli atti sarà limitata, precisa Teti: “Sarà comunque un test iniziale, non vi aspettate molto. Sarà consultabile un solo documento e due report, perché gli Usa prima vogliono testare se c’è solidità nei sistemi di sicurezza degli Stati membri e poi ci daranno fiducia”.
“L’ospedale unico avvantaggerebbe solo i privati”
BUSTO ARSIZIO – “Ospedale unico tra Busto Arsizio e Gallarate? Sarebbe un vantaggio per i privati e un danno per i cittadini, noi non ci stiamo”.
Il sindacato Adl si schiera contro l’ipotesi avanzata dal direttore dell’Asst Valle OlonaGiuseppe Brazzoli. La decisione deve ancora essere presa dal governatore lombardoRoberto Maroni, ma la sigla sindacale interviene nel dibattito in corso prima che sia troppo tardi.
“Da cittadino, la chiusura e l’accorpamento di alcuni reparti mi preoccupa – spiega Salvatore Petrenga – A breve verranno tolti i posti letto alla Neurologia di Busto. La stessa sorte toccherà a Otorino e Urologia a Gallarate. Così facendo, gli ospedali diventano poco efficienti e la scelta di realizzare una struttura unica sembrerà giustificata. Un realtà, gli unici a beneficiarne sarebbero i privati, a discapito dei cittadini. È una questione delicata eppure qui, a differenze di realtà più piccole, nessuno sembra preoccuparsi”.
Ecco quindi l’appello di Adl: “Invitiamo tutti a stare all’erta e a non pensare che tutto vada bene – osserva Fausto Sartorato – Non va affatto bene quando vengono smantellati servizi pubblici efficienti. Il risultato sarà che chi può permetterselo continuerà a curarsi, gli altri sono destinati a morire”.
Adl mette a disposizione la sede di via Genova per incontrare i cittadini interessati ad approfondire la questione e dar vita a comitati o presidi.
lunedì 25 aprile 2016
25 aprile 2016 Resistenza per il diritto di organizzazione sindacale e di sciopero
Resistenza per il diritto di organizzazione sindacale e di sciopero
Liberiamoci dalla ignavia sindacale
Liberiamoci dalla ignavia sindacale
A pochi giorni dal 25 aprile e all’indomani del mancato raggiungimento del quorum al referendum contro le trivelle, c’è bisogno di una nuova RESISTENZA.
Resistere:
Resistere:
- alla soppressione delle libertà collettive
- per la libertà dei lavoratori e delle lavoratrici di potersi organizzare liberamente e di rispondere con la lotta ai dettami del Governo e dei poteri forti economici e finanziari
Resistere:
- a governo, confindustria e sindacati concertativi, ai loro accordi che cancellano tutele collettive a discapito del potere di acquisto e di contrattazione, a discapito dei diritti sociali e sindacali.
L’accordo del 10 gennaio 2014 tra Confindustria e sindacati concertativi sulla rappresentanza nei posti di lavoro che il governo vuole trasformare in legge ed estendere anche nel pubblico impiego, impedisce il diritto di sciopero e di organizzazione indipendente dei lavoratori condizionandoli a procedure maggioritarie che di fatto li bloccano.
L’accordo del 5 Aprile scorso non si limita a ridurre la Pubblica amministrazione a 4 comparti ma dà il via a dinamiche contrattuali a perdere con la applicazione della Legge Brunetta per non parlare poi dell’assenso da parte di Regioni e autonomie locali a tutti i decreti Madia, inclusi quelli che minacciano l’occupazione di migliaia di lavoratori\trici.
Già oggi esercitare il diritto di sciopero nei servizi pubblici è sempre più difficile tra servizi minimi essenziali e continui interventi della commissione di garanzia per differire\impedire scioperi e iniziative di lotta.
In questi decenni, il sindacalismo di base, e le vertenze aziendali\territoriali hanno imposto una svolta nelle relazioni sindacali nei posti di lavoro riuscendo spesso a conquistare alcuni diritti di rappresentanza, a restituire diritto di parola e dignità alle istanze delle lavoratrici e dei lavoratori!
L’accordo del 5 Aprile scorso non si limita a ridurre la Pubblica amministrazione a 4 comparti ma dà il via a dinamiche contrattuali a perdere con la applicazione della Legge Brunetta per non parlare poi dell’assenso da parte di Regioni e autonomie locali a tutti i decreti Madia, inclusi quelli che minacciano l’occupazione di migliaia di lavoratori\trici.
Già oggi esercitare il diritto di sciopero nei servizi pubblici è sempre più difficile tra servizi minimi essenziali e continui interventi della commissione di garanzia per differire\impedire scioperi e iniziative di lotta.
In questi decenni, il sindacalismo di base, e le vertenze aziendali\territoriali hanno imposto una svolta nelle relazioni sindacali nei posti di lavoro riuscendo spesso a conquistare alcuni diritti di rappresentanza, a restituire diritto di parola e dignità alle istanze delle lavoratrici e dei lavoratori!
IL 25 APRILE
nella giornata dedicata alla memoria di ciò che i partigiani hanno fatto contro il fascismo e il suo regime, delegati rsu e sindacati di base lanciano un appello a tutti coloro che scendono in piazza perché al centro delle mobilitazioni non ci sia solo il ricordo del passato ma anche l’impegno a combattere oggi il nuovo fascismo\autoritarismo che vogliono imporre nei posti di lavoro minando quanto resta del diritto di sciopero, di assemblea, di libera organizzazione sindacale.
RESISTENZA È ANCHE LIBERTÀ DI SCIOPERO E DI ORGANIZZAZIONE
A tutti coloro che fanno di questa giornata un punto di riferimento nello scontro politico e di classe chiediamo di prendere posizione e di adoperarsi attivamente a favore del diritto di rappresentanza e di sciopero.
venerdì 22 aprile 2016
Una serata per le ragioni del "no" al TTIP
Venerdì 22 aprile alle ore 21.00 si terrà un incontro aperto a tutti sul TTIP, il Trattato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti, l’accordo di scambio tra Stati Uniti e Unione Europea, alla CUAC di Arnate, in via Torino 64.
Il fronte del “no” al TTIP è costituito da varie realtà (vedi qui).
Il fronte del “no” al TTIP è costituito da varie realtà (vedi qui).
Sarà ospite della serata Marco Schiaffino, giornalista freelance e membro del Comitato Stop TTIP e di ATTAC Italia, che, nel quadro della campagna Stop TTIP,interverrà per spiegare che cos’è il TTIP, le ragioni per cui dire “no” e i rischi per la salute, la democrazia e il ruolo di sovranità sia dei cittadini sia degli stati europei.
Schiaffino esporrà inoltre le motivazioni e gli obiettivi della manifestazione nazionale relativa al trattato, prevista per il 7 maggio a Roma.
