giovedì 27 ottobre 2016
martedì 25 ottobre 2016
ASST VALLE OLONA (OSPEDALI GALLARATE-BUSTO ARZIZIO) INFERMIERI BEFFATI 3 VOLTE
Con i soldi dell'ex art. 40 e della
libera professione si pagano gli straordinari
La cosa più grave è che viene firmato un accordo senza passare da una
riunione e una votazione della RSU.
Quasi tutti i delegati presenti alla trattativa,
senza mandato, firmano un
accordo in cui si prelevano dei soldi destinati
a tutti i lavoratori per pagare
gli straordinari di una parte di essi.
Il contratto, invece, prevede che i residui di
tutti i fondi debbano essere
distribuiti con la produttività.
Guardate poi cosa si sono inventati per il
personale dell'ex A.O. di
Gallarate:
– con il residuo del fondo
straordinari verrà remunerato il personale
amministrativo;
– con il residuo dell'ex art.
40 e della libera professione verranno
remunerati gli ordini di servizio.
Ci dispiace che anche i sindacati che si
dicono infermieristici abbiano
firmato una beffa elevata alla terza per
gli infermieri:
– con soldi che già
spettavano agli infermieri vengono pagati i loro
straordinari;
– con i residui del fondo
straordinario viene pagato il personale
amministrativo;
– il pagamento degli
straordinari giustificherà la riduzione delle
assunzioni in particolare di O.S.S e infermieri
professionali.
Adl non ha firmato, nemmeno in passato, accordi
del genere, perchè la
storiella del pensare al futuro e sanare il
presente continuano a ripeterla
ogni anno e il personale da assumere viene coperto con le ore di
straordinario. Il fondo straordinari non dovrebbe mai essere
prosciugato
altrimenti significa che manca personale, ma
ogni anno gli straordinari
superano di gran lunga il fondo apposito.
lunedì 24 ottobre 2016
Comunicato sindacale - Venerdì 21 ottobre 2016 in occasione della prima giornata di sciopero generale
Gallarate 22 ottobre
2016
Comunicato
sindacale
Venerdì 21 ottobre 2016 in
occasione della prima giornata di sciopero generale proclamata dai sindacati di
base, abbiamo organizzato una protesta contro la realizzazione dell’ospedale
unico tra Gallarate e Busto che andrebbe a completare la fusione dei due
nosocomi con l’inevitabile conseguenza dello smantellamento graduale di entrambi
gli ospedali, dovendo necessariamente contenere i costi di
gestione.
Il presidio è stato organizzare per
sensibilizzare l’opinione pubblica non solo sulle probabili conseguenze
dell’ospedale unico ma anche su quanto sta gia avvenendo tra i due ospedali e
cioè sull’unificazione dei servizi e dei reparti in corso, che sta obbligando
cittadini, utenti e lavoratori a spostarsi tra un ospedale all’altro, nel
tentativo di avere un servizio che dovrebbe essere “sociale” e
garantito.
Al presidio hanno partecipato una
cinquantina di lavoratori e cittadini in rappresentanza di Adl, del Comitato
STOP TTIP di Gallarate cui si sono affiancati attivisti del movimento Gallarate
5 stelle che ha condiviso la nostra iniziativa. Durante il presidio, quasi la
totalità dei cittadini che hanno preso i volantini distribuiti, si sono detti
non a conoscenza dell’ospedale unico e delle probabili conseguenze che
ricadrebbero inevitabilmente sui cittadini tutti.
Come Adl non possiamo che essere
soddisfatti per la riuscita dell’iniziativa organizzata proprio in concomitanza
della prima giornata di lotta nazionale dei sindacati di base e che è stata
pensata per raccogliere un disagio cittadino sociale, unendo le nostre battaglie
sul territorio con un problema proprio del territorio ma che si riflette anche
in molte altre situazioni su tutto il suolo nazionale dove ormai il servizio
sanitario sta diventando sempre più un privilegio per pochi eletti, mentre per
tutti gli altri sarà sempre più difficile avere l’assistenza necessaria
nonostante i continui aumenti di tasse e ticket.
ADL ringrazia tutti coloro che
hanno partecipato al presidio, il comitato STOP TTIP di Gallarate e il movimento
Gallarate 5 stelle, sicuri di rivederci davanti all’ospedale di Busto Arsizio il
4 novembre 2016 sempre dalle ore 15.30 circa, in occasione della seconda
giornata di protesta dei sindacati di base.
Per Adl
Varese
Fiorenzo
Campagnolo
Nasce il comitato contro l’ospedale unico - art. Varesenews
Hanno presidiato gli ingressi degli ospedali di Gallarate e Busto per contestare il progetto dell’Ospedale Unico. Sono gli iscritti al sindacato ADL che venerdì sono scesi in strada nelle due città distribuendo un migliaio di volantini.
