- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

lunedì 11 aprile 2016

FEDERMECCANICA IMPONE LA SUA PIATTAFORMA CCNL METALMECCANICI: IN NOME DI CHI??

La piattaforma approvata dai lavoratori non è stata mai discussa

Per il prossimo 20 aprile le segreterie di Fim-Fiom-Uilm hanno proclamato 4 ore di sciopero per il rinnovo del contratto nazionale.
Finalmente i metalmeccanici lottano uniti?
Potrebbe essere una buona notizia se tutti insieme si lottasse contro il peggioramento delle condizioni di lavoro, dagli straordinari, all’aumento dei ritmi e dei carichi di lavoro fino a finire ai salari sempre più bassi. Invece la nuova unità di Fim-Fiom-Uilm si fonda sul mantenimento di tutta la flessibilità, la precarietà e il comando dell’impresa sugli orari, esistente nei vecchi contratti separati.
Si chiamano a lottare i metalmeccanici uniti dopo tanti anni ma….
·       Più nessuno sa qual’è la richiesta sindacale.
·       Non ci sono più le piattaforme sindacali!
·       Nessuno sa più quanto chiediamo di aumento salariale!
·       Stanno trattando, senza mandato alcuno, sulle richieste di Federmeccanica.

Così non va. Non è questa l’unità dei lavoratori.

Fim-Fiom-Uilm devono rompere davvero con Federmeccanica, alzarsi dal tavolo, interrompere i tavoli tecnici, compreso quello in cui, in ossequio al 10 gennaio 2014 (Testo Unico sulla RSU), stanno discutendo le regole dell’unità e costruire una piattaforma del mondo del lavoro nelle assemblee di fabbrica, su cui lottare senza timore per conquistare sì il contratto nazionale, ma senza deroghe e fuori dalle limitazioni imposte dal modello del Testo Unico sulla RSU del 10 gennaio 2014.  Siamo tutte e tutti chiamati a scioperare, non è questo in discussione, ma i rischi che lo sciopero del 20 aprile sia di accompagnamento ad un accordo a perdere, come molti altri contratti nazionale in questa fase, ci sono tutti! Il contratto è dei lavoratori e delle lavoratrici! Non di Fim-Fiom-Uilm!


7 aprile 2016

Medicina Democratica per il SI al referendum contro le trivelle

Proponiamo un documento che contiene una corretta e completa presentazione dell’appuntamento referendario NOTRIV .
Medicina Democratica, sostiene il SI al quesito referendario pur conoscendo i limiti legati allo strumento referendario e allo specifico quesito sottoposto ai cittadini.
I referendum sono sempre e comunque un momento di democrazia che deve essere partecipata (e lo è a partire dalla raccolta delle firme) e in quanto e se riesce a focalizzare l’attenzione sul tema sottoposto che, in questo caso, non è semplicemente la regolamentazione dei permessi di sfruttamento dei giacimenti marini già rilasciati ma la politica energetica italiana.
Su questo ben più ampio e importante obiettivo Medicina Democratica mette a disposizione due strumenti:
  1. 20 anni fa, all’inizio del 1996 la rivista Medicina Democratica n 101-103 ha ospitato un dossier dedicato alla esplosione del pozzo petrolifero di Trecate (Novara) esaminando nel dettaglio le criticità tecniche e ambientali di tale pratica, inquinante a terra come nel mare.
  2.  E’ uscito in questi giorni il numero della nostra rivista  (n.222-224) dedicato al “ciclo” del carbone, Un altrettanto importante approfondimento a disposizione dei comitati e per chi vuole informarsi che potete richiedere alla nostra mail.
    Di seguito l’intervento sul tema referendario a firma di Marco Pezzoni...

Sergio Bellavita: Licenziato da Landini per lesa maestà!