L’incontrò è organizzato dal Comitato STOP TTIP Gallarate e Gallaratese, creato agli inizi di aprile su iniziativa della Casa delle Donne “Anna Andriulo” di Gallarate. Vi hanno già aderito le ACLI, l’ ACU, l’ADL, l’Alleanza Cooperativa San Martino Ferno, la CUAC, Gallarate 5 stelle, Gallarate a Sinistra Gallarate in Movimento, Gaspensa GAS Gallarate, Lega Ambiente, Medicina Democratica onlus, Rete per il Diritto alla Salute, Rifondazione e SEL. Collabora il Comitato STOP TTIP di Sesto Calende.
STOP TTIP incontro pubblico a Gallarate VENERDI' 22 APRILE 2016
FERMIAMO IL TTIP - incontro pubblico presso CUAC via Torino 64 - con Marco Schiaffino - del Comitato STOP TTIP , Attac Italia, giornalista freelance- organizzato dal Comitato STOP TTIP di Gallarate e del Gallaratese
FERMIAMO IL TTIP
(TRATTATO TRANSATLANTICO USA/UE)
Le persone e il pianeta prima dei profitti
I CITTADINI DEVONO POTER DECIDERE DEL PROPRIO FUTURO
TTIP :
è un accordo tra Stati Uniti e Unione europea che vuole abbattere regolamentazioni, standard, normative e dazi per aumentare i commerci transatlantici. Un'opportunità per pochi, che lascerebbe i cittadini europei e statunitensi in balia degli interessi delle grandi aziende, abbassando le tutele ambientali, sociali, sanitarie e con il rischio di una progressiva privatizzazione dei servizi pubblici.
Agroalimentare :
butterebbe fuori mercato centinaia di migliaia di produttori. Secondo il Parlamento europeo l'import di prodotti alimentari a basso costo aumenterebbe del 118%
Qualità del cibo:
permetterebbe l'utilizzo di molti pesticidi ora banditi in Europa e la possibile importazione di Organismi geneticamente modificati
Indicazioni geografiche:
rafforzerebbe il mercato estero di pochi grandi marchi non tutelando tutte le nostre 271 tipicità riconosciute. Recenti accordi hanno dimostrato come la tutela non sia totale accettando la compresenza di marchi "contraffatti"
Servizi pubblici:
faciliterebbe la privatizzazione dei servizi che grazie anche al negoziato TiSA sui servizi, finirebbero sul mercato
Investimenti:
prevederebbe un arbritato privato (ISDS) grazie al quale le imprese possono denunciare i Governi chiedendo compensazioni per leggi che tutelano i diritti ma mettono in discussione i profitti
Ambiente :
indebolirebbe le leggi di protezione ambientale e sanitaria nel comparto chimico o di lotta al cambiamento climatico
Impatti economici :
diversi studi parlano di depressione della domanda interna, crollo del commercio tra i Paesi europei e conseguente diminuizione del PIL EU
giovedì 21 aprile 2016
Basta scarichi nell’Olona, la protesta davanti ad Arpa
Una mobilitazione per chiedere di fermare le deroghe per gli scarichi nell’Olona. E’ questo che l’Assemblea Popolare No Elcon sta organizzando per sabato 24 aprile proprio davanti ad una delle sedi di Arpa, in via Greppi 24 ad Olgiate Olona a partire dalle 10.
La mobilitazione prende spunto dalle vicende legali della Perstop e addita l’Agenzia Regionale di Protezione Ambientale come una delle responsabili di quanto sta succedendo da anni al fiume. “Le aziende per risparmiare sui costi di depurazione chiedono l’autorizzazione alla Provincia per scaricare oltre i limiti stabiliti, in modo da avere maggiori profitti” scrive l’Assemblea nel volantino che distribuirà, precisando però “che il problema è che questo dovrebbe essere uno strumento temporaneo per rimettere in sesto gli impianti di depurazione interni alle aziende, mentre questo gioco permette di scaricare il tutto ai depuratori consortili (che non sono adatti a ricevere quel tipo di prodotti e sono comunque già al collasso di per sé), così a rimetterci è la collettività e la vivibilità dei territori”.
Quindi “noi dell’Assemblea Popolare No Elcon denunciamo pubblicamente questo scempio da anni” e “la nostra presenza davanti alla sede Arpa di Olgiate Olona èper evidenziare come anche e soprattutto questo ente sia responsabile dello stato pietoso del fiume“.
VARESE Boom di disoccupati: 9%
Boom della disoccupazione in provincia, in particolare per donne e giovani, meno per gli uomini adulti: secondo l’analisi della Camera di commercio basata sui dati Istat aggiornati al 2015, sono 36mila i varesini senza lavoro, con un più 6,9% rispetto al 2014. E così, il tasso dei disoccupati balza al 9%, contro l’8,3 di dodici mesi prima. Una brutta fotografia della terra delle sessantamila imprese, che evidentemente fatica ancora a tenere il passo dopo i colpi della crisi.
prealpina.it
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Pedemontana «zavorra». Dipendenti in agitazione
Caso Pedemontana: mercoledì 20 aprile nel question time ancora una volta il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio ha ribadito che occorre ripensare il progetto dell’autostrada affinché sia economicamente sostenibile. E intanto i dipendenti di Serravalle (che detiene l’80 per cento della società) hanno aperto lo stato di agitazione perché a causa di Pedemontanasi aggrava la situazione finanziaria di Serravalle mettendo a rischio la forza lavoro. Preoccupazioni nate anche alla luce del fatto che proprio mercoledì, Delrio ha nuovamente spiegato che «lo Stato ha già dato 1,7 miliardi, quasi il 50% dell’opera e non può andare oltre. Bisogna ripensare il progetto perché sia economicamente sostenibile, tenendo presente i soldi già dati».
prealpina.it
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lunedì 18 aprile 2016
RETE PER IL DIRITTO ALLA SALUTE DI MILANO E LOMBARDIA PROSSIMO INCONTRO al: CENTRO CULTURALE “CONCETTO MARCHESI”- VIA SPALLANZANI, 6 - MILANO GIOVEDì 21 APRILE 2016 DALLE ORE 17,00 ALLE 20,00
L’incontro-convegno che, a
partire dal “Manifesto della Rete Europea contro la privatizzazione e la
commercializzazione della salute, del lavoro sociale e della protezione
sociale” , abbiamo svolto il 7 aprile u.s., alla Sala degli Affreschi della
Provincia di Milano, è stato molto interessante e altrettanto importante.
Ci siamo idealmente e anche
praticamente legati al movimento internazionale di difesa del diritto e dei
diritti alla salute. Infatti oltre la presenza fisica di Hakim Baya dalla
Francia, abbiamo interloquito anche con gli spagnoli che fanno parte del
medesimo movimento.