«Abbiamo cercato di far capire alla popolazione di Gallarate che il nuovo ospedale sarà scomodo perché non facilmente raggiungibile da anziani e mamme con bambini, sottrarrà servizi e posti letto pubblici ai cittadini delle due città varesine -spiega il delegato RSU/ADL di Varese Salvatore Petrenga- e abbiamo fatto presente ai gallaratesi che l’ospedale di Gallarate ha reparti nuovi come la traumatologia, interi padiglioni di recente costruzione il Trotti Maino e anche i reparti messi peggio sono stati ritinteggiati e sono stati dotati di letti nuovi. La radiologia ha macchine all’avanguardia. Quando verranno smaltiti i costi di ammortamento di tutti questi investimenti?». Nell’occasione è stata annunciata la nascita di un comitato per gli ospedali di Gallarate e Busto e contro l’ospedale unico.
domenica 23 ottobre 2016
sabato 22 ottobre 2016
giovedì 20 ottobre 2016
Domani venerdì 21 ottobre il Comitato StopTTIP Gallarate e Gallaratese parteciperà con il proprio striscione al PRESIDIO dinanzi all'OSPEDALE di GALLARATE
Domani venerdì 21 ottobre il Comitato
StopTTIP Gallarate e Gallaratese parteciperà con il proprio striscione al PRESIDIO
dinanzi all'OSPEDALE di GALLARATE per la sua
difesa e contro il progetto di ospedale unico che vorrebbe fondere questo
Ospedale con quello di BUSTO ARSIZIO
ricordiamo infatti che i PRESIDI già programmati sono 2,
VENERDI' 21 ottobre all'Ospedale di
Gallarate e
VENERDI' 4 novembre all'Ospedale di Busto
Arsizio tutti e due dalle ore 16 per la difesa dei due ospedali contro il
progetto dell'ospedale unico .
i
PRESIDI sono stati promossi dal Sindacato di base ADL (una
delle associazione che hanno aderito al nostro Comitato e che vi partecipa
sempre attivamente) che ha avanzato al nostro Comitato la proposta di
partecipare ai 2 presidi nel
quadro di concretizzare iniziative di contrasto alle trasformazioni negative che
sia con il TTIP (CETA,TiSA), sia con le proposte di controriforma e tagli si
sta cercando di imporre ai Cittadini/Utenti.
invitiamo tutti a prendervi
parte
Comitato StopTTIP Gallarate e del Gallaratese : "Stopttip Gallarate"
Ospedale unico, Gallarate 5 Stelle volantina insieme ai lavoratori
Il gruppo Gallarate 5 Stelle si mobilita sull’ipotesi dell’ospedale unico e annuncia un’alleanza con i lavoratori: i pentastellati inizeranno collaborando al volantinaggio già previsto dal sindacato di base ADL
Ormai è di dominio pubblico l’intenzione della Regione Lombardia di creare un unico polo ospedaliero tra Busto Arsizio e Gallarate a sostituzione dei due attuali nosocomi.
Annunci e proclami sui mezzi d’informazione, da parte delle diverse cariche pubbliche ormai si sprecano, e tratteggiano tutte lo stesso scenario, al cui centro viene inserito un grande polo ospedaliero super tecnologico.
Noi non siamo per boicottare a priori l’idea di un unico accorpamento sanitario, ma non prendiamo a scatola chiusa nessuna proposta. Soprattutto da chi in questi anni, ha mostrato “scarse competenze”, trascinando il nostro paese nella situazione che ormai è sotto gli occhi di tutti.
varesenews.it
Ormai è di dominio pubblico l’intenzione della Regione Lombardia di creare un unico polo ospedaliero tra Busto Arsizio e Gallarate a sostituzione dei due attuali nosocomi.
Annunci e proclami sui mezzi d’informazione, da parte delle diverse cariche pubbliche ormai si sprecano, e tratteggiano tutte lo stesso scenario, al cui centro viene inserito un grande polo ospedaliero super tecnologico.
Noi non siamo per boicottare a priori l’idea di un unico accorpamento sanitario, ma non prendiamo a scatola chiusa nessuna proposta. Soprattutto da chi in questi anni, ha mostrato “scarse competenze”, trascinando il nostro paese nella situazione che ormai è sotto gli occhi di tutti.
varesenews.it
OSPEDALE UNICO GALLARATE/BUSTO…. ...FORSE NON TUTTI SANNO CHE..
Quando si
vuole costruire un nuovo Ospedale l’Ente Pubblico si trova davanti due strade:
mettere mano al
portafoglio della Regione Lombardia, quindi
alle nostre tasse o utilizzare il Project
Financing detto
anche Finanza di Progetto.