Stamane mi è stato comunicato il licenziamento dalla fiom nazionale dopo 15 anni di impegno sindacale. Landini e la sua segreteria hanno deciso all’unanimità di darmi venti giorni di tempo per rientrare in fabbrica. Non vengo cacciato perché colto a rubare, non per aver fatto un accordo vergognoso. Non è in discussione la qualità del lavoro che faccio (di quello che mi hanno consentito di fare avendomi tolto quasi ogni incarico).Ho persino messaggini in cui Landini si complimenta per la gestione di alcune vertenze…Vengo cacciato solo perché rappresento l’opposizione interna alla cgil. Il dissenso che la fiom e la cgil hanno deciso di ridurre al silenzio, di espellere. Non possono più permettersi di misurarsi con la loro irrilevanza, con la loro crisi drammatica di risultati concreti. Nel 2012 cacciato dalla segreteria e oggi dalla fiom. Scriverò qualcosa di più meditato, tuttavia in pochi giorni Landini ha riabilitato Sergio Marchionne e licenziato Sergio Bellavita. Uno è diventato buono e l’altro è sempre stato cattivo. Anche questa è parte della pochezza di un segretario dispotico e arrogante che ha raccolto solo sconfitte e che lascerà solo macerie.Sergio Bellavita

La Cgil e la Fiom chiudono l’opposizione interna

La Cgil e la Fiom hanno deciso di chiudere la nostra esperienza di opposizione interna. Lo hanno fatto istituendo l’incompatibilità tra l’appartenenza alla Cgil e la libera iniziativa sociale. Contro delegati e delegate che lottano in Fca, stabilimento simbolo dell’autoritarismo padronale, arrivando così persino a ledere il libero esercizio del diritto costituzionale alla sciopero. Una mostruosità che fa a pezzi la storia stessa del sindacalismo confederale nel nostro paese. Il mio licenziamento è semplicemente l’atto pubblico ed esemplare per dire a tutti qual’è la condizione per stare in Cgil. Non è in discussione il dissenso, quello può restare per i prossimi duemila anni. La cgil e’ piena di sindacalisti che parlano di marxismo e rivoluzione ( che ovviamente riguarda altri…)e poi praticano tutt’altro…Quello che non si può più fare è opporsi, dire la verità , osare criticare la linea del sindacato dentro e fuori le anguste sedute di direttivi ormai ridotti a luoghi di non partecipazione e di obbedienza. Quello che non si può più fare e’ organizzare l’opposizione sociale. Noi siamo quindi colpevoli. -sindacatounaltracosa.org


venerdì 8 aprile 2016

Assemblea Nazionale Pubblico Impiego RSU - DELEGATI - SINDACATI DI BASE Sabato 9 aprile 2016 ore 10.00 - 15.00


Pubblico impiego suddiviso in 4 aree: i sindacati cedono al Governo e all'Aran

Era nell'aria la firma dell'accordo che riduce a 4 i comparti contrattuali nel pubblico impiego.
La Cgil dichiara che il Governo, ora, non avrebbe piu' alibi per sottoscrivere i contratti dimenticando che  tra pochi giorni sarà pubblicato il documento di programmazione economica dentro cui troveremo le cifre per il prossimo triennio contrattuali senza dimenticare che la Legge di Stabilità ha stabilito l'importo per il 2016:8 euro mensili