Vi sono, ad avviso dello
scrivente due problemi da affrontare: il primo riguarda il come dare continuità
alla iniziativa del 7 aprile, il secondo che cosa concretamente fare e come
agire per raggiungere l’obiettivo della difesa del diritto alla salute. Per
fare ciò, non avendo avuto la possibilità di discutere dati i tempi ristretti
dell’incontro proponiamo di rivederci per discutere ed entrare nel merito del
che fare. Non pensiamo di fare un riassunto di quanto è stato detto perché
sarebbe molto limitativo, invece si possono risentire gli interventi andando
sul sito di MD (medicinademocratica.org), non appena verranno inseriti. Inoltre
si può chiedere agli stessi relatori di rispondere alle questioni che possono
essere poste.
Utile potrebbe essere una
scheda dei vari paesi europei dove si è manifestato l’attacco al diritto alla
salute: oltra la Francia si potrebbe descrivere che cosa è successo e sta
succedendo in Inghilterra (1), in Spagna, in Germania. Si può prevedere dai
confronti spiegati e proiettati da Andrea Micheli cosa potrà succedere in
termini di perdita di salute (speranza di vita e malattia) in questi paesi e
più in generale in Europa.
E veniamo a noi in Italia: quanto
si è manifestato fino ad oggi e le previsioni che sono state fatte non ci
lasciano indifferenti. Non possiamo semplicemente constatare i fatti, occorre
vedere come possiamo o dobbiamo muoverci in proposito: intanto proponiamo di
collegarci in modo permanente e organizzato alla Rete di Milano e Lombardia e
aggiungiamo se lo riteniamo utile – e per certi versi indispensabile –
collegandoci anche con la Rete “Sostenibilità e Salute”, che opera a livello
nazionale (in allegato il documento fondativo) (2). Costruiamo una piattaforma
comune e vediamo come portarla avanti.
Ad esempio: a) di fronte ai
fatti di corruzione di cui è stato esplicitato non solo il problema morale, ma
anche il danno economico che è stato prodotto e continua a prodursi,
costituiamoci se giuridicamente legittimati (le associazioni e i sindacati che
hanno uno statuto) parte civile nei processi se e quando verranno aperti; b)
incontriamoci con i sindacati confederali spiegando loro il danno “storico” che
stanno compiendo inserendo nei contratti collettivi nazionali di lavoro la cd
sanità integrativa. E facciamo un’azione informativa diretta nei confronti dei
lavoratori. c) Ancora informiamo e facciamo vedere il conflitto di interessi
fra chi deve tutelare i propri associati e al tempo stesso promuovere
indicazioni di tipo generale: le linee guida diagnostiche e terapeutiche non
possono essere affidate a chi “naturalmente” provoca inflazione medica. Sono
tutti i soggetti interessati – e non solo le società scientifiche - che devono
intervenire. d) la partecipazione dei soggetti “di salute” (i cittadini in
qualche modo organizzati) è ancora possibile? Le leggi che contengono norme
sulla partecipazione (legge 833/78; legge regionale 48/1988;
congedo indennizzato per le donne vittime di violenza di genere
L’art. 24 del decreto legislativo n. 80 del 15 giugno 2015 prevede che le lavoratrici dipendenti del settore pubblico e privato, escluse le lavoratrici del settore domestico, possano avvalersi di un congedo indennizzato per un periodo massimo di 3 mesi al fine di svolgere i percorsi di protezione certificati.
Il congedo in argomento è stato previsto, in via sperimentale, per l’anno 2015; in forza del decreto legislativo n. 148 del 14 settembre 2015, la misura è stata estesa anche per gli anni successivi, salve eventuali rideterminazioni da parte del Ministeri vigilanti (art. 26, commi 2 e 3 del decreto legislativo n. 80/2015).
Si precisa che le istruzioni di cui alla presente circolare sono riferite alle lavoratrici del settore privato, sia per il pagamento delle indennità sia per gli aspetti correlati alla contribuzione figurativa. Le lavoratrici del settore pubblico, alle quali l’indennità per il congedo in questione è corrisposta dall’Amministrazione di appartenenza, secondo quanto previsto per i trattamenti di maternità, sono contemplate per gli aspetti che riguardano la copertura figurativa dei periodi di congedo fruiti.
Si precisa infine che le lavoratrici con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa, sono contemplate dall’art. 24 in argomento solo ai fini del riconoscimento di un diritto alla sospensione del rapporto di collaborazione a cui non corrisponde però un diritto all’indennità (comma 2 dell’art. 24 cit.).
Fondo per il perseguimento di politiche attive a sostegno del reddito e dell’occupazione per il personale delle società del gruppo Ferrovie dello Stato italiane
Con circolare n. 208/2015 sono state fornite le nuove istruzioni relative all’accesso e
alla liquidazione dell’assegno straordinario per il sostegno del reddito, erogato dal Fondo
di solidarietà indicato in oggetto, da corrispondere al personale delle società del
Gruppo Ferrovie dello Stato italiane, dichiarato in esubero.
Con il presente messaggio, sentito il Comitato amministratore del Fondo in argomento,
vengono pubblicati i nuovi moduli da utilizzare in sostituzione di quelli allegati alla circolare
n. 78/2011, relativi alle seguenti dichiarazioni:
1) dichiarazione lavoratori privi di vista, non udenti o con invalidità superiore al 74%;
2) dichiarazione di opzione per i marittimi che rinunciano al trattamento a carico
del Fondo pensioni del personale di Ferrovie dello Stato per l’accesso al Fondo di solidarietà
gruppo FS;
3) comunicazione svolgimento attività di lavoro.
domenica 17 aprile 2016
Il sindacato di base AdL commenta i numeri dello studio sul MasterPlan e rilancia le richieste di maggiore tutela per i lavoratori
«Il territorio ha bisogno di lavoro, ma di lavoro buono». Il sindacato di base ADL torna a chiedere il miglioramento delle condizioni di lavoro a Malpensa, nelle file di Sea ma anche nelle file delle tante imprese totalmente private che operano nei servizi, nel cargo, nei subappalti.