Nel primo
caso viste le recenti ristrutturazioni effettuate nei due Ospedali e quelle in
divenire già programmate ed in corso d’opera, non si capisce perché non si possa
destinare altre risorse per rimodernare del tutto i Nosocomi di Busto e
Gallarate, risorse che saranno ovviamente molto ma molto meno rispetto ad un
progetto di costruzione dal nulla.
Nel
secondo caso, cosa molto più probabile secondo noi, l’utilizzo del sistema della
Finanza di Progetto prevede in pratica che il Privato costruisce il nuovo
Ospedale ed in
cambia sfrutterà (è proprio il caso di
dirlo) i servizi non sanitari ed amministrativi (manutenzione, pulizie, verde,
trasporti, ristorazione, lavanderia, sterilizzazione, smaltimento rifiuti,
magazzini, uffici, ecc.) e commerciali (parcheggi, bar, negozi, edicola,
ecc.) per un numero di anni solitamente tra
i venti e i trenta. Sperando che poi che non gestisca
anche le assunzioni di personale sanitario o lo stesso
personale..
Non finisce qui ovviamente.
Il gestore privato essendo concessionario
riceve soldi dalla Regione Lombardia per gestire tutto quanto ( classico di qualunque appalto).
In pratica i servizi non sanitari diventano
una gallina dalle uova d’oro per fare rientrare il privato dai
costi sostenuti per la costruzione dell’Ospedale. Di fatto l’Ospedale viene
gestito da un privato per un numero enorme di anni con costi di gestione per il Socio Pubblico che rischiano di
essere insostenibili.
Secondo la Corte dei Conti del Veneto il project financing non è adatto per gli
ospedali. Dal punto di
vista dei conti pubblici una vera e propria caporetto.
Come se non bastasse il decreto
Balduzzi, concede la possibilità di
attribuire al concessionario le vecchie strutture ospedaliere da
dismettere, “ove
l’utilizzazione comporti il mutamento di destinazione d’uso, da attuarsi secondo
la disciplina regionale vigente”.
Condominii e centri commerciali al posto dei vecchi ospedali per incentivare il privato alla
partecipazione alle gare di project financing.
Vogliamo poi parlare del fatto che
il nuovo Ospedale sorgerà in mezzo alle
città di Busto Arsizio e Gallarate, difficilmente raggiungibile dalle
persone come invece
avviene tutt’ora (vedasi Legnano)..
Vogliamo parlare della riduzione dei posti letto? che avverrà visto che si passa da
due ad un Ospedale, Delle liste di
attesa? Della fine che
faranno le Lavoratrici in esubero? RICORDIAMO CHE negli Ospedali il 90% sono
donne.
Vogliamo parlare del rischio di
speculazione edilizia su nuovi terreni e sugli attuali
Ospedali?
Come ADL Varese è ovvio che ci opporemo alla scelta della Regione
Lombardia se fosse quella di speculare
sulla pelle dei Cittadini e dei Lavoratori per riempirsi il portafoglio e
quello dei loro amici imprenditori. Contrasteremo informando e presidiando con iniziative e
conferenze,
organizzandoci con il nascente Comitato a
favore dei nostri Ospedali Pubblici con tutti i Cittadini, Forze
Politiche, ed Associazioni.
21 ottobre
2016
JOBS ACT: art. 18 e aiuti di stato in cambio del posto fisso e assunzioni - finiti gli aiuti di stato - finite le assunzioni - rimangono solo i licenziamenti
I dati
diffusi da Inps dimostrano eloquentemente il bluff del jobs act. Se prendiamo il
periodo compreso tra il 1 Gennaio e il 30 agosto 2016 e confrontiamo i dati con
quelli dell'anno precedente son solo dolori per il Governo della precarietà.
Nel
periodo appena menzionato si registrano ben 395 mila contratti a tempo
indeterminato in meno che in percentuale corrispondono a -32,9% E quando
parliamo di contratti a tempo determinato si includono anche le assunzioni
stagionali, anch'esse in calo rispetto al 2015.
Perchè
crollano le assunzioni a tempo determinato?
Perchè ci
sono meno incentivi a fondo perduto per le imprese che nel 2015 avevano anche il
totale abbattimento dei contributi previdenziali per ben 36 mesi Ma un altro
dato incontrovertibile è quello della trasformazione dei contratti a tempo
indeterminato, il calo supera il 35%, insomma pochi dati che da soli smentiscono
le bugie del Governo sulla creazione di nuovi posti di lavoro e sulla ripresa
dei consumi e dell'economia.
Aumentano
invece lavoro nero, lavoro gratuito e voucher.
Da cosa
lo deduciamo?