Da 11 a 4 comparti cosi' suddivisi
1.    Funzioni centrali
2.    Funzioni locali
3.    Sanità
4.    Istruzione e ricerca
Le operazioni di accorpamento hanno riguardato il primo (ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici) e l'ultimo settore (fino ad oggi scuola, ricerca, università e Afam erano invece ben distinte).
Perché ridurre a 4 i comparti ?
Si applica, dopo anni, la Legge Brunetta che prevede tra l'altro le fasce di merito attraverso cui erogare la produttività (lasciando il 25% del personale senza un euro) . Con il rinnovo dei contratti sarà possibile applicare le famigerate fasce che alimenteranno iniquità e ingiustizie destinando i soldi di tutti ad una minoranza
si riduce il numero non solo dei dirigenti ma anche del personale della pubblica amministrazione
si taglieranno numerose voci del salario accessorio andando verso quella semplificazione che nel linguaggio Renziano significa perdita economica per i lavoratori
si va verso un nuovo modello contrattuale con una parte comune a tutto il settore pubblico e una parte cosiddetta speciale di comparto, magari demandando, tra una deroga e l'altra, alla contrattazione di secondo livello. In questo modo sarà piu' facile equiparare stipendi e promuovere in futuro la mobilità tra comparti rinunciando a stabilizzare i precari e a bandire nuovi concorsi
Per salvaguardare specifiche professionalità all'interno dei comparti, ognuno avrà il suo contratto, a una parte "comune" potranno essere affiancate parti "speciali".
Quanto alla rappresentatività sindacale all'interno dei nuovi comparti è prevista una fase transitoria, che fa salve le ultime elezioni delle Rsu, ma resta ferma la soglia del 5% di deleghe e voti.
Per alcune sigle sindacali più piccole, che magari erano rappresentative in un comparto ora diluito in uno più grande, ciò può determinare il rischio di scomparire. Per questo nell'accordo è stata stabilita la possibilità di alleanza, fusioni, con altri sindacati, da portare a termine entro tempi precisi.                   
Il Governo per sedersi al tavolo e  discutere del rinnovo dei contratti(è obbligato a farlo da una sentenza della Corte Costituzionale che risale a luglio 2015, ossia  9 mesi fa) voleva prima i 4 comparti per avviare quel processo di ridimensionamento dei servizi e del lavoro pubblico richiesto a suo tempo dalla Troika. E puntualmente i sindacati Cgil Cisl Uil hanno servito al Governo, sul solito piatto di argento, quanto richiesto.
Di motivi per esultare ce ne sono ben pochi, se leggiamo le note stampa sindacali si capisce bene quali siano i loro intenti, per esempio la difesa dei dirigenti e delle posizioni organizzative, la salvaguardia del loro monopolio contrattuale, l'assenza di una visione complessiva che tenga insieme i settori pubblici con le partecipate e gli appalti.
Definire poi , come fa la Cgil,  innovativo questo accordo significa sposarne l'impianto e la filosofia di fondo che  è quella di indebolire il potere di acquisto e di contrattazione dei settori pubblici per poi passare ad una nuova stagione privatizzatrice, affermare un modello di contrattazione al ribasso magari presentando tanti accordi di secondo livello come privilegi da abbattere
Ricordiamo che allo stato attuale, i finanziamenti stanziati dalla Legge di stabilità prevedono aumenti ridicoli pari a 8 euro al mese e se aggiungeranno risorse per i prossimi anni saremo a noi a pagarceli con la mancata stabilizzazione dei precari, il mancato turn over, l'aumento dei carichi di lavoro e il saccheggio del salario accessorio. Come accaduto con le tutele crescenti del Jobs act, gli sgravi alle imprese non servono a costruire posti di lavoro , gli sgravi  e la decontribuzione accordate alle imprese, lungi dal creare i posti di lavoro annunciati, si ripercuotono negativamente sulle pensioni future soprattutto di quanti\e avranno pochi anni di contributi. 

Da chi ha creato il Jobs act possiamo forse attenderci contratti favorevoli ai lavoratori? Chi crede a queste storielle è complice del Governo e artefice della sconfitta dei lavoratori.

Variazione della misura dell’interesse di dilazione e di differimento e delle somme aggiuntive per omesso o ritardato versamento dei contributi previdenziali e assistenziali.

Premessa

La Banca CentraleEuropea, con la decisione di politica monetaria del 10 marzo 2016, ha ridotto 
di 5 punti base (0,05%) il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali 
dell’Eurosistema (ex Tasso Ufficiale di Riferimento) (1) che, a decorrere dal 16 marzo 2016, è
 pari allo 0,00%.

Tale variazione incide sulla determinazione del tasso di dilazione e di differimento da 
applicare agli importi dovuti a titolo di contribuzione agli Enti gestori di forme di Previdenza
 e Assistenza obbligatorie nonché sulla misura delle sanzioni civili di cui all’art. 116,
 comma 8, lett. a) e b) e comma 10, della legge 23 dicembre 2000, n. 388.

1) Interesse di Dilazione e di Differimento

L'interesse di dilazione per la regolarizzazione rateale dei debiti per contributi e sanzioni 
civili e l’interesse dovuto in caso di autorizzazione al differimento del termine di versamento 
dei contributi dovranno essere calcolati al tasso del 6% annuo (2).

Tale misura trova applicazione con riferimento alle rateazioni presentate a decorrere dal 16
marzo 2016.

I piani di ammortamento già emessi e notificati in base al tasso precedentemente in
 vigore non subiranno modificazioni.

Nei casi di autorizzazione al differimento del termine di versamento dei contributi, 
il nuovo tasso, pari al 6%, sarà applicato a partire dalla contribuzione relativa al mese
 di febbraio 2016.