Il punto di partenza sono «le dichiarazioni del presidente Modiano» sui benefici del MasterPlan, che «porterebbe ad un aumento occupazionale con ricadute positive sul territorio»: il nuovo calcolo realizzato con gli studi dell’Università Liuc parlano di 14.000 nuovi posti di lavoro per i prossimi 15 anni, ma il dato non convince il sindacato. «Come sempre, si mette sul tavolo la scienza dei numeri per la propria convenienza, a seconda di quello che si vuol far vedere e credere»
Caso Maugeri, i pm chiedono la condanna a 9 anni per Formigoni
I pm di Milano, Laura Pedio e Antonio Pastore, hanno chiesto la condanna a 9 anni di carcere per Roberto Formigoni, imputato per associazione per delinquere e corruzione nel caso Maugeri. I pm hanno chiesto altre nove condanne, e in particolare 8 anni e 8 mesi per Pierangelo Daccò e per l'ex assessore lombardo Antonio Simone. Nella parte finale della loro requisitoria i pm hanno sottolineato che nelle indagini partite nel 2012 e poi nel processo «abbiamo ricostruito dei fatti gravissimi di corruzione, una corruzione sistemica durata dieci anni. Questo processo - ha aggiunto il pm Pedio - dimostra quanto la corruzione sia devastante per il sistema economico, abbiamo avuto qua 70 milioni di euro di denaro pubblico sperperati, con due enti al tracollo, la Maugeri e il San Raffaele, con imprenditori che hanno depredato questi enti e un danno enorme al sistema sanitario».
Secondo l'accusa, infatti, dalle casse della Maugeri sarebbero usciti circa 61 milioni di euro tra il '97 e il 2011 e dalle casse del S. Raffaele tra il 2005 e il 2006 altri nove milioni di euro. Tutti soldi che sarebbero confluiti sui conti e sulle società di Daccò e Simone, presunti collettori delle tangenti, i quali poi avrebbero garantito circa otto milioni di euro in benefit di lusso, tra cui vacanze, l'uso di yacht e finanziamenti per la campagna elettorale, all'allora governatore lombardo Formigoni. E lui in cambio, sempre secondo l'accusa, avrebbe favorito la Maugeri e il S. Raffaele con atti di giunta garantendogli rimborsi indebiti (circa 200 milioni di euro per la Maugeri). Secondo i pm, Formigoni, così come Daccò, Simone e altri imputati, non merita la concessione delle attenuanti generiche e deve essere condannato a nove anni di carcere.
Inchiesta petrolio: indagato vice di Confindustria. Riesame conferma sequestro impianti in Val d'Agri
Il vicepresidente di Confindustria Ivan Lo Bello è indagato dalla procura di Potenza per associazione a delinquere. La circostanza emerge dagli atti dell'inchiesta. Per assicurarsi il controllo di un pontile nel porto di Augusta, secondo i pm, fu costituita un'associazione per delinquere composta da Gianluca Gemelli, Nicola Colicchi, Paolo Quinto e lo stesso Lo Bello. A Colicchi e Gemelli è attribuito il ruolo di "promotori, ideatori ed organizzatori"; a Quinto e Lo Bello quello di "partecipanti". Le contestazioni all'associazione riguardano, oltre al pontile nel porto di Augusta, altri progetti di impianti energetici e permessi di ricerca e i "Sistemi di difesa e sicurezza del territorio" da attuare in Campania.
ansa.it
ansa.it
giovedì 14 aprile 2016
ASSEMBLEA NON RETRIBUITA IN SCIOPERO PER TUTTI I LAVORATORI Finmeccanica Helicopter Division
ASSEMBLEA
NON
RETRIBUITA
IN
SCIOPERO
PER TUTTI I
LAVORATORI
Finmeccanica
Helicopter Division
(EX
AGUSTAWESTLAND)
DI
C. COSTA - PER IL GIORNO
Venerdì
15 Aprile 2016
DALLE
13.00 ALLE 14.00
Primo
Turno
DALLE
14.00 ALLE 15.00
Secondo
Turno e Giornata
PRESSO LA SALETTA
SINDACALE
ORDINE DEL GIORNO:
-
Rinnovo
CCNL Metalmeccanici
-
referendum
del 17 Aprile 2016
-
varie
ed eventuali
-
13
aprile 2016
Malpensa: Comunicato stampa
Leggiamo con molto interesse le
dichiarazioni del presidente Modiano in merito alla sponsorizzazione del
“NUOVO” MASTERPLAN e secondo il quale, tale progetto, porterebbe ad un aumento
occupazionale con ricadute positive sul territorio.
Si parla di ben 14.000 nuovi
posti di lavoro per i prossimi 15 anni!
Noi, però, non la pensiamo
esattamente così.
Come sempre, si mette sul
tavolo la scienza dei numeri per la propria convenienza, a seconda di quello
che si vuol far vedere e credere. L’idea di imporre al territorio
del CUV la terza pista e migliaia di metri cubi di capannoni, che di sicuro
produrranno affitti milionari per SEA, non è stata purtroppo abbandonata.
Ancora una volta, si vuole
vendere il Masterplan come una panacea irrinunciabile che produrrà un
discutibile “benessere” sul territorio.
In questi ultimi 10 anni,
nonostante tutti gli investimenti di denaro pubblico spesi su Malpensa, abbiamo
vissuto un decadimento di quello che, un tempo, era il miraggio di un posto di
lavoro presso l’aeroporto.
Una posizione occupazionale di
lungo respiro e un reddito medio/alto proporzionato al costo della vita che
teneva conto del disagio di lavorare in un aeroporto a causa dei turni e dei
carichi di lavoro.
Lo scenario ha come
protagonista una Sea che, grazie anche al finanziamento pubblico, ha creato
considerevoli spazi commerciali dati in gestione ad affitti molto onerosi e dal
cui utilizzo ricava utili milionari sotto varie forme.
Nel frattempo, al cargo,
continuano a proliferare cooperative che utilizzano soci lavoratori, forme
contrattuali di lavoro inadeguate e regolamenti che non garantiscono diritti,
tutele e salari dignitosi.
Anche altri occupati in ambito
aeroportuale, sono stati costretti a diventare soci lavoratori (vedi il caso di
diversi dipendenti dell’appalto di manutenzione BHS). Assistiamo senza sosta alla
caducazione continua dei diritti dei lavoratori e a un costante calo del
salario. Siamo al paradosso! Ad alcuni
lavoratori viene addirittura chiesto di pagarsi il corso sicurezza e il
tesserino aeroportuale ed il parcheggio.
Situazioni inaccettabili che
garantiscono a SEA l’erogazione di servizi a costi bassissimi.
Fornire servizi essenziali per
il funzionamento e la pulizia dell’aeroporto servendosi di ditte che ottengono
l’appalto secondo logiche di ribasso e sfruttamento, comporta una ricaduta a
pioggia sulle condizioni salariali e contrattuali dei lavoratori che vivono in
uno stato di perenne ricatto a discapito di qualsiasi etica e/o morale.
Il risultato di questa
politica, nonostante tutti gli investimenti su Malpensa, purtroppo è che:
SEA negli
ultimi anni non ha creato nuovi posti di lavoro al suo interno, anzi, ha semmai
creato diverse centinaia di disoccupati posti in mobilità obbligatoria e/o
volontaria a carico della collettività.
I lavoratori delle ditte di cui SEA si serve, si sono
visti togliere diritti e tutele. I loro contratti di lavoro part-time, pagati
ai minimi termini, sono la base per garantire la sostenibilità economica dell’appalto.