Dall'aumento
degli stage e dal fatto che la perdita dei contratti a tempo determinato viene
compensata dalla crescita dei voucher che in un anno aumentano del 36% e pensare
che nel 2015 erano cresciuti, rispetto al 2014, del 71,3%.
Aumentano i
licenziamenti.
del resto
la cancellazione delle tutele collettive ed individuali è servita a tale scopo,
nel 2016 i licenziamenti "per giusta causa" sono cresciuti del 31%sempre nei
primi 8 mesi dell'anno 2016 rispetto ai dati del 2015 che già avevano registrato
circa 900 licenziamenti in piu' rispetto al 2014.
19 ottobre
2016
ASST VALLE OLONA (OSPEDALI GALLARATE-BUSTO ARZIZIO) L’AUTUNNO E' GIA' CALDO presidio Ospedale Gallarate 21 ottobre 2016 ore 15.30
ADL Ospedale Gallarate aderisce allo Sciopero
Generale proclamato dai sindacati di base per il 21 Ottobre che ha come
importanti motivazioni:
– il rinnovo dei contratti
del Pubblico Impiego, contro l’aumento dell’orario a 38 ore, contro le pagelle di
valutazione della Legge Brunetta, per un reale aumento contrattuale
– contro le politiche
economiche e sociali del governo Renzi, per una Scuola e per una Sanità pubblica;
– per la difesa e
l'attuazione della Costituzione e il NO alle modifiche proposte dal governo;
– contro l'attuale sistema
previdenziale e la controriforma Fornero, la riforma Madia, il jobs act, a favore di un
art.18 universale per tutte le lavoratrici ed i lavoratori.
Adl in occasione di questo sciopero organizza un
presidio presso la portineria dell'Ospedale di Gallarate dalle
15,30 alle 18 principalmente perché ritiene che i due Ospedali di Busto e
Gallarate che sono vicini ai bisogni dei cittadini debbano essere mantenuti e
che invece un ospedale unico sia, costoso, scomodo e porterà ad un
ulteriore riduzione di servizi, reparti e personale.
Adl protesta anche per le decisione
dell'amministrazione della ASST Valle Olona che, nonostante la firma di un accordo che
prevedeva il agamento
delle progressioni economiche orizzontali a
settembre, non ha ancora inserito questa voce in busta paga, ma anzi
continua a rinviare la data e di voler utilizzare fondi di tutti i lavoratori
(compreso i 250.000€ dell'ex art. 40) per pagare gli straordinari.
ADL Ospedale Gallarate
martedì 18 ottobre 2016
Igiene ambientale, dall'assemblea di Firenze nasce il coordinamento nazionale per dare forza al "No" all'accordo: il 13 novembre altra assemblea a Roma
Un appuntamento come non si vedeva da tempo, decine di delegati\e, lavoratori\trici dell'igiene ambientale si sono dati appuntamento a Firenze per la prima assemblea nazionale.
Una giornata di discussione alla quale hanno partecipato delegati dell'igiene ambientale pubblica e privata. Pochi sanno che da anni nei cantieri operano lavoratori con differenti contratti e retribuzioni, ai due Ccnl menzionati si aggiungono quelli del multiservizi (40 ore settimanali) e delle cooperative sociali, per questo la parola d'ordine di un solo contratto di settore (ovviamente il piu' favorevole) e il mantenimento dell'orario settimanale a 36 ore (l'intesa sottoscritta il 10 e 2 luglio prevede 38 ore) sono tra le rivendicazioni piu' gettonate nel corso dell'assemblea
Una giornata di discussione alla quale hanno partecipato delegati dell'igiene ambientale pubblica e privata. Pochi sanno che da anni nei cantieri operano lavoratori con differenti contratti e retribuzioni, ai due Ccnl menzionati si aggiungono quelli del multiservizi (40 ore settimanali) e delle cooperative sociali, per questo la parola d'ordine di un solo contratto di settore (ovviamente il piu' favorevole) e il mantenimento dell'orario settimanale a 36 ore (l'intesa sottoscritta il 10 e 2 luglio prevede 38 ore) sono tra le rivendicazioni piu' gettonate nel corso dell'assemblea
Da settimane, tramite internet, si erano messe in rete lavoratori di varie aziende e regioni. I risultati delle assemblee vedono vincere nettamente il no a Milano, a Genova, a Roma, a Napoli e in molte aziende toscane, eppure dai primi dati diffusi dalle segreterie cgil cisl uil e fiadel sembrerebbe che il si' avesse stravinto
Dati smentiti dal coordinamento nazionale che nell'ordine del giorno finale scrive
L’assemblea considerando che la maggioranza della forza lavoro del settore, laddove ha potuto pronunciarsi, ha bocciato nettamente tali accordi decide di costituire un coordinamento nazionale stabile per dar vita ad una mobilitazione generale della categoria su una piattaforma alternativa e dal basso che sia reale espressione degli interessi reali dei lavoratori.