2) Sanzioni Civili

Nuove disposizioni in materia di salvaguardia pensionistica

Premessa

Con circolare n. 1 dell’8 gennaio 2016 sono state fornite le prime indicazioni per l’applicazione
 dell’articolo 1, commi da 263 a 270, della legge 28 dicembre 2015, n. 208 (legge di stabilità 
2016) riguardanti le tipologie di lavoratori ed i criteri di ammissione alla c.d. Settima salvaguardia,
 nonché la modalità ed il termine di presentazione delle istanze di accesso al beneficio della 
salvaguardia.

Con la presente, a scioglimento della riserva formulata nella sopra richiamata circolare, si 
forniscono ulteriori indicazioni e chiarimenti riguardanti le particolarità relative alle singole 
tipologie di lavoratori potenziali destinatari della salvaguardia, ai fini dell’istruttoria delle 
istanze di accesso al beneficio della salvaguardia.

1.      Particolarità relative alle singole categorie di lavoratori salvaguardati

1.1       Lavoratori collocati in mobilità o in trattamento speciale edile (art. 1, comma 
265, lettera a)

Il contingente numerico per questa tipologia di lavoratori è stato fissato in 6.300 unità.

Potenziali destinatari della salvaguardia sono i lavoratori collocati in mobilità ordinaria o in 
trattamento speciale edile ai sensi degli articoli 4, 11 e 24 della legge n. 23 luglio 1991, 
n. 223, e successive modificazioni, o ai sensi dell’articolo 3 del decreto legge 16 maggio
 1994, n. 229, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1994, n. 451.

Stante la lettera della norma i lavoratori collocati in mobilità o in trattamento speciale di
 disoccupazione per l’edilizia possono essere individuati in funzione degli accordi, della data 
di licenziamento e del periodo di fruizione delle prestazioni.

Prestazioni economiche di malattia, di maternità e di tubercolosi. Salari medi e convenzionali e altre retribuzioni o importi. Anno 2016.

Premessa

La legge 28 dicembre 2015, n. 208, all’articolo 1, comma 287, stabilisce che “conriferimento 
alle prestazioni previdenziali e assistenziali e ai parametri ad esse connessi, la percentuale 
di adeguamento corrispondente alla variazione che si determina rapportando il valore medio 
dell'indice ISTAT dei prezzi al consumo per famiglie di operai ed impiegati, relativo all'anno 
precedente il mese di decorrenza dell'adeguamento, all'analogo valore medio relativo all'anno 
precedente non può risultare inferiore a zero.”

Ciò stabilito, sebbene la variazione tra l’anno 2015 e l’anno 2014, accertata dall’Istat, sia pari 
a – 0,1%, la misura per l’anno 2016 del limite minimo di retribuzione giornaliera e degli altri valori
 per il calcolo delle contribuzioni dovute per la generalità dei lavoratori dipendenti risulta pari a 
quella del 2015.

A)  RETRIBUZIONI DI RIFERIMENTO.

Ai fini della liquidazione delle indennità di malattia, maternità/paternità e tubercolosi, la cui misura
 deve essere calcolata con riferimento a periodi di paga compresi nell’anno 2016, si 
comunicano gli importi giornalieri sulla cui base vanno determinate, per le seguenti 
categorie di lavoratori interessati, le prestazioni economiche di cui trattasi.
Si ricorda che, relativamente all’indennità di tubercolosi, i criteri indicati valgono  soltanto 
per i primi  180  giorni di assistenza per i soggetti che hanno diritto all’indennità di malattia; 
per le restanti categorie aventi diritto all’indennità di tubercolosi, ma non a quella di malattia, 
si rammenta che le prestazioni vanno erogate commisurandole alla misura fissa. Con riferimento
 agli importi da corrispondere per l’anno 2016 a titolo di indennità antitubercolari, si rinvia alla 
circolare n. 3 del 13.01.2016.

Importi massimi dei trattamenti di integrazione salariale, dell’assegno ordinario e dell’assegno emergenziale per il Fondo del Credito, dell’assegno emergenziale per il Fondo del credito cooperativo, della mobilità, dei trattamenti speciali di disoccupazione per l’edilizia, dell’indennità di disoccupazione NASpI, dell’ indennità di disoccupazione DIS-COLL e dell’assegno per le attività socialmente utili relativi all’anno 2016.

Premessa.