I dipendenti
di tutte le società che operano a Malpensa e che svolgono la propria attività
di commercio, ristorazione e handling, a causa degli elevati costi di affitti e
royalties, sono assunti con contratti precari e parziali che di fatto delineano
un costo del lavoro basso e poco dignitoso.
IL TERRITORIO HA BISOGNO DI LAVORO,
MA DI LAVORO BUONO, CON DIRITTI E STIPENDI ADEGUATI AL COSTO DELLA VITA.
IL TERRITORIO E I CITTADINI HANNO
BISOGNO DI UN LAVORO CHE TUTELI LA DIGNITA’, NON HANNO BISOGNO DI DIVENTARE
SCHIAVI DI UN SISTEMA AEROPORTUALE CHE SEMBRA UNA GIUNGLA.
COME ADL VARESE, ABBIAMO CHIESTO UN
PATTO DI SITO ATTRAVERSO IL QUALE GARANTIRE UGUAGLIANZA DI DIRITTI E
ADEGUATEZZA SALARIALE A TUTTI, LA CONCORRENZA NON DEVE ESSERE FATTA SULLE
SPALLE DEI LAVORATORI.
LA CRESCITA DI MALPENSA NON DEVE
ESSERE PREGIUDIZIEVOLE PER I CITTADINI E I LAVORATORI.
La realizzazione del Masterplan non deve solo
rappresentare la possibilità di gestire dei soldi pubblici o un aumento del
reddito di SEA, ma visto che parliamo di soldi e di servizio pubblico, deve
creare lavoro e benessere sul territorio, LA GARANZIA DEL SOLO LAVORO NON
BASTA.
La proprietà di SEA non deve pensare di continuare
con la politica del massimo realizzo a tutti i costi senza porsi il problema
delle inevitabili ricadute sui lavoratori.
E’ necessario un riequilibrio, servono regole ben
precise e una severa sorveglianza da parte di ENAC e dei vari enti preposti al
controllo del mondo del lavoro, occorre una Politica con la P maiuscola che
guardi a SEA, non solo come fonte di dividendi e di posti di lavoro ben
remunerati per Dirigenti e Consulenti, ma, anche come fonte di CAPITALE UMANO
da salvaguardare e valorizzare.
Gallarate 13-04-2016
VI INVITIAMO AD UNA RIUNIONE ORGANIZZATIVA A BOLOGNA SALA SIROTTI (STAZIONE C.LE - lato EST) LUNEDI 18 APRILE 2016 ore: 10 -16
CoNUP
A
TUTTE LE ASSOCIAZIONI DEI PENSIONATI
E
DEI SINDACATI DI BASE
La
situazione delle pensioni e dei pensionati è nota a tutti, come credo sia nota a
tutti l’intenzione del Governo e di Boeri di stravolgere ancora l’intero sistema
pensionistico italiano. Per resistere a questi intendimenti e per far rispettare
il diritto alla “Pensione Costituzionale”, ben definito dagli art. 36 e
38 della Costituzione, e soprattutto per pretendere la dovuta perequazione
(elemento fondamentale della pensione), così come riconosciutoci dalla Corte
Costituzionale, abbiamo pensato di dar vita ad un ampio MOVIMENTO UNITARIO DI
LOTTA (CoNUP), basato su di UN PATTO FRA LE PARTI.
VI
INVITIAMO AD UNA RIUNIONE ORGANIZZATIVA A
BOLOGNA
SALA
SIROTTI (STAZIONE
C.LE - lato EST)
LUNEDI
18 APRILE 2016
ore:
10 -16
Nella
circostanza, oltre ad approvare una bozza di STATUTO del CONUP, passeremo
in rassegna l'andamento dei ricorsi in atto per il recupero dei soldi che
Renzi ci ha negato e proporremo 2 iniziative:
·
UN
CONVEGNO DENTRO IL PARLAMENTO con
studiosi economisti e Costituzionalisti, in difesa della PENSIONE
COSTITUZIONALE
·
UNA
INIZIATIVA PUBBLICA ESTERNA da
precisare.
Tali
iniziative si dovrebbero tenere dopo le prossime elezioni ed i ballottaggi, ma
comunque prima delle ferie estive.
mercoledì 13 aprile 2016
9 aprile 2016 assemblea nazionale di delegati\e, lavoratori\trici del Pubblico Impiego
Premessa
Dopo alcune assemblee territoriali, delegati\e e lavoratori\trici del pubblico impiego si sono
dati appuntamento per una prima assemblea nazionale che si è tenuta sabato 9 aprile a
Bologna. L'assemblea ha votato un ordine del giorno che impegna tutti a costruire un
percorso di lotte e di iniziative in difesa dei lavoratori e dei servizi pubblici
Il documento votato dall'assemblea:
Come nasce l'assemblea di Bologna...
L'assemblea di Pubblico Impiego in Movimento, riunitasi a Bologna il 9 Aprile 2016, nasce da
un percorso avviato dall'autunno da parte di delegati\e del sindacalismo di base impegnati a
costruire una piena opposizione ai processi in atto di ristrutturazione capitalistica, di
devastazione dei territori, di soppressione delle tutele e dei diritti conquistati negli anni passati.
Cercando così di superare le proprie inadeguatezze, far tesoro degli errori e dei limiti significa
dotarci di analisi comuni e di uno strumento adeguato per la ripresa del conflitto nella pubblica
amministrazione ove opera la forza lavoro anagraficamente più vecchia e rassegnata del paese,
una forza lavoro in continua diminuzione e sotto attacco per le politiche europee.
L'assemblea approva il seguente ordine del giorno
· La firma dell'accordo del 5 Aprile che dà vita ai 4 comparti rappresenta un attacco diretto alla
democrazia sindacale e al potere contrattuale dei lavoratori e delle lavoratrici.
· l'accordo del 5 Aprile offre al Governo la possibilità di andare verso la definizione dei nuovi
contratti pubblici. A tal riguardo l'assemblea si impegna a costruire sui territori e nei luoghi di
lavoro iniziative unitarie per rivendicazioni comuni.
· La democrazia sindacale è di tutti\e perché sono in gioco i poteri decisionali dei lavoratori,
delle lavoratrici e non puo' esser quindi una variabile dipendente dal pareggio di bilancio e
dalla riduzione della spesa pubblica. In queste settimane, alcuni diritti come quello di
assemblea e di riunione nei locali pubblici sono messi in pericolo dalla Amministrazione
comunale di Bologna che ha cancellato un vecchio accordo che riconosceva il diritto di sede e
di assemblea per tutte le realtà votate dai lavoratori\trici.
Per una piattaforma alternativa contrattuale...