Parlavamo appunto di rivendicazioni, il coordinamento si dà appuntamento il 13 novembre,a Roma, per definire una piattaforma alternativa a quella dei confederali e degli autonomi ma già nella mozione finale si evidenziano alcuni punti programmatici da sviluppare-ci dicono- in assemblee territoriali
domenica 16 ottobre 2016
sabato 15 ottobre 2016
Comunicato Sindacale
Gallarate
12 ottobre 2016
Comunicato
Sindacale
Il
coordinamento provinciale di ADL Varese riunito ieri nella sede di Gallarate
prende atto dell’indizione di due scioperi dei sindacati di base per il 21
ottobre e per il 4 novembre, il coordinamento ritiene condivisibili le
motivazioni che hanno portato all’indizione di entrambi gli scioperi ma non
intende fare l’errore di appoggiare l’uno o l’altro sciopero, ritenendo più
importante la collaborazione tra tutti i sindacati di base, evitando di
fomentare ulteriori spaccature e divisioni ritenute di “lana caprina” che sono
lontane anni luce dall’interesse dei lavoratori.
Il
coordinamento provinciale ritiene altresì che la partecipazione agli, o allo
sciopero, deve comunque partire dal basso, dai lavoratori, dagli iscritti, dagli
attivisti che in primis hanno il polso della situazione e vivono la quotidianità
dei problemi dei lavoratori: si invitano pertanto tutte le strutture aziendali a
convocare assemblee dei lavoratori e degli iscritti lasciando la totale libertà
di decidere, azienda per azienda, se aderire o meno agli scioperi indetti per il
21 ottobre o per il 4 novembre ritendendo comunque importante sostenere le lotte
in concomitanza degli altri sindacati di base contro le politiche economiche del
governo, contro il jobs act, contro la legge Fornero, per l’occupazione, lo
stato sociale, il lavoro, la pensione, la democrazia nei luoghi di lavoro. Il
coordinamento provinciale ritiene condivisibile la preoccupazione espressa da
più parti per lo smantellamento del SSNL, per le decisioni che si stanno
prendendo all’interno del TTIP e del CETA;
Per
dare un segnale di mobilitazione invita i lavoratori, i cittadini, gli iscritti,
i delegati e gli attivisti a partecipare ai presidi che si organizzeranno in
prossimità degli ospedali di Gallarate per il 21 ottobre 2016 a partire dalle
16.00 e di Busto Arsizio per il 4 novembre 2016 a partire dalle 16.00, per
protestare e informare i cittadini sulla decisione di aprire un nuovo ospedale
fuori dai territori dei due centri cittadini, con il rischio di chiudere
entrambi gli ospedali.
Il
coordinamento provinciale
ADL
Varese
mercoledì 12 ottobre 2016
Il sindacato di base ADL si mobilita contro l'ospedale unico
Il sindacato di base ADL terrà due presìdi davanti agli ospedali di Gallarate (21 ottobre) e
Busto (4 novembre), "per far conoscere i problemi legati alla costruzione di un nuovo ospedale
e per il mantenimento in vita dei due ospedali cittadini".
«Chiediamo a cittadini di partecipare ai due presidi e difendere due strutture che sono vicine ai
bisogni della popolazione delle due città» spiegano delegati sindacali. «I presidi saranno in
concomitanza con gli scioperi organizzati dai sindacati di base che tra le varie ragioni hanno
quella di richiedere un serio contratto nazionale di lavoro nel pubblico impiego».
Nel volantino che sarà distribuito a pazienti e frequentatori degli ospedali il sindacato di base
ADL si domanda "quale sara? la sorte dei due ospedali di Gallarate e di Busto Arsizio: se
rimarranno in vita o se verranno chiusi" e "se i cittadini sono a conoscenza di questo
progetto che li costringerebbe a enormi sacrifici sia per avere le cure immediate sia per gli
esami e per tutte le terapie di cui un semplice cittadino ha bisogno", anche rispetto ad una
collocazione - presumibilmente baricentrica tra Busto e Gallarate - che renderà difficile
raggiungerlo per chi non è dotato di mezzi propri.