L’art. 3, comma 6, del Decreto Legislativo n. 148/15 prevede che, con effetto dal 1° gennaio di 
ciascun anno, a decorrere dall’anno 2016, gli importi del trattamento di cui alle lettere a) 
e b) dell’art.3, comma 5, del decreto sopra citato (c.d. “tetti” dei trattamenti di integrazione 
salariale),nonché la retribuzione mensile di riferimento, comprensiva dei ratei di mensilità 
aggiuntive, da prendere a riferimento quale soglia per l’applicazione del massimale più alto 
– siano aumentati nella misura del 100 per cento dell’aumento derivante dalla variazione 
annuale dell’indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai e degli impiegati.

L’art. 1, comma 287, della legge 28 dicembre 2015, n. 208 precisa che “Con riferimento 
alle prestazioni previdenziali e assistenziali e ai parametri ad esse connessi, la percentuale 
di adeguamento corrispondente alla variazione che si determina rapportando il valore medio 
dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per famiglie di operai ed impiegati, relativo all’anno 
precedente il mese di decorrenza dell’adeguamento, all’analogo valore medio relativo all’anno 
precedente non può risultare inferiore a zero”.

In applicazione di quanto previsto dal comma 287 sopra richiamato, anche l’aggiornamento 
degli importi massimi delle prestazioni a sostegno del reddito per il 2016 è stato effettuato 
sulla base degli importi massimi dell’anno precedente, ossia sulla base dei valori indicati per 
l’anno 2015.

martedì 5 aprile 2016

RETE PER IL DIRITTO ALLA SALUTE DI MILANO E LOMBARDIA incontro pubblico GIOVEDÌ 7 APRILE 2016

RETE PER IL DIRITTO ALLA SALUTE DI MILANO E LOMBARDIA
7 APRILE 2016
GIORNATA MONDIALE DI MOBILITAZIONE
PER IL DIRITTO ALLA SALUTE
incontro pubblico
GIOVEDÌ 7 APRILE 2016
DALLE ORE 17,30 ALLE ORE 20,30
PRESSO LA SALA DEGLI AFFRESCHI DI PALAZZO ISIMBARDI,
GIÀ SEDE DELLA PROVINCIA,
IN VIA VIVAIO, 1 – MILANO

Come ogni anno, il 7 aprile si celebra la giornata mondiale di mobilitazione per il diritto alla salute. In Europa, i paesi con sistemi sanitari pubblici, in particolare, Inghilterra, Francia, Spagna, Italia hanno subito o stanno subendo pesanti attacchi che hanno messo o stanno mettendo in crisi il diritto universale alla salute. Il neo liberismo diffuso impone forme sempre più spinte di privatizzazione a partire dai tentativi di assicurazione sanitaria integrativa - e non solo - che vengono sistematicamente introdotti nei rinnovi dei contratti collettivi nazionali di lavoro. La sanità viene considerata una merce qualsiasi, oggetto dell’iniziativa del mercato e fonte di profitto.
In solidarietà e in unione con tutti i movimenti, le associazioni e i sindacati che si oppongono alle misure che vanno in quella direzione, compresi in particolare i paventati accordi internazionali TTIP e TISA, le associazioni unite nella Rete per il diritto alla Salute di Milano e Lombardia hanno deciso di celebrare questa giornata a Milano anche per riflettere sulla recente legge approvata dalla regione Lombardia (n. 23 dell’11 agosto 2015) di evoluzione del sistema sanitario lombardo.
La salute è un bene comune cui non si può rinunciare e che va perseguito. Il sistema sanitario nazionale va difeso, implementato, sostenuto. Si tratta di un diritto costituzionale che richiede, per essere attuato, un’organizzazione sanitaria universale, gratuita e partecipata, basata sulla prevenzione.
INTRODUCE : Fulvio AURORA, Associazione Senza Limiti – onlus e Associazione Italiana Esposti Amianto PARTECIPERANNO ED INTERVERRANNO :
ü Hakim BAYA, membro della Commissione internazionale di Solidaires SUD Sante Sociaux (Francia)
ü Piergiorgio DUCA, presidente di Medicina Democratica (docente di biometria e statistica medica dell’Università di Milano)
ü Alberto DONZELLI, esperto di sanità pubblica – Fondazione Allineare Sanità e Salute
ü Giuseppe NATALE, portavoce del Forum Civico Metropolitano
ü Andrea MICHELI, epidemiologo - esperto europeo di economia sanitaria
ü Vittorio AGNOLETTO, medico del lavoro – docente di “globalizzazione e politiche della salute” Università Statale di Milano
ü Margherita NAPOLETANO, Coord. Rappresentanti Lavoratori per la Sicurezza Sanità milanese
ü Carlo PARASCANDOLO, Rete per il Diritto alla Salute di Milano e Lombardia