· Il rinnovo dei contratti deve partire da una considerazione preliminare: ad uguale lavoro
uguale salario e contratto, no ai superminimi riassorbibili, no ad aumenti irrisori che non
permetteranno recupero del potere di acquisto e allo stesso tempo saranno vincolati alle
discriminanti, e spesso clientelari, valutazioni dirigenziali.
· L'ideologia del merito in questi anni è servita per dividere i lavoratori della Pa, per togliere
loro salario senza portare alcun beneficio ai servizi pubblici e alla cittadinanza che mai come
oggi ha subito tagli, rincari con diritti inalienabili sotto assedio, in primis quelli alla salute e
alla istruzione sotto assedio. Urge invece ripristinare i vecchi scatti di anzianità come forma
di tutela salariale.
· Pensiamo che una piattaforma contrattuale non possa eludere la rimozione del blocco delle
assunzioni e la stabilizzazione dei precari. Migliaia di precarie e precari da anni aspettano
giustizia e non vogliono barattare i loro diritti con una elemosina che per altro non
riconoscerebbe l'uso illegittimo della loro forza lavoro da parte della Pubblica
amministrazione; a tal riguardo emblematici i casi del Comune di Roma , di Napoli e degli
enti di ricerca.
· La piattaforma contrattuale deve rimettere al centro anche la questione degli appalti rinnovati
al ribasso con ripercussioni solo negative per il salario e i contratti del personale
esternalizzato. È proprio la definizione di cosa sia oggi il pubblico a dovere essere oggetto di
discussione e la vecchia parola d'ordine a parità di lavoro, uguale salario e contratto è oggi
più che mai attuale in antitesi alle privatizzazioni. Da parte nostra, la rivendicazione di una
quattordicesima è la risposta alla gestione clientelare del salario nella contrattazione di
secondo livello.
· Arrestare la mobilità tra comparti, e non solo, dei lavoratori della PA che questo nuovo
modello contrattuale potrebbe alimentare per non assumere precari e bandire nuovi concorsi.
Le prospettive nell'immediato futuro....
L'assemblea vuole intraprendere un percorso comune dandosi dei metodi e delle prospettive che
sappiano rispondere alle richieste di unità dei lavoratori e delle lavoratrici rivolte non solo al
sindacato di base.
Ancora una volta ribadiamo che l'unità si costruisce sulla radicalità e su percorsi trasparenti, sulla
urgenza di scongiurare che jobs act e testo unico sulla rappresentanza siano estesi al pubblico
impiego e magari sia proprio il pubblico il banco di prova per sperimentare una ulteriore e
definitiva contrazione del diritto di sciopero come annunciato da Renzi all'indomani dello sciopero
del 18 Marzo.
Lavoratori della Pa contro lo smantellamento dei territori...
L'assemblea di Bologna e pubblico impiego in movimento invitano ad andare a votare Si il
prossimo 17 Aprile contro le trivelle e la devastazione ambientale perché la difesa dei beni
comuni non sia solo un astratto principio ma una pratica che vada oltre la scadenza referendaria
Le decisioni finali e le iniziative concrete
L'assemblea concorda:
· di costruire un manifesto comune che riassuma la nostra piattaforma contrattuale e il metodo
di lavoro sui quali indire assemblee nei luoghi di lavoro e sul territorio, una piattaforma da
integrare con la tutela e il potenziamento dei servizi pubblici;
· darci alcune scadenze comuni, con il personale della Pa e la cittadinanza, a partire da una
settimana di informazione e mobilitazione da gestire nei singoli territori;
· di lanciare una campagna che restituisca dignità all'agire sindacale soprattutto oggi che il
sindacato cosiddetto rappresentativo è passato dalla concertazione alla diretta complicità con il
Governo.
Per dare concretezza a questo percorso, l'assemblea del 9 aprile e Pubblico Impiego in
Movimento daranno vita:
- ad una giornata seminariale di approfondimento sui decreti Madia e sul processo di
ristrutturazione che investe i settori pubblici e la società;
- a una campagna rivendicativa sui contratti;
- alla costruzione sui territori di comitati in difesa dei servizi pubblici.
Il diritto alla istruzione è di tutti\e. Una proposta sui test invalsi:
Invitiamo il sindacalismo di base, infine, a costruire una unica scadenza nella scuola contro i test
invalsi non dimenticando di far conoscere le comuni istanze a studenti e genitori per una battaglia
che sia anche culturale, per un sapere diffuso e non funzionale alla mercificazione.
Nasce un coordinamento stabile …
Diamo vita ad un coordinamento stabile delle realtà di base, dei delegati \lavoratori della Pa e a partire
da oggi ci riuniremo periodicamente per estendere e rafforzare la mobilitazione e dare forza alle
proposte scaturite dalla assemblea. Su questi argomenti si propone, infine, una scadenza nazionale
entro la fine di giugno.
Assemblea del 9 aprile - Pubblico Impiego in Movimento
Sono intervenuti delegati e lavoratori appartenenti alle seguenti sigle: Adl Cobas, Adl Cobas Varese, Cobas
Pubblico Impiego, Cub, Si Cobas, Sial Cobas, Sgb, Slai Cobas.
Stanno pervenendo le adesioni ufficiali delle Organizzazioni Sindacali che intendono sostenere questo percorso in
comune. Sarà nostra cura pubblicizzarle quando avremo tutte le conferme.
Dopo alcune assemblee territoriali, delegati\e e lavoratori\trici del pubblico impiego si sono
dati appuntamento per una prima assemblea nazionale che si è tenuta sabato 9 aprile a
Bologna. L'assemblea ha votato un ordine del giorno che impegna tutti a costruire un
percorso di lotte e di iniziative in difesa dei lavoratori e dei servizi pubblici
Il documento votato dall'assemblea:
Come nasce l'assemblea di Bologna...
L'assemblea di Pubblico Impiego in Movimento, riunitasi a Bologna il 9 Aprile 2016, nasce da
un percorso avviato dall'autunno da parte di delegati\e del sindacalismo di base impegnati a
costruire una piena opposizione ai processi in atto di ristrutturazione capitalistica, di
devastazione dei territori, di soppressione delle tutele e dei diritti conquistati negli anni passati.
Cercando così di superare le proprie inadeguatezze, far tesoro degli errori e dei limiti significa
dotarci di analisi comuni e di uno strumento adeguato per la ripresa del conflitto nella pubblica
amministrazione ove opera la forza lavoro anagraficamente più vecchia e rassegnata del paese,
una forza lavoro in continua diminuzione e sotto attacco per le politiche europee.
L'assemblea approva il seguente ordine del giorno
· La firma dell'accordo del 5 Aprile che dà vita ai 4 comparti rappresenta un attacco diretto alla
democrazia sindacale e al potere contrattuale dei lavoratori e delle lavoratrici.