Adl si chiede poi "come e? possibile che siamo passati dall’avere un enorme problema
economico in provincia fino ad arrivare ad avere un tale quantitativo di soldi da permetterci
di aprire un nuovo ospedale [...] Possibile che i signori Sindaci cosi? entusiasti della proposta
fatta dalla Regione, non si pongano delle semplici domande sull’impatto che avrebbe tale
scenario verso la cittadinanza? Oppure si illudono che i vantaggi saranno di piu? dei disagi? Ci
viene un atroce sospetto: non e? che serve un nuovo ospedale solo per fare un bel regalo al
politico di turno?". Molto dura la conclusione rivolta alla politica: "Non sara? facile fare i vostri
comodi sulla pelle dei cittadini".
varesenews.it
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Busto Arsizio Via l’indennità di turno, educatrici preoccupate
BUSTO ARSIZIO – Dipendenti di Palazzo Gilardoni in agitazione. In particolare, sono le educatrici degli asili nido e delle scuole dell’infanzia comunali ad attendere risposte dall’amministrazione.
È dalle loro buste paga, infatti, che da giugno è stato tolto il compenso economico dovuto all’indennità di turnazione.
Fino a qualche mese fa, questo compenso veniva corrisposto, come previsto dal Contratto collettivo nazionale, poiché le educatrici coprono un servizio aperto per dieci ore giornaliere, ruotando su turni da sei ore l’uno.
Ora le cose sono cambiate. La questione è stata affrontata la scorsa settimana in assemblea da dipendenti e delegati sindacali delle Rsu.
Le lavoratrici hanno sottolineato che la busta paga “più leggera” non ha ovviamente modificato il proprio modo di lavorare. Allo stesso tempo, però, hanno insistito sul fatto che il disagio derivante dal lavoro articolato su turni debba essere compensato da una adeguata retribuzione.
Le stesse rivendicazioni sono state messe nero su bianco in una lettera inviata ai dirigenti in cui le educatrici esprimono tutta la loro preoccupazione.
Accam Busto Arsizio: è un travaglio senza sosta. Il presidente ha lasciato l’incarico
Accam, futuro incerto.
Lascia anche il presidente Marco Pigni. E i Cinque Stelle tornano alla carica: «Chiusura al 2017, senza se e senza ma». Bastano solo poche ore dall’ennesimo colpo di scena della travagliata storia di Accam, il rinvio di 15 giorni del bilancio 2015 per avviare le trattative verso la costituzione dell’unica società della raccolta e smaltimento dei rifiuti tra Accam, Ala e Agesp, che arriva la notizia delle dimissioni del presidente della società, Marco Pigni.
Un gesto dettato evidentemente dallo stop che l’assemblea dei soci ha di fatto imposto al piano industriale redatto su indicazione del Cda.
È il secondo presidente che “salta” nel giro di pochi mesi, dopo che il suo predecessore Emilio Cremona si era dimesso sempre sull’onda della prospettiva di dover chiudere con grande difficoltà l’esercizio 2015. Quella che si apre da qui alla nuova seduta dell’assemblea del 27 ottobre è la partita per salvare o liquidare l’ex consorzio.
Lascia anche il presidente Marco Pigni. E i Cinque Stelle tornano alla carica: «Chiusura al 2017, senza se e senza ma». Bastano solo poche ore dall’ennesimo colpo di scena della travagliata storia di Accam, il rinvio di 15 giorni del bilancio 2015 per avviare le trattative verso la costituzione dell’unica società della raccolta e smaltimento dei rifiuti tra Accam, Ala e Agesp, che arriva la notizia delle dimissioni del presidente della società, Marco Pigni.
Un gesto dettato evidentemente dallo stop che l’assemblea dei soci ha di fatto imposto al piano industriale redatto su indicazione del Cda.
È il secondo presidente che “salta” nel giro di pochi mesi, dopo che il suo predecessore Emilio Cremona si era dimesso sempre sull’onda della prospettiva di dover chiudere con grande difficoltà l’esercizio 2015. Quella che si apre da qui alla nuova seduta dell’assemblea del 27 ottobre è la partita per salvare o liquidare l’ex consorzio.
Antonelli: «La vedo dura»
Il sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli non nasconde la sua preoccupazione per il destino di Accam: ai soci aveva chiesto di approvare il nuovo scenario con chiusura 2021, quasi come atto di fede prima di aprire una trattativa per la società unica dei rifiuti, che a questo punto dovrà chiudersi nel giro di pochi giorni per ricompattare Busto, Legnano e Gallarate.
Franco Tosi in Brianza. Choc a Legnano
L’annuncio che Alberto Presezzi è ormai pronto a spostare la Franco Tosi in Brianza è stata per Legnano una doccia fredda.
Se quattro mesi fa quella di Presezzi poteva sembrare una provocazione, adesso è chiaro che si fa sul serio. E che la città rischia di ritrovarsi dal prossimo anno senza la fabbrica attorno alla quale è cresciuta.
Adesso, tutti si domandano increduli come sia stato possibile arrivare a questo punto.
«La risposta che gli è arrivata da Roma è imbarazzante - afferma il vice sindaco Pier Antonio Luminari -. Capisco tutta la sua irritazione».