ADERISCONO: ACU (ASSOCIAZIONE CONSUMATORI UTENTI); ADL (ASSOCIAZIONE DIFESA LAVORATRICI LAVORATORI) VARESE; AIEA (ASS. ITALIANA ESPOSTI AMIANTO-ONLUS); ASSOCIAZIONE SENZA LIMITI ONLUS (PER LA DIFESA DEGLI ANZIANI CRONICI NON AUTOSUFFICIENTI E DISABILI GRAVI); ASSOCIAZIONE UN PONTE SULL'OCEANO; COBAS SANITÀ, UNIVERSITÀ E RICERCA; COMITATO PER LA DIFESA DELLA SALUTE NEI LUOGHI DI LAVORO E NEL TERRITORIO - SESTO S.GIOVANNI; COORDINAMENTO LAVORATORI E UTENTI DELLA SANITÀ - MILANO; COORDINAMENTO MILANESE DI SOLIDARIETÀ “DALLA PARTE DEI LAVORATORI “ ; CONUP LOMBARDIA (COORDINAMENTO NAZIONALE UNITARIO PENSIONATI DI OGGI E DI DOMANI; CUB SANITÀ (CONFEDERAZIONE SINDACALE DI BASE); CUB TRASPORTI (CONFEDERAZIONE SINDACALE DI BASE); FAISA CISAL LOMBARDIA; FAST CONFSAL LOMBARDIA; FORUM CIVICO METROPOLITANO; FORUM DIRITTI LAVORO; IL SINDACATO È UNALTRA COSA OPPOSIZIONE SPI-CGIL; MEDICINA DEMOCRATICA; ORSA FERROVIE LOMBARDIA; RETE PER IL DIRITTO ALLA SALUTE DI MILANO E LOMBARDIA; RIVISTE LE LOTTE DEI PENSIONATI E ANCORA IN MARCIA !”; SAMA- FAISA – CONFAIL MILANO; SIALCOBAS; SGB - SINDACATO GENERALE DI BASE; UNISIN BNL – GRUPPO BNP PARIBAS.

Ospedale unico tra Busto e Gallarate: si comincia accorpando i reparti

Il dottor Brazzoli ne fa una questione di economicità: « Avere doppioni  porta a diseconomie. Per questo stiamo mettendo a puntoun progetto per eliminarli. Sicuramente non iniziamo dalle chirurgie o dalle unità di oncologia che sono reparti critici».
Tra i primi reparti a conoscere l’accorpamento ci sarà la neurologia: « Attualmente ci sono tre reparti: due a Gallarate ( tra cui quello dedicato alla sclerosi multipla) e uno a Busto. I locali del Sant’Antonio sono stati rimessi a nuovo di recente mentre al Circolo occorrerebbero interventi. L’idea, quindi, è quella diriunire i letti di degenza a Gallarate mentre gli ambulatori resteranno tutti aperti con specialisti presenti, anche per la loro consulenza in pronto soccorso».
I tempi tecnici non sono chiari: « Probabilmente lo attueremo in estate,quando nascerà l’esigenza di chiudere i posti letto per permettere le ferie del personale. Sono ancora in corso valutazioni e messa a punto delle varie fasi del progetto che, ripeto, coinvolgerà anche altri reparti.A partire dall’otorino, per esempio:  sono due unità operative troppo piccole per stare separate».