· l'accordo del 5 Aprile offre al Governo la possibilità di andare verso la definizione dei nuovi
contratti pubblici. A tal riguardo l'assemblea si impegna a costruire sui territori e nei luoghi di
lavoro iniziative unitarie per rivendicazioni comuni.
· La democrazia sindacale è di tutti\e perché sono in gioco i poteri decisionali dei lavoratori,
delle lavoratrici e non puo' esser quindi una variabile dipendente dal pareggio di bilancio e
dalla riduzione della spesa pubblica. In queste settimane, alcuni diritti come quello di
assemblea e di riunione nei locali pubblici sono messi in pericolo dalla Amministrazione
comunale di Bologna che ha cancellato un vecchio accordo che riconosceva il diritto di sede e
di assemblea per tutte le realtà votate dai lavoratori\trici.
Per una piattaforma alternativa contrattuale...
· Il rinnovo dei contratti deve partire da una considerazione preliminare: ad uguale lavoro
uguale salario e contratto, no ai superminimi riassorbibili, no ad aumenti irrisori che non
permetteranno recupero del potere di acquisto e allo stesso tempo saranno vincolati alle
discriminanti, e spesso clientelari, valutazioni dirigenziali.
· L'ideologia del merito in questi anni è servita per dividere i lavoratori della Pa, per togliere
loro salario senza portare alcun beneficio ai servizi pubblici e alla cittadinanza che mai come
oggi ha subito tagli, rincari con diritti inalienabili sotto assedio, in primis quelli alla salute e
alla istruzione sotto assedio. Urge invece ripristinare i vecchi scatti di anzianità come forma
di tutela salariale.
· Pensiamo che una piattaforma contrattuale non possa eludere la rimozione del blocco delle
assunzioni e la stabilizzazione dei precari. Migliaia di precarie e precari da anni aspettano
giustizia e non vogliono barattare i loro diritti con una elemosina che per altro non
riconoscerebbe l'uso illegittimo della loro forza lavoro da parte della Pubblica
amministrazione; a tal riguardo emblematici i casi del Comune di Roma , di Napoli e degli
enti di ricerca.
· La piattaforma contrattuale deve rimettere al centro anche la questione degli appalti rinnovati
al ribasso con ripercussioni solo negative per il salario e i contratti del personale
esternalizzato. È proprio la definizione di cosa sia oggi il pubblico a dovere essere oggetto di
discussione e la vecchia parola d'ordine a parità di lavoro, uguale salario e contratto è oggi
più che mai attuale in antitesi alle privatizzazioni. Da parte nostra, la rivendicazione di una
quattordicesima è la risposta alla gestione clientelare del salario nella contrattazione di
secondo livello.
· Arrestare la mobilità tra comparti, e non solo, dei lavoratori della PA che questo nuovo
modello contrattuale potrebbe alimentare per non assumere precari e bandire nuovi concorsi.
Le prospettive nell'immediato futuro....
L'assemblea vuole intraprendere un percorso comune dandosi dei metodi e delle prospettive che
sappiano rispondere alle richieste di unità dei lavoratori e delle lavoratrici rivolte non solo al
sindacato di base.
Ancora una volta ribadiamo che l'unità si costruisce sulla radicalità e su percorsi trasparenti, sulla
urgenza di scongiurare che jobs act e testo unico sulla rappresentanza siano estesi al pubblico
impiego e magari sia proprio il pubblico il banco di prova per sperimentare una ulteriore e
definitiva contrazione del diritto di sciopero come annunciato da Renzi all'indomani dello sciopero
del 18 Marzo.
Lavoratori della Pa contro lo smantellamento dei territori...
L'assemblea di Bologna e pubblico impiego in movimento invitano ad andare a votare Si il
prossimo 17 Aprile contro le trivelle e la devastazione ambientale perché la difesa dei beni
comuni non sia solo un astratto principio ma una pratica che vada oltre la scadenza referendaria
Le decisioni finali e le iniziative concrete
L'assemblea concorda:
· di costruire un manifesto comune che riassuma la nostra piattaforma contrattuale e il metodo
di lavoro sui quali indire assemblee nei luoghi di lavoro e sul territorio, una piattaforma da
integrare con la tutela e il potenziamento dei servizi pubblici;
· darci alcune scadenze comuni, con il personale della Pa e la cittadinanza, a partire da una
settimana di informazione e mobilitazione da gestire nei singoli territori;
· di lanciare una campagna che restituisca dignità all'agire sindacale soprattutto oggi che il
sindacato cosiddetto rappresentativo è passato dalla concertazione alla diretta complicità con il
Governo.
Per dare concretezza a questo percorso, l'assemblea del 9 aprile e Pubblico Impiego in
Movimento daranno vita:
- ad una giornata seminariale di approfondimento sui decreti Madia e sul processo di
ristrutturazione che investe i settori pubblici e la società;
- a una campagna rivendicativa sui contratti;
- alla costruzione sui territori di comitati in difesa dei servizi pubblici.
Il diritto alla istruzione è di tutti\e. Una proposta sui test invalsi:
Invitiamo il sindacalismo di base, infine, a costruire una unica scadenza nella scuola contro i test
invalsi non dimenticando di far conoscere le comuni istanze a studenti e genitori per una battaglia
che sia anche culturale, per un sapere diffuso e non funzionale alla mercificazione.
Nasce un coordinamento stabile …
Diamo vita ad un coordinamento stabile delle realtà di base, dei delegati \lavoratori della Pa e a partire
da oggi ci riuniremo periodicamente per estendere e rafforzare la mobilitazione e dare forza alle
proposte scaturite dalla assemblea. Su questi argomenti si propone, infine, una scadenza nazionale
entro la fine di giugno.
Assemblea del 9 aprile - Pubblico Impiego in Movimento
Sono intervenuti delegati e lavoratori appartenenti alle seguenti sigle: Adl Cobas, Adl Cobas Varese, Cobas
Pubblico Impiego, Cub, Si Cobas, Sial Cobas, Sgb, Slai Cobas.
Stanno pervenendo le adesioni ufficiali delle Organizzazioni Sindacali che intendono sostenere questo percorso in
comune. Sarà nostra cura pubblicizzarle quando avremo tutte le conferme.
Pena di morte, nel 2015 record di esecuzioni. Il 90% solo in tre paesi
Il rapporto di Amnesty International. Registrato il più alto numero di esecuzioni da oltre 25 anni: lo scorso anno messe a morte almeno 1634 persone, il 90% in Iran, Pakistan e Arabia Saudita. Ma è stato anche un anno di estremi: per la prima volta la maggior parte degli stati (102) risulta abolizionista
06 aprile 2016
ROMA - Dal rapporto sull'uso della pena di morte nel mondo, diffuso da Amnesty International, risulta un drammatico aumento del numero di esecuzioni, che ha fatto sì che nel 2015 siano state messe a morte più persone che in qualsiasi altro anno dell'ultimo quarto di secolo. La spirale di esecuzioni è dipesa in larga parte da Iran, Pakistan e Arabia Saudita. In sintesi, nel 2015 sono stati messi a morte almeno 1634 prigionieri, oltre il doppio rispetto all'anno precedente e il più alto numero registrato da Amnesty International dal 1989. Il dato del 2015 non comprende la Cina, paese dove è probabile che le esecuzioni siano state migliaia e che tuttavia tratta le informazioni sulla pena di morte come segreto di stato.