Va bene, ma cosa si può fare ora per evitare che la Tosi lasci la città?
«Il Comune ha già fatto tutto quello che era in suo potere, tutte le richieste che erano state avanzate dagli industriali riguardo la possibilità di agevolare chi investe sulle aree dismesse sono state accolte».
Crede che basterà?
«Stimiamo che nell’arco dei prossimi cinque anni Franco Tosi potrebbe ottenere sgravi per un totale di circa 500 mila euro. Certo, i conti che fa Presezzi sono altri. Ma cifre del genere possono essere messe in campo solo dal ministero per lo Sviluppo economico, un Comune di più non può fare».
giovedì 6 ottobre 2016
inceneritore BUSTO ARSIZIO Strappo su Accam, 12 sindaci pronti a lasciare la società
Non ci stanno a continuare a pagare cifre fuori mercato, non vogliono prorogare la
chiusura dell'impianto oltre il 2017, ritengono assurdo costruire due impianti fotocopia
per il trattamento dell'umido e sono stufi dell'atteggiamento portato avanti da Busto
Arsizio. E' questo, in estrema sintesi, il contenuto di una lettera di 5 pagine che in queste ore
sta girando tra i soci di Accam e che porta in calce già le firme di 12 sindaci che detengono
complessivamente poco più del 27% delle quote della società (potete leggerla integralmente
cliccando qui).
I COSTI - Partendo dalle tariffe più alte per i conferimenti all'impianto "i cittadini dei comuni
hanno foraggiato Accam con oltre 2 milioni di euro ogni anno, e continuano così da anni"
scrivono i sindaci, spiegando poi che "se si dovesse proseguire sino al 2021 con gli attuali costi
i cittadini pagherebbero in più oltre 12 milioni di euro: una cifra che coprirebbe alla grande tutte
le spese aleatorie, la bonifica e chissà cos’altro ancora". Una previsione accompagnata da
un'ulteriore precisazione, quella che cioè che "non è vero che proseguendo sino al 2021 i
maggiori oneri spariscano magicamente ma semplicemente gli stessi oneri vengono pagati dai
cittadini attraverso i maggiori costi (fuori mercato) applicati da Accam". Costi che non sono a
carico dei bilanci dei comuni ma direttamente sulle tasche dei cittadini, come quelli del servizio
sanitario nazionale: "lo studio [sull'impatto epidemiologico di Accam] ha evidenziato almeno 20
casi all’anno di ricoveri nei comuni oggetto di indagine. Già solo questo dato comporta una
spesa certa annua di almeno mezzo milione di euro a carico della cittadinanza".
varesenews.it
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VARESE Morto d’amianto, condannato ex manager
Operaio morì d’amianto, il giudice monocratico Anna Azzena ha condannato l’unico amministratore dell’azienda ancora in vita: due anni di carcere con pena sospesa per l’ex amministratore della Sices Spa, un’impresa con sede a Lonate Ceppino (Varese), accusato di omicidio colposo in relazione alla morte di un operaio per mesotelioma pleurico provocato, secondo l’accusa, dall’esposizione all’amianto tra gli anni ’70 e ’80.
Il nome dell’ex dirigente è Tarcisio Saporiti, 84 anni, ed era amministratore dell’azienda che svolge attività per la costruzione e la manutenzione di impianti industriali tra il 1974 e il 1984.
martedì 4 ottobre 2016
Resoconto della riunione del 22 settembre 2016
Dopo
l’assemblea di Bologna nell’aprile scorso, si è riunito a Milano Pubblico
Impiego in Movimento, urgeva confrontarsi e decidere cosa fare. A Bologna
innumerevoli le dichiarazioni di intenti condivise da delegati e sigle sindacali
di base, parte delle quali si sono poi sfilate, del resto il leit motive della
unità non viene sovente seguito da scelte coerenti e fatti concreti. La spinta a
una iniziativa comune è sempre più flebile, domina l’autosufficienza, si pensa
che bastino le iniziative intraprese in ordine sparso da un sindacalismo di base
incapace perfino di accordarsi sulla data di uno sciopero, moltiplicando le
indizioni ma condannandole tutte al fallimento.