Statali. Pubblico impiego: accordo raggiunto tra Aran e sindacati, 4 le aree

L'intesa sarebbe stata sottoscritta dalla gran parte delle sigle sindacali, il punto centrale è l'aggregazione dei comparti che da undici, considerando quelli effettivi, vengono portati a quattro: "Funzioni centrali, Funzioni locali, Sanità e Istruzione e ricerca". Le operazioni di accorpamento hanno riguardato il primo (ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici) e l'ultimo settore (prima scuola, ricerca, università e Afam erano distinte). La presidenza del Consiglio rimane distinta. La riduzione dei comparti determina anche la riduzione delle aree dirigenziali, sempre a quattro, seguendo quanto previsto dalla legge Brunetta e rimasto finora solo su carta. Per salvaguardare specifiche professionalità all'interno dei comparti, ognuno avrà il suo contratto, a una parte "comune" potranno essere affiancate parti "speciali". Quanto alla rappresentatività sindacale all'interno dei nuovi comparti è prevista una fase transitoria, che fa salve le ultime elezioni delle Rsu, ma resta ferma la soglia del 5% di deleghe e voti. Per alcune sigle sindacali più piccole, che magari erano rappresentative in un comparto ora diluito in uno più grande, ciò può determinare il rischio di scomparire. Per questo nell'accordo è stata stabilita la possibilità di alleanza, fusioni, con altri sindacati, da portare a termine entro tempi precisi. La sottoscrizione dell'intesa era il tassello che mancava prima di poter riaprire il tavolo per il rinnovo dei contratti, come più volte rimarcato anche dal ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia. La legge di Stabilità per il 2016 destina al capitolo 300 milioni, una cifra considerata sin dall'inizio insufficiente per i sindacati, che ora concentrano le loro attenzioni sul nuovo Def e sulla prossima finanziaria. I contratti nel pubblico impiego sono bloccati dai sei anni, uno stop non più legittimo secondo la Corte Costituzionale che a riguardo si è pronunciata con una sentenza nel luglio del 2015.
ansa.it

lunedì 4 aprile 2016

Sopralluogo Asl, si ferma il taglio degli alberi

Stop momentaneo ai lavori su via 22 marzo, che prevedono l'eliminazione dei tigli. "Intervento condiviso, andiamo avanti"

In via 22 marzo si confrontano due “schieramenti” di cittadini e alla fine il cantiere per il taglio degli alberi del viale si ferma. Non per un passo indietro dell’amministrazione (che conferma la validità del progetto), ma per l’intervento dell’ASL, chiamata a verificare il cantiere.
«L’ASL ha richiesto una integrazione alla documentazione di cantiere e ha disposto anche modifiche sulla delimitazione del cantiere» dice il sindaco Leonardo Tarantino. «Oggi c’è un incontro all’ASL con il direttore dei lavori, parteciperà anche il Responsabile Unico del Procedimento (il funzionario del Comune incaricato dell’opera, ndr)». Stop dunque – per la giornata di oggi lunedì 4 aprile – al cantiere, anche se l’intenzione è ripartire comunque, secondo il progetto votato. Ne prossimi giorni ci sarà una delimitazione più netta dell’area di cantiere.
La giornata di lunedì si è aperta con un presidio – fin dall’alba – di un gruppetto di “sentinelle”, che hanno chiamato il Comitato quando hanno visto comparire gli operai del cantiere. È poi intervenuta l’ASL, su segnalazione del consigliere comunale del M5S Stefano Provasio: gli ispettori hanno dato il via ai controlli, mentre sulla via si “confrontavano” (anche animatamente, ma senza tensioni) il Comitato da un lato e alcuni residenti di San Macario dall’altro (alcuni residenti chiedono di completare il cantiere il più in fretta possibile). Poi lo stop, operai a casa (irritati per il lavoro rinviato).

Min.Lavoro: firmato il decreto che disciplina la Detassazione 2016

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze, ha sottoscritto il decreto del 25 marzo 2016 che disciplina i criteri di misurazione degli incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione ai quali i contratti aziendali o territoriali legano la corresponsione di premi di risultato di ammontare variabile nonché i criteri di individuazione delle somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili dell’impresa.
Il decreto, inoltre, regolamenta gli strumenti e le modalità attraverso cui le aziende realizzano il coinvolgimento paritetico dei lavoratori nell’organizzazione del lavoro e l’erogazione tramite voucher di beni, prestazioni e servizi di welfare aziendale (come, ad esempio, servizi di educazione e istruzione per i figli, o di assistenza ai familiari anziani o non autosufficienti, ecc.).
Il decreto sarà trasmesso a breve alla Corte dei Conti per la relativa registrazione.
Il Decreto applica i contenuti della legge di stabilità 2016, che prevede una tassazione agevolata, con imposta sostitutiva del 10%, per i premi di risultato e per le somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili dell’impresa, entro il limite di 2.000 euro lordi (che sale a 2.500 euro per le aziende che «coinvolgono pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro») in favore di lavoratori con redditi da lavoro dipendente fino a 50mila Euro.

I criteri di misurazione per i premi di risultato
Il decreto dispone che i contratti collettivi di lavoro devono prevedere criteri di misurazione e verifica degli incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione, che possono consistere nell’aumento della produzione o in risparmi dei fattori produttivi ovvero nel miglioramento della qualità dei prodotti e dei processi, anche attraverso la riorganizzazione dell’orario di lavoro non straordinario o il ricorso al lavoro agile quale modalità flessibile di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato, rispetto ad un periodo congruo definito dall’accordo, il cui raggiungimento sia verificabile in modo obiettivo attraverso il riscontro di indicatori numerici o di altro genere appositamente individuati.

La partecipazione agli utili dell’impresa
Il decreto chiarisce che per somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili dell’impresa si intendono gli utili distribuiti ai sensi dell’articolo 2102 del codice civile e che l’applicazione dell’imposta sostituiva del 10% si applica, sussistendo le condizioni ivi previste, anche alle somme erogate a titolo di partecipazione agli utili relativi al 2015.

Coinvolgimento paritetico dei lavoratori
Il decreto stabilisce che l’incremento del limite a 2.500 euro lordi per i premi di risultato con tassazione agevolata viene riconosciuto qualora i contratti collettivi di lavoro prevedano strumenti e modalità di coinvolgimento paritetico dei lavoratori nell’organizzazione del lavoro da realizzarsi attraverso un piano che stabilisca, a titolo esemplificativo, la costituzione di gruppi di lavoro nei quali operano responsabili aziendali e lavoratori finalizzati al miglioramento o all’innovazione di aree produttive o sistemi di produzione, e che prevedono strutture permanenti di consultazione e monitoraggio degli obiettivi da perseguire e delle risorse necessarie nonché la predisposizione di rapporti periodici che illustrino le attività svolte e i risultati raggiunti. Non costituiscono invece strumenti e modalità utili al fine dell’incremento del limite i gruppi di lavoro di semplice consultazione, addestramento o formazione.

Deposito e monitoraggio dei contratti
L’applicazione dell’imposta sostitutiva al 10% è subordinata al deposito del contratto da effettuare entro 30 giorni dalla sottoscrizione dei contratti collettivi aziendali o territoriali, insieme con la dichiarazione di conformità del contratto alle disposizioni del decreto, redatta in conformità allo specifico modello che verrà reso disponibile sul sito del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Per i premi di risultato relativi al 2015, il deposito del contratto e della dichiarazione di conformità deve avvenire entro i 30 giorni successivi all’entrata in vigore del decreto.

Le risorse

La legge di stabilità prevede che le risorse necessarie sono reperite attraverso corrispondenti riduzioni del Fondo per l’occupazione, per un ammontare di 344,7 milioni per l’anno 2016, 325,8 milioni per il 2017, 320,4 milioni per il 2018, 344 milioni per il 2019, 329 milioni per l’anno 2020, 310 milioni per il 2021 e 293 milioni annui a decorrere dal 2022.

“E’ ora di disinnescare il pianeta”: il mondo si mobilita contro le mine

Il 4 aprile si celebra la Giornata mondiale indetta dalle Nazioni Unite e a sostegno della “Mine Action”. Da gennaio l’Italia ricopre la presidenza (per 2 anni) del Mine Action Support Group. “Importante che se ne comprenda l’importanza come azione umanitaria”. Ogni anno 15 mila persone rimangono mutilate o uccise

03 aprile 2016
ROMA - Il 4 aprile si celebrera nel mondo la Giornata internazionale indetta dalle Nazioni Unite sul problema delle mine e di sostegno alla “Mine Action”, dedicata quest’anno al tema “La Mine action è un’azione umanitaria”. Le Nazioni Unite hanno indetto la Giornata Internazionale del 4 aprile per mantenere alta l’attenzione su tutte quelle minacce rappresentate non solo dalle mine ma anche da residuati bellici inesplosi, bombe cluster, ordigni esplosivi improvvisati (IEDs) e armi e munizioni abbandonate non in sicurezza. La presenza, o anche solo il sospetto della presenza, di questi ordigni, impedisce il pieno godimento del diritto alla sicurezza, alla vita ed alla salute delle popolazioni che convivono con situazioni di conflitto, o che le hanno vissute e sono ora a dover affrontare l’eredità lasciata sui loro territori dalle guerre.