Pensioni, firmato decreto sul part time agevolato per i dipendenti privati che hanno versato 20 anni di contributi.
Al via
il part-time
agevolato in uscita per i lavoratori vicini alla pensione, previsto
dalla legge di Stabilità. Il ministro del Lavoro Giuliano
Poletti, nel frattempo di nuovo nella bufera per la frase del
Def che apre a un taglio degli assegni di reversibilità, ha
infatti firmato il decreto che disciplina le modalità di accesso al nuovo
meccanismo. Riservato ai lavoratori del settore privato con contratto
a tempo
indeterminato e orario pieno che siano in possesso del requisito
contributivo minimo per la pensione di vecchiaia – cioè 20 anni di contributi versati – e
che maturino il requisito anagrafico, 63 anni e 7 mesi, entro il 31 dicembre
2018.
Chi
ha i requisiti, si legge in una nota del ministero, potrà concordare con il datore
di lavoro il passaggio al part-time, con una riduzione dell’orario tra il 40 ed il
60%. E ogni mese riceverà in busta paga, in aggiunta alla
retribuzione per il
part-time, una somma
esentasse corrispondente ai contributi previdenziali a carico
del datore di lavoro sulla retribuzione per le ore non lavorate. Lo Stato
riconoscerà al lavoratore la contribuzione figurativa
corrispondente alla prestazione non effettuata: in questo modo, quando maturerà
l’età pensionabile il lavoratore percepirà l’intero importo della
pensione, senza alcuna penalizzazione. In
pratica, chi si trova a tre anni dalla pensione potrà richiedere il part time
mantenendo gli stessi contributi che garantiva l’impiego a tempo
pieno.
martedì 12 aprile 2016
bonus occupazionale previsto dal Programma “Garanzia Giovani”.
PREMESSA
Con il Decreto Direttoriale n. 425\II\2015 (All. n. 1), il Ministero del Lavoro e delle Politiche
Sociali – Direzione Generale per le politiche attive, i servizi per il lavoro e la formazione
– ha individuato l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale come “Organismo Intermedio
del PON “Iniziativa Occupazione Giovani”, ai sensi dell’articolo 123, paragrafo 6 del
regolamento (UE) n. 1303/2013.
A seguito dell’emanazione del citato decreto, si provvede ad avviare una attività
di periodico controllo a campione, a carico delle Sedi competenti, sulla legittima
fruizione del bonus occupazionale “GAGI”.
Di seguito si riepilogano le principali caratteristiche dell’incentivo previsto dal Programma
“Garanzia giovani” di cui al Decreto Direttoriale n. 1709/2014 e successive modifiche
ed integrazioni, già illustrato con le circolari n. 118/2014, 129/2015 e 32/2016, nonché
con i messaggi n. 9956/2014 e n. 1316/2015, ai quali si rinvia per ogni chiarimento aggiuntivo.
1. Caratteristiche dell’incentivo.
Il bonus occupazionale previsto dal Programma “Garanzia giovani” è destinato ai datori
di lavoro privati, a prescindere dalla circostanza che siano imprenditori, che assumono
giovani registrati al “Programma Operativo Nazionale Iniziativa Occupazione Giovani”.
Normativa in materia di ammortizzatori sociali in deroga
Premessa
Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in data 2 febbraio 2016, ha emanato la Circolare
n.4 avente ad oggetto la normativa in materia di ammortizzatori sociali in deroga, ed in
particolare il raccordo tra le disposizioni del decreto interministeriale n.83473 del 1
agosto 2014, del D. Lgs. n.148 del 14 settembre 2015 e della L. n.208 del 28 dicembre 2015.
1. Il quadro normativo
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e
delle finanze, ha emanato in data 1 agosto 2014 il decreto n.83473. Tale decreto
disciplina i criteri di concessione degli ammortizzatori sociali in deroga, sia in costanza
che in caso di cessazione del rapporto di lavoro, recepiti dall’Istituto con circolare n.107 del
27 maggio 2015.
Il decreto legislativo 14 settembre 2015, n.148, recante “Disposizioni per il riordino della
normativa in materia di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro, in attuazione
della legge 10 dicembre 2014, n.183” contiene la nuova disciplina in materia di integrazione
salariale ordinaria, straordinaria e in materia di fondi di solidarietà. Per il carattere
generale del predetto decreto legislativo, ad esso è rimandata la disciplina anche
degli ammortizzatori in deroga, per tutti gli istituti non diversamente e specificatamente
regolati dal decreto ministeriale sui criteri della deroga.
Esonero contributivo per le nuove assunzioni con contratto di lavoro a tempo indeterminato effettuate nel corso dell’anno 2016
L’esonero contributivo in oggetto spetta a condizione che, nei sei mesi precedenti l’assunzione,
il lavoratore non sia stato occupato, presso qualsiasi datore di lavoro, con contratto a tempo
indeterminato. Inoltre, allo scopo di ridurre il rischio di precostituzione artificiosa dei
presupposti per l’applicazione del beneficio non conformi all’obiettivo della norma, il Legislatore
ha escluso l’applicazione del beneficio laddove, nell’arco dei tre mesi antecedenti la data di
entrata in vigore della Legge di stabilità 2016, il lavoratore assunto abbia avuto rapporti
di lavoro a tempo indeterminato con il datore di lavoro richiedente l’incentivo ovvero con
società da questi controllate o a questi collegate ai sensi dell’art. 2359 c.c., nonché facenti
capo, ancorché per interposta persona, al datore di lavoro medesimo.
Inoltre, per espressa previsione della norma sopra citata, il beneficio non spetta con riferimento
a lavoratori per i quali il medesimo incentivo ovvero l’esonero di cui all'articolo 1, comma 118,
della legge 23 dicembre 2014, n. 190, sia già stato usufruito in relazione a precedente
assunzione a tempo indeterminato.
La misura dell’incentivo è pari al 40 per cento dei complessivi contributi previdenziali a
carico dei datori di lavoro, con esclusione dei premi e contributi dovuti all'INAIL, nel
limite massimo di un importo di esonero pari a 3.250 euro su base annua.
Il beneficio riguarda le nuove assunzioni con decorrenza dal 1° gennaio 2016 al 31
dicembre 2016. La sua durata è pari a ventiquattro mesi a partire dalla data di assunzione.
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