Nel
pubblico impiego lavorano 3 milioni di lavoratori\trici, sono migliaia i
precari, il datore di lavoro più grande nel paese. E’ in corso da quasi due anni
un processo di ristrutturazione, lo aveva chiesto la Troika con la famosa, o
famigerata, lettera di Trichet a Draghi; i decreti attuativi della Madia hanno
tempi più lunghi del previsto ma riguarderanno ogni ambito pubblico: le società
partecipate (migliaia i posti di lavoro a rischio), le società in house, la
dirigenza, i provvedimenti disciplinari per favorire i licenziamenti non solo
dei furbetti del cartellino (indifendibili) ma anche di quanti non rispetteranno
codici disciplinari da caserma che ormai impediscono anche di divulgare notizie
sui disservizi, sulle carenze di organico, sui problemi in cui versano ospedali,
uffici. Insomma i cittadini che pagano le tasse debbono restare all’oscuro di
come spendono i loro soldi. Qualche mese fa è stata anche firmata la riduzione a
4 comparti di contrattazione, a sottoscriverla perfino una organizzazione di
base che si dice conflittuale: una manovra per abbattere il costo del lavoro e
ridurre le agibilità sindacali. Da mesi stanno discutendo del nostro contratto,
lo fanno in silenzio ma seguendo le indicazioni dell’Ue e dell’Aran. Stanno
pensando di aumentare la settimana lavorativa, di vincolare pochi aumenti
contrattuali (assolutamente risibili e inadeguati a recuperare anche una parte
del potere di acquisto perduto negli ultimi 7 anni), di ridurre il personale (la
soppressione delle dotazioni organiche a cosa serve se no?), di accrescere i
carichi di lavoro, di esigere sempre più mansioni, anche riconducibili a profili
superiori. I contenuti del prossimo contratto nazionale avranno ripercussioni
sulla contrattazione decentrata, è bene non illudersi che basti fare sindacato
nel proprio posto di lavoro perché le normative alle quali attenersi sono così
vincolanti da tradursi in perdita salariale e allargamento della forbice tra
salari medio-bassi e salari alti.
Promuovendo l’assemblea di Milano del 22 Settembre, ci siamo proposti di rimettere in campo un ragionamento aperto, fuori dalle logiche di appartenenza, non per costruire un nuovo soggetto sindacale ma per ripartire piuttosto dai problemi reali del pubblico impiego che non possono trovare solo spazio in volantini. Cosa accade oggi al Pubblico impiego e al suo personale? Una domanda dirimente alla quale tutti dovrebbero rispondere non con slogan ma con la lettura dei processi in atto e iniziative forti e unitarie di contrasto e di critica. I\le delegati\e, le realtà del sindacalismo di base presenti a Milano rilanciano percorsi e iniziative all’insegna della radicalità, lo faremo con una due giorni di mobilitazione sul contratto a metà ottobre e con assemblee nei luoghi di lavoro, partiremo da una piattaforma minima di rivendicazione sulla quale confrontarsi senza preclusioni di sorta.
L’assemblea
di Milano concorda nell’organizzare a livello territoriale entro fine ottobre
delle assemblee per coinvolgere lavoratori e delegati su 4
punti:
1. il
rinnovo del contratto nazionale Pubblico Impiego;
2. il peggioramento delle condizioni di lavoro nei settori pubblici con mansioni sempre più numerose richieste\imposte;
3. l’utilizzo dei codici disciplinari non per colpire i furbetti del cartellino ma per incutere paura e rassegnazione in tutti i dipendenti pubblici. Il caso del divieto agli operatori della sanità di parlare pubblicamente dei disservizi ospedalieri la dice lunga sui reali obiettivi dei codici disciplinari;
4. le problematiche relative all’agibilità sindacale e al diritto di sciopero.
2. il peggioramento delle condizioni di lavoro nei settori pubblici con mansioni sempre più numerose richieste\imposte;
3. l’utilizzo dei codici disciplinari non per colpire i furbetti del cartellino ma per incutere paura e rassegnazione in tutti i dipendenti pubblici. Il caso del divieto agli operatori della sanità di parlare pubblicamente dei disservizi ospedalieri la dice lunga sui reali obiettivi dei codici disciplinari;
4. le problematiche relative all’agibilità sindacale e al diritto di sciopero.
Sullo sfondo del rinnovo contrattuale si stanno muovendo scenari preoccupanti e autoritari, come leggiamo sulla stampa, con l’idea della autorità sugli scioperi di imporre anche al pubblico l’accordo sulla rappresentanza del gennaio 2014, oggi valido solo per il privato. L’obiettivo non è solo impedire il diritto di sciopero, ma limitare ogni agibilità sindacale ai delegati di base negando loro perfino il diritto ad usufruire dei permessi sindacali. Quando un governo ha fallito nelle politiche del lavoro e sociali, la via della repressione e della negazione aperta delle libertà sociali e sindacali è la sola risposta per nascondere il fallimento.
Per dare forza e continuità al nostro lavoro abbiamo deciso di dare vita ad un coordinamento stabile individuando alcuni delegati che dovranno coordinare le varie iniziative in vista di una assemblea nazionale da tenersi a Novembre.
Pagina Fb: Pubblico Impiego in Movimento
Twitter: @PIinmovimento